Gli “ospedali aperti di notte”

Visto che sono passati alcuni giorni e si continua a parlare di questo tweet di Matteo Salvini, forse è meglio spiegare ai miei ventun lettori che immagino si parli di questa notizia del 2013, e del suo sequel del 2017. In pratica è possibile fare visite ospedaliere anche dalle 20 alle 24, in modo da sfruttare meglio i macchinari come quello per la TAC che sono costosi e quindi dovrebbero essere sfruttati al meglio.

Dunque sono tutti i commentatori a essere degli imbecilli, e il Capitano ad avere ragione? No. Come prima cosa c’è la constatazione banale che il Veneto ha messo un po’ di soldi in quel progetto perché non riusciva a far fare gli esami nei tempi previsti, e io non so affatto se l’Emilia-Romagna ha lo stesso problema. Ma soprattutto nel tweet c’è solo scritto “gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica” senza specificare il perché, nonostante il tweet avesse ancora spazio; una comunicazione così malfatta può solo andare bene per un elettorato di minus habens che tanto non stanno a leggere quanto c’è scritto. Ma magari sono scelte precise.

7 pensieri su “Gli “ospedali aperti di notte”

  1. Man in Black

    In aggiunta a queste considerazioni, io mi domandavo questo. Mettiamo da parte per un momento la pessima comunicazione e consideriamo ciò che il tweet probabilmente intendeva dire, cioè che si potranno effettuare tac e risonanze magnetiche dalle 20 alle 24.
    Mettiamo da parte anche il discorso dei macchinari, perché compito dello Stato non è usare al meglio i macchinari ma rendere la vita dei cittadini più semplice.
    Ora: se mi dicessero: “buongiorno: la sua TAC è prenotata per venerdì prossimo alle 22:30”, io sarei contento? No, perché me la starebbero programmando per un’ora assurda, in cui normalmente sono a casa già proiettato nel riposo notturno, o addirittura già addormentato, in cui non mi sognerei di uscire, magari guidando o facendomi accompagnare da qualcuno, per una visita non urgentissima (cioè, non un pronto soccorso con codice rosso).
    Quello che io, cittadino, voglio da un’amministrazione efficiente, non è un ospedale che mi fissa le visite in orari assurdi, ma un ospedale che me le fissa presto in orari normali, e che si attivi quindi (per esempio assumendo più personale o ampliando le strutture) per fare questo. È a questo scopo che pago le tasse, altrimenti, con gli “ospedali aperti di notte” rischierei di pagare una ulteriore tassa in più, quella del sacrificio del tempo che avrei dedicato al sonno e al riposo.
    Insomma: secondo ,me il tweet in questione (interpretato per ciò che probabilmente voleva dire) cerca anche di far passare per buona amministrazione quello che è in realtà è un regresso.

    1. .mau. Autore articolo

      attenzione. Da quello che ho capito – non tantissimo, ma non mi sono messo a fare una ricerca approfondita – è l’utente che può scegliere se vuole l’orario serale-notturno; quindi è una possibilità in più, non un modo per lo Stato di rispettare formalmente i livelli di assistenza sulla pelle dei cittadini.

      1. Man in Black

        Vero, grazie per la precisazione.
        Però non credo che cambi la sostanza della mia considerazione. Se all’utente è proposto di scegliere “spontaneamente” se fare una TAC venerdì prossimo alle 22:30, in luogo che fra tre mesi alle 11:00, la scelta spontanea diventa obbligata. Anzi, quasi peggio, perché il cittadino, non essendo obbligato formalmente, trova scaricata su di sé la scelta della soluzione scomoda, e l’ente pubblico può trincerarsi dietro un formale “non te l’ho imposto io, l’hai voluto tu”.
        Per questo confermerei la mia riflessione di prima.

        1. Fabio

          Io la vedo più come un’agevolazione per chi lavora e preferisce magari non prendere permessi.
          E quindi, spostando questi volontari in altri orari, si diminuiscono i tempi di attesa per gli orari diurni.

        2. .mau. Autore articolo

          bisognerebbe verificare se gli orari fuori quelli di ufficio rientrano nei livelli di assistenza oppure no. Se non lo sono, la sanità veneta potrebbe contare appunto sul fatto che ci sia chi preferisce andare la sera tardi, e quindi liberare posti di giorno.

          Poi tutto questo è naturalmente irrilevante rispetto alla malacomunicazione :-)

  2. Mestesso

    Ma non c’è nessun veneto tra i tuoi ventun lettori che possa confermare? Perché a me sta cosa puzza un poco di bruciato…

    1. .mau. Autore articolo

      beh, i link ai giornali esistono. Purtroppo i miei zii sono medici ma friulani :-)

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