Archivi annuali: 2017

i coupon di Payback

L’altro giorno mi è arrivata una lettera con un certo numero di coupon per il programma Payback, uno di quelli per cui tu cedi i tuoi dati personali per avere qualche misero sconto. Tra i coupon ce n’era uno per fare benzina alla Esso: sono in riserva, quindi ho pensato di farlo. I risultati qui sotto.
(a) Il coupon deve essere attivato sul sito.
(b) Sul sito entri con il numero di carta.
(c) Una volta entrato, scopri che mancano alcuni coupon perché non hai dato il consenso a non si sa bene cosa.
(d) Per dare il consenso, sia pur minimale, occorre inserire il pin,
(e) Se non ti ricordi il pin, puoi chiedere che ti si invii una email (che non ho ben capito perché è finita ad Anna e non a me)
(f) Una volta cercato di rimettere il pin e avere scoperto di non poterlo fare perché era uguale a quello vecchio – sono un tipo prevedibile, è chiaro – sblocco finalmente i coupon nascosti.
(g) Continua a non esserci il coupon Esso.

A questo punto controllo meglio il coupon cartaceo, e vedo che il numero della tessera che è indicato non è quello della tessera che ho in mano io. Il punto è che nella schermata dei miei dati la tessera corrispondente è associata a quella con cui sono entrato, quindi dal loro punto di vista dovrebbe essere tutta la stessa cosa.

Alla fine ho fatto benzina al solito TotalErg (finché non cambierà nome e diventerà IP :-) )

_Travolti dal caso_ (libro)

Quest’ultima fatica di Joseph Mazur (Joseph Mazur, Travolti dal caso [Fluke], il Saggiatore 2017 [2016], pag. 238, € 22, ISBN 9788842823674, trad. Elisa Faravelli, link Amazon) mi è piaciuta molto più del precedente suo lavoro che avevo letto. La parte più matematica racconta un po’ di storia su come è nata la teoria della probabilità, comprese alcune notizie che non conoscevo; ma la parte principale del testo consiste nel raccontare dieci coincidenze, o se preferite colpi di fortuna (i “fluke” del titolo originale) e valutare spannometricamente la probabilità che accadessero, o meglio a quale quota sarebbero date da un bookmaker. Dopo aver discusso quali sono effettivamente le condizioni al contorno per definire casuali certi avvenimenti, il libro termina infine con alcune considerazioni più filosofiche su quanto siamo noi a cercare inconsciamente quei pattern che poi chiamiamo coincidenze. L’idea che mi sono fatto è che l’argomento stia davvero a cuore a Mazur: lo si vede bene in come ha scritto il testo. Purtroppo ci sono un paio di punti nella traduzione di Elisa Faravelli che rovinano la lettura (e ad ogni modo nelle scommesse si parla di quote, non di quotazioni. I dizionari possono anche riportarlo come sinonimo, ma tutte le volte che vedevo scritto “quotazione” mi faceva l’effetto di un gessetto che strideva sulla lavagna)

I conti della pensione

Ieri Repubblica – ma trovate la notizia un po’ su tutti i quotidiani – ha pubblicato un articolo che riprende uno studio della Uil, secondo cui gli italiani stanno in pensione per meno anni rispetto agli altri europei. Come nelle migliori tradizioni italiane, nessuno mette un link per tale studio: d’altra parte tipicamente questi articoli sono rielaborazioni di notizie d’agenzia, e nemmeno loro tipicamente mettono i link, come si può vedere per esempio nel lancio Adnkronos.

D’altra parte un utente un minimo sgamato non fa troppa fatica a trovare il link allo studio Uil: partiamo dunque da qui. Anche in questo caso troviamo semplicemente scritto «DATI MISSOC 2016, EUROSTAT 2015» senza alcun link per andare a verificare indipendentemente i dati, quindi la nostra ricerca deve proseguire. Prendiamo per esempio le donne in UK, che secondo lo studio godrebbero di quattro anni e tre mesi di pensione in più delle donne italiane (calcolando la differenza tra minore aspettativa di vita e minor numero di anni per andare in pensione). La tabella in effetti dice che in Italia le donne vanno in pensione a 65 anni e 7 mesi mentre in UK lo fanno a 60 anni. Peccato che questa – almeno per quanto riguarda il Regno Unito – sia una palla. I primi dati che ho trovato in rete affermano che l’età attuale è 63 anni e mezzo (in crescita ancora maggiore che in Italia, ma di questo ne parleremo dopo); Wikipedia ha una tabella che mostra come nel 2016 l’età di pensionamento era intorno ai 63 anni (cresce nel corso dell’anno, quindi non posso dare una risposta più precisa non sapendo dove è stato fatto il conto). Aggiungiamo il fatto che non esiste solo la pensione di vecchiaia (almeno in Italia ma penso anche all’estero) ma anche quella di anzianità, e il fatto che è vero che la nostra età pensionabile cresce ma lo fa anche, e forse di più, quella britannica.

Riepilogando, io capisco che un sindacato, sopratutto in Italia dove la maggior parte degli iscritti è pensionata, cerchi di portare acqua al proprio mulino. Ma farlo in questo modo è solamente torturare il buonsenso… che effettivamente però difetta parecchio al giorno d’oggi.

Ultimo aggiornamento: 2017-12-05 16:39

Le donne della NASA celebrate dai LEGO

Scopro solo oggi da Business Insider (versione americana, chiaro) che Lego ha preparato un minikit “Women of NASA”, con i minipersonaggi di due astronaute (Sally Ride e Mae Jemison), un’astronoma (Nancy Grace Roman) e un’informatica (Margaret Hamilton). Rispetto ai soliti modelli Lego riservati alle bambine mi pare che questa sia una rivoluzione copernicana. L’articolo nota anche la mancanza di Katherine Johnson: secondo quanto scritto parrebbe sia stata lei stessa a non accettare di essere raffigurata, ma non so quanto la cosa sia vera.

(l’immagine di Hamilton qui a fianco è iconica, e dovrebbe essere nota a tutti).

Ultimo aggiornamento: 2017-11-13 16:04

Lavori fatti a regola d’arte

strisce a metà Qualche mese fa hanno fatto dei lavori nella via dove abito, e hanno bucato la strada (e il marciapiede). Alla fine dei lavori hanno fatto un’asfaltatura provvisoria per aspettare che il terreno si assestasse, e poi hanno riasfaltato in maniera corretta. Infine hanno ridisegnato le strisce blu nel pezzetto di nuovo asfalto.

Peccato che mancasse anche un po’ di colore per due o tre metri prima dell’inizio dell’asfalto nuovo: immagino che fosse stato cancellato dall’attrito della terra tolta per fare il buco. Come si può vedere dalla foto, quei metri sono rimasti come prima: lo stesso dall’altra parte della strada. Inutile dire che lo spazio era libero, perché erano stati messi cartelli col divieto provvisorio di sosta. Quanto sarebbe costato, in tempo e materiale, continuare a disegnare la riga? E perché non è stato fatto?

Ultimo aggiornamento: 2017-11-13 07:02

Quizzino della domenica: ricorsione mancata

Fantastico! Un mio articolo sull’ipertraduzione nella tradizione iperuranica di Urania è stato pubblicato su una Prestigiosa Rivista Ismiziana! Come potete immaginare, io non spiccico una parola di ismiziano, ma mi fido incondizionatamente del professor Tnak che ha gentilmente tradotto il testo. Volendo ringraziarlo, ho aggiunto in fondo all’articolo una nota:

[1] Sono grato al professor Tnak per la traduzione in ismiziano del mio articolo.

Poi ho aggiunto un’altra nota:

[2] Sono grato al professor Tnak per la traduzione in ismiziano della nota qui sopra.

Essendo io molto educato, ho aggiunto una terza nota:

[3] Sono grato al professor Tnak per la traduzione in ismiziano della nota qui sopra.

A questo punto mi sono fermato, senza proseguire ricorsivamente all’infinito. Come mai?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p282.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Martin Gardner)

_Scienza e media ai tempi della globalizzazione_ (ebook)

La scienza è complicata. Spiegare la scienza è doppiamente complicato, anche perché è solo da poco tempo che si è capito che la divulgazione della scienza non può essere lasciata alla buona volontà dei giornalisti e degli scienziati, e occorrono competenze specifiche. (Nota personale: sto predicando bene e razzolando male, visto che faccio divulgazione matematica senza essere né giornalista né scienziato). Questo libro (Pietro Greco e Nico Pitrelli, Scienza e media ai tempi della globalizzazione, Codice 2009, pag. 196, € 4,99 (16), ISBN 9788875782092, link Amazon) nella prima parte racconta per l’appunto di questi problemi, mentre nella seconda guarda in modo più generale la situazione e l’evoluzione dei media. Ho trovato questa seconda parte meno interessante della prima; più precisamente, mi è sembrato che gli autori girassero intorno ai problemi senza raggiungere una posizione specifica. Il problema segnalato da Greco e Pitrelli è però reale, e prenderne coscienza è già un primo passo.

Ultimo aggiornamento: 2017-12-27 22:09