Per festeggiare il compleanno degli ormai quattrenni, martedì 20 Anna e io li abbiamo portati a Genova, per vedere l’acquario. Diciamo che ci sono ampi, amplissimi margini di miglioramento. Il problema non sono stati i giovini, che hanno avuto un’autonomia di un’ottantina di minuti prima di iniziare a lamentarsi di avere fame. Il problema è stato tutto il resto.
Abbiamo già avuto qualche problema uscendo da Brignole a trovare la fermata del bus (e ancora grazie che stiano ancora circolando, mi sa). Anzi abbiamo avuto problemi a trovarli, i biglietti del bus: il giornalaio della stazione ci ha guardato male dicendo che non li vendeva, e alla mia domanda “e perché allora lí fuori avete l’adesivo dell’APT?” la sua risposta, comunicataci con la tipica affabilità ligure, è stata “dobbiamo toglierlo”. Arrivati al Porto Antico la coda in biglietteria era incredibile, ma questo non era un nostro problema, avendo noi preso i biglietti coi punti Fìdaty dell’Esselunga. In compenso, una volta entrati, ci siamo trovati un’altra coda. Troppa gente che doveva entrare? Macché. C’erano le forche caudine di una strettoia apposita per far fare le foto ai bambini su un enorme peluche. Alla nostra frase “niente foto, grazie” la tipa ha anche osato cammentare “ma poi non dovete mica ritirare la foto!”
Ma tutto l’acquario è una macchina per estorcere soldi ai genitori. Come è altrimenti possibile avere a metà del percorso, in perfetto stile autogrill, un altro passaggio obbligato con un negozio di chincaglierie varie? Il tutto in un posto il cui biglietto costa comunque 25 euro, e con un bel cartello che mette in chiaro che solo perché sono in ritardo con il nuovo padiglione allora hanno deciso di rimandare l’aumento previsto (poi non ho ben capito se questa nuova vasca per i delfini c’era o no). Ora, io non entro nel merito del costo del biglietto, non avendo idea di quali siano i costi di gestione: ma quelle piccinerie mi sembrano davvero fuori luogo. Aggiungiamo poi che il pubblico – indipendentemente dalla nazionalità – si comporta come una massa informe e soprattutto che non intende affatto rendersi conto dell’esistenza di altre persone. Davanti alle vasche c’era sempre un muro di adulti che ritenevano loro diritto acquisito con il biglietto quello di appiccicarsi al vetro per fotografare e filmare i pesci; il che significa che i bimbi non potevano farsi spazio sotto di loro. Io che sono molto pragmatico metterei delle belle mensole sporgenti ad altezza 120-130 centimetri, in modo che rimanga fisicamente impossibile attaccarsi troppo al vetro e resti spazio per i bimbi, ma ho il dubbio che suggerimenti simili possano venire accolti…
Un suggerimento più fattibile è quello di non rimanere senza guide cartacee. Per noi, che volevamo semplicemente qualcosa da far poi vedere ai bimbi come debriefing, prenderla in inglese invece che in italiano è cambiato poco; ma se c’è così bisogno di fondi meglio essere pronti, no?
(Vabbè, inutile dire che più che l’acquario io sono stato a guardare i due quattrenni, ma quello lo sapevo in anticipo :) )
Ultimo aggiornamento: 2013-09-05 15:40