Archivi annuali: 2013

_I Shall Wear Midnight_ (libro)

[copertina] Una volta c’era una distinzione tra i libri del Mondo Disco standard e i juveniles (pardon, “Discworld for younger readers”). Ora Pratchett ha deciso che la distinzione non c’è più: in questo trentottesimo libro della saga (Terry Pratchett, I Shall Wear Midnight, Corgi 2011 [2010], pag. 423, Lst. 6,99, ISBN 978-0-552-55559-3) i personaggi della serie principale qui non fanno solo da comparse, o per meglio dire ci sono personaggi di Ankh-Morpork che diventano coprotagonisti, oltre al ritorno in grande stile della protagonista di Sourcery. Quello che rimane della categoria juveniles è che la protagonista Tiffay Aching è un’adolescente (sedici anni) e l’idea che il libro debba spiegare – nella maniera del Discworld, ma quello uno se lo aspetta – le cose della vita. Il pensiero di Pratchett sulla stregoneria è sempre stato di due tipi diversi: da un lato c’è quella che lui chiama “headology”, cioè lavorare dal punto di vista psicologico, dall’altro quella che potremo chiamare magia per mancanza di una spiegazione scientifica. Questo vale anche per Tiffany, con la fregatura che una strega deve anche fare da medico e infermiere – ed è quello che porta via più tempo – e si trova comunque a essere odiata dalla gente che lei aiuta… per una ragione ben precisa. La storia si fa leggere bene, come al solito, anche se il finale è piuttosto ovvio.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-12 07:00

Google perde i pezzi?

Mi è arrivata una mail in cui mi si comunica che Google vuole cambiare i termini d’uso delle sue Google Pages (in modo da poterle usare per farci pubblicità su, se ho ben capito). Mi viene dato un link a http://www.google.com/policies/terms/preview/changes/ per vedere i cambiamenti: peccato che il link non funzioni e mi dia un errore 404.
Ma la cosa che mi fa più specie è il titolo della pagina di errore in questione:

<title>Error 404 (Not Found)!!1</title>

Ci manca solo che terminino il titolo con “!!!!eleven!”.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-11 19:29

Amazon e le carte di credito

Stamattina ho comprato da Amazon un registratore digitale per conto di Anna. Per complicarmi la vita, ho prima fatto un nuovo account, e poi ho acquistato il tutto, con spedizione e fatturazione a nome suo. La mia carta di credito però è sempre la stessa, naturalmente.
Bene, non mi è mica stato chiesto il numerino di sicurezza…

Ultimo aggiornamento: 2013-10-11 15:31

PIAAC

Mi sa che dovremmo imparare anche questa nuova sigla, pur più complicata del buon vecchio PISA. L’acronimo sta per Programme for the International Assessment of Adult Competencies, programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti. Insomma, non misura quanto sanno i nostri figli, ma quanto sappiamo noi.
Il primo report OCSE è appena stato pubblicato: ne parlano con dovizia di particolari lavoce.info e Noise from Amerika. In pratica non solo siamo sempre tra l’ultimo e il penultimo posto nelle competenze linguistiche e matematiche, ma questo vale in genere per tutte le fasce d’età: non solo i più anziani, ma anche per dire i sedicenni e i venticinquenni. Il fatto è che se anche le competenze vengono date dalla scuola, se poi non le si usa le si perde: e questo significa che noi italiani non le coltiviamo, ma soprattutto che chi dovrebbe aiutare la gente a coltivarle non lo sta facendo (e qui mi metto anch’io nel mio piccolissimo: proprio stamattina mi è stato fatto notare in un altro contesto che avevo scritto cose troppo complicate e che potevano essere fraintese, e ho dovuto rimettere mano a quel testo). Questi risultati mi fanno paura.
P.S.: Mentre sto scrivendo questa notiziola, c’è un microscopico link anodino sulla homepage di Repubblica, zero sulla Stampa, zero sul Corriere, zero sul Messaggero, zero sul Giornale, zero su Libero, zero sul Fatto Quotidiano. Al limite si accenna alla frase del ministro Giovannini che ha affermato che gli italiani sono inoccupabili, cioè ci si sposta dai fatti al teatrino della politica. È un caso? Noi delle notiziole di .mau. pensiamo di no.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-10 12:39

Vajont

Che oggi sia il cinquantenario della strage del Vajont l’avete sentito tutti. Penso anche che quasi tutti si ricordino il fantastico spettacolo di Marco Paolini. Però non so quanti abbiano mai sentito parlare del libro di Edoardo Semenza “La storia del Vajont”: io per esempio ne ho scoperto l’esistenza solo ieri, leggendo questo lungo e dettagliato post di Federico Ferrero. Consiglio a tutti di prendervi un quarto d’ora e leggerlo.
Semenza è il figlio del progettista della diga, che morì improvvisamente nel 1961. Geologo, scoprì negli anni ’50 i segni di un’antica frana sul monte Toc (che non ha nulla a che fare con la frana che causò la strage). Il libro venne scritto per confutare alcune delle tesi portate da Paolini nel suo spettacolo, e quindi difendere la memoria di suo padre. Leggendo il testo di Ferrero – che non prende le parti di nessuno dei resoconti – ho scoperto che non può essere vero che si stesse cercando di avere la diga piena per ottenere più soldi per la nazionalizzazione: il prezzo pagato alla Sade dipendeva dalla media del valore delle azioni negli ultimi tre anni. La mia sensazione (a pelle, non sono certo un geologo) è che il successore di Semenza a capo delle opere si spaventò per i primi movimenti a Erto e decise di abbassare il volume d’acqua dell’invaso troppo in fretta, creando uno scompenso che ha aggravato la situazione. Certo che una frana che si muove a 20-30 metri al secondo (cioè 70-100 chilometri all’ora) è una cosa poco prevedibile, ed è un miracolo che la diga abbia sostanzialmente retto a una forza d’urto dieci volte superiore a quella prevista.
Resta naturalmente il punto di fondo. Quella frana non la si poteva prevedere. Ma che la montagna fosse franosa lo si sapeva. E allora perché hanno voluto continuare a costruire la diga, anzi più alta che nel progetto originale?

Ultimo aggiornamento: 2013-10-09 10:29

Dell’irrilevanza di Telecom Italia

Prima mi è capitato di cercare delle informazioni (il fatturato) su Telecom Italia, e ho scelto il sistema più rapido: controllare su Wikipedia. Bene: ho visto che tra i “personaggi chiave” era ancora indicato Franco Bernabè, che (“in sintonia con il Consiglio di Amministrazione”) si è dimesso giovedì scorso.
A parte le pagine sui calciatori che durante il calciomercato vengono modificate un secondo newyorkese [*] dopo che un quotidiano sportivo accenna alla possibilità che la squadra X sia interessata a lui, vi garantisco che la stessa cosa capita per esempio quando si forma un nuovo governo, visto che la gente non sa o non vuole sapere che il governo entra in carica con il giuramento davanti al Presidente della Repubblica, non prima. Bene, in cinque giorni nessuno di questi aggiornatori compulsivi ha pensato di correggere il box su Telecom. Direi che le conseguenze da trarre sono chiare.
[*] “The shortest unit of time in the multiverse”, come spiega Terry Pratchett

Ultimo aggiornamento: 2013-10-08 16:48

qualcuno ha un Babelfish?

Il messaggio arrivatomi stamattina (sull’indirizzo wikimedia, uno dei maggiori raccoglitori di spam dell’universo conosciuto). Qualcuno me lo traduce, per piacere?
Titolo: immediato maurizio codogno da grazia canali (l’email è di yahoo americana, lovelygracel2002; notate che il nome del mittente era “Grace” e non “Grazia”)
Testo:
maurizo,
auito me troppo importante storia e explosivo scandalo io provare avoid.io capo attrice prendere hollywood an mega campagnia s involves palazzo chigi,quirnale e more.e me puoi us reunione e tu auito me.io originale capo attrice con troppo affari e italia fare troppo per me e mio padre morte nato qui.telefonata me possibile tu evade scandalo e io give tu altro storia enough to dire either via io dignitoso.
grazi
[Numero di cellulare]
grazia canali
La cosa davvero interessante è che una rapida googlata mi dice che su Flickr “lovelygracel2002 Joined: December 2006.”…

Ultimo aggiornamento: 2013-10-08 10:14

HitchHiker’s Guide to the Galaxy (il sito)

Mentre stavo facendo ricerche per un post di tutt’altro tipo, mi è capitato questo post sui predecessori di Wikipedia che non ce l’hanno fatta. Guardando la lista, mi sono ricordato di H2G2, la Guida Galattica. Leggendo Wikipedia, ho scoperto che ero rimasto molto indietro: sapevo che era stata presa dalla BBC, ma non sapevo che due anni fa era stata ceduta a un’altra società, la Not Panicking Ltd.
Per curiosità, sono andato a vedere il nuovo sito: con un po’ di fatica ho riesumato lo username che avevo usato al suo tempo, ma ovviamente la password non la ricordavo mica. Bene, ho scritto ai guru della guida con l’apposito form, lasciando il vecchio e il nuovo indirizzo email, e in quattro ore (di domenica…) mi è stato ridato l’accesso. Notate che non avevo mai scritto nulla (scrivere cose umoristiche in inglese non è il mio forte) e l’account era del 2000.
Garantisco che sono rimasto impressionato.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-07 07:00