Archivio mensile:Febbraio 2013

carte truccate

[chi è che trucca le carte?] Un tempo Oscar Giannino e Libero andavano d’amore e d’accordo. Poi il variopinto giornalista ha deciso di mettersi in proprio alle elezioni, e subito il quotidiano ossimorico ha disconosciuto il passato, schierandosi immediatamente contro di lui. Vi lascio immaginare la gioia nell’aver scoperto che il master millantato da Giannino non esisteva affatto. Però mi pare che ora stiano esagerando un po’. Qui sopra vedete il titolo in prima pagina, che lascia intuire al lettore che anche le sue due lauree siano farlocche. Io non so se sia vero o no: però “casualmente” nell’articolo vero e proprio di questa inesistenza delle lauree non se ne parla affatto. L’unica frase che trovo è «Quanto alle due lauree, sul sito noisefromamerika il 3 giugno 2009 scriveva: “Scusate se dichiaro di restare un poco stupito dal più dei commenti. Mi confermano che la separazione tra diritto ed economia non fa bene a nessuno, cosa che mi spinse decenni fa a sommare le due lauree”.».
Ma sono sempre io che penso male.

Ultimo aggiornamento: 2013-02-20 09:56

devo essere geloso?

Io speravo che la busta arrivata oggi a nome di mia moglie fosse la letterona con cui Silvio B. promette di restituire i soldi dell’IMU. Invece no: l’unica cosa in comune è che il Responsabile del Trattamento è lo stesso: Cemit Interactive Media spa, Corso Giulio Cesare 268 10154 Torino (TO). Questa lettera infatti arriva da nientepopodimeno che Matteo Salvini, “segretario nazionale Lega Nord Lega Lombarda”, che mi spiega – ma la pubblicità con il Corriere della Sera non era stata oggetto di diffida? – cosa lui e Maroni farebbero con i sedici miliardi di euro l’anno che Roma ladrona dà alle altre regioni. Non capisco esattamente perché un cittadino qualunque dovrebbe essere felice che metà di quei soldi servirebbero per abolire l’Irap. Non capisco perché io dovrei essere felice che un miliardo di euro verrebbero usati per cancellare il bollo auto, invece che per costruire infrastrutture di trasporto pubblico; non capisco perché Roberto Maroni sarebbe stato “il ministro che più di ogni altro ha contrastato le mafie”.
Ma soprattutto non capisco perché scriva a mia moglie e non a me.

Ultimo aggiornamento: 2013-02-19 18:44

google anonima

Io ho una certa età, e mica mi ricordo i compleanni della gente. Così è un po’ di tempo che ho creato un Google Calendar con le date importanti, e intorno a quest’ora mi faccio inviare un SMS con le ricorrenze per il giorno dopo. Generalmente il mittente di questi messaggi è www.google.com, ma oggi è stato +447797880250: chissà che è successo!
(per la cronaca, avevo già fatto gli auguri-di-vigilia-di-compleanno alla festeggiata: qualche data me la ricordo ancora :-) )

Ultimo aggiornamento: 2013-02-18 16:58

io e Panebianco

Ieri sulla prima pagina del Corsera è apparso un articolo di Angelo Panebianco che si lamentava della legge che vieta la pubblicazione dei sondaggi elettorali nelle due settimane che precedono il voto. Notate che il divieto si estende persino ai “vecchi” sondaggi: basta andare su http://sondaggipoliticoelettorali.it/ per accorgersene.
Io non sono d’accordo sulla spiegazione che dà Panebianco, «Il divieto di pubblicazione dei sondaggi è possibile dove non si ha paura di stabilire per legge che l’elettore è un bambinone immaturo, che va protetto dalle (supposte) cattive influenze dei sondaggi.» (scusate la sintassi, non è mia ma sua). Però sono d’accordo con il suo punto di vista, che cioè la legge è – scusate il francesismo – un’enorme cazzata. Se i sondaggi fossero davvero il male, la legge dovrebbe impedire i sondaggi stessi, non la loro pubblicazione. Invece no: chi paga può tranquillamente continuare a commissionare un sondaggio, basta che poi non venga reso pubblico. In tutto questo chi ha il coltello dalla parte del manico è l’AGCom, una delle tante “Autorità Garanti” italiane la cui esistenza è sancita per legge ma la cui effettiva importanza è solamente autodefinita. Si arriva così al paradosso che prima AGCom dà l’ok a SWG per vendere (a 9,99 euro…) un’app che permette di vedere i risultati dei sondaggi “perché il costo dell’acquisto non la fa diventare pubblica” per poi fare dopo qualche giorno un voltafaccia (no, non “clamoroso”. Stiamo parlando dell’AGCom) essendosi probabilmente accorta che troppa gente se la stava comprando, e dando così un duro colpo se non al PIL italiano almeno al bilancio della società triestina di sondaggi.
Detto questo, sono anni che chiunque bazzichi anche solo un po’ con la rete sa dove trovare i risultati di qualcosa che non è un sondaggio ma gli assomiglia moltissimo: i pionieri sono stati quelli di Nota Politica con le loro cronache dai vari ippodromi, ma in passato ci sono anche state gare di Formula 1 e quest’anno possiamo dilettarci con il conclave di YouTrend. Persino l’Economist ci ha fatto un articolo, tanto per dire. Ora, è vero che – se eccettuiamo YouPorn – gli italiani hanno in genere poca dimestichezza con internet. È anche vero che hanno forse ancor meno dimestichezza con l’inglese. Però le voci circolano, e alla fine dovrebbe essere chiaro che l’articolo 8 comma 1 della legge 22 febbraio 2000 numero 28 è assolutamente inutile. No, non è vero: è dannoso. Perché il comma 3, quello che è valido lontano dalle elezioni, costringe il committente a dare tutta una serie di dati aggiuntivi che permettono a chi ha voglia di valutare la serietà del sondaggio: ora invece dobbiamo fidarci della buona fede di chi fa le cronache ippiche o vaticane.
Aggiornamento (15:45): mi è stato fatto notare che l’url corretta non è http://sondaggipoliticoelettorali.it/ ma http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/, e da lì effettivamente si possono vedere i sondaggi fino all’8 febbraio. Mi scuso coi miei ventun lettori per non aver pensato che l’esistenza del sito senza il www iniziale potesse portare a una vecchia versione del sito. (Il *mio* sito ha un redirect da www.xmau.com a xmau.com; capisco già meno che youtrend.it senza www dia errore, ma almeno si capisce che c’è qualcosa che non va; ma questa è davvero cattiveria)

Ultimo aggiornamento: 2013-02-18 13:58

Quizzino della domenica: l’attacco delle regine

Nel 1975 Scott Kim immaginò un’estensione del problema delle otto regine. Come sicuramente sapete, in quel problema occorre posizionare otto regine in una normale scacchiera 8×8 in modo che nessuna sia sotto accacco: ricordate che una regina può muoversi in orizzontale, verticale e diagonale per un qualunque numero di caselle. Bene, si è chiesto Kim, qual è il numero massimo di regine che possono essere posizionate sulla scacchiera in modo che ciascuna ne attacchi esattamente n?
Qui sotto sono mostrate le soluzioni per n=1, con 10 regine, e n=2, con 14 regine. Siete capaci a trovare una soluzione con 16 regine ciascuna delle quali ne attacca altre tre, e con 20 regine ciascuna delle quali ne attacca altre quattro? (non sono le soluzioni ottimali, ma hanno il vantaggio di essere simmetriche e quindi più facili da trovare)
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p084.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-01 15:02

Quiz: Test Your Vocabulary

Ieri sera ho provato a fare il giochino Test Your Vocabulary, che dovrebbe dirti (se sei onesto!) quante parole inglesi conosci. Devo dire che mi sono trovato meglio di quanto credessi, anche se già nella prima schermata ne ho saltate quattro o cinque: ma in fin dei conti noi italiani abbiamo qualche vantaggio in più quando troviamo parole come “valetudinarian”. Insomma, mi hanno stimato 27500 parole, anche se con molta probabilità ne uso parecchie di meno :-) (loro lo chiamano “receptive vocabulary”) La cosa più interessante è vedere le statistiche: per esempio, un nativo inglese della mia età ne conosce in media 32000. Ma soprattutto, nonostante la poissoniana del numero di parole conosciute per i non-nativi ha una moda intorno alle 4500 e una mediana intorno alle 7500 parole, la (auto)valutazione di come si era rispetto agli altri studenti di inglese in classe indica che la maggior parte di chi ha fatto il test si considerava al top! Ah, la percezione…

Ultimo aggiornamento: 2014-12-28 19:17

_The Mathematical Mechanic_ (libro)

[copertina] Niente da fare. Riponevo molte speranze su questo libro (Mark Levi, The Mathematical Mechanic, Princeton University Press 2012 [2009], pag. 185, Lst 10,95, ISBN 978-0-691-15456-5), tanto che me l’ero preordinato sei mesi prima che uscisse l’edizione in brossura. Invece è stato una delusione… ma iniziamo dal principio.
L’idea di Mark Levi è semplice: invece che usare la matematica per dimostrare le proprietà fisiche, lui ha usato le proprietà fisiche per dimostrare le proposizioni matematici, a partire dal teorema di Pitagora in poi. Come scrivevo, l’idea non è male, ma purtroppo io devo avere un blocco mentale per quanto riguarda la fisica, e quindi leggevo quelle pagine e non capivo nulla (a parte che se devo usare tutti quei congegni senza attrito, quelle molle di lunghezza a riposo zero e via discorrendo, tanto vale che mi metta a parlare di circonferenze senza spessore, no?). A essere del tutto onesti, ci sono due capitoli che almeno per me hanno avuto un certo valore: quello sui problemi di massimo e minimo, con l’idea di costruire una serie di computer analogica per risolvere i vari problemi, e quello sull’elettricità, con la derivazione delle leggi fondamentali a partire da quelle dei fluidi incompressibili. Anche l’appendice finale mi potrebbe essere utile se solo dovessi fare un po’ di fisica, ma per fortuna non è il caso…
Insomma, a me non è piaciuto. Magari a voi però sì.

Ultimo aggiornamento: 2013-02-16 07:00

il bersanometro

Io in genere non giro catene di sant’Antonio, lo sapete. Se questa volta faccio un’eccezione è perché l’ho provata io stesso, e quindi posso dare una risposta di prima mano. (In effetti non giro il testo della catena: me lo riscrivo da capo)
Repubblica.it ha il suo giochino elettorale, “il politometro“. Tu scegli l’avatar, metti il tuo nome, e rispondi a 12 domande: alla fine ti dice a quale dei cinque candidati premier (oops, volevo dire capi della coalizione o della forza politica) tu saresti più vicino. Cinque, perché Oscar Giannino non è pervenuto.
Ne abbiamo visti tanti di questi giochini, fatti più o meno bene. Ordunque: dopo aver letto il post della catena di sant’Antonio mi sono scelto l’avatar (una scimmietta), ho messo il mio nome (anzi, ho messo “bersani”) e ho risposto alle domande nel modo più lontano possibile da quelle che dovrebbero essere le risposte bersaniane. Non è stato facilissimo, perché in effetti le risposte sono tutte così fumose che fanno capire che non c’è poi differenza tra nessuno – nemmeno beppegrillo(tm). Rectius: ho cercato di mettere le risposte più vicino possibile al programma del Popolo della Libertà. Il risultato lo potete vedere qui. E a quanto pare essere equivicino a Bersani Ingroia e Grillo, anche se c’è una leggera preferenza verso il primo, è già stato un risultatone: ho provato a fare alcune prove casuali (tutte le volte la prima risposta, oppure tutte le volte l’ultima) e sono risultato parzialmente sovrapposto a Piergigi.
Con un minimo di attenzione ci si accorge che il posizionamento dei candidati (fisso) non è casuale: il leader PD è casualmente al centro, il che ci fa capire come mai le risposte causali tendano a prediligerlo. Ma, come ho scritto, le mie prime risposte non erano affatto casuali: quindi o io non so assolutamente cosa voglia Berlusconi (e in effetti potrebbe anche essere vero, occorrono orologi molto precisi per riuscire a ricavare un pensiero coerente) oppure il giochino ha una leggerissimissima preferenza per uno dei cinque candidati. D’altra parte, sarà anche vero che il sondaggio non ha nessun valore, bla bla bla; ma non c’è nemmeno la possibilità di un minimo approfondimento su chi ha detto cosa: insomma il tutto sembra davvero uno spottone elettorale senza vergogna. Non certo una bella cosa.
Aggiornamento: (20:00) Niccolò Caranti aveva più tempo di me e ha provato a rispondere secondo i programmi ufficiali dei cinque candidati. I suoi risultati si possono vedere su Facebook (il post dovrebbe essere pubblico). Risultati: Berlusconi si troverebbe fra Ingroia e Bersani, Monti copre la faccia del povero Bersani, Grillo è più o meno equidistante fra Bersani e Monti, Ingroia sicuramente vota Monti. E Bersani? Finisce nell’angolino in basso a destra, lontano da tutti, compreso lo stesso Bersani!

Ultimo aggiornamento: 2013-02-15 09:36