Bisogna dire che questi ministri tecnici, salvo le solite eccezioni (ciao Michel! comunque no, io non sono uno sfigato almeno da quel punto di vista…), sono molto bravi a parlare e intortare la gente. Prendiamo la lettera che il ministro del Welfare Elsa Fornero ha scritto al Corsera in risposta alle domande fattele da Milena Gabanelli sui doppi contributi pensionistici; la lettera la trovate qua.
Fornero non spiega perché ci dovrebbe essere un «beneficio che si ottiene dal conseguimento di una pensione in ununica gestione». Beh, un beneficio c’è, nel senso che devi avere un numero minimo di anni di contribuzione per avere la pensione: ma non ci sono dei bonus dopo aver superato tot anni di contribuzione, tipo dire “dopo trent’anni al fondo X, ti diamo un 5% in più”. Quindi la cosa non ha un grande senso.
Fornero ha ragione quando afferma che la differenza con chi ha avuto la ricongiunzione gratuita solo qualche mese fa «è però una caratteristica che si presenta ogni qual volta viene abolito un “privilegio”»: sono cose che capitano, e non si può fare molto. Beh, sì, si sarebbe per esempio potuto fare la riforma Dini mettendo il sistema pro-quota per tutti: adesso non ci sarebbe stato tutto quel problema. In compenso mi chiedo come sia riuscita a scrivere una frase come «per non produrre ingiuste differenze, la totalizzazione dei contributi, che è lalternativa alla ricongiunzione, è gratuita, ma dà origine a pensioni calcolate interamente con il metodo contributivo» senza scoppiare a ridere. Secondo me si è dovuta fermare almeno dieci minuti per prendere fiato. Il metodo retributivo era assolutamente insostenibile, sono il primo a dirlo: però era il metodo in vigore fino al 1995 e non puoi certo convertirlo così magicamente, per almeno due motivi: la percentuale contributiva era molto più bassa di quella attuale (che per un lavoratore dipendente arriva al 33% dello stipendio tra quota lavoratore e quota azienda) e perché non credo proprio ci sia una forma di rivalutazione equivalente a quella del metodo contributivo.
Ancora: Fornero ha ragione quando afferma che «Le diverse gestioni previdenziali si sono inoltre storicamente contraddistinte per una grande eterogeneità nelle aliquote previdenziali, nei criteri di accesso alle prestazioni e nelle regole di calcolo delle pensioni». Avendo io fatto parte del Fondo Lavoratori Telefonici, posso assicurare che per esempio i primi anni avevo una percentuale di calcolo della pensione del 2.25% per anno invece che del 2% standard, e se non ricordo male la gente poteva arrivare al 90% dell’ultimo stipendio invece che all’80% dell’Inps. Quelli erano privilegi, erano legati a una banale considerazione storica (il fondo telefonici, come quello elettrici, era nato negli anni ’60; quindi nei primi decenni ad andare in pensione erano pochini, e pertanto il fondo sembrava prosperare quando invece era destinato a diventare una voragine), e capisco perfettamente che la ricongiunzione gratuita avrebbe perpetuato questo privilegio. Ma la soluzione sarebbe stata semplice: la ricongiunzione gratuita si potrebbe avere alle condizioni peggiori tra i due sistemi; quindi per esempio perdere lo 0.25% di valore ricavato in quei lontani anni, o cose simili. Insomma, il “privilegio” che si toglie è appunto la differenza rispetto al trattamento standard, cosa ben diversa da quello che si fa ora con la legge 122/2010.
Io sono disilluso. Non mi aspettavo nulla del genere da Sacconi, che magari non sapeva nemmeno di che cosa si stava parlando. Non mi aspettavo nulla del genere nemmeno da Fornero, che sa perfettamente di cosa si sta parlando. Però essere anche preso per i fondelli così mi pare francamente un po’ troppo.
Ultimo aggiornamento: 2012-02-15 15:46