Archivi annuali: 2012

Morso papà

In questi giorni Cecilia ha un’irritazione dovuta al pannolino. L’altra sera, mentre la cambiavo, mi diceva che le faceva male; mentre prendevo la crema, mi dice “qui morso papà”. Naturalmente questo di per sé non è un problema: anche se fossero passati quelli del Telefono Azzurro avrebbero notato che di morsi non c’era traccia e che il motivo di quegli arrossamenti è tutt’altro. Però mi chiedo cosa succederebbe se avesse un livido perché correndo ha sbattuto da qualche parte e a domanda rispondesse in quel modo. Come farei a dimostrare che non sono stato io, che notoriamente i bambini li mangio e quindi potrei benissimo picchiarli?

Ultimo aggiornamento: 2012-02-21 11:51

semicompleanno

Oggi i gemelli compiono cinque anni in due. (Con Jacopo malato, oggi lo devo portare dalla pediatra). Fate loro gli auguri!
(Eccezionalmente ecco anche una loro foto…)

Ultimo aggiornamento: 2012-02-20 13:29

Problema della domenica: Insonnia

Quest’estate, mentre ero in vacanza in un paesino sulle montagne svizzere, mi sono svegliato di colpo, e ho sentito un rintocco del campanile della vicina chiesa. Quell’orologio è sincronizzato via radio con Francoforte e perciò esattissimo; batte le ore, con un rintocco ogni due secondi, e le mezz’ore. Era buio e non sapevo che ore fossero, ma non avevo voglia di accendere la luce, o di dormire se per questo: ho aspettato con calma. Dopo un po’ – molto, molto più di due secondi! – ho sentito un singolo rintocco. Dopo ancora un altro po’ di tempo ho sentito un singolo rintocco, il terzo. Dopo un ulteriore altra lunghissima pausa – no, non mi sono mai addormentato nel frattempo – ho udito un singolo rintocco, il quarto: al che mi sono detto che l’orologio del campanile si era rotto. A che ora mi sono svegliato?
(un aiutino lo trovate sulla pagina http://xmau.com/mate/problemi/p012.html; la risposta verrà postata mercoledì, a partire da quel link)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:18

_L’oro dell’inferno_ (libro)

[copertina] Come esiste la tradizione del romanzo storico, questo libro (Eric Frattini, L’oro dell’inferno [El oro de Mefisto], Nord 2011 [2010], pag. 444, € 18.60, ISBN 978-88-429-1837-0, trad. Claudia Marinelli) potrebbe definirsi una “spy story storica”. Le vicende trattate sono infatti quelle dell’operazione Odessa, che portò al sicuro all’estero molti gerarchi nazisti, intrecciate con la posizione del Vaticano che avrebbe favorito tale fuga. Oltre ai tristemente noti nomi di nazisti come Bormann, Goebbels, Eichmann troviamo così quelli di Allen Dulles, futuro direttore della CIA che in guerra fu il capo della sezione europea dell’OSS, e dei pro-segretari di Stato vaticani Domenico Tardini e Giovanni Battista Montini. Naturalmente nell’impianto storico si innestano i temi fittizi, come la fuga di Hitler ed Eva Braun verso la Danimarca prima e il Brasile poi, e soprattutto il ruolo del magnate francese Edmund Lienart, amico del Führer che fu scelto come capo di Odessa proprio perché non tedesco, e perché il proprio figlio August, allora seminarista, poteva giocare un ruolo molto importante.
Frattini (che è spagnolo, non sbagliate!) si è sicuramente divertito a raccontare dell’Entità, il servizio segreto vaticano: a dire il vero ci ha persino scritto un libro non-fantasy al riguardo. Quella, insieme con la ricostruzione dei movimenti delle varie spie, è sicuramente la parte più riuscita del libro. Ci sono però delle cose che non mi sono proprio piaciute: passino le scene di tortura piuttosto pesanti – ve le segnalo se siete deboli di stomaco come me – però dal mio punto di vista tutte le schermaglie a base di citazioni di massime da parte di un protagonista, seguite dalle relative controcitazioni del suo interlocutore sono davvero pesanti, e mi hanno tolto il piacere della lettura. Per dire, un personaggio dice “la gioventù non accompagnata dall’umiltà può portare a un insensato orgoglio” e l’altro risponde “certo, ma l’umiltà ostentata è una forma di orgoglio ancora più pericolosa”. Non so se rendo l’idea: se spy story deve essere, che sia asciutta! Positiva la traduzione di Claudia Marinelli, scorrevole quanto possibile: un minimo appunto all’editor che ha lasciato sul titoletto di un sottocapitolo Lüneburg che nel testo è diventato Luneburgo.

Ultimo aggiornamento: 2012-02-18 07:00

library.fu

Non so quanti dei miei lettori sapessero dell’esistenza del sito library.nu: un posto dove si trovavano copie illegali di centinaia di migliaia di libri, e la cui esistenza era indubbiamente un segreto di Pulcinella. Da martedì il sito non esiste più: i tentativi degli ultimi mesi di chi lo gestiva di confondere le acque sono falliti, e oggi la meta-pagina ha un eloquente – e fors’anche con un doppio senso – “rip lnu”.
La cosa più interessante è che oggi la notizia è apparsa sul Corsera cartaceo – qui e qui la scansione per chi sta leggendo questa notiziola direttamente dal mio sito; oppure se preferite potete leggere dal blog letterario del Corriere. Chi invece vuole qualche notizia più seria (penserete mica davvero che il sito fosse attivo solo “da ottobre”?) può leggere l’Huffington Post. Il sito della Publisher Association al momento mi dà ironicamente un Database Error: Unable to connect to the database:Could not connect to MySQL
Io conoscevo bene il sito: dove credete che abbia scoperto libri come Nonplussed! e The Art and Craft of Problem Solving? A dire il vero non sapevo ci fossero anche libri italiani, anche perché quello che non si evince bene dall’articolo è che la stragrande maggioranza dei testi ivi presenti, non solo metà, erano tecnici e accademici. A differenza di musica e film, infatti, il mercato degli ebook pirata mi sa sia molto ristretto, non solo in Italia dove si sa che non legge nessuno ma anche all’estero. E a dire il vero mi chiedo come quelli di library.nu fossero riusciti a guadagnare otto milioni di euro: passi gli annunci, ma non ci credo che qualcuno pagava l’accesso high-speed… Un pdf di un libro, quando arriva direttamente dall’editore come capitava spesso, occupa da 3 a 5 megabyte. E a differenza di un disco e di un film ci vuole il suo tempo per leggere un libro, tempo che è la vera variabile limitante… anche se nel caso delle edizioni accademiche in effetti anche il loro costo è un limite.
(p.s.: i “file modificabili, di seconda generazione” non sono altro che gli .epub e i .mobi. Ma scritto così sembra chissà cosa, vero?)
Aggiornamento (14:30) Ne parla anche Bibò, pardon Repubblica. Il comunicato stampa ha fatto scuola.

Ultimo aggiornamento: 2012-02-16 12:45

ricongiunzione

Bisogna dire che questi ministri tecnici, salvo le solite eccezioni (ciao Michel! comunque no, io non sono uno sfigato almeno da quel punto di vista…), sono molto bravi a parlare e intortare la gente. Prendiamo la lettera che il ministro del Welfare Elsa Fornero ha scritto al Corsera in risposta alle domande fattele da Milena Gabanelli sui doppi contributi pensionistici; la lettera la trovate qua.
Fornero non spiega perché ci dovrebbe essere un «beneficio che si ottiene dal conseguimento di una pensione in un’unica gestione». Beh, un beneficio c’è, nel senso che devi avere un numero minimo di anni di contribuzione per avere la pensione: ma non ci sono dei bonus dopo aver superato tot anni di contribuzione, tipo dire “dopo trent’anni al fondo X, ti diamo un 5% in più”. Quindi la cosa non ha un grande senso.
Fornero ha ragione quando afferma che la differenza con chi ha avuto la ricongiunzione gratuita solo qualche mese fa «è però una caratteristica che si presenta ogni qual volta viene abolito un “privilegio”»: sono cose che capitano, e non si può fare molto. Beh, sì, si sarebbe per esempio potuto fare la riforma Dini mettendo il sistema pro-quota per tutti: adesso non ci sarebbe stato tutto quel problema. In compenso mi chiedo come sia riuscita a scrivere una frase come «per non produrre ingiuste differenze, la totalizzazione dei contributi, che è l’alternativa alla ricongiunzione, è gratuita, ma dà origine a pensioni calcolate interamente con il metodo contributivo» senza scoppiare a ridere. Secondo me si è dovuta fermare almeno dieci minuti per prendere fiato. Il metodo retributivo era assolutamente insostenibile, sono il primo a dirlo: però era il metodo in vigore fino al 1995 e non puoi certo convertirlo così magicamente, per almeno due motivi: la percentuale contributiva era molto più bassa di quella attuale (che per un lavoratore dipendente arriva al 33% dello stipendio tra quota lavoratore e quota azienda) e perché non credo proprio ci sia una forma di rivalutazione equivalente a quella del metodo contributivo.
Ancora: Fornero ha ragione quando afferma che «Le diverse gestioni previdenziali si sono inoltre storicamente contraddistinte per una grande eterogeneità nelle aliquote previdenziali, nei criteri di accesso alle prestazioni e nelle regole di calcolo delle pensioni». Avendo io fatto parte del Fondo Lavoratori Telefonici, posso assicurare che per esempio i primi anni avevo una percentuale di calcolo della pensione del 2.25% per anno invece che del 2% standard, e se non ricordo male la gente poteva arrivare al 90% dell’ultimo stipendio invece che all’80% dell’Inps. Quelli erano privilegi, erano legati a una banale considerazione storica (il fondo telefonici, come quello elettrici, era nato negli anni ’60; quindi nei primi decenni ad andare in pensione erano pochini, e pertanto il fondo sembrava prosperare quando invece era destinato a diventare una voragine), e capisco perfettamente che la ricongiunzione gratuita avrebbe perpetuato questo privilegio. Ma la soluzione sarebbe stata semplice: la ricongiunzione gratuita si potrebbe avere alle condizioni peggiori tra i due sistemi; quindi per esempio perdere lo 0.25% di valore ricavato in quei lontani anni, o cose simili. Insomma, il “privilegio” che si toglie è appunto la differenza rispetto al trattamento standard, cosa ben diversa da quello che si fa ora con la legge 122/2010.
Io sono disilluso. Non mi aspettavo nulla del genere da Sacconi, che magari non sapeva nemmeno di che cosa si stava parlando. Non mi aspettavo nulla del genere nemmeno da Fornero, che sa perfettamente di cosa si sta parlando. Però essere anche preso per i fondelli così mi pare francamente un po’ troppo.

Ultimo aggiornamento: 2012-02-15 15:46

Il conto arancio spamma

Mi sono appena arrivati due commenti spammosi sul blog. Testo praticamente identico, visto che uno scrive «Grazie, questo post mi da la capacità di segnalare la cosa ad una mia confidente che ci teneva considerevolmente.» e l’altro «Grazie a, questo post mi da la possibilità di comunicare la cosa ad una mia amica che ci teneva considerevolmente.» (ah, “dà” si scrive con l’accento!). Generalità del sedicente mittente praticamente identiche: marco.antonelli@gmail.com e malosso.antonelli@libero.it (ma vivaddio, almeno scrivi lo stesso nome, e non rispettivamente Matteo Di Maggio e Mollo Raffaele! cosa ti costava?). Indirizzo IP di spedizione praticamente identico: 50.115.163.160 e 50.115.163.161 (dati del Whois: OrgName: DNSSLAVE.COM / OrgId: VIRPU-1 / Address: 324 E 11th Street Ste 1000, Kansas City).
I due link nelle generalità del messaggio (non nel testo, sarebbe troppo facile sgamarli) sono depositofelice.blog.kataweb.it e ziopaperone.blogs.it : entrambi con una pubblicità al Conto Arancio; o meglio il primo lo fa direttamente mentre il secondo ha un link a tags/conto-deposito e un utente www.blogs.it/user/diopaperone/ . I soliti misteri dello spam.

Ultimo aggiornamento: 2012-02-15 13:16