È lunedì mattina, quindi posso sperare che i miei ventun lettori siano un po’ più interessati che durante il weekend a sentire una storiella edificante, liberamente tratta da qui. Anche se non avete mai tradotto nulla più che “the cat is on the table”, vi consiglio di leggerla.
C’era una volta una casa editrice aostana, Faligi Editore, che pubblicava solamente ebook. Come loro stessi spiegavano, «con abilità hanno diffuso un nuovo modo di fare editoria, dando un nuovo orientamento culturale alleditoria Europea con la pubblicazione di scrittori esordienti la cui opera è tradotta in 5 lingue»; d’altra parte «La casa editrice è la prima in Europa in grado di accomunare scrittori e traduttori letterari dalle personalità eclettiche e dal pensiero moderno.» (dicevano sempre loro: io non oserei toccare una virgola, e mi avvalgo del diritto di citazione). Ma naturalmente questi traduttori letterari dalle personalità eclettiche e dal pensiero moderno bisogna trovarli, e soprattutto bisogna scremare certi wannabe: così alla Faligi pensarono di selezionarli accuratamente. L’aspirante traduttore pagava 160 euro e aveva il diritto di partecipare a un “Creative Meeting” di selezione traduttori: tre ore passate nella ridente cittadina di Chivasso, seguite da «una prova di traduzione (da svolgere a casa nel mese successivo al corso)». Se era stato sufficientemente bravo, generalmente (dicevano loro) «al traduttore sarà inviato un contratto di edizione per un libr0 (sic) da tradurre in un anno solare»; il tutto con un contratto che – secondo le malelingue che sempre ci sono – è a royalty, quindi a una percentuale sul numero di copie vendute: questo significa che per l’editore il rischio era minimale, dato che i costi per produrre un ebook sono irrisori, e che il Bravo Traduttore si sarebbe visto pagare noccioline per il suo lavoro.
La mia amica Isa Zani, dopo aver letto quanto scritto da quelle malelingue, ha pensato che in fin dei conti lei è una traduttrice e che si sarebbe potuta esercitare utilmente nella traduzione in italiano, tanto per mantenersi in forma. Passò un mese, due, tre: un uccellino portò la notizia in giro per le valli, e un giorno un avvocato scrisse una lettera di cease-orand-desist, accusando Isa di diffamazione e di concorrenza sleale poiché lei svolgerebbe “corsi per traduttori”. Attenzione: la lettera non è stata inviata al sito, ma solo alla traduttrice. Potete scegliere voi se il motivo è stato perché alla Faligi non avevano a disposizione un traduttore per leggere l’originale, se perché tanto si sa che in Italia gli unici a capire l’inglese sono i traduttori, o per un’altra ragione sicuramente molto più intelligente di quelle che ho trovato io.
Isa è un donnino determinato, e ha risposto per le rime: mi dispiace solo che lei abbia creato un file pdf di 8 megabyte per una singola pagina di testo, ma sono certo che si ingegnerà per ridurne la dimensione. L’altro mio amico Daniele Gewurz ha iniziato a diffondere la notizia; pure Giovanni Angelo Jonvalli (che non conosco, non è che tutti siano miei amici) ha ritradotto il post sperando di entrare nell’esclusivo club dei minacciati citati dalla Faligi. Io, come i miei ventun lettori sanno, ho anche fatto il traduttore, pur non avendo mai seguito un “Creative Meeting”. Presumo che non ci siano gli estremi di una truffa esattamente come non ci sono estremi di truffa nelle case editrici che si fanno pagare per pubblicare il tuo capolavoro; in fin dei conti è tutto spiegato chiaramente. Ciò detto, “offerte” come queste sono semplicemente una fregatura per il poveretto che ci capita sotto. Ma tanto voi non siete traduttori, vero?
Ultimo aggiornamento: 2012-03-26 07:00