seguendo (col mio solito estremo ritardo) questo invito, non faccio fatica a scegliere il libro del mio destino: Enigmi e giochi matematici, di Martin Gardner.
Naturalmente non lo acquistai in quella versione (ehi! sarà stato il 1977 quando lo presi, c’era ancora la Biblioteca Economica Sansoni nella sua prima forma grafica!). E naturalmente trentacinque anni fa a nessuno sarebbe venuto in mente di inserirlo in una collana di psicologia… Ah, come cambiano i tempi!
I capitoli di quel libro erano la traduzione, magari non sempre perfetta, degli articoli che erano apparsi più di vent’anni prima sullo Scientific American, dove il non più giovanissimo Gardner era riuscito non si sa come a farsi assegnare una rubrica fissa dal nome “Mathematical Games” che poi portò avanti per un quarto di secolo. Io ero già appassionato di numeri, ma quel volumetto mi fece scoprire le meraviglie della matematica, la possibilità di ricavare (chissà come… i risultati appena più complicati non erano certo dimostrati, né la cosa avrebbe avuto senso in quel contesto) cose favolose, e insomma mi fece partire alla caccia degli altri quattro volumi Sansoni (oramai introvabili in italiano) e poi alle altre sue raccolte, e ai libri di matematica ricreativa di altri autori… anche se non avrei mai creduto che ne avrei scritto uno anch’io!
Poi è vero che non ho fatto il matematico, anche se mi sono laureato in matematica: però è anche vero che non mi sarei mai sognato di iscrivermi a quel corso di laurea se non avessi incontrato, almeno per scritto, Martin Gardner.
Ultimo aggiornamento: 2012-05-22 14:13