Archivi annuali: 2012

_Elementi di statistica_ (libro)

[copertina] Passando in biblioteca, ho provato a prendere questo vecchio libro (Peter Holl, Elementi di statistica [Quantitative Methods for Economics], Il Mulino 2003 [1987], pag. 224, € 14,80, ISBN 978-88-15-08881-9, trad. Rossella Rettaroli) per vedere come veniva trattata la statistica di base, una di quelle cose che dovrei sempre mettermi a studiare abbastanza da poterla spiegare. L’inizio del libro, dalle misure qualitative alle distribuzioni normale e binomiale, mi è sembrato ottimo, con uno stile “slow but sure” che probabilmente è il migliore per gli autodidatti. Purtroppo però si perde parecchio dopo l’ipotesi nulla, con i vari test statistici; la mia sensazione è che il numero di pagine a disposizione per il testo stava rapidamente calando, e l’autore abbia deciso di affastellare nozioni senza una loro spiegazione, ma lasciate per così dire alla fede del lettore. Poi – ma quella è forse una mia deformazione da matematico – non mi è piaciuta la mancanza di accenni ad altre distribuzioni, come minimo la poissoniana; persino la distribuzione binomiale è stata trattata solo nel caso di p=0,5, il meno interessante di tutti se si è già studiato il caso continuo. Inoltre, l’insistenza sul dire “abbiamo preso tutta l’informazione disponibile”, per esempio sul metodo dei minimi quadrati, è fuorviante: la statistica per definizione comprime i dati in maniera lossy. In definitiva, mi toccherà cercare ancora. La traduzione di Rossella Rettaroli è scorevole, ma con qualche punto incomprensibile (per esempio il problema 5.13) o errato (in fondo a pagina 129 un “al più” è diventato un “almeno”)

Ultimo aggiornamento: 2012-09-01 07:00

Carlo Maria Martini

Io ho sempre letto con piacere le interviste al cardinal Martini, anche perché la sua cultura e intelligenza erano indubbie. Capisco che c’è chi preferisce leggere interviste a beppegrillo(tm), Del Piero o a qualche partecipante al Grande Fratello; gliele lascio volentieri.
Le cose che mi hanno sempre colpito sono due. La prima è che le posizioni che esprimeva erano assolutamente secondo la dottrina della Chiesa, eppure venivano salutate come “estremiste” dalla stampa, il che significa che sapeva dirle molto bene: si vedeva che era un gesuita. La seconda e più importante, anche perché credo che fosse da quella che discendeva la prima, è che applicava nella maggior scala possibile l’ammonimento di Gesù: è il sabato che è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato. La sua fede infatti partiva dalla considerazione della persona che deve essere alla base di tutto. I dogmi sono fondamentali per la fede cattolica: ma considerare solo i dogmi e dimenticarsi della misericordia di Dio, traducendo tutto in un computo automatico di peccati e pene, diventa la morte di Dio.
Sono convinto che rideva delle battute sul suo cognome; ma sono anche convinto che avrebbe perdonato tutti quelli che ora sembrano felici di sparlare di lui mostrando di “essere controcorrente”. Perdonati, perché non sanno quello che fanno.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-31 17:56

_Social Media Fashion_ (ebook)

[copertina] Già per me il marketing è qualcosa che considero poco, e non per nulla chiamo “marchettari” chi opera nel campo. Figuriamoci che posso pensare del Social Marketing. Però devo dire di avere apprezzato questo breve saggio (Simona Melani, Social Media Fashion, 40k Unofficial, € 0,99, ISBN 978-88-98001-04-0) pubblicato da 40k Unofficial. Simona Melani non entra nel merito delle teorie, ma preferisce mostrare esempi positivi e negativi di cosa è effettivamente successo nel campo della moda. Non ci si trova chissà quale grande idea, ma semplicemente massime di buon senso; buon senso che spesso però latita nel campo. Per esempio è vero che lavorando tra i socialcosi si possono ridurre le spese per il customer care; ma bisogna tenere comunque conto di un costo iniziale di formazione, perché non ci si può improvvisare esperti e la gente se ne accorge subito. Lo stesso per la pubblicità: una pagina Facebook costa poco. ma per un’azienda piccola è fondamentale presidiarla e ringraziare uno a uno chi arriva a postare un apprezzamento, mentre per i grandi marchi la cosa è diversa perché lì si tende più a mostrarsi come fan del marchio. Consigliato a chi spera di fare affari, ma anche a chi è un semplice utente della Rete.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-29 07:00

Harry e Lapo

La vita per i secondogeniti dei Principi non è mai stata benigna. Un tempo i feudi non si volevano dividere, quindi il figlio cadetto aveva due possibili scelte: diventare ecclesiastico o militare. Di rango, ovvio: ma sempre una posizione secondaria.
Oggi in teoria c’è molta più libertà di scelta: a vedere però le imprese del principe Harry d’Inghilterra, e quelle parallele di Lapo Elkann, ho come il sospetto che questa libertà non sia poi chissà quale cosa per loro, costretti a inventarsi chissà che cosa per avere un minimo di copertura mediatica…

Ultimo aggiornamento: 2012-08-27 17:10

_I demoni di Gödel_ (libro)

[copertina] Punto uno: se siete interessati alla produzione di Kurt Gödel come logico, o come matematico in genere, lasciate pure perdere questo libro. (Pierre Cassou-Noguès, I demoni di Gödel : Logica e follia [Les démons de Gödel. Logique et folie], Bruno Mondadori – Sintesi – 2008 [2007], pag. 272, € 25, ISBN 978-88-6159-145-5, trad. Rosella Prezzo) Fin qua non ci sarebbe ancora nulla di male: tecnicamente credo che l’intenzione dell’autore fosse di parlare del Gödel filosofo. In fin dei conti Noguès è profesore universitario di filosofia, quindi tutto tornerebbe. In effetti si vede come il grande logico, più che platonista, in realtà è più legato a Leibniz; c’è qualche punto interessante, come la spiegazione di come lui ritenesse la mente (non il cervello, attenti) intrinsecamente più potente di una macchina di Turing e da lì producesse implicitamente una prova ontologica dell’esistenza di un aldilà. Ma il tutto si basa sulle ricostruzioni dell’autore a partire da una pletora di frammenti e appunti mai pubblicati in vita, generalmente datati ma senza nessuna relazione tra di loro, rimessi in una cornice pressoché inventata e peggio ancora con una prosa ripetitiva e a tratti confusa – non credo per colpa della traduttrice Rosella Prezzo, anche se mi è sembrata un po’ a disagio nella parte matematica – e con un’inutile enfasi sulla psiche di Gödel manco fossimo nello studio di uno strizzacervelli. La quarta di copertina ha ragione quando scrive che il libro è “a tratti con sapori romanzeschi”, vedi ad esempio il capitolo iniziale, ma questo non è certo un bonus; sicuramente non è “ben scritta”, e anche se è “accessibile a un lettore non specialista” (io: matematica ne so, logica un po’ anche, ma psicologia proprio no) non la consiglio proprio.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-25 07:00

_Scienza delle conseguenze_ (ebook)

[copertina] A me gli interventi di Luca De Biase piacciono, soprattutto per il suo stile misurato che in questo web più che urlato è una boccata di ossigeno. Proprio per questo sono stato deluso da questo suo saggio (Luca De Biase, Scienza delle conseguenze, 40k Unofficial, €0,99, ISBN 978-88-98001-02-6) pubblicato da 40k Unofficial. Mi è servita una seconda lettura per vedere il fil rouge che dovrebbe legare le tre parti, vale a dire il fatto che i metodi di previsione che si usavano in passato non sono più validi oggi e quindi bisogna trovarne di nuovi. Però il tutto è molto labile: a me almeno non è affatto chiaro come si sposi il fatto che qualche politico dia agli economisti la colpa di aver fatto previsioni catastrofiche poi avverate con una descrizione di come siano i post-contemporanei (descrizione comunque un po’ dubbiosa); la descrizione di come potrebbe essere questa “scienza delle conseguenze” che dà il titolo al saggio è fumosa. Insomma, a mio parere De Biase ci avrebbe ancora dovuto lavorare su parecchio.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-22 07:00

stabilità

In questi giorni in cui noi siamo al mare, a casa nostra ci sono i miei suoceri. Questo significa che ho ritirato fuori tutto l’armamentario per far vedere loro la televisione: Mivar 14″ dello scorso millennio, decoder digitale terrestre da 29 euro o giù di lì, cavi cavetti cavucci, telecomandi assortiti.
La cosa incredibile non è che sia partito tutto al primo colpo, quanto che i canali fossero ancora settati correttamente dall’ultima volta che avevo acceso il tutto, cioè a Capodanno (leggasi, l’ultima volta in cui i miei suoceri si sono fermati a casa nostra mentre noi eravamo al mare). Insomma, in otto mesi i canali sono rimasti fissi: cose da non credere.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-21 07:00