Archivi annuali: 2012

Quizzino della domenica: Quadratura dell’ora

Immaginate di avere un orologio e di misurare la distanza percorsa da entrambe le lancette in minuti, a partire da XII: come dovrebbe essere chiaro, i valori possibili vanno da 0 a 60. Sapete dire quando i due valori saranno uno il quadrato dell’altro? Immaginate l’orologio si muova uniformemente ogni secondo, quindi a mezzogiorno e un minuto il valore misurato della lancetta dei minuti sarà 1 mentre la lancetta delle ore misurerà 1/12; alle 3:12 il valore misurato dalla lancetta delle ore è 16, mentre quella dei minuti misura evidentemente 12.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p055.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Il problema è tratto da Henry Dudeney, 536 Puzzles and Curious Problems)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:32

_Una piramide di problemi_ (libro)

[copertina] A una prima occhiata si direbbe che questo libro (Claudio Bartocci, Una piramide di problemi : Storie di geometria da Gauss a Hilbert, Raffaello Cortina “Scienza e idee” 2012, pag. 387, € 29, ISBN 978-88-6030-446-9) tratti dello sviluppo della geometria nel XIX secolo, come del resto recita il sottotitolo “Storie di geometria da Gauss a Hilbert”. Se questo è il vostro interesse, mi sa che vi convenga prendere “Una via di fuga” di Odifreddi, che vi darà un racconto più organico e completo. Leggendo le prime pagine si può immaginare che parli del terzo dei ventitré problemi di Hilbert, l’unico di formulazione geometrica (parafrasando, “È sempre possibile scomporre un poliedro in un numero finito di parti che riassemblate opportunamente formino un altro poliedro della stessa area?”, problema risolto qualche settimana dopo – o qualche settiamana prima? – dall’allievo di Hilbert Max Dehn. In realtà quello che dovrebbe essere il filo conduttore del libro è la definizione dei fondamenti della geometria, a partire dallo scossone con la scoperta delle geometrie non eudlidee fino a giungere all’accorgersi che Euclide aveva dimenticato di elencare alcuni assiomi: quelli di ordinamento ma soprattutto quello di continuità, l’assioma archimedeo. Da li si scopre la differenza tra uguaglianza, congruenza ed equiscomponibilità, fino a giungere finalmente alla dimostrazione che la continuità e quindi la misurabilità non è necessaria nel piano, ma lo diventa nello spazio.
I temi esposti sono molto interessanti, soprattutto perché anche nei testi di storia della matematica sono tralasciati; però non mi è affatto piaciuto il modo in cui sono stati trattati. È chiaro che non esiste una via regia alla matematica, e non è certo colpa di Bartocci se i temi sono delicati: persino i matematici dell’Ottocento prendevano degli sfondoni. Però quello che ho chiamato “filo conduttore” è in pratica un gomitolo dove non si trovano i capi e il discorso si avvita spesso in digressioni che fanno perdere lo scopo principale, soprattutto se il libro non lo si legge tutto di un fiato.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-06 07:00

Mi sento vecchio

Oggi sono cinquant’anni che è stato pubblicato il primo 45 giri dei Beatles. L’avete sicuramente sentito dire ovunque: il mio ricordo l’ho scritto su Voices. Ma non è di quello che volevo parlare qui, bensì dell’iniziativa di Repubblica “inviateci il vostro video dove suonate una canzone dei Beatles”. Dilettanti.
Nel 1995, quando la maggior parte di quelli che ora si definiscono “guru di Internet” manco sapeva cosa fosse la rete, alcuni partecipanti del newsgroup rec.music.beatles crearono un’audiocassetta dall’eloquente titolo let it r.m.b.: cover di canzoni dei Beatles cantate “in proprio”. Trovate qui qualche memorabilia. Naturalmente quasi tutti gli interpreti erano statunitensi, ma c’era anche un brano inviato dalla Nuova Zelanda; e ovviamente il Vostro Affezionato non poteva mancare, con una cover “live in living room” di This Boy.
Ho qui con me il CD che venne poi masterizzato; ho anche scaricato il brano cantato da me con mio fratello e un suo amico a fare i coretti. Solo che l’ho ascoltato e ho deciso che c’è un limite al decoro, quindi non lo metto in linea. (peccato, però, perché avevo aggiunto una strofa e un pezzo solista. Già allora contaminavo).
Sappiate però che oggi mi sento davvero vecchio.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-05 09:36

com’è difficile scrivere!

La settimana scorsa ho rimesso a posto la mia paginetta sui testi che ho scritto, aggiungendo Contraddizioni: ho scoperto con parecchio stupore che l’ultimo racconto (no, il penultimo a questo punto) l’avevo prodotto ben tre anni fa, nel 2009. È vero che in questi tre anni ho fatto parecchie altre cose, a parte un piccolo contributo nella gestione dei miei gemelli: per esempio ho pubblicato un libro e scritto un paio di ebook. Ma quella è roba di matematica, il che è un po’ diverso: sempre scrittura è, ma con uno scopo diverso.
Però il successo dell’Ennesimo libro della fantascienza mi ha fatto tornare la voglia di buttare giù un altro testo. E qui arrivano i guai. Io non sono bravo a scrivere roba lunga, e questo non è poi così male. Mi piacciono i racconti alla Fredric Brown, e nemmeno questo è un peccato. Però tutto questo dà delle conseguenze non banali. Mi spiego: il racconto che ho in testa è scritto in un certo senso alla rovescia, nel senso che ho ben chiara l’idea di base e la riga finale che è il vero colpo di scena, e quindi devo “solo” trovare un modo per arrivare da A a B, come avrebbe detto Zenone di Elea. Ma c’è un ma: la coerenza interna. Stiamo parlando di fantascienza, è vero, quindi posso permettermi delle ipotesi assurde: se volete un paragone matematico, è come aggiungere un nuovo assioma e vedere cosa succede. Però lo sviluppo della storia deve essere coerente: se per esempio ammetto che si possa attraversare i muri, non posso avere un muro non attraversabile, a meno di trovare e scrivere un’ottima ragione perché quel muro non è come tutti gli altri. Insomma, voglio che una volta che uno abbia letto il mio racconto lo riprenda da capo e si accorga che scorre tutto logicamente. Bene: garantisco che è un casino, e la mia ammirazione per chi riesce a scrivere centinaia e migliaia di pagine senza perdersi più di tanto è sconfinata…
(per la cronaca, questo racconto non sarà di fantascienza matematica: sarò più mainstream e mi dedicherò alla fantascienza fisica, il che è più semplice perché io di fisica non ne so notoriamente nulla…)
[p.s.: due persone mi hanno detto che Contraddizioni ricordava loro I nove miliardi di nomi di Dio, che naturalmente conosco bene ma a me non sembra proprio essere stata una fonte. È vero che Clarke era esperto di fantascienza “scientifica” e il mio racconto è fin troppo tecnico, ma garantisco che ho solo pensato a Brown. Secondo voi, dovrei fare come Philip Roth e scrivere una lettera aperta in modo che quando Wikipedia avrà una voce su di me potrò citarmi?]

Ultimo aggiornamento: 2012-10-04 19:00

sempre più divulgazione matematica

Se siete frequentatori di queste notiziole probabilmente conoscete anche MaddMaths!, il sito organizzato da SIMAI (Società Italiana per la Matematica Applicata e Industriale). Bene: c’è un’ottima notizia. Come scritto nell’editoriale odierno, anche l’Unione Matematica Italiana entra ad affiancare il SIMAI nella preparazione del sito, che dal mese prossimo perderà l'”applicata” dal sottotitolo che resterà così “MAtematica: Divulgazione e Didattica”.
Per qualcuno potrà forse risultare incredibile che togliendo qualcosa si migliori il risultato complessivo. Per chi è abituato alla matematica no: non solo un matematico cerca sempre di trovare il numero minimo di ipotesi necessarie per dimostrare un teorema, ma esistono casi in cui il modo migliore per risolvere un problema è generalizzarlo. La divulgazione matematica soffre nell’essere compartimentata tra “pura” e “applicata”; sono sicuro che con la nuova struttura ci guadagnerà anche la matematica applicata, non foss’altro che perché ci sarà più gente che darà informazioni.
Termino con una richiesta/speranza, rivolta ai lettori prima che ai gestori di MaddMaths!. Non limitatevi a leggere: fate domande, chiedete lumi su quello che non avete capito, suggerite temi matematici che vi incuriosiscono, magari tratti dalla vita di tutti i giorni. A mio parere, la didattica matematica in genere e anche la sua divulgazione soffrono di un peccato originale: la presentazione dei risultati è sempre perfettina come quella di un meccanismo a orologeria, e molti si spaventano perché quel meccanismo sembra loro più che altro una bomba. Ma per demistificare la matematica occorre che ci si metta in gioco tutti, chi la sa e chi non la sa. Abbiate coraggio, insomma!

Ultimo aggiornamento: 2012-10-03 12:59

effetti dello sciopero dei trasporti

Oggi – stranamente non di venerdì, il che significa probabilmente che la situazione sta peggiorando – c’è stato uno sciopero più che generale del trasporto locale. Mi sono accorto che il numero totale di macchine era un po’ maggiore ma non troppo, e che gli effetti più visibili erano due: il numero maggiore di veicoli posizionati (“parcheggiati” non è il termine corretto) in maniera molto più creativa di quanto io potrei mai immaginare, e la quantità abnorme di persone che faceva manovre anch’esse creative, anche se più che altro rischiavano di fare andare al creatore il sottoscritto povero pedalatore.
Il primo effetto è abbastanza ovvio: già in condizioni normali ci sono più auto che parcheggi. Il secondo invece mi fa pensare che chi usa in genere i mezzi sia meno abituato a usare l’auto. Contiamo anche questo tra gli effetti dello sciopero?

Ultimo aggiornamento: 2012-10-02 20:04

Io scrivo gratis. E allora?

La scorsa settimana Carlo Gubitosa ha scritto un post dal titolo wertmülleriano. Appello a chi scrive gratis tanto per farsi leggere: e’ il momento di smetterla La sua tesi, rafforzata dalle pubblicazioni dell’Huffington Post in italiano con Lucia Annunziata che afferma gongolante «Iniziamo con circa 200 blogger, ma finché non arriviamo a 600 non mi sento tranquilla» (blogger non sono pagati), è che avere tutta questa gente che scrive aggratis per testate giornalistiche (online ma anche cartacee) ha completamente rovinato il mercato dei freelance che scrivevano articoli per le suddette testate. Gubitosa ha benignamente affermato che non sta parlando di chi ha il suo blogguccio: ma io sono lo stesso toccato, visto che oltre che queste mie notiziole scrivo (gratuitamente) sul Post… e lasciamo perdere i miei contributi su Voices, che in fin dei conti possono essere visti come straordinario aziendale non pagato. Bene, ecco la mia apologia.
So bene qual era il mercato delle collaborazioni freelance una decina di anni fa, avendone fatte anch’io. C’era però una piccola differenza: l’editore per cui scrivevo ha chiuso per crollo delle vendite, e non credo il crollo sia dovuto a quanto scrivevo. Peggio ancora, ora sul Post scrivo di matematica: e lo faccio non per far leggere me, quanto per far leggere di matematica. Non è che dieci anni fa avrei potuto farmi pagare per farlo, vi assicuro: quel mercato non esiste proprio. Insomma, io perdo tempo a scrivere per una ragione ben precisa, sapendo comunque che il mio è un lavoro di nicchia: anche se i ventun lettori non mi pagano né direttamente né indirettamente, mi va bene così. Tutta pubblicità (per la matematica), insomma. Aggiungiamo poi che non ho nessun obbligo di tempistiche e di argomenti, e nemmeno nessun controllo, a meno che non succeda chissà che cosa. Sono insomma l’equivalente di uno di quelli che andavano a parlare allo Speakers’ Corner in Hyde Park. A me sembrano molto più preoccupanti per il futuro del giornalismo quelli che accettano di scrivere un pezzo per due euro o meno ancora: lì sì che si svilisce la professione giornalistica.
Infine, la qualità si è abbassata? Secondo me sì, ma credo che questa sia solo la conseguenza del fatto che la gente non è più interessata a quello che viene scritto, e quindi si accontenta di molto di meno. Le cose che si vogliono sono altre, i soldi vengono messi in quelle altre cose, e il testo scritto ha perso importanza. Ci possiamo fare qualcosa? Probabilmente no, ma è come dire che i guidatori di carri non volevano le automobili per perdere il loro monopolio degli spostamenti…

Ultimo aggiornamento: 2012-10-01 07:00

Quizzino della domenica: Quanti figli!

In un articolo apparso il secolo scorso sul bollettino parrocchiale di Villar Perosa, si racconta che il senatore Giovanni Agnelli in persona premiò un contadino che aveva nove figli per una curiosa proprietà aritmetica. Tutti i figli erano infatti nati allo stesso numero di anni di distanza l’uno dal successivo; ma soprattutto la somma dei quadrati delle loro età in quell’anno era pari al quadrato dell’età del contadino. Quali erano queste età?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p054.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Il problema è tratto da Henry Dudeney, 536 Puzzles and Curious Problems)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 12:31