Archivi annuali: 2011

In bicicletta da via Padova alla Martesana – 2

Un mesetto fa avevo fatto un reportage fotografico sul progettando percorso ciclopedonale che avrebbe unito la pista di via Padova con quella sulla Martesana. Ora i lavori sono terminati, e sono sicuro che i miei ventun lettori stavano aspettando con ansia il rapporto complessivo su quanto successo. Avete perfettamente ragione: martedì scorso ho di nuovo preso la macchina fotografica per immortalare le dieci piccole differenze col passato. Dopo il salto potrete vedere il tutto e un mio commento finale: come executive summary posso anticipare che chi ha fatto il lavoro perlomeno ha usato il cervello, anche se date le premesse non si poteva aspettare molto di più.

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Ultimo aggiornamento: 2011-04-26 07:00

gioco per Pasquetta: Pigs Can Fly

Questo Pigs Can Fly di Smart Kit è interessante non tanto come gioco in sé (il primo schema con un minimo di interesse è il sesto) quanto per come funziona. In pratica il cursore deve essere man mano colorato come i pezzi da spostare (o il maialino da portare alla pozione che lo farà volare). Una volta fatto il movimento necessario si richiude la fiaschetta col colore, il gioco sembra ritornare alla schermata iniziale; però quando si apre la fiaschetta del nuovo colore si vedrà automagicamente un cursore dell’altro colore ripetere tutte le mosse che sono state fatte. È più facile provarlo che spiegarlo, ve lo garantisco!

Ultimo aggiornamento: 2011-04-25 07:00

gioco della domenica: Plumber 3

Nei dieci livelli di Plumber 3 bisogna unire con un percorso, il più intricato possibile se si vogliono guadagnare più punti, la parte iniziale di un tubo con quella finale. Un po’ come il gioco che si faceva nei videoarcade venticinque anni fa, magari state pensando… e invece no. I pezzi sono già posizionati tutti, c’è un solo quadretto vuoto, e voi dovete spostare le tessere come se steste giocando al gioco del 15. Dopo un po’ vi girerà la testa, secondo me :-)
via Passion for Puzzles

Ultimo aggiornamento: 2011-04-24 07:00

due minuzie milanesi

Nella campagna elettorale milanese Letizia Moratti ricorda che il numero dei reati è calato del 48% (facendo gongolare l’Eterno Vicesindaco), e si bea dell’attenzione per i bambini e dei vigili urbani come aiuto per l’onesto cittadino. Indubbiamente.
Giovedì sera Anna è uscita per andare a trovare una sua amica: quando torna, erano le 23:30, mi fa “Ci hanno aperto la macchina”. Uscita dall’amica ha trovato la portiera destra socchiusa (gli ignoti devono essere stati molto bravi, in passato qualcuno ci ha spaccato la serratura che è inutilizzabile), le poche monetine che stavano dentro erano sparite, e il cassettino portaoggetti era stato aperto in cerca probabilmente del libretto dell’auto, che tanto non c’era. Nulla di grave, per fortuna. Ma in che zonaccia di Milano si trova l’amica di Anna? Quarto Oggiaro? Stadera? via Padova? No, piazza Insubria. Posso solo immaginare che tutte le forze di polizia spostate sui quartieri che De Corato ritiene pericolosi perché pieni di extracomunitari abbiano lasciato sguarnito il resto della città.
Stamattina ero in giro coi bimbi sul loro passeggino, all’inutile ricerca di uno stampo per dolci a forma di colomba. Ero in piazzale Minniti e dovevo arrivare in piazzale Lagosta: la matematica detterebbe il passaggio per via Garigliano che le unisce, il mercato che si tiene il sabato mi ha fatto scegliere il percorso più lungo per via Borsieri e via Perasto, visto che non mi sembrava proprio il caso di incuneare il passeggino in mezzo alla gente che giustamente va al mercato. Faccio il giro, arrivo in piazzale Lagosta, e scopro che mi è impossibile passare perché macchine e furgoni hanno parcheggiato tutti belli a lisca sul marciapiede del piazzale a massimo 60 cm tra l’uno e l’altro (il passeggino doppio è largo 78 cm). Smadonno, torno indietro di cento metri al primo passo carraio dove posso uscire, mi rifaccio via Perasto rigorosamente in mezzo alla strada, e torno all’incrocio dove continuavano a stazionare due vigili urbani che sicuramente stavano monitorando il territorio da una posizione favorevole. Mi avvicino e gli faccio “Scusate, capisco che c’è il mercato, ma di qua è assolutamente impossibile passare!” E loro: “Sì, noi facciamo sempre in modo che resti un po’ di spazio per passare, ma quella macchina là si dev’essere spostata…” indicando una BMW sotto la quale l’asfalto era asciutto (c’era stata una pioggerellina dal mattino, niente di trascendentale). Non ho osato chiedere se lo spostamento era frutto di un terremoto o di telecinesi; ho chiuso con la domanda retorica perché non avessero almeno dato una multa.
Ecco, questa è la pratica dietro la teoria morattiana.

Ultimo aggiornamento: 2011-04-23 17:04

_Discorso sulla matematica_ (libro)

[copertina] (se vuoi una recensione più seria, va’ su Galileo!)
Italo Calvino, da buon membro dell’Oulipo, è sempre stato interessato alla scienza in generale e alla matematica in particolare: ma forse rileggere il suo testamento letterario, le Lezioni americane, come se parlassero di matematica è un po’ esagerato. Questa è però stata la scelta esplicita di Gabriele Lolli, che in questo libro (Gabriele Lolli, Discorso sulla matematica, Bollati Boringhieri 2011, pag. 226, € 18, ISBN 978-88-339-2193-8) si è addirittura permesso di non parlare di coerenza – il testo della sesta lezione che Calvino non ha fatto in tempo a preparare e che pure sarebbe stato un argomento perfetto quando si parla di matematica. Il risultato è molto migliore di quello che ci si potrebbe aspettare di primo acchito; Lolli, anche se ogni tanto si aspetta che i suoi lettori abbiano una conoscenza perfetta del formalismo della logica matematica ed è capace a scrivere la famosa formula di Eulero come e^2(πi) – 1 = 0, è molto bravo a cogliere similitudini molto labili, e sfruttarle per raccontare come i matematici vedono il proprio campo di studi. In definitiva, leggendo questo libro magari non imparerete molto di letteratura ma avrete un’idea abbastanza chiara di che cos’è la matematica.

Ultimo aggiornamento: 2018-09-22 09:54

santini elettorali: Giuliano Pisapia

Pezzo grosso, oggi! Nientemeno che il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia!
Naturalmente Pisapia, come del resto la Moratti col suo bel librino patinato, non ha fatto mettere in buca delle lettere un volantino ma ha scritto una lettera vera e propria (tariffa ultrascontata elettorale da 4 centesimi), per la precisione intestata a mia moglie. Considerando che ci siamo trasferiti a questo indirizzo da meno di un anno e mezzo, i casi sono due: o quando Anna andò a votare per le primarie si dimenticò di specificare che non voleva alcuna pubblicità elettorale, oppure il comitato Pisapia ha sfruttato la leggina che permette ai candidati di farsi dare nominativi e indirizzi degli elettori; leggina che abolirei subito, ma tant’è.
Pisapia – no, scusate, il Comitato Elettorale: il committente della lettera, per la cronaca, è Bruno Siracusano – è uno che va subito al sodo: assieme alla lettera ci sono due bollettini postali (identici) per fare donazioni al Comitato Pisapia X Milano. Perché due? Mah, forse perché tanto c’era spazio per due bollettini, oppure perché seguendo i dettami comunisti l’elettore possa dividere la gioia con un suo amico o collega, o magari perché uno potrebbe sempre sbagliarsi a scrivere e almeno ha ancora una copia di scorta.
Ma passiamo al testo vero e proprio. Dal punto di vista sintattico, è una delusione: è scritto in italiano corretto e chiaro, si direbbe che sia passato al vaglio di qualcuno esperto in comunicazione prima dell’imprimatur. Anche le poche righe di presentazione di Pisapia stesso, messe in fondo al testo, seguono la stessa falsariga: un po’ sul lezioso quando scrive «Per me la politica è soprattutto servizio, verso i più umili e verso le istituzioni. Per questo mi candido a sindaco della città che amo e nella quale ho sempre vissuto». Trovo solo pesante l’uso spropositato del grassetto per indicare i punti fondamentali: nei punti 3 e 4 del programma il grassetto è praticamente metà del testo, il che dà contenuto informativo praticamente nullo.
Passando al punto di vista semantico, è interessante notare che la prima metà del testo segue esattamente i canoni portati avanti in questo ventennio da Berlusconi, con l’unica differenza che il testo (nonostante il grassetto) è meno urlato o per la precisione meno “popolare”. Si mostrano i sondaggi (beh, l’unico sondaggio che lo dà vincente), si batte molto sulla necessità di battere il centrodestra, si aggiunge una (inutile) stoccata a Berlusconi che rifà il giochino di candidarsi, prendere il botto di preferenze e andarsene subito dopo (se la lettera la stai mandando a un tuo supporter, quello comunque Silvio e Letizia non li vota; al limite può indignarsi, ma non è che quello gli faccia venir di nuovo voglia di andare a votare; se la stai mandando a caso e finisce a un elettore di destra, lui se ne impippa e fa bene, perché ho come il sospetto che avere Berlusconi in lista serva più che altro a non farsi annullare le schede dove l’elettore maldestro ha aggiunto il cognome del suo Nume); si casca verso la fine con il timore di potere perdere Expo 2015 (occhei, questo pezzo gliel’ha infilato di nascosto Boeri, ne sono certo. Secondo me il milanese medio, di destra o di sinistra, che non faccia il palazzinaro di professione nella migliore delle ipotesi ritiene l’Expo irrilevante).
Retoricamente parlando, tre delle «quattro volontà fondamentali» sono in realtà doppie, sfruttando i bisensi: l’aria pulita (da respirare per le strade e nell’amministrazione), il muoversi sicuri (sia come mobilità che come sicurezza), la cultura (per chi arriva da fuori e per chi in città ci vive), e questo non dev’essere un caso ma una scelta per fare imprimere meglio le cose nella testa degli elettori. Ma è più interessante notare cosa NON c’è scritto, e capire che la coalizione che sostiene Pisapia è indubbiamente ampia ma ben poco unitaria. Per pulire l’aria si parla solo di riconversione energetica degli edifici comunali. Per la mobilità, si accenna a chi tornando a casa non riesce a trovare un parcheggio glissando sul fatto che non ci sono parcheggi sufficienti per le automobili presenti in città. Si parla di piste ciclabili di quartiere che non servono a nulla (l’isola pedonale di quartiere può servire come punto di aggregazione cittadino, ma le piste ciclabili per essere utili devono essere a rete su tutta la città e anche fuori.
Boh, alla fine di questo pippone temo di aver capito perché la destra vince facile: perché è come Roger Rabbit, e sa far ridere. Con la sinistra non ci si riesce, si diventa subito seri (e tristi)…

Ultimo aggiornamento: 2011-04-22 07:00

umorismo costituzionale

Ho sempre pensato che il Popolo della Libertà abbia imparato dal Capo che le barzellette sono una cosa importante. Perché non può essere altro che una barzelletta la proposta di legge costituzionale del deputato pidiellino Remigio Ceroni, che farebbe diventare l’articolo 1 della Costituzione «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale». Il Parlamento conta poco o nulla; basta vedere la sproporzione tra il numero di leggi di iniziativa parlamentare e quello di iniziativa governativa che sono state approvate nella legislatura (meglio che nella precedente, intendiamoci: e molto meglio rispetto al 2008. Ma sempre sproporzione è). D’altra parte con questa legge elettorale, non per nulla apprezzata in maniera bipartisan, si dovrebbe parlare di rappresentanza quantitativa e corretta della volontà popolare. Eppure il deputato Ceroni, il cui cognome dovrebbe essere gradito al PresConsMin, non ha avuto alcun problema a far fruttare la sua laurea in sociologia e creare un testo – indubbiamente di iniziativa parlamentare – dove ci viene baroccamente garantito che la volontà popolare non viene espressa mediante sondaggi. Dai, poteva andare peggio.
(ah: per chi non se lo ricordasse, l’articolo 1 della Costituzione attualmente recita «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.» In effetti il secondo comma è attualmente disatteso.)

Ultimo aggiornamento: 2011-04-21 07:00