Archivi annuali: 2009

è facile fare causa

Io in linea di principio capisco Berlusconi che si lamenta perché “la libertà di stampa non è libertà di insulto”. La diffamazione è trattata nell’articolo 595 del Codice Penale ed è esplicitamente scritto che «Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.». Se quindi il PresConsMin è convinto che la stampa cattocomunista (così ad occhio tutti, tranne quelli da lui foraggiati direttamente o indirettamente) lo stia insultando, ha tutti i diritti di adire le vie legali; sarà poi il giudice a decidere se è vero o falso.
Essendo i miei ventun lettori molto attenti, avranno sicuramente notato qual è la parola chiave in tutto il mio ragionamento qui sopra: penale. Le cause intentate da Silvio B. non sono penali ma civili, come del resto fanno oramai tutti in Italia: un ottimo modo per intimidire l’avversario senza grosse spese (gli avvocati in genere sono pagati in ogni caso, e averli lì a far nulla può far loro venire strani pensieri). Diciamo che la situazione sarebbe già un po’ più sostenibile se chi intende andare a giudizio – nel caso perdesse la causa – fosse costretto a pagare a chi è stato ingiustamente citato il 20% della somma richiesta; ma a parte il fatto che una legge del genere non verrebbe mai promulgata, per Berlusconi sarebbero comunque noccioline. Bella nazione, vero?
(PS: non ho nulla a priori contro una richiesta danni in sede civile dopo che in sede penale si è deliberata la colpevolezza del diffamatore)

Ultimo aggiornamento: 2009-09-07 10:51

sinagoga protetta

La sinagoga centrale milanese è a due passi dalla Mangiagalli, il che significa che in questi giorni ci passo regolarmente davanti. Avevo così notato che ieri sarebbe stata la Giornata Europea della cultura ebraica, anche se poi Anna e io non ce l’abbiamo fatta a passare a vedere la sinagoga.
La maggior differenza con gli altri giorni era che davanti alla sinagoga non c’era solo la solita camionetta dell’esercito, con due giovani soldati che non credo proprio riuscirebbero a fare nulla in caso di attentato, ma anche due coppie di non so quali membri delle forze dell’ordine; inoltre avevano messo un cartello dove erano indicati una quantità di oggetti che non si potevano portare all’interno, tra cui il coltellino svizzero che porto sempre nel mio marsupio e mi ha fatto decidere di non provare nemmeno a darci un’occhiata da solo mentre Anna era in clinica a tirare latte.
Non so voi, ma a me tutto questo dispiegamento di polizia e simili fa venire davvero tristezza. Sì, lo so che c’è la polizia anche davanti al Duomo di Milano; non significa certo che “mal comune, mezzo gaudio”.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-07 10:09

gioco della domenica: This Is The Only Level

Sono certerrimo che i miei affezionati lettori – se sono miei affezionati lettori è chiaro che hanno dei problemi sul loro sistema di valori – apprezzeranno alla follia questo This Is The Only Level della Armor Games.
Il gioco ha un solo livello, con un elefante che non fa onore alla sua proverbiale memoria visto che si è dimenticato tutti gli altri. In compenso, può avere quante vite vuole, il che è utile per superare i vari schemi, che sembrano uguali ma non lo sono (tanto l’elefante è smemorato, no?)
Vi assicuro che già solo vedersi il secondo schema è un’esperienza mistica che vi metterà di ottimo umore… sempre che non vi capiti di arrabbiarvi in maniera pesante.
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2009-09-06 07:00

Aggiornamento server

Mario mi ha comunicato che il server dove sta questo blog – e in genere il mio sito – è stato aggiornato. Se notate dei problemi, avvisatemi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-05 22:19

Rita Levi Montalcini e lo sfratto EBRI

Sono in tanti a piangere per lo sfratto esecutivo dato dalla Fondazione Santa Lucia all’European Brain Research Institute fondato nel 2001 dal Rita Levi Montalcini. Da quanto si legge, stanno per staccare la luce, dopo aver tolto i telefoni e non aver pagato gli ultimi mesi di stipendio ai cinquanta ricercatori dell’istituto.
Invece che piangere, però, non sarebbe stato meglio accorgersi con congruo anticipo che un istituto di quel tipo ha dei costi non indifferenti e che essere un bravo scienziato non significa affatto essere un bravo amministratore? O si aspettava il solito italico stellone – anche se è più semplice credere nelle fate che in un maggior finanziamento alla Levi Montalcini da parte dell’attuale governo?

Ultimo aggiornamento: 2009-09-04 17:57

Mario Calabresi e le dieci domande

La lettera al direttore pubblicata oggi sulla Stampa pone una domanda a Mario Calabresi: “Perché il giornale da lei diretto non ha messo in prima pagina le dieci domande di Repubblica al premier, come invece hanno fatto altri quotidiani esteri?” La risposta di Calabresi è tecnicamente ineccepibile: «Non le pubblichiamo perché sono le dieci domande di Repubblica e non quelle della Stampa. Sono una loro scelta editoriale, frutto del loro lavoro, ideate con uno stile e un obiettivo che le ha trasformate nella colonna portante di una campagna giornalistica.» Epperò…
È indubbio che il fogliaccio scalfariano usa le dieci domande in senso politico, come si vede in parte dal loro testo e soprattutto dalla loro reiterazione quotidiana; né ci sono dubbi sul fatto che un conto è un quotidiano straniero che le riprende, e un conto è la stessa cosa fatta da un giornale italiano. In quest’ultimo caso infatti la sensazione nel pubblico è quella di una testata minore che va al traino di chi è davvero importante; l’immagine del quotidiano sabaudo andrebbe così a farsi benedire.
Però c’è una frase molto più preoccupante nella risposta di Calabresi: «non appena ne avremo l’opportunità allora rivolgeremo tutte le domande che riteniamo sia giusto fare al presidente del Consiglio.» Io ad esempio vorrei sapere perché Berlusconi ha dato tre risposte diverse – tutte smentite – su come e quando ha conosciuto Benedetto Letizia (di Noemi non me ne importa nulla), e quale è la vera storia, visto che è arrivato appositamente a Casoria per i diciott’anni della figlia; vorrei sapere l’elenco delle persone senza cariche istituzionali ospitate sui voli di Stato – lo so che è stato decretato che la cosa non è illecita, ma visto che comunque quei voli sono pubblici mi sembra il minimo sapere chi come e quando li usa; vorrei sapere come mai ha querelato le giornaliste e opinioniste dell’Unità per avere osato affermare la sua impotenza, ma non ha fatto nulla del genere contro Vittorio Feltri che pure lo scrisse chiaramente su Libero; vorrei sapere come mai non ha mai smentito l’affermazione di Feltri secondo il quale è stato Silvio, e non Paolo Berlusconi, a chiedergli di tornare a dirigere Il Giornale; vorrei sapere perché le cause che intenta sono sempre e solo civili, e mai penali (occhei, questa è una domanda retorica, ma qualcuna ce ne vuole); vorrei sapere se qualcuno ha mai tentato di ricattarlo.
Non sono domande attinenti alla vita sessuale e alla salute del premier, come si può vedere; sono domande che vertono sulla sua figura pubblica, e che a me parrebbero interessanti. Sono sicuro che ce ne sarebbero anche altre; mi chiedo allora se La Stampa (anche il Corriere della Sera, di per sé, ma De Bortoli non ha mica dato una risposta così esplicita) pensa di non avere l’opportunità di fare domande di questo tipo, oppure ritiene non sia giusto farle. Mica per altro: ma comincio a temere che hanno ragione quelli che stanno dicendo che l'”Editto di Tirana” è stato applicato rigorosamente facendo fuori Paolo Mieli e Giulio Anselmi per rimettere alla guida dei due grandi quotidiani tradizionalmente filogovernativi un Ferruccio de Bortoli stranamente molto più silente di un tempo e appunto un Mario Calabresi che sta bene attento a non disturbare il manovratore, limitandosi a riferire le cose manco fosse un’Ansa.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-04 12:22

E se anche non gli tirasse?

So bene che nessuno dei miei ventun lettori si è stupito che Berlusconi abbia citato a giudizio L’Unità, perché quelle cattivone di Concita e amichette si sono comportate male «… presentando l’on B. come soggetto che certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione», e non abbia fatto lo stesso con Feltri, che scrisse la stessa cosa. È chiaro a tutti che nel secondo caso stiamo parlando di un vecchio sodale che si rivolge affettuosamente al compagno di mille avventure, mentre giornalilste e opinioniste del quotidiano fondato da Gramsci sono evidentemente rancorose e dettate dall’invidia del pene.
C’è però qualcosa che mi disturba più in generale. Mentre capisco che Berlusconi possa sentirsi offeso per la domanda di Repubblica sulle sue condizioni di salute, domanda che neppure troppo velatamente punta a indicare una satiriasi del premier, in questo caso stiamo parlando di una possibilità assolutamente nello stato delle cose: un settantatreenne operato alla prostata non è esattamente un ventenne. Purtroppo però in Italia il machismo dei leader è sempre stato di moda: anche settant’anni fa c’era Qualcuno che era noto per le mille sue avventure sessuali. L’unica differenza era che non c’erano escort che spiattellavano tutto, anche perché i registratori portatili non erano ancora stati inventati…

Ultimo aggiornamento: 2009-09-03 10:14

Parcheggi ridotti

Le strisce blu in viale Monza continuano a prosperare, e in questi giorni stanno effettivamente dipingendole proprio in viale Monza. Finora il parcheggio era ufficiosamente a pettine, anche se tecnicamente sarebbe dovuto essere parallelo alla strada: non ci sarebbe comunque stato nulla di male, visto che almeno in teoria due auto affiancate potevano tranquillamente passare. In pratica no, perché c’è sempre gente in doppia fila che mi fanno smadonnare mentre pedalo e sono costretto a rischiare la vita andando in mezzo alla strada: ma non divaghiamo.
Bene: le strisce sono state dipinte in modo da forzare il parcheggio parallelo, tra l’altro risultando addirittura più strette della sezione con il pavé dedicata al parcheggio: il tutto in una zona che – come del resto la maggior parte di Milano – ha una fame incredibile di parcheggi. I casi sono tre: o Croci & Letizia si sono bevuti il cervello, o questa è una mossa astuta per multare tutti quelli che – ci posso giurare – lasceranno al solito la macchina parcheggiata a pettine, o ancora il tutto serve semplicemente a istituzionalizzare la doppia fila, che però adesso lascerà un po’ più di spazio per le auto che circolano. Misteri milanesi.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-02 15:10