Archivi annuali: 2009

Un Presidente sempre presente

Scusate se torno ancora sulla questione del Porta a Porta di mercoledì. Non mi ero ricordato di una cosa importante, nell’economia della trasmissione: che cioè Porta a Porta non è in diretta, ma viene registrato nel pomeriggio. Questo significa che c’è qualcuno che se ne sta a sentire tutto quello che si dice nel salotto vespiano e se serve va ad avvisare il Capo, in modo che possa prendere i provvedimenti del caso – in questo caso una semplice telefonata, perché Lui ha tante altre cose da fare.
Immagino che l’attenzione non sia limitata a Bruno Vespa; un bel controllo sull’informazione, vero?

Ultimo aggiornamento: 2009-10-09 10:55

Termodinamica politica

Si sono accorti in tanti dell’anisotropia che riguarda Silvio Berlusconi. Da un lato una percentuale variabile tra il 60 e l’80% degli italiani lo considera positivamente, secondo i suoi sondaggi; e ad ogni buon conto sono quindici anni che la coalizione da lui guidata prende dal 45 al 55% dei voti degli italiani, e si questo non ci piove. D’altro canto è circondato dalla sinistra. I giudici della Consulta, i magistrati, i giornali, il Quirinale, Gianfranco Fini (no, forse lui è solo traviato dalle cattive compagnie, non esageriamo), il tipo che ha attraversato la strada costringendo la sua auto blu a rallentare… sono tutti di sinistra e fanno parte del Complottone contro di Lui.
La mia anima matematica ha tentato di ribellarsi, tirando fuori tutta una serie di teoremoni che mostrano come sia statisticamente impossibile questo addensarsi dei sinistri nei dintorni del luogo dove Silvio man mano si trova durante lo scorrere del tempo. È un po’ come nella termodinamica, sentivo una vocina dentro di me: è sì possibile in linea teorica che tutte le molecole di un gas si spostino improvvisamente da un lato della stanza e io dall’altra parte soffochi per mancanza d’aria, ma la probabilità è talmente infinitesima che la posso considerare nulla ad ogni effetto pratico.
Poi però ho avuto l’Illuminazione: B. è un catalizzatore per la sinistra. La sua esistenza stessa crea un campo politico all’interno del quale si formano spontaneamente le particelle C (come comunisti). Che siano particelle è indubbio, basta di nuovo vedere i risultati elettorali dove è più semplice trovare il sodio nell’acqua che i comunisti nelle preferenze; la generazione di un uguale e opposto avviene nello stesso modo in cui una persona fortunata come lui porti una sfiga incredibile a chi gli sta vicino, come ci siamo accorti più volte in passato.
Forse è venuto il momento in cui Berlusconi lasci la politica e si metta ad analizzare il suo influsso sul resto dell’universo. Forse il Nobel per la pace non glielo daranno mai; ma quello per la fisica non glielo toglierà nessuno!

Ultimo aggiornamento: 2009-10-08 16:49

più bella che intelligente

In parecchi hanno parlato dell’ultima piazzata notturna del PresConsMin: con i toni misurati che lo contraddistinguono sempre, ha inveito contro Rosy Bindi usando quello che probabilmente per lui è l’insulto principe: “lei è più bella che intelligente”. Parecchi hanno anche notato come quella battuta sia stata fatta inizialmente da Vittorio Sgarbi, e che quindi Sìlvio non sia nemmeno riuscito a trovare qualcosa di nuovo: ma qui lo si capisce, ha tante cose da fare. Non mi interessa chiedermi cosa sarebbe successo a parti invertite, cioè se qualcuno gli avesse detto “lei è più alto che intelligente”, e noto solo en passant che quando si passa agli attacchi personali è chiaro che non si ha nulla da dire nel merito; questo lo si immaginava in molti.
Ci sono due cose che però mi hanno turbato nella storia. La prima è che nessuno degli uomini lì presenti ha ribattuto alcunché. Non che uno se lo aspettasse da Angiolino Alfano, Roberto Castelli o dallo stesso Bruno Vespa; in fin dei conti era il giorno prima che si parlava dei miracoli di Lourdes. Ma credo che il silenzio di Pier Ferdinando Casini e soprattutto quello di Riccardo “Jena” Barenghi siano peggio degli insulti del premier. L’altra cosa – mi perdonino le mie lettrici se cambio argomento – è molto più politica. Se il virgolettato di repubblica.it è veritiero, Berlusconi avrebbe affermato che «Il presidente della Repubblica aveva garantito con la sua firma che la legge sarebbe stata approvata dalla Consulta, posta la sua nota influenza sui giudici di sinistra della Corte». Ammesso che il PresConsMin non sia del tutto impazzito, credendo davvero che la firma del PresRep su una legge implichi automaticamente la sua costituzionalità [*], significa che sta affermando l’esistenza di una pastetta istituzionale: vera o falsa che sia, la cosa è ugualmente gravissima. E il fatto che non se ne parli nemmeno a fatica è ugualmente grave.
[*] Il Presidente della Repubblica può non approvare una legge quando ravvisa la sua manifesta incostituzionalità, il che è una cosa ben diversa. Supponiamo di voler impedire l’ingresso ai minori di diciott’anni; se vediamo un bambino che ne dimostra dieci lo mandiamo via senza nemmeno scomodarci a chiedergli la carta d’identità, cosa che invece facciamo con un ragazzo che ne dimostra più o meno diciotto.

Ultimo aggiornamento: 2009-10-08 13:52

Effetti della privazione del sonno

A fine settembre, dopo che dimisero Cecilia, mi dissero di prenotare una visita oculistica entro un paio di settimane. Lo feci, e scoprii che bisognava aspettare almeno un mese. Nota: è tutto nella stessa fondazione ospedaliera, tanto che non ho nemmeno dovuto dare dati ulteriori oltre a nome e data di nascita.
Adesso ho dovuto fare la stessa cosa con Jacopo: non che mi sia venuto in mente di prenotarla subito insieme, e dire che ai tempi dormivo ancora. Ma il bello è stato che stamattina, dopo aver scoperto che prima dell’11 novembre non c’era posto, pensate che mi sia venuto in mente di dire “beh, allora spostate all’11 anche Cecilia”, che tanto se sono due gemelli e quella è una visita di controllo (a) non ho voglia di doverci andare due volte e (b) non ha nemmeno senso farla in momenti diversi?
(ho telefonato venti minuti dopo, per la cronaca)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-08 07:00

Non l’odo più

Continuo a non essere un fine costituzionalista, ma mi pare che la sentenza di bocciatura del lodo Alfano (che poi lodo non è, ma semplice legge) è stata davvero pesante, e la Corte Costituzionale, sia pure a maggioranza, ha calato i carichi.
La bocciatura dell’articolo 1 in toto (a questo punto gli altri articoli diventano irrilevanti, visto che l’insieme delle persone cui si può applicare la legge è l’insieme vuoto) è già un punto forte: io mi sarei ad esempio aspettato che ci si concentrasse sulla frase «La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione.». Ma soprattutto sono stati citati due articoli non certo facili: il 138 che dice che quelle cose devono essere fatte con legge costituzionale (quindi in pratica quattro letture e rischio di referendum) e soprattutto il 3, nonostante gatto Pecorella e volpe Ghedini si fossero affannati a spiegare come Silvio B sia super pares.
Da come leggo io le cose, il PdL si era messo a studiare bene i motivi della bocciatura del lodo Schifani, e aveva costruito il lodo Alfano proprio per ovviare ai rilievi della Suprema Corte; il fatto stesso che sia stato reiterato che la legge comunque lede il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sta a significare un “non riprovateci più”.
Adesso vediamo cosa succederà: non credo alle “manine ammmericane” evocate dal miglior comico della famiglia Guzzanti, e ho dei forti dubbi sulla volontà della destra di fare una Grande Manifestazione Popolare, il cosiddetto “Corruption Day“. Più facile non succeda nulla, e si lasci finire il processo Mills in prescrizione con qualche nuovo trucchetto. Agli italiani va bene così. (No, non è un caso che non abbia parlato del sedicente centrosinistra)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-07 21:31

Paravia: sempre più incomprensibili

Ricordate che lo scorso dicembre il dizionario online De Mauro Paravia era stato eliminato? La giustificazione formale era “non essendo più in vendita il dizionario cartaceo, lasciarne una versione sul sito è fuorviante”. Addirittura era stata messa su una versione su http://old.demauroparavia.it/, un classico compromesso all’italiana per dire “lasciamo il materiale, ma è chiaro che non lo pubblicizziamo”.
Bene, anzi male: oggi se uno clicca lì trova questo testo.
La versione online del dizionario italiano De Mauro Paravia non è più attiva.
Siamo rammaricati ma dobbiamo porre termine al servizio, essendo l’opera fuori catalogo. Per le persone interessate alla consultazione del dizionario di lingua inglese segnaliamo il sito Oxford Paravia Concise.
Aggiungo due sole cosette. Innanzitutto, quale sarebbe il rapporto di causa-effetto tra “opera fuori catalogo” e “dobbiamo porre termine al servizio”? È una richiesta di Tullio De Mauro, o no? nel secondo caso, perché non hanno pensato di rilasciare il testo online con una licenza che permetta l’uso privato e personale, anche vietando quello commerciale (e quindi rendendo comunque impossibile l’uso dei lemmi sul wikizionario, ma non si può pretendere tutto dalla vita)? E inoltre, perché nella stessa pagina c’è la pubblicità della versione per cellulari, http://wap.demauroparavia.it/, che stamattina continuava tranquillamente a funzionare? È che tanto il wap non lo ricorda (fortunatamente) più nessuno? oppure si sono banalmente dimenticati di guardare la pagina “fine servizio” che hanno creato per notare la piccola discrepanza logica?
(ah, per vedere le pagine wap su Firefox io uso questa estensione)
Aggiornamento: (9 ottobre) Daniele Gewurz segnala che si sono accorti dell’esistenza della versione Wap e hanno tolto anche quella :-(

Ultimo aggiornamento: 2009-10-07 11:10

Partes Super

Non sono certo un fine costituzionalista, ma non sono proprio riuscito a capire l’uscita di Gaetano Pecorella, che nella sessione della Corte Costituzionale riguardante il Lodo Alfano ha affermato «il premier non è più solo un ‘primus inter pares’, ma è indicato e votato come capo della coalizione presentata agli elettori. Quindi ora c’è una investitura diretta dalla sovranità popolare». Questo è un argomento che va bene a Porta a Porta o Annozero; ma se l’articolo 92 della Costituzione afferma che “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri”, affermare che non è sua prerogativa scegliere in autonomia sarebbe un precedente troppo forte per venire accettato così facilmente. Paradossalmente ha più ragione Niccolò “Mavalà” Ghedini che dice «La legge è uguale per tutti ma non necessariamente la sua applicazione», cosa che è verissima; magari si è scordato che quando si parla di funzioni particolari l’applicazione delle leggi è sì disuguale, ma in peggio e non in meglio.
Ma a parte queste schermaglie legali, immaginiamo pure che sia vero il motivo presentato per la promulgazione della legge, che cioè chiunque potrebbe intentare una causa farlocca contro un’alta carica dello Stato e così indebolirlo. E immaginiamo anche che ci sia un’alta carica dello Stato che non faccia Silvio di nome e Berlusconi di cognome: poverini, gli avvocati del PresConsMin al momento non hanno la possibilità di trovare altri esempi nella storia repubblicana e quindi sono costretti a parlare sempre di lui. Facciamo così l’ipotesi che a novembre nasca il governo Vespa I e vediamo cosa succede. Se a dicembre qualcuno denunciasse il premier perché avrebbe corrotto coloro che preparavano i plastici da presentare in trasmissione in modo da alzare gli ascolti e ottenere più soldi dagli sponsor, potrei capire il rimandare il processo (congelando i tempi di prescrizione, come scritto nel Lodo Alfano) al termine del suo mandato come premier, proprio per le ragioni di cui sopra. Ma immaginiamo ora che la denuncia fosse già stata sporta un anno fa, e l’istruttoria fosse andata avanti. Perché mai bisogna fermare qualcosa che c’è già? Forse che Vespa e tutta l’opinione pubblica non lo sapeva? Senza contare che – per come è fatto adesso il lodo – il taccone è molto peggio del buco. Nel processo, infatti, verrebbe solo stralciata la posizione di Vespa; quindi continuerebbe la causa nei confronti di Davide Mulini, il plastichista che si è preso le mazzette per modificare le ricostruzioni di Cogne e Garlasco e ha improvvidamente chiesto in giro come nascondere il “regalino” del noto conduttore televisivo. Se costui venisse condannato, tutti si chiederebbero “Chi ha corrotto Davide Mulini?” e la sentenza lo espliciterebbe pure. Vi sembra forse che Vespa non sarebbe indebolito?
(occhei, l’ultima frase è fantascienza, ma spero sia chiaro il concetto: sto parlando della legge senza entrare ad personam)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-07 09:27

e-ver-sio-ne!

Dopo che il tribunale civile, almeno in primo grado, ha sentenziato che il Lodo Mondadori era una patacca tirata fuori da un giudice corrotto e che quindi Fininvest deve pagare a Cir una paccata di soldi che nemmeno dieci montepremi consecutivi del Superenalotto, la destra insorge: è un «disegno eversivo». Non ne ho ben capito il motivo, visto che la Fininvest non ha nulla a che fare con il nostro governo: non c’entra nulla nemmeno la Rai (che è pubblica ma controllata dal Parlamento), cosa può esserci mai in un’azienda privata?
Non so nemmeno bene cosa abbia a che fare tutto ciò con il disegno, a dire il vero: ma questa è una mia mancanza, visto che i miei ventun lettori sanno benissimo che non so disegnare. Però su “eversivo” posso metterci una buona parola, anzi una buona etimologia. Il termine deriva infatti dall’ormai obsoleto verbo “evertere”, che a sua volta proviene dal latino ex- (da) + vertere (volgere). Scoperto questo ho finalmente capito perché gli avvocati del PresConsMin, solo e unicamente quando una sentenza può gettare una sia pur minima ombra, parlano di eversione. È chiaro: i giudici non si sono più voltati dalla solita parte ma da un’altra!

Ultimo aggiornamento: 2009-10-06 13:37