Archivi annuali: 2008

È una dura lotta

I miei ventun lettori sono sempre molto attenti, e si ricorderanno di questa mia notiziola, che tra l’altro ha anche avuto un discreto numero di commenti: la Corte di Giustizia europea ci ha condannato perché l’età pensionabile per le donne (specificatamente nella pubblica amministrazione, perché è l’unico settore in cui poteva emettere un giudizio) è più bassa di quella per gli uomini. Per quanto riguarda il resto degli italiani, ho i miei dubbi.
Detto questo, mi chiedo chi sia il più paraculo:
– Il MINIstro Brunetta, che oggi si bea aggiungendo un’altra tacca alla sua indefessa attività contro i fannulloni e proclama ai quattro venti che visto che «l’invecchiamento attivo è un obiettivo di bene pubblico » porterà a 65 anni l’età pensionabile nella Pubblica Amministrazione anche per le donne;
– Il Corsera, che nel suo resoconto ha dimenticato di dire che Brunetta sa benissimo che tanto deve farlo lo stesso, almeno secondo quanto invece riporta La Stampa;
– il sindacato, che è insorto come un sol uomo (e una sola donna, visto che il Corsera ha anche intervistato la Polverini, segretario dell’UGL) che proprio non sembra ricordarsi della sentenza UE.
Spero concorderete con me che non è così facile fare una graduatoria.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-13 19:30

Cinegiornale Luce

Oggi la signora Marina Berlusconi ha sposato il suo bello, Maurizio Vanadia. Sono certo che adesso che siete al corrente della cosa il vostro Natale sarà enormemente più felice.
A me la cosa riguarda molto poco, considerato che non conosco nessuno dei due sposi e chiaramente non sono nemmeno stato invitato al loro matrimonio, che poi non avrei nemmeno saputo cosa mettermi. Però, mentre aspettavo che l’Enel rimettesse in sesto la linea elettrica che alimenta la server farm che ospita tra l’altro il mio sito e queste notiziole, mi è capitato di vedere gli articoli pubblicati a riguardo dai tre principali quotidiani generalisti italiani: Nozze sobrie ad Arcore tra Marina Berlusconi e Maurizio Vanadia (La Stampa); Marina Berlusconi, ‘Sì’ ad Arcore – cerimonia sobria a Villa San Martino (Repubblica); Nozze sobrie e blindate in casa Berlusconi (Corriere).
Già dai titoli avrete notato una vaga somiglianza: ma magari avrete pensato che in periodi di crisi come questo è meglio calcare l’accento sulla sobrietà dei ricchi. Se però andate a leggere gli articoli (se non li trovate più, li ho salvati e postati sul mio Posterous), scoprirete che le somiglianze sono molte, molte più delle differenze; anzi possiamo dire senza paura di essere smentiti che tutti e tre gli articoli sono stati scritti partendo dalla stessa fonte. Settant’anni fa il MinCulPop preparava le veline da inviare ai vari quotidiani specificando cosa scrivere, cosa non scrivere e come scrivere: oggi le veline sposano i calciatori, e l’ufficio stampa invia una cartelletta alle agenzie con il testo già pronto, giusto da parafrasare qua e là.
L’evoluzione dei tempi.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-13 17:17

Le tariffe FS

Da domani, come probabilmente avrete intuito visto il battage pubblicitario (leggasi lo sfracellamento di cabasisi) partirà l’Alta Velocità sulla linea fefrroviaria Milano-Bologna. Non commento sul contemporaneo peggioramento dei collegamenti ferroviari normali tra le due città e tutte quelle che stanno in mezzo: ne hanno già parlato in tanti. Mi limito a riprendere La Stampa e verificare le tariffe. Milano-Bologna in seconda classe costerà 39 euro, contro i 28.50 attuali che ho appena verificato visto che erano stati opportunamente tralasciati; insomma dieci euro e mezzo in più per un risparmio di trentasette minuti. In compenso, Milano-Roma, sempre in seconda classe, passa da 56.10 euro a 79; vale a dire 22.90 euro in più per un risparmio di… trentun minuti, il che significa che da Bologna a Roma non solo si continua ad usare la stessa linea con gli stessi treni (a parte una riverniciatura) ma si va un po’ più piano. È il mercato, baby!

Ultimo aggiornamento: 2008-12-13 16:13

Natale Santa Lucia all’Esselunga

Oggi a mezzogiorno ho commesso il gravissimo errore di accompagnare Anna all’Esselunga per fare la spesa. Ero persino relativamente felice, perché avevamo deciso di andare a piedi e notavo con sadica gioia che viale Zara era tutto un ingorgo che nemmeno venerdì alle sei di sera. Poi siamo entrati nel supermercato e ho scoperto la dura verità: si erano dati tutti appuntamento qua.
L’unico vantaggio che ho avuto nel compenetrarmi tra la folla, oltre alla possibilità di scrivere questa notiziola se apprezzate l’autoreferenzialità, è di avere trovato una confutazione alla legge – che credevo essere di Cipolla, ma ho verificato e non è così – che afferma “l’intelligenza totale dell’umanità rimane costante”; da cui il semplice corollario che visto che la popolazione aumenta diventiamo in media più stupidi. La triste realtà è un’altra; se in uno spazio limitato il numero di persone aumenta, l’intelligenza totale diminuisce. Possiamo partire dall’alto, e cioè dal signor Bernardo Caprotti che ritieneche per mandare i commessi con i bancali a riassortire l’ora migliore sia mezzogiorno del sabato; ma naturalmente il problema è spalmato su tutta la filiera. Già mi sono sempre chiesto come mai persone di una certa notevole età che sicuramente durante la settimana possono al più dover accudire i nipotini debbano scegliere di aumentare la confusione il sabato. Ma fosse solo per loro la situazione non sarebbe così tragica. La gente stamattina aveva la tipica espressione di chi fosse appena giunto nel Paese dei Balocchi: si fermava all’improvviso, rapita dalla beatifica visione di un pacchetto di arachidi scontato del 20% o di una confezione tripla di sottaceti. Per la cronaca, l’estasi era di durata relativamente breve, non più di una quindicina di secondi. Superate queste crisi mistiche, si arrivava alla seconda prova: prendere la merce dagli scaffali. Supponendo di passare con il carrello tra le corsie, uno immagina di lasciarlo vicino agli scaffali appena più avanti di dove si trova la roba che ci interessa, prendere gli oggetti, e proseguire. Invece no. Il carrello è sempre a un palmo buono di distanza dagli scaffali, e soprattutto è girato. La parte anteriore fa un angolo dai 25 ai 35 gradi rispetto alla corsia. Per la distanza, immagino che ci siano problemi di attrazione gravitazionale che non permettono di avvicinarsi troppo alla merce in esposizione che altrimenti si riverserebbe immediatamente nel carrello. Ma l’angolo? Non può essere dovuto alla forza di Coriolis, il cui effetto è molto ridotto. Non può essere studiato per impedire alla gente di passare avanti e acquistare prima di noi le altre cose di cui abbiamo un terribile bisogno: un concetto come questo richiede troppa intelligenza. Non può nemmeno essere una forma imitativa, a meno che non sia assolutamente inconscia. No; secondo me è proprio l’imbecillità di base che fa sì che nessuno immagini l’esistenza di altre persone nei dintorni. In fin dei conti il proprio carrello, non facendo parte del proprio spazio vitale, per definizione non esiste, no?
Anche stavolta sono sopravvissuto, però; ho cercato un angolino poco frequentato e mi sono appiattito finché Anna mi ha detto “possiamo andare a pagare” :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-13 14:17

perché oggi non ho scioperato

Oggi c’è stato lo sciopero generale indetto dalla CGIL (almeno a Milano c’è anche stato lo sciopero indetto dai Cobas, ma di quello non parla nessuno). Io scientemente non ho scioperato. Come mai? Tecnicamente, essendo affiliato FISTel-Cisl, avrei dovuto dire “vade retro, sciopero” a priori, ma quello non sarebbe certo stato un problema.
La ragione per cui non ho scioperato è molto più pragmatica: questo era uno sciopero per dividere. Capisco perfettamente che Guglielmo Epifani si sia sentito preso in giro quando Bonanni e Angeletti sono stati invitati alla famosa cena senza che nessuno gli dicesse nulla. Ma il decidere di mantenere lo stesso questa giornata di sciopero è stata dal mio punto di vista una semplice prova di forza contro CISL e UIL, e non più tanto contro il governo; il tutto sfruttando il fatto che CGIL è sicuramente maggioritaria nel sindacato. La differenza è piuttosto pesante, dal mio punto di vista, e mi ha fatto tanto venire in mente i polli di Renzo. Notate tra l’altro che non è che i rapporti all’interno della Triplice si siano congelati ovunque, il che almeno avrebbe avuto un senso: no, tutto il resto funziona tranquillamente.
Detto questo, aggiungo che i creativi all’interno della CGIL stavano dormendo. Nei manifesti che mi sono arrivati c’era scritto “Sciopero contro la crisi”. Ma come fai a scioperare contro la crisi? Il problema non è la parola “contro”: puoi ad esempio scioperare contro il governo sperando che cambi idea e/o si dimetta. Ma non credo che la crisi si spaventi se qualcuno sciopera contro di lei. In questo momento ci sarebbe voluto uno slogan in positivo, qualcosa tipo “Sciopero per un’economia che pensi ai lavoratori”. (La mia prima idea era “Sciopero per un’economia a favore dei deboli”, ma quello è lessico CISL). Ma tanto credo che nessuno dei manifestanti stia a vedere cosa c’è scritto nei volantini.
Ultima cosetta. Sono iscritto a una mailing list tenuta da un delegato milanese SLC-CGIL. Tra tutte le notizie che ha inviato in questi giorni riguardo allo sciopero, giusto ieri c’è stato un trafiletto che spiegava che per le telecomunicazioni era di otto ore e non di quattro. E non sembrava nemmeno preso da un testo CGIL. Ah, la comunicazione!

Ultimo aggiornamento: 2008-12-12 18:02

Algebra ricreativa (libro)

[copertina] Per i russi del secolo scorso, Yakov Perelman – nessuna parentela, che io sappia, con il dimostratore della Congettura di Poincaré – è stato il divulgatore principe della matematica, anche se stranamente i suoi libri non hanno mai avuto una grande diffusione all’estero. Questo Algebra ricreativa (Yakov Perelman, Algebra ricreativa [Álgebra recreativa], RBA Italia 2008 [?], pag. 255, € 9,99, trad. Paola Pettinotti), nonostante il titolo che sembra un ossimoro, è un ottimo esempio della abilità di Perelman nello spiegare le cose. Qui non abbiamo i problemi da una parte e le soluzioni in fondo: ogni problema è sviscerato immediatamente, perché quello che è importante per Perelman è come arrivare alla soluzione, e non semplicemente trovarla; e lo fa davvero bene. La sezione di gran lunga maggiore è dedicata alle quattro operazioni e all’elevazione a potenza, ma si può trovare qualcosa anche riguardo a estrazioni di radice e logaritmi, di cui è raro trovare appunti in giro. Esistono addirittura due lunghi incisi dedicati… ai calcolatori elettronici, e qui nasce un mistero. Perelman infatti morì nel 1942: questo libro è però databile tra il1952 e il 1957, visto quale viene detto essere il maggior numero primo di Mersenne conosciuto. Il libro tra l’altro non è la traduzione dal russo, ma da una versione in lingua spagnola che è relativamente facile da trovare in formato PDF: chi la ampliò, mantenendone comunque lo stile? (Ah, con la scusa che lo spagnolo è facile da leggere ci sono molti più refusi del solito, che come sempre ho raccolto nella pagina di aNobii)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-12 17:09

per chi si fosse preoccupato

non è che stamattina il mio sito – e queste notiziole – fossero in sciopero: ci sono semplicemente stati dei problemi per una volta elettrici e non di telecomunicazione.
(ps: sì, lo so, l’orologio del sito e delle notiziole è avanti di un’ora)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-12 17:06