Corsera. Castelli difende la Guzzanti: «Ha diritto di dire stupidaggini».
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 14:25
Corsera. Castelli difende la Guzzanti: «Ha diritto di dire stupidaggini».
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 14:25
Un terabyte è tanto, tanto spazio. Per dare un idea, sono più di duecento DVD. Eppure Oosah osa :-) regalarvelo.
L’ho provato. Innanzitutto c’è un’interfaccia flash9 che può infastidire qualcuno, e soprattutto si possono solo postare file multimediali di tipi ben specifici: ad esempio, per l’audio è solo accettato l’mp3, e un formato di testo come pdf non è permesso. Se uno si fida, può garantire al sito accesso a YouTube, Flickr e Picasa per poter vedere tutti i propri set; altrimenti può caricare e gestire le foto con un’interfaccia tipo file manager e una grafica relativamente innovativa (mentre il tutto si carica il testo appare sfuocato). Si possono raggruppare le foto in gallerie, e dare eventualmente accesso libero o protetto da password.
Tutto sommato, Oosah può essere un buon metodo per avere un backup delle proprie foto, anche se non mi fiderei certo a usarlo come unico sistema di archiviazione, visto che il sito potrebbe sparire da un momento all’altro.
(via DElyMyth)
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 14:18
Via layos, ecco un simpatico giochino che vi occuperà per esattamente cinque minuti: indicare le cento parole più comuni nella lingua inglese. Io mi sono fermato a 37, ma posso accampare la scusa che l’ho provato subito dopo pranzo. Buon divertimento!
Aiutino: la prima parola della lista è “the”…
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 13:46
(la lista delle parole matematiche si trova qua!)
Per un matematico, la parola grado fa venire in mente la misura di un angolo (occhei, un Vero Matematico li misura in radianti – e anche questa sarebbe una bella parola matematica – ma anche noi sappiamo adattarci al resto del mondo) oppure la temperatura. Una persona qualunque invece pensa ai gradi dell’esercito o del vino; e magari usa la locuzione “in massimo grado”. Stavolta la parola ha sempre lo stesso significato, ma ha dovuto fare una lunga marcia per arrivare al significato odierno!
In effetti, grado deriva dal latino gradus, -us, un nome della quarta declinazione, ricavato dalla stessa radice del verbo deponente gradi, “avanzare, camminare”. Il gradus latino era inizialmente il passo, e poi lo scalino, quello che noi chiamiamo ora “gradino”. (Il “gradasso” non c’entra, invece: Gradasso è il nome di un guerriero saraceno). Ma già i latini avevano traslato il significato di gradus per indicare il risultato della suddivisione del cerchio: lo troviamo persino nella Bibbia! (Is 38,8). Non c’è così voluto molto per mantenere tale significato. A questo punto il suddividere qualcos’altro era solo questione di tempo, e Francesco Redi parla di gradi di temperatura nel 1660. Sulla gradazione alcolica non ho informazioni precise, mi spiace.
La morale di tutto questo? Spesso è difficile accorgersi che una parola è usata allo stesso modo in ambiti diversi, ma solo perché non ci si pensa su! Occorre però riconoscere che altre volte non è così: il gradiente, che misura la variazione di una quantità rispetto a una direzione, deriva sempre da grado ma è irriconoscibile…
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 10:36
Laterza ha trovato una nuova nicchia di mercato: libriccini molto brevi, non esattamente economici (sì, dieci euro non sono una gran spesa, ma per il numero di pagine sono davvero tanti) e legati ad avvenimenti vari. Nella collana “I libri del Festival della Mente” è così uscito questo libretto (Toni Servillo e Gianfranco Capitta, Interpretazione e creatività, Laterza saggi tascabili 315 – luglio 2008, pag. 131, € 10, ISBN 978-88-420-8723-6) che è più che altro la trascrizione di una lunga chiacchierata tra l’attore e regista e il critico teatrale. Ci sono degli spunti interessanti, come quando Servillo racconta di come vede il teatro come orizzontale: non solo ci sono interazioni dirette tra regista e compagnia, ma anche il pubblico fa parte di questo gioco, e col passare delle repliche l’interpretazione può cambiare di volta in volta proprio perché – essendo il pubblico diverso – l’opera è diversa. Tutto questo ovviamente non si può fare nel cinema, dove il regista è l’unico che può assemblare i vari pezzi.
L’impressione finale del libro resta comunque quella di una certa “leggerezza”, o meglio impalpabilità: non fa male, però non lascia poi molto.
Ultimo aggiornamento: 2008-09-11 00:00
In questo momento la mia stazione last.fm preferita (“artisti simili ai Beatles”) sta trasmettendo “Bella Linda” dei Grass Roots (vedi qua il video). Il brano è la versione inglese, con un arrangiamento abbastanza simile all’originale, di “Balla Linda”. Fosse capitata ieri, sarebbe stata un caso troppo bello, ma accontentiamoci. Ad ogni buon conto, non credo che nessuno abbia mai sentito parlare di loro… tranne ovviamente Wikipedia :-)
Ultimo aggiornamento: 2008-09-10 15:14
Ufficialmente non è successo nulla: stamattina il Large Hadron Collider è stato regolarmente messo in funzione, e non si sono formati buchi neri. Ma la realtà è un’altra: il merito è tutto di François Volauvent e Franz Rauchner. I due gendarmi svizzeri si sono posti sul percorso del ciclotrone e hanno sistematicamente multato tutte le particelle che superavano i 90 Km/h, impedendo così di raggiungere le energie necessarie alla creazione del buco nero. Smentite le voci che volevano Nicolas Sarkozy mettere un cordone sanitario nel punto in cui il ciclotrone entra in territorio francese: gli accordi di Schengen non prevedono infatti limitazioni alla libera circolazione delle particelle. Improbabile una prosecuzione degli esperimenti, perlomeno fino a che il CERN non riuscirà a pagare la bolletta della luce e farsi riattaccare i fili.
Piccola nota personale: sono molto contento di non essere stato inghiottito dal buco nero, soprattutto perché mi ero dimenticato a casa il mio asciugamano.
Ultimo aggiornamento: 2008-09-10 10:40
Questo libro di grande formato stampato dalla Normale di Pisa (Stefan Hildebrandt e Anthony Tromba, Principi di minimo – Forme ottimali in natura [The Parsimonious Universe], Edizioni della Normale, maggio 2006 [1996], pag. 295, € 35, ISBN 978-88-7642-178-5, trad. Cecilia Conti) intende mostrare in maniera “visiva” come la Natura tenda a semplificarsi in un certo senso la vita cercando di minimizzare superfici e volumi. La branca della matematica che studia la minimizzazione delle funzioni sotto alcuni vincoli si chiama calcolo delle variazioni, e ha una storia molto lunga, opportunamente raccontata nel testo. In fin dei conti, Newton dovette inventarsi l’analisi matematica per risolvere i problemi che si era posto!
Il libro cerca di mantenere un equilibrio tra la trattazione teorica – ma la matematica presente è elementare, si parla soprattutto di geometria – e disegni e immagini che mostrano come tali princìpi di minimo si applichino in pratica: spero che riusciate meglio di me a visualizzare le figure in tre dimensioni, che a me sono sempre risultate ostiche. In definitiva, un bel libro per avvicinare la gente alla matematica non tanto come materia ma come modo di vedere le cose.
Ultimo aggiornamento: 2008-09-10 07:00