Archivi annuali: 2008

si vis pacem, asporta vexillum

Magari a quest’ora avete già letto della lite veronese sulle bandiere della pace; il comune avrebbe vietato ai missionari comboniani di esporlenelle iniziative durante il passaggio della Carovana della Pace, perché la bandiera «è stata trasformata in questi anni nel simbolo dell’estrema sinistra». Per la cronaca, il comune ha replicato affermando che la realtà è un’altra: non è stato consentito «uno stendardo arcobaleno lungo 30 metri per le sue eccessive dimensioni, cosa peraltro non consentita nel passato a nessuna associazione o partito politico».
Non ho abbastanza informazioni per entrare nel merito della vicenda e sapere qual è la vera verità, e quindi mi limito ad alcune curiosità collaterali. Può darsi che la risposta protocollata, che indicava “il vincolo di omettere qualsivoglia riferimento partitico e di esporre unicamente bandiere istituzionali”, sia precotta: certo però che vedere i comboniani come pericolosi estremisti di sinistra è piuttosto buffo. Però magari la ragione è un’altra: a Verona si sono accorti che la bandiera della pace è un po’ troppo simile alla Bandiera arcobaleno del movimento di liberazione omosessuale, e non sia mai che qualcuno si sbagli. (Ah, io non lo sapevo, ma la bandiera arcobaleno è posteriore a quella della pace…)

Ultimo aggiornamento: 2008-09-25 10:06

Windows Genuine Advantage Notification

Ho acceso il mio PC, e subito mi ha intimato di verificare gli aggiornamenti di sistema “proprio per me”. Io sono un bravo bambino, ho verificato, e ho scoperto che c’è 1.3MB per il nuovo “Windows Genuine Advantage Notification”.
Ora, io capisco che «The Windows Genuine Advantage Notification tool notifies you if your copy of Windows is not genuine. If your system is found to be non-genuine, the tool will help you obtain a licensed copy of Windows» (il mio sistema operativo è in inglese). In Microsoft hanno usato una formulazione assolutamente a prova di avvocato. Capisco anche che Microsoft apprezzerebbe che io usassi una copia non taroccata. (Ah: per spiegargli che la mia copia in effetti non è taroccata, due anni fa ho avuto qualche problema…).
Quello che non capisco è perché ogni mese o giù di lì devo scaricarmi di nuovo il programma. Capirei se io avessi aggiunto altro software Microsoft: allora magari la vecchia versione dovrebbe accorgersi di non riuscire a validare le aggiunte, e quindi chiedermi di essere aggiornata. Ma altrimenti rimangono due casi: o il software originale Microsoft dopo un certo tempo diventa automaticamente inaffidabile, o che il programma non è capace a verificare così bene, e stanno ancora mettendolo a punto. In effetti, entrambe le possibilità hanno un qualche senso.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-24 18:16

Sommare mele e frutti

Telemaco mi segnala questo articolo di rep.it, dove il titolo (qui la schermata) recita «Boom dei social network in Italia
li utilizza un terzo dei “navigatori”» e specifica che «Su 24,3 milioni di internauti, gli iscritti ai social network sono 4,7 milioni».
Come è possibile, vi chiederete voi, che 4,7 sia un terzo di 24,3? Eppure è semplicissimo. Basta leggere l’articolo, dove l’ignoto estensore non si perita di comunicarci che «su 24,3 milioni di navigatori in internet (41% della popolazione), 3,4 milioni possiede un blog come Splinder o Blogger, mentre gli iscritti ai social network sarebbero 4,7 milioni. Circa un terzo delle persone che si connette a internet utilizza dunque i social network.» Insomma, 4,7 più 3,4 fa 8,1; 8,1 per 3 fa 24,3; e siamo tutti contenti.
Ora, non pretendo che uno che scriva una roba del genere riesca a immaginare che il fatto che esistano 3,4 milioni di blog non implichi che ci siano 3,4 milioni di blogger. Però chiedersi se esista davvero una Legge Divina che impedisca a una persona iscritta a un social network di avere un blog, quello magari sì.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-24 14:07

semplificazione? insomma…

Vi ricordate il Grande Decreto Semplificativo del nostro ministro Calderoli? Il 112/08? Ne avevo parlato a suo tempo.
Bene. Ho scoperto (per caso, ormai trasferte non ne faccio più da anni) che adesso «La detrazione dell’IVA potrà essere realizzata solo a condizione che la spesa (per i pasti o per il pernottamento) sia documentata da fattura emessa dal fornitore del servizio e intestata a Telecom Italia S.p.A.» Questo significa che devo per forza chiedere fattura, e quindi scegliere posti presumibilmente più costosi. Il tutto, come avrete intuito, «In conseguenza delle disposizioni contenute nel Decreto-Legge n. 112/2008 (convertito, con modificazioni, in Legge n. 133/2008)».
Qualcuno potrebbe spiegarmi cosa diavolo viene semplificato in questo caso? E il qualcuno che sicuramente stava per rispondere “no, questa misura è stata fatta per evitare gli abusi visti in passato” mi spiega perché mai una legge che è stata venduta come “togliamo tutte le leggi inutili” aveva in mezzo cose completamente diverse?

Ultimo aggiornamento: 2008-09-24 10:37

Crisi economica

Al Cern si è spaccato il sistema di raffreddamento del LHC. Capita. Ma perché vogliono farlo ripartire in primavera? Perché tanto in inverno fa comunque freddo?

Ultimo aggiornamento: 2008-09-24 09:18

iosiismo

Alcuni anni fa era diventato di moda il termine “benaltrismo”, usato per indicare coloro che, quando gli facevi notare una loro piccola mancanza, ti rispondevano “i veri problemi sono ben altri”.
Passano gli anni, e occorre prendere atto che la categoria si è evoluta, se mi è concesso usare il termine in questo contesto. Ho cercato di trovare un bel nome per definirli, ma non ce l’ho fatta: se qualcuno vuole suggerire qualcosa meglio di questo cacofonico “iosiismo” è il benvenuto.
Tutto nasce con i commenti a questo post, dove varie persone si sono lamentate della caccia alle streghe contro chi ha bevuto e si mette alla guida, con una serie di motivi che vanno da “lo Stato non deve fare da balia” al sussulto di benaltrismo “perché, quelli che telefonano non sono pericolosi uguali?” e finiscono inevitabilmente con qualcosa di equivalente a “io ho guidato tante volte dopo avere bevuto un po’, e non ho mai avuto un incidente”, proprio come quello che si bullava ieri sera alla radio.
Ecco il tipico esempio di iosiismo: chi è affetto da questa sindrome sa perfettamente di avere sufficiente buon senso da poter fare qualcosa che è sanzionato come pericoloso… perché lui sì. (Uso il maschile perché non ci sono state commentatrici nella categoria: non saprei però dire se l’iosiismo sia fondamentalmente maschile o no). Potrei sparare sulla crocerossa, e far notare che anche se stai ancora giocando alla roulette russa non hai mai avuto un incidente. Ma di per sé non è nemmeno quello il punto.
Il punto è che per me non ci sarebbe nulla di male se tutti quelli che hanno “bevuto un po’ di più”, nel caso per loro ovviamente impossibile di un incidente, uscissero di strada e sbattessero contro un palo della luce, ammazzandosi sul colpo (ed eventualmente ammazzando i loro passeggeri, che hanno deciso di fidarsi di lui). Il punto è che con ogni probablità non capiterebbe così, e ci finirà in mezzo qualcuno che non c’entra nulla. Ah, naturalmente se nell’incidente di cui sopra quello che “ha bevuto un po’ di più” fosse solo ferito, a questo punto il mio buon senso mi dice che tutte le cure ospedaliere se le paga lui, visto che lo Stato non deve fargli da balia.
Certo, un incidente può capitare anche a chi non ha bevuto nemmeno un goccio; certo, ci sono millanta cause che possono farti perdere per un attimo l’attenzione… (immagino che a questo punto abbiate capito perché l’iosiismo sia un’evoluzione del benaltrismo). Diciamo che gli iosiisti sono sempre bravi a trovare scuse. Ma in questo sono indubbiamente cittadini italiani a pieno titolo. Il famoso motto di molti degli industriali italiani “privatizzare i profitti, statalizzare le perdite” non è altro che iosiismo applicato alla gestione aziendale. “Io sì che so come far gestire un’azienda, e so quando le regole possono essere un po’ piegate…”, salvo poi fallire e pietire aiuto.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-23 14:17