Archivi annuali: 2008

Niente discriminazioni contro la pizza ai frutti di mare!

Sono convinto che la pizza ai frutti di mare sia un’aberrazione. Quando qualcuno con me la ordina, gli spiego che non ha nessun senso, né storicamente né come mescolanza di gusti, ed è stata inventata da qualcuno che voleva semplicemente spennare i gonzi. Ma sono buono: mi dicono che in certi comuni del Napoletano se un pizzaiolo prova ad aggiungere al proprio menu la pizza ai frutti di mare i carabinieri arrivano e sbattono in prigione il malcapitato per violazione della legge regionale sulla composizione della pizza: in questo modo sono certi che imparerà la lezione. Intendiamoci: pur non apprezzando la pizza ai frutti di mare, non sono affatto d’accordo con punizioni così gravi. Di per sé le cose potrebbero cambiare: è in discussione un disegno di legge che impedirà di vietare la pizza ai frutti di mare. Tutto bene, no? Beh, no. Sono contrarissimo a un simile disegno di legge: che poi va a finire che saremo costretti a indire il Premio Per La Miglior Pizza Ai Frutti Di Mare, come stanno già facendo negli USA. Siamo matti? La pizza ai frutti di mare è un abominio, e devo fare tutto perché non ci siano premi a favore di quella sconcezza!
Inutile dire che sto parlando delle affermazioni dell’osservatore della Santa Sede presso l’ONU contro la proposta francese di una dichiarazione per la depenalizzazione universale dell’omosessualità (tradotto in italiano: una dichiarazione – che tanto non è vincolante per nessuno ma almeno è un punto di principio – che affermi che non si può imprigionare o peggio una persona solo perché fa sesso con un’altra persona del suo stesso sesso). Questo perché con la scusa di tutelare gli omosessuali «si creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
Ecco. Quando leggo affermazioni del genere, non credo che in Vaticano si sia davvero convinti che «nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione.», come da Catechismo della Chiesa Cattolica. Mettere sullo stesso piano la depenalizzazione e i matrimoni monosessuali mi dà più l’idea che qualche enforcement statale contro l’omosessualità non sarebbe poi visto così male. (Una precisazione: la Chiesa Cattolica ha pienamente diritto di affermare che gli omosessuali debbano pentirsi ed essere casti, se non vogliono finire all’inferno per l’eternità. Ma questo riguarda appunto l’altro mondo, non quello in cui viviamo noi. In questo mondo io voglio che una persona possa fare quello che vuole, finché non fa del male agli altri.)
(che poi, come al solito, Leonardo lo spiega molto meglio)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-02 12:17

Rudi Ludi (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Non è piaggeria, anche se gli autori mi sono ben noti. Non è nemmeno un tentativo della serie “io ho sprecato i soldi del libro, e per ripicca li faccio sprecare a voi”. L’opera seconda del terzetto dei Rudi Mathematici (Rodolfo Clerico, Piero Fabbri, Francesca Ortenzio, Rudi Ludi, CS_libri 2008, pag. 228, € 24.50, ISBN 978-88-95526-12-6) è proprio bella. Intanto, a differenza dl precedente Rudi Simmetrie, è un libro vero, non una raccolta di materiale già pubblicato: e questo è già meritevole, considerata la difficoltà di scrivere un testo coerente. Il bello è che l’amalgama dei vari temi è venuto fuori davvero bene. Si tratta di teoria dei giochi, anzi di teorie, visto che oltre a quella per così dire “economica” c’è anche quella “giocosa” di Conway e Berlekamp, vale a dire i “play” contrapposti ai “game”. Si raccontano aneddoti su tanti matematici, con divagazioni assolutamente incredibili. E c’è il collante di tutto, vale a dire un weekend passato dai tre in Svizzera. In complesso, un vero libro di divulgazione matematica, di quelli che ti fanno vedere le cose e ti danno un’idea di come ci si arriva senza essere un testo ufficiale e necessariamente pesante. Non scherzo quando affermo che finalmente possiamo fregiarci anche in Italia di divulgatori di questo tipo, cosa che ho sempre invidiato agli anglofoni (però confesso che la parte sul nucleo dei giochi non è venuta così bene). Prendetelo: non ve ne pentirete.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-02 10:21

silenzio-dissenso

Leggo dal Corsera che il decreto anticrisi ha messo dei paletti sugli sgravi fiscali per chi fa operazioni per ridurre il costo energetico a casa: mettere pannelli solari, ma anche cambiare caldaia oppure infissi. Lo sgravio del 55% resta, però bisogna fare «un’apposita istanza» (telematica, claro) all’Agenzia delle Entrate «per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi». Fin qua nulla di male. Peccato che se entro trenta giorni l’Agenzia non dà esplicita risposta positiva allora «l’assenso si intende non fornito». È su questo che io non sono affatto d’accordo. Non per me, che tanto non avevo in mente nessuna operazione di questo tipo, ma per principio.
Capisco che il nostro governo è del “fare”. Ad esempio, questa manovra che “muove 80 miliardi” è stata approvata in dieci minuti, il che significa che i corsi di lettura veloce devono funzionare, visto che il decreto è composto di 70 schermate: facendo i conti, non si può perdere più di 8 secondi e 57 centesimi su ciascuna di esse. Ma questo non significa che tutta la funzione pubblica sia così efficiente, e che quindi il 100% delle domande sarà esaminata nei tempi dovuti. Non per nulla, il principio che è sempre stato usato è quello del “silenzio-assenso”, che è un modo come un altro per dire che le colpe dello Stato non debbono ricadere sui cittadini. Stavolta, invece, si è (scientemente?) scelto l’opposto. Bel colpo, direi.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-02 01:00

la tazza del prezzo

Non è a priori “itagliano”, visto che l’espressione è inglese: ma non ho voglia di creare una sezione apposita di “engrish”, quindi il testo ve lo beccate qua.
Il price-cap, come spiega Wikipedia, è una normativa che mette un tetto – un cappello, letteralmente – agli aumenti di prezzo di una tariffa, che non possono essere superiori al tasso di inflazione meno una quota dovuta ai miglioramenti di efficienza richiesti all’azienda. Come potete vedere dal ritaglio della pagina del Corsera, per l’italica stampa si ha un price cup. Mi resta ancora da capire se “cup” viene preso nel senso di “coppa” (un trofeo che si vince per non avere alzato troppo i prezzi) oppure nel senso di “tazza”, e qui mi viene in mente il metodo per tagliare i capelli a caschetto ai bambini: si mette(va) loro una tazza in testa, e tutti i capelli che uscivano finivano sotto la forbice. In effetti la metafora non sarebbe male: si può aumentare le tariffe solo della parte che spunta fuori dalla tazza…

Ultimo aggiornamento: 2008-12-01 14:18

The great Silvio in the Sky

[noticina iniziale: non mi ricordo più chi aveva fatto il Decalogo del Bravo Bloggher che diceva di non scrivere mai post importanti nel weekend perché non sarebbero stati letti, ma aspettare il lunedì. In effetti quasi tutti i post al riguardo sembrano stati scritti stamattina…]
Onestamente non credo che la scelta del governo di aumentare l’IVA sugli abbonamenti Sky (rectius, eliminare l’agevolazione che l’abbassava dal 20% al 10%) sia stata voluta per tarpare le ali all’unico concorrente attuale dell’azienda televisiva del PresConsMin. Possiamo discutere, come fa ad esempio Mfisk, se in effetti non fosse corretto lasciare un’agevolazione per la “diffusione radiotelevisiva con accesso condizionato effettuata in forma digitale a mezzo di reti via cavo o via satellite”, esattamente come ci chiediamo da anni perché tra le forme di intrattenimento che godono di una riduzione dell’IVA non ci siano anche i dischi. Ma è anche vero che la facilitazione era stata data per agevolare la partenza sul mercato delle pay-tv (non solo Sky, come Berlusconi afferma: nel 1995 non c’era ancora un monopolista).
Quello che vedo però sono due cose: che Silvio ha la coda di paglia, visto che è stato pronto a dire che ha solo tolto un privilegio dato dalla sinistra (ma non si dice più “dai comunisti”?) e che pagherà anche Mediaset – cosa di cui non sono così certo, visto quanto scritto sopra e tenuto conto che il digitale terrestre non è né cavo né satellite); e soprattutto che Murdoch, che non è certo un agnellino, sarà pronto a sfruttare fino in fondo la campagna “conflitto di interessi”, che per la prima volta verrà da un pulpito ad ampia visibilità. Ripeto: che ci sia davvero conflitto di interessi anche in questo caso, non ne sarei certo. Ma tanto quello che conta è sempre quello che la gggente capisce, e può darsi che stavolta i filoberlusconiani siano toccati molto di più che per tutto il resto…

Ultimo aggiornamento: 2008-12-01 12:36

sciopero atm e sinergie

Oggi c’è uno sciopero degli autoferrotranvieri appartenenti ai Cobas. Ventiquattr’ore, tranne le fasce di garanzia.
Oggi a Milano pioveva: un po’ più del solito, il che significa che piazza Appio Claudio e viale Zara sono allagati.
Oggi i due varchi di ingresso della metropolitana, stazione Zara, lato destro scendendo erano bloccati, facendo fare delle code incredibili per poter entrare dagli altri tre varchi.
Adesso mi aspetto che il presidente dell’ATM, ammesso che venga a sapere della cosa, affermi che è colpa dei dipendenti che hanno anticipato lo sciopero chiudendo i varchi in modo da creare maggior disagio agli utenti, e già che c’erano hanno anche bloccato la scala mobile da quel lato. Il pensiero che una stazione costruita tredici anni fa sia stata fatta e manutenuta così bene che con qualche goccia d’acqua in più si blocchi tutta è ovviamente impossibile da concepire, con tutti i soldi che ATM spende per la perfetta efficienza dei mezzi.
(che poi stamattina pioveva di nuovo nel nostro open space, ma almeno Telecom è un’azienda privata – senza contare che così fa vedere che tratta tutti allo stesso modo)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-01 09:50

L’enigma del Mandarino (libro)

[copertina] L’edizione originale di questa raccolta di giochi (Henry E. Dudeney, L’enigma del Mandarino [Amusements in Mathematics – parte I], RBA Italia 2008 [1959], pag. 238, € 9,99, trad. Angela Iorio) fu pubblicata nel 1917 dallo stesso Dudeney, e a quanto ne so ebbe uno strepitoso successo, come del resto le rubriche che lui teneva in varie riviste britanniche dove i vari quesiti erano stati precedentemente posti. Rispetto a Gli enigmi di Canterbury direi che i giochi sono mediamente più semplici da risolvere, pur essendoci delle vistose eccezioni: non so se questo sia legato alla scelta di quali inserire partendo dall’edizione Dover del 1959 (questo libro non è la prima metà di quello inglese). Anche in questo caso bisogna spesso stare attenti alle trappole verbali nella formulazione di alcuni quesiti, che non hanno soluzione se non con un trucco: fortunatamente la traduzione coglie le sfumature e permette così di risolverli, e anche i disegni sono più chiari di altri libri RBA Italia. Oltre ai problemi il libro contiene alcune parti discorsive: interessante soprattutto quella sulla scomposizione di figure per crearne altre.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-30 16:18