Archivi annuali: 2007

il federalismo di Trenitalia

Chi non prende il treno se non una volta ogni tanto è probabilmente convinto che le tariffe – oltre che care rispetto al servizio offerto – siano standard in tutta Italia; se prendo lo stesso tipo di treno per lo stesso percorso, pago lo stesso prezzo. Sbagliato. Sono almeno dieci anni che ci sono tariffe “nazionali” e tariffe “regionali”, e queste ultime sono maggiorate – mai capito il perché. Addirittura ci sono casi come la Liguria dove ci sono biglietti per il weekend, che ovviamente costano di più così che quei rari milanesi che pensano di riuscire a non usare la macchina per un pomeriggio e spostarsi in treno pagano.
Questa differenza di prezzo è molto più sensibile nel caso degli abbonamenti per i pendolari: chi pertanto abita in una località al confine regionale si arrangiava come poteva, e comprava un abbonamento per una percorrenza più lunga ma sovraregionale, risparmiando dei soldi. (Ah, per Trenitalia Piacenza è sia in Emilia che in Lombardia, probabilmente vista la quantità di gente che va a lavorare a Milano). Si arrangiava, appunto. Perché Trenitalia ha deciso che da novembre se uno fa un abbonamento transregionale pagherà le tariffe delle due regioni proquota. E anche se non sei un pendolare e fai semplicemente un viaggio, se hai un biglietto a prezzo nazionale non potrai più prendere un treno regionale. Insomma, ci metterai più tempo, ti trovi un treno più brutto – di Minuetto non è che ce ne siano molti, e magari quei pochi sono in riparazione, e paghi di più. Perfetto esempio di federalismo, no?

Ultimo aggiornamento: 2007-10-25 15:38

Allora lo fate apposta!

dopo i problemi con la Adsl a casa, è stata una gioia arrivare stamattina in ufficio e scoprire che eravamo sconnessi dalla rete (anche interna).
Ma ci sono cose peggiori, vi assicuro.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-25 12:30

quasi una ISDN

Fino a ieri, a casa avevamo due linee telefoniche, retaggio di quando Anna aveva fatto mettere l’ISDN (che io stoltamente le ho fatto togliere, invece che limitarci a lasciare perdere il contratto a forfait che costava un casino di soldi) e quindi l’ADSL se ne stava per conto suo.
Oggi, considerando anche che il tipo di ADSL che avevamo era inutilmente caro, abbiamo fatto accorpare il tutto, arrivando ad avere una linea a 2 Mb/s. Questo almeno in teoria. In pratica, vedevo che non funzionava praticamente nulla; dopo avere smadonnato per un po’ col router, preso un cavo RJ45 per verificare che non fosse un problema del wireless ed essermi connesso al router stesso, ho scoperto che la connessione verso Internet c’è. Upstream 160 kb/s, downstream 64 kb/s.
Bel risultato, vero?

Ultimo aggiornamento: 2007-10-24 19:51

Visibili armonie (libro)

[copertina] Michele Emmer è un matematico, figlio del regista Luciano Emmer. Insomma, una persona geneticamente e culturalmente adatta per un libro come questo (Michele Emmer, Visibili armonie, Bollati Boringhieri – Nuova Cultura 142, pag. 430, € 60, ISBN 978-88-339-1729-0), con sottotitolo “Arte Cinema Teatro e Matematica” e avente come filo conduttore… un labirinto, la traccia dei pensieri di Emmer. Ci sono delle chicche davvero belle, soprattutto nelle sezioni dedicate all’architettura e al cinema che non si trovano praticamente mai nelle varie trattazioni dedicate a queste arti, e tanto meno nei tomi matematici. Però ho trovato un po’ scocciante vedere una caterva di citazioni con un’indicazione solamente vaga dell’opera da cui sono state tratte; e ho trovato parecchio scocciante in un paio di casi vedere la stessa citazione a poche pagine di distanza, segno di una mancata rilettura. Insomma, luci ed ombre.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-24 13:12

Microsoft è il diavolo: ennesima prova

Gabriele mi ha mandato un link a un articolo che racconta come Microsoft stia sviluppando un nuovo linguaggio funzionale di programmazione, che si chiamerà F#. (In due parole: in genere i linguaggi di programmazione tendono ad avere come operazione di base l’assegnazione di un valore a una variabile, mentre in questo caso si ha come operazione di base il calcolo del valore di una funzione).
Il nome dovrebbe essere un doppio gioco di parole, richiamando il C# sempre di Microsoft (che si legge “see sharp”, vedi chiaro) con l’iniziale F per function/funzione. Ma anni e anni di strimpellio della chitarra me lo fanno leggere come “fa diesis”; e la prima associazione che mi viene in mente è quella con il C, cioè il do. La distanza tra un do e un fa diesis è di tre toni, e nella musica medievale questo intervallo, il tritono, viene chiamato “diabolico” perché per nulla armonico.
Ma tanto lo sapevate già che Microsoft è demoniaca, no?

Ultimo aggiornamento: 2007-10-24 09:38

Grande Concorso Esselunga

In queste settimane da Esselunga (tranne che in via Washington a Milano… mi piacerebbe sapere come mai) c’è un concorso per festeggiare i cinquant’anni dall’apertura del loro primo supermercato. Ho provato a dare un’occhiata al regolamento (PDF), e ci ho trovato delle chicche davvero interessanti, almeno per uno fuori di testa come me: non tanto nel regolamento vero e proprio, quanto negli allegati.
Nell’allegato 2 l’azienda che ha generato i numeri casuali delle schedine per il concorso scrive:
${AZIENDA} genera numeri casuali utilizzando algoritmi di tipo Linear Congruential Generator (LCG). Tale algoritmo è attualmente studiato e documentato dai maggiori gruppi di ricerca sulla 'generazione casuale dei dati' (per una bibliografia approfondita sull'algoritmo utilizzato si segnala la consultazione della pagina web http://random.mat.sbg.ac.at/~charly/server/node3.html).
Sono andato a vedere quella pagina, e non è che ci abbia capito molto, se non che vi sono elencati alcuni tipi di LCG – perché naturalmente le proprietà di questi algoritmi dipende molto dalla funzione di partenza. Poi sono andato su wikipedia (scusate per la versione inglese, ma quella italiana è troppo striminzita per quanto riguarda i pro e i contro) e da lì ho letto quello che sapevo: gli LCG sono sufficienti per numerare le cartoline di un concorso a premi, ma ci sono algoritmi di generazione di numeri pseudocasuali che danno un risultato molto più “casuale”.
Insomma, quella letterina è un bieco modo per usare terminologia matematica per far credere chissà cosa, quando in pratica l’azienda usa algoritmi che penso fossero già presenti nella mia prima calcolatrice programmabile che mio padre mi regalò trent’anni fa. Poi ci si chiede perché la matematica sia così temuta.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-23 19:11

Se non vedete l'ora

Questo sito, dal nome chiaramente autoesplicante, ha una grafica ancora più minimalista del mio blog.
Ma la cosa più interessante è che ha un feed RSS: quindi, in Stile Web 2.0, potete essere regolarmente aggiornati sull’importantissima questione “adesso è Natale, o no?”

Ultimo aggiornamento: 2007-10-23 11:07