Archivi annuali: 2007

Eolo, eventualmente Ezechiele

A proposito di tecnologia che mi si rivolta contro: stamattina sono arrivato in ufficio, ho acceso il pc, e invece di vedere la solita lucina verde se n’è accesa una rossa. Sul monitor è apparsa la minacciosa scritta “Le ventole non ventolano, io mi spengo” o qualcosa del genere in inglese, ed effettivamente il pc si è spento subito dopo. Io sono un ottimista, ho riprovato ad accendere il pc, ma il risultato è stato lo stesso.
Dopo il caffè obbligatorio per far partire i miei due neuroni e prima di arrischiarmi a fare il numero verde dell’assistenza delocalizzata, ho spostato a fatica il pc e ho soffiato con forza. Risultato: è ripartito come se nulla fosse. È bello sapere di essere una persona di qualche utilità spirometrica.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-19 09:52

Tremate! Tremate! Per le telefonate!

L’edizione milanese di Repubblica lo sbatte in prima pagina, anche se stranamente il sito ATM non ne fa parola: da oggi è possibile usare il telefonino tra le stazioni Cordusio e Cairoli (circa quattrocento metri, ma si sa che quello che conta è il principio). Entro fine anno le stazioni della rossa fino a Pagano – ma non le gallerie – riceveranno il segnale, e in soli tre anni tutta la rete metropolitana non sarà più il rifugio di chi voleva stare un attimo senza il terrore dello squillo che assale.
Non che la teNNologia sia così complicata: ancora nello scorso millennio a Bruxelles il mio telefonino funzionava perfettamente. E di per sé magari potrebbe anche essere utile avere la possibilità di fare una telefonata mentre si è in banchina, sopratutto la sera. Però mi chiedo se i signori dell’ATM pensino che sia possibile parlare al telefono mentre si è sulla gialla. Quando ci salgo con Anna, lei sa che non intendo affatto dover gridare e capire un terzo di quello che mi si dice…
Aggiornamento: (19 novembre) È lunedì mattina, l’omino della comunicazione ATM è riuscito a trovare il suo ufficio, e il comunicato stampa è apparso.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-18 17:42

Beato Antonio Rosmini

A quanto si legge, oggi Antonio Rosmini verrà beatificato. (L’articolo parte poi per la tangente, visto che alla Spinelli di Rosmini interessava poco: ma il trafiletto su Repubblica cartacea non l’ho visto sul sito online, quindi vi accontentate di questo).
La cosa più interessante è che Rosmini era stato messo all’Indice da Pio IX perché aveva osato scrivere contro la situazione della chiesa… il che non ha impedito adesso la sua beatificazione. Io che sono un ottimista non vedo nulla di strano: le cose di Dio sono diverse da quelle degli uomini :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-11-18 15:23

La tecnologia riprende ad odiarmi

Venerdì sera Anna cerca di vedere un dvd che si era presa da Blockbuster, ma non funziona nulla. Così ad occhio si è perso il sincronismo tra lettore dvd e televisione, ma non saprei dire se il problema è sul dvd o sulla tv. Ha poi provato a vedere il film sul suo pc, ma si lamentava che ogni tanto l’immagine si bloccava. Quello almeno gliel’ho risolto: era il processo TeaTimer che non si fidava troppo dei virus all’interno del dischetto :-)
Ieri sera torno a casa, e il telecomando non mi apre la saracinesca del box. Faccio un po’ più di attenzione, e noto che il led spia si accende una sola volta: immagino che la pila si stia scaricando, e apro a mano con la chiave. Solo che poi scopro che non posso chiudere con il pulsantone dentro – la saracinesca è convinta di essere chiusa, e quindi cerca di aprirsi ancora di più. Chiudo a mano, e mi accorgo di non riuscire a bloccarla con la chiave; rimane ferma, ma leggermente aperta. Vabbè, mi giro per tornare a casa, tocco per sbaglio il telecomando… e la saracinesca sale. Fino a due terzi, ma sale. A questo punto con un po’ di contorsionismo la chiudo col pulsantone, e va tutto bene… almeno per quanto riguarda ieri.
Forse non dovrei toccare il PC.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-18 09:58

Innovazioni

Dopo dieci giorni di riposo legato al raffreddorone (ce l’ho ancora, ma non si può esagerare!) stamattina sono andato in palestra e ho scoperto che finalmente avevano cambiato le macchine per fare i pesi, come promesso da mesi. A parte che io mi trovavo bene anche con le vecchie, la modifica dal mio punto di vista ha avuto come danno collaterale l’aggiunta di un numero incredibile di macchine per fare stepping e tutte quelle cose che non sono mai riuscito a capire perché le si fa in palestra e non camminando in giro, oltre al fatto che devo chiedere quali sono gli equivalenti di alcune delle macchine che usavo prima. Ma la cosa più divertente è che queste nuove macchine sono “designed and made in the U.S.A.” il che fa capire come il dollaro sia davvero calato di valore… e soprattutto fa sì che i pesi delle macchine in questione sono in libbre. In teoria non cambierebbe poi molto, visto che uno dovrebbe accorgersi se il peso che sta facendo è quello corretto oppure no; in pratica ho visto un bel foglio di carta appeso all’ingresso con tutte le conversioni lbs-Kg, fortunatamente arrotondate al chilogrammo.
In una notizia scorrelata, stasera mentre passavo all’Esselunga ho scoperto che non ci vuole più una moneta da 2 euro per prendere il carrello, ma una da un euro. Anche qua, grandi cartelloni in giro che diffondono la notizia. Capisco che sia più facile avere in tasca o nel borsellino una moneta da un euro che una da due, ma mi chiedo il perché di una simile spesa per rifare tutti i blocchi dei carrelli, e non fare come quegli altri supermercati che sono molto più liberali e ti lasciano usare i 50 centesimi, l’euro o i due euri… Ma forse questo è un modo per dire “noi non solo blocchiamo i prezzi dei cibi, ma abbassiamo anche quello dei carrelli!”

Ultimo aggiornamento: 2007-11-17 20:56

MiFID: tutela sì, ma di chi?

Il primo novembre è entrato in vigore la direttiva MiFID (dalla wikipedia inglese, mi spiace ma nessuno l’ha tradotta in italiano. Per chi odia la lingua d’Albione, qua si trova qualcosa). In teoria la MiFID dovrebbe aumentare la concorrenza (e dàgli!) e tutelare il consumatore, evitandogli di trovarsi nella situazione in cui una banca, per sbolognargli ad esempio delle obbligazioni Parmalat, gli dice “prenda queste! Sono un investimento sicuro!”. Questa la teoria.
La pratica? Mercoledì mi è stato consegnato un malloppo di 25 (venticinque) pagine scritte in corpo 7, e intitolato “Contratto relativo al servizio di collocamento e consulenza in materia di investimenti di [NOME BANCA]”. Il plico è bucato, e in un buco è stata messa una di quelle fascette di plastica che una volta chiuse non si possono aprire: fascetta con un numero di serie. La copia che ho firmato per la banca ha una fascetta simile, con un numero di serie diverso (sennò era troppo facile).
Lascio immaginare ai miei ventun lettori [*] la trasparenza che si può avere in un contratto di 25 (venticinque) pagine scritte in corpo 7 con frasi tipo
«Condizioni particolari di illiquidità del mercato nonché l’applicazione di talune regole vigenti su alcuni mercati (quali le sospensioni derivanti da movimenti di prezzo anomali c.d. circuit breakers), possono accrescere il rischio di perdite rendendo impossibile effettuare operazioni o liquidare o neutralizzare le posizioni.»
e non entro neppure nei dettagli grammaticali: faccio solo notare che sulle 44 parole prima del punto finale c’è un unico segno di interpunzione, una povera e raminga virgola che tra l’altro si trova dove non dovrebbe stare.
Ma non è finita qua. Ho dovuto ricompilare il questionario abbinato a tutta questa documentazione, dove oltre a chiedere quanto ne so di finanza – fin qua passi – e qual è il mio titolo di studio – e già qua avrei a che dire: il fatto di essere laureato fa sì che sia meno colpa della banca se mi spenna? – riesce a chiedere qual è il mio reddito annuo. Che te ne importa? se sono più ricco posso perdere più soldi? Naturalmente, in ossequio alla praivasi, ho la gentile concessione di rifiutarmi di rispondere a una o più di queste domande. Ma attenzione! Se appena uno si azzarda a rispondere una sola volta “non so”, scatta il piano B. Per fare un qualunque investimento, occorre firmare un ulteriore foglio con una frase che una volta tradotta in italiano suona tipo “per quanto riguarda questo investimento, so che non è affatto detto che la banca abbia controllato tutto attentamente; e mi sta bene così”. Perfetta tutela, non c’è che dire. Solo che forse la tutela non è esattamente verso il piccolo risparmiatore.
[*] sì, avevo sempre contato ventitré miei lettori. Ma dopo che ho scoperto che la frase era usata da Giovannino Guareschi mi sembra giusto non peccare in superbia e ridurre le mie pretese.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-16 14:43

tumblr e pigrizia

Come forse tutti non sanno, oltre alle notiziole io porto avanti anche i ritagli di .mau.. L’idea iniziale era semplicemente di segnare le frasi trovate in giro e che mi sono piaciute; però ho notato che in effetti è anche comodo se non ho voglia di fare un commento vero a una notizia, come cerco sempre di fare qua. C’è un vantaggio anche per i lettori: si vede tutto subito.
Che bello essere pigri :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-11-15 15:16

Parole matematiche: ipotesi

(la lista delle parole matematiche si trova qua!)
La parola “ipotesi” è greca, e fin qui non ci piove. Magari però non avete mai pensato che esiste un suo perfetto corrispondente latino: “supposizione”. L’etimologia è infatti dal greco hypo-, sotto, e -thesis, il porre. In italiano la parola è attestata a partire dal 1617, dal filosofo Giovanni Botero che lo usava con il significato di “congettura per spiegare fatti di cui non si ha una piena conoscenza”.
Di per sé non è che ci sia una differenza enorme tra l’uso matematico e quello comune: però una differenza c’è. Infatti per un matematico l’ipotesi è sì una supposizione, ma che lui considera vera. Attenzione: l’ipotesi non è vera, ma viene presa per vera, come ad esempio nelle dimostrazioni per assurdo, dove il matematico spera appunto di trovare una contraddizione.
L’ipotesi che troviamo nel discorso comune è invece molto più vicina al significato “filosofico” che ho riportato sopra. L’ipotesi viene infatti buttata lì come spiegazione, e nessuno si preoccupa effettivamente se sia vera o falsa: basta che sembri spiegare i fatti. La differenza di approccio col matematico si vede eccome!

Ultimo aggiornamento: 2007-11-15 11:54