MiFID: tutela sì, ma di chi?

Il primo novembre è entrato in vigore la direttiva MiFID (dalla wikipedia inglese, mi spiace ma nessuno l’ha tradotta in italiano. Per chi odia la lingua d’Albione, qua si trova qualcosa). In teoria la MiFID dovrebbe aumentare la concorrenza (e dàgli!) e tutelare il consumatore, evitandogli di trovarsi nella situazione in cui una banca, per sbolognargli ad esempio delle obbligazioni Parmalat, gli dice “prenda queste! Sono un investimento sicuro!”. Questa la teoria.
La pratica? Mercoledì mi è stato consegnato un malloppo di 25 (venticinque) pagine scritte in corpo 7, e intitolato “Contratto relativo al servizio di collocamento e consulenza in materia di investimenti di [NOME BANCA]”. Il plico è bucato, e in un buco è stata messa una di quelle fascette di plastica che una volta chiuse non si possono aprire: fascetta con un numero di serie. La copia che ho firmato per la banca ha una fascetta simile, con un numero di serie diverso (sennò era troppo facile).
Lascio immaginare ai miei ventun lettori [*] la trasparenza che si può avere in un contratto di 25 (venticinque) pagine scritte in corpo 7 con frasi tipo
«Condizioni particolari di illiquidità del mercato nonché l’applicazione di talune regole vigenti su alcuni mercati (quali le sospensioni derivanti da movimenti di prezzo anomali c.d. circuit breakers), possono accrescere il rischio di perdite rendendo impossibile effettuare operazioni o liquidare o neutralizzare le posizioni.»
e non entro neppure nei dettagli grammaticali: faccio solo notare che sulle 44 parole prima del punto finale c’è un unico segno di interpunzione, una povera e raminga virgola che tra l’altro si trova dove non dovrebbe stare.
Ma non è finita qua. Ho dovuto ricompilare il questionario abbinato a tutta questa documentazione, dove oltre a chiedere quanto ne so di finanza – fin qua passi – e qual è il mio titolo di studio – e già qua avrei a che dire: il fatto di essere laureato fa sì che sia meno colpa della banca se mi spenna? – riesce a chiedere qual è il mio reddito annuo. Che te ne importa? se sono più ricco posso perdere più soldi? Naturalmente, in ossequio alla praivasi, ho la gentile concessione di rifiutarmi di rispondere a una o più di queste domande. Ma attenzione! Se appena uno si azzarda a rispondere una sola volta “non so”, scatta il piano B. Per fare un qualunque investimento, occorre firmare un ulteriore foglio con una frase che una volta tradotta in italiano suona tipo “per quanto riguarda questo investimento, so che non è affatto detto che la banca abbia controllato tutto attentamente; e mi sta bene così”. Perfetta tutela, non c’è che dire. Solo che forse la tutela non è esattamente verso il piccolo risparmiatore.
[*] sì, avevo sempre contato ventitré miei lettori. Ma dopo che ho scoperto che la frase era usata da Giovannino Guareschi mi sembra giusto non peccare in superbia e ridurre le mie pretese.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-16 14:43

6 pensieri su “MiFID: tutela sì, ma di chi?

  1. Annarella

    “quali le sospensioni derivanti da movimenti di prezzo anomali c.d. circuit breakers”
    Esiste una casellina dove si possa scrivere UH?!?

  2. MCP

    E dovremo firmarlo tutti…
    L’ultima parte che citi suona un po’ come il consenso informato della sanita’: noi ti avvisiamo che forse ti puo’ succedere questo e quest’altro, cosi’ se poi succede non potrai dire che e’ colpa nostra, ti avevamo avvisato!

  3. .mau.

    @Enrico: ricorda che MiFID (cioè le venticinque pagine) sono europee, quindi all’estero non è che siano messi troppo meglio. Poi spero per loro che non abbiano i modulini aggiuntivi da firmare…

  4. Bubbo Bubboni

    Stento a credere che le 25 pp. siano europee.
    Sospetto che si tratti di una manovra di qualche ‘mericano infiltrato a Bruxelles per sbaragliare l’economia europea e/o il sistema giudiziario annegandolo di contestazioni della validità di tale consenso.
    Comunque mi rafforza nella mia convinzione che sugli investimenti è molto meglio sbagliare (o riuscire) da soli che farsi rubare i soldi dalle [NOME DI ENTI DEL SETTORE FINANZIARIO E CREDITIZIO].

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