Archivi annuali: 2006

_Italiani, brava gente?_ (libro)

[copertina]
Dei nostri insuccessi nelle guerre passate ormai se ne parla da un bel po’, e persino la retorica risorgimentale ha dovuto cedere il passo a una valutazione più obiettiva del passato. Ma c’è una cosa a cui restiamo tenacemente abbarbicati: l’idea che noi italiani anche quando andiamo a fare campagne all’estero siamo comunque più “bravi” delle altre potenze, e per questa stessa ragione risultiamo benvoluti. Così gli attentati come quelli di Nassiriya vengono visti come una sorta di tradimento nei nostri contronti. Ma è vero tutto questo? Del Boca, in questo saggio storico ben documentato (Angelo Del Boca, Italiani, brava gente?, Neri Pozza – I Colibrì 2005, pag. 318, € 16, ISBN 88-545-0013-5), mostra come questo sia in realtà un mito che è stato alimentato non si sa bene da chi ma non ha nessuna ragion d’essere. Del Boca inizia dall’Unita d’Italia e dalla lotta al brigantaggio, per passare all’Abissinia, alla Cina dei boxer, alla Libia, alla prima guerra mondiale – in questo caso guardando dentro il nostro stesso esercito; la campagna in Etiopia e la seconda guerra mondiale hanno poi un grande risalto. Del Boca mostra da un lato le atrocità compiute dal nostro esercito, ma anche l’inettitudine dei comandi militari, che entravano in guerra non solo senza conoscere il nemico ma nemmeno con gli equipaggiamenti necessari, tutti a guardare solo le loro piccinerie. Solo nell’ultimo capitolo sembra sciogliersi un poco, non tanto nei confronti della classe politica ma verso le forze armate che afferma essere meno peggio degli altri contingenti: speriamo che abbia ragione.

Ultimo aggiornamento: 2018-02-26 11:36

Controlli fiscali

Prodi controllato 128 volte, senza risultati. Se alla Finanza non trovano nulla nemmeno illecitamente, come fanno a trovare gli evasori?

Ultimo aggiornamento: 2006-10-27 09:31

26 euro e 70

Lunedì, penultimo giorno lavorativo del mese, il mio conto corrente sarà rimpinguato dallo stipendio. Però i potenti mezzi telematici di Telecom mi permettono già di vedere il cedolino. Posso così gioire: mi è infatti arrivato l’aumento dello stipendio come da contratto. Peccato che, tra una storia e l’altra, i 51.02€ lordi si siano poi ridotti a 26.70€, parecchio meno di quello che pagherò in più di tasse l’anno prossimo… per non parlare di quanto ho perso per le giornate di sciopero per il rinnovo del contratto :-)
Ma nessuna paura: a gennaio avrò uno scatto di anzianità, e il mio stipendio tornerà ad essere “interessante”!
Aggiornamento: come non detto. Ci è stato appena comunicato che non solo abbassano il plafond degli scatti a disposizione (della qual cosa non mi importa molto, tanto è sempre enorme) ma dovrò pagare 12 euro (più IVA) al mese per il privilegio di avere il telefonino aziendale. Potrebbe essere la volta che lo restituisco… e rimango con il mio Vodafone.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-26 12:13

RC auto

Stamattina la free press marciava tutta compatta parlando della “giungla delle tariffe RCA” (una bella frase, che va bene ad ogni occasione) e lamentandosi che mentre un tranquillo quarantenne aostano può pagare 185 euro, a un neopatentato napoletano potrebbe toccargli di pagare più di 9000 euro (l’anno, sì).
City aveva però una tabellina con le tariffe maggiori e minori in alcune città: non certo il massimo per fare i conti, ma già sufficiente per capire una cosa. In tutte le quattro città evidenziate, la tariffa peggiore per il neopatentato era quella della compagnia Dialogo. Però in due delle città (Milano e Torino, per la cronaca) Dialogo era anche la società con il miglior preventivo per il quarantenne tranquillo, che pagava un decimo della tariffa del diciottenne. Così ad occhio, mi sa tanto che il modello scelto dalla compagnia è “io voglio solamente assicurare chi credo mi darà poche grane: così posso ridurre all’osso la mia struttura e fare tariffe ancora più basse per chi mi piace come assicurato”. Solo che la RCA è obbligatoria, e quindi occorre definire anche le tariffe per i “cattivi”: ecco dunque che queste ultime tariffe sono rese ad arte improponibili, per evitare che a qualcuno venga in mente di assicurarsi.
Possiamo discutere sull’eticità di un comportamento simile: però è chiaro che se non si tiene in mente questa condizione al contorno, i numeri della statistica sono completamente falsati. È un po’ il pollo di Trilussa all’ennesima potenza: se ci sono dieci persone, nove che guadagnano 1000 euro e uno 91000 euro, la media è di 10000 euro a testa…

Ultimo aggiornamento: 2006-10-26 11:39

lo fanno apposta

Non ho mai parlato troppo della scala mobile di piazza Abbiategrasso, anche se chi mi trova sul 15 sa che è uno dei miei topos preferiti. Ma oggi ho deciso di fare un’escalation :-) e reclamare direttamente ad ATM: ecco il testo del reclamo che ho appena inviato… vediamo i tempi di risposta.
Alla stazione Abbiategrasso di M2 esisterebbe una scala mobile che porta alla fermata dei tram. Uso il condizionale perché riuscire a vedere quella scala mobile in funzione non è certamente alla portata di tutti. Tralasciamo il problema della copertura in cristallo, che è stata danneggiata qualche settimana dopo l’apertura della stazione: c’è voluto qualche mese perché venissero tolti i vetri rotti, e non so quanti anni ci vorranno prima che i vetri vengano sostituiti. Il fatto è che è praticamente certo che per una ragione o per l’altra la scala mobile sia disattivata.
In effetti mi ero stupito di averla trovata funzionante per due mattine di fila martedì e mercoledì: fortunatamente stamattina c’era il bel nastro rosso che bloccava l’accesso, in modo da non farci abituare male. Peccato però che la scala mobile funzionasse. Si vedeva infatti la freccia verde e non il simbolo di divieto di accesso: inoltre io che sono notoriamente un rompipalle ho provato a calpestare la piattaforma in alto, e la scala si è tranquillamente messa in moto. Sarebbe forse questo un modo per dire che ATM ci tiene alla forma fisica dei suoi utenti?
(ehm… a quanto pare un reclamo non può superare i 500 caratteri, e non lo scopri fino a dopo avere postato, il che significa che devi riscrivere tutto. Usabilità, questa sconosciuta)

Ultimo aggiornamento: 2006-10-26 10:31

quando la giornata comincia male

Stamattina avevo deciso di prendere finalmente la bicicletta, dopo due settimane in cui non la toccavo. Scendo in garage, comincio la manovra di disincastrazione – tecnicamente c’è spazio per due biciclette e un’automobile, ma chissà come l’auto occupa tutto il posto possibile – e mi accorgo che c’è qualcosa che non va. Il “qualcosa” è semplicemente la gomma posteriore completamente a terra. Risultato: anche oggi ho preso i mezzi.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-26 10:08

Firefox 2.0

Non ce l’ho fatta. Dopo dodici ore dall’uscita ufficiale, sono andato sul sito e mi sono scaricato Firefox 2.0.
Bisogna dire che sono riuscito a mantenere tutte le mie estensioni funzionanti, e quindi mi sento molto felice. L’interfaccia è leggermente diversa, e mi devo abituare all’idea che il tab non si chiuda in alto a destra, ma sul tab stesso.
Poi la prima cosa che ho fatto è stata disabilitare lo spell checker automatico, che non sopporto per nulla. Voglio sbagliare per conto mio! Il trucco è andare su about:config e porre a 0 il valore di layout.spellcheckDefault.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-25 16:47

il TFR spostato all’INPS

La notizia ufficiale la conoscete già tutti: nella Finanziaria si sta disponendo che i soldi accantonati per il TFR dei lavoratori (delle aziende con più di cinquanta dipendenti) non saranno più conservati dalle aziende ma dovranno essere versati a un fondo gestito dall’INPS.
Quello che non potete conoscere è che stamattina, dopo che un delegato sindacale ha inviato per posta interna la notizia stessa, è capitato qualcosa di incredibile. Di solito quei messaggi vengono direttamente cancellati, e al massimo qualcuno risponde dicendo “smettila di inviarmi questa robaccia”. Stavolta invece sta partendo una discussione in puro stile forum, compresi interventi tipo «Secondo voi è legale che lo stato disponga di dove devono andare dei soldi (accantonamento TFR) che sono del lavoratore?»
Io non perdo tempo a rispondere alla tipa che ha scritto la frase di cui sopra, facendole notare che fino ad oggi lo Stato stava disponendo che quei soldi – che effettivamente sono di noi lavoratori dipendenti, tecnicamente si parla di “salario differito” – andassero alle aziende perché si autofinanziassero. Preferisco perdere un po’ di tempo notando una cosa: negli anni passati, i “vecchi” (insomma i fortunati che andranno in pensione con il sistema retributivo) erano assolutamente contrari a mettere il proprio TFR nei fondi pensione; adesso invece c’è la paura che l’INPS si mangi tutto, e così si sta pensando di fare il gran passo ed entrare nei fondi pensione di settore – che sono in fin dei conti un preclaro esempio di concertazione, visto che il comitato di gestione è nominato metà delle aziende e metà dei sindacati. Un risultato che non mi sarei mai aspettato. Ma quante ne sa, Prodi!

Ultimo aggiornamento: 2006-10-25 13:34