Archivi annuali: 2005

_L’enigma dei numeri primi_ (libro)

[copertina]Negli ultimi anni vanno di moda i libri che raccontano i grandi problemi che la matematica ha incontrato nel corso degli anni: i racconti usano meno formule possibili – e lo si può capire – e sono anche romanzati, secondo lo stile portato al successo da Eric Temple Bell che non si è peritato di portare alle future generazioni delle biografie di grandi matematici piuttosto esagerate. Con questo libro (Marcus du Sautoy, L’enigma dei numeri primi, Rizzoli 2004 [2003], p. 606, € 20, traduzione Carlo Capararo) mi pare si sia davvero esagerato. Passino i pettegolezzi sui vari matematici, e non sono nemmeno disprezzabili certe metafore, come i “punti al livello del mare” (gli zeri) nel “paesaggio di Riemann” (la funzione ζ). Ma quando du Sautoy parla della “retta magica” dove si allineano tutti gli zeri non banali mi pare proprio che si stia scadendo nel misticismo. E non penso proprio sia colpa della traduzione, che mi pare buona, sia nello stile che nella parte più propriamente matematica.
E dire però che il libro è interessante, se si riesce a sopportare i primi due capitoli, ed è uno dei pochissimi resoconti sulla matematica del ventesimo secolo che io abbia mai visto. Il libro è anche pieno di citazioni varie, che sono utili per comprendere il pensiero dei matematici, ammesso che uno lo voglia conoscere…
Insomma, lo si può leggere, ma forse è meglio aspettare l’edizione economica, che potrebbe anche avere un bonus implicito: cartaccia di bassa qualità ma che comunque permette una lettura migliore rispetto alla velina usata in questa edizione.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:50

Le cavallette! Le cavallette!

Sulle pagine milanesi del Corsera odierno, l’Assessore ai Trasporti Giorgio Goggi risponde piccato a un lettore che si era lamentato perché in otto anni non era ancora stata aperta la fermata della metro verde in piazza Abbiategrasso, già prevista prima per fine 2003 e poi per fine 2004. Oltre a spergiurare che entro aprile sarà in funzione, si dilunga a spiegare tutte le cause (vedi titolo) per cui i 1400 metri di percorso stanno richiedendo così tanto tempo. Cito: “complessa sistemazione dei sottoservizi in piazza Abbiategrasso, a cominciare dalla Centrale dell’acquedotto” (e non sapevano che c’era la centrale?); ma soprattutto “cedimento di una fognatura sotto l’alzaia del Naviglio Grande” (sic). In effetti per andare ad Abbiategrasso (comune, non piazza) si attraversa il Naviglio Grande, e i tempi si allungano di molto; riuscire a fare il tutto in soli 1400 metri di tratta ferroviaria è stato un risultato eclatante e che potrebbe finalmente superare la geometria euclidea.
Ma la ciliegina finale è la puntualizzazione dell’assessore: non ci sono voluti otto anni, ma solamente cinque!

Ultimo aggiornamento: 2005-02-04 10:35

Che ci fa Barenghi sulla Stampa?

Il quotidiano degli eredi Agnelli sta passando un brutto momento, schiacciato com’è dalla concorrenza Corsera/Repubblica/Sole. È possibile che abdichi alla sua volontà di essere un quotidiano nazionale, e si ritiri in buon ordine nella ridotta piemontese-ligure. Le ultime firme che se ne sono andate sono Pierluigi Battista e Filippo Ceccarelli, passati rispettivamente in via Solferino e piazza Indipendenza. Un bieco terzista e un gossipparo politico, diranno alcuni; ma era comunque piacevole leggerli. In compenso, Forattini continua ad essere dato per partente, ma lui purtroppo imperversa ancora.
Bene. Adesso scopro che Riccardo Barenghi è passato a scrivere per la Busiarda. Barenghi, per chi non lo sapesse, è stato direttore del Manifesto, e continuava a scriverci con lo pseudonimo Jena. E andava giù sul pesante, sia contro la destra che contro la sinistra. Insomma, un comunista puro e duro. E adesso è finito sulla Stampa, che notoriamente (tranne una minisbandata berlusconiana immediatamente corretta) è sempre stata di tendenza rosa chiaro chiaro? Ah, non c’è proprio più religione.

Ultimo aggiornamento: 2005-02-04 10:19

25% di sconto? non proprio

Una catena di supermercati sta facendo anche quest’anno la promozione “25% di sconto su tutti gli articoli”. Da oggi a sabato 12, per ogni acquisto ti verrà dato un buono sconto del 25% del valore dello scontrino, da usare in un’unica soluzione dal 14 al 26 febbraio. Sì, sono escluse schede e ricariche telefoniche, tessere prepagate e abbonamenti al digitale terrestre, quotidiani e periodici, abbonamenti alla tv satellitare. Ma quello non è poi un grosso problema, e credo che almeno per i giornali ci sia qualche legge al riguardo. Volevo invece calcolare quanto vale effettivamente lo sconto.
Noi oggi andiamo a spendere 100 euro, e ci danno uno scontrino di 25. Tra due settimane dobbiamo comprare per almeno 25 euro per usufruire dello sconto: quindi abbiamo speso in tutto almeno 125 euro e il nostro sconto massimo è del 20%. Aggiungiamo poi che è difficile comprare roba per il valore esatto della cifra dello scontrino: la percentuale di sconto scende ancora, pur non essendo certo disprezzabile. Ad esempio, se io spendessi 1000 euro per un PC, è vero che ho un buono di 250 euro, ma probabilmente non riesco nemmeno a spenderlo tutto. Non mi metto nemmeno a considerare poi l’effetto “spendo di più”, che è abbastanza naturale in questi frangenti.
Che dire, insomma? La pubblicità non è certo truffaldina e c’è comunque un discreto guadagno, ma conviene sempre farsi bene i conti.

Ultimo aggiornamento: 2005-02-03 17:11

fatica

Ieri l’accoppiata bici+palestra mi ha steso del tutto. Ieri sera mi stavo addormentando sotto la doccia. Eh, la vecchiaia…

Ultimo aggiornamento: 2005-02-02 11:50

Melinda e Melinda (film)

Come sapete, ogni tanto vengo trascinato al cinema da Anna, questa volta con l’ausilio di Barbara. Insomma, venerdì sera siamo andati al Colosseo (che non si sa se apposta o no, proiettava il film nella sala Allen) a vedere l’ultima opera di Woody, stavolta solo in veste di regista e non di attore per mancanza di ruoli adatti a lui. Beh, se avesse avuto trent’anni di meno sarebbe stato un Hobie perfetto, ma l’età avanza per tutti.
Non posso dire che mi sia piaciuto molto. La prima parte soprattutto l’ho trovata inutilmente lenta, anche se il secondo tempo si è riscattato. L’idea “la stessa situazione può essere vista come commedia o come tragedia” è magari trita, ma avere costruito due storie con attori diversi – a parte Melinda – ha permesso al film di non essere una copia di Sliding Doors. Poi era divertente vedere certi particolari di una storia comparire nell’altra in tutt’altro contesto :-)
Insomma, si può fare di meglio che andare a vederlo.
(ps: interessante vedere i commenti “tutto o niente” su IMDB. I “niente” sono ovviamente degli statunitensi, ma anche dei francesi. Vorrà dire qualcosa?)

Ultimo aggiornamento: 2005-02-01 15:05

Soluzioni all’italiana 1: ricorsi spam

Lo spam rende invivibili le nostre email, e questo lo sappiamo. Buona parte dello spam è in inglese (o turco, ebraico, coreano…) e magari per molti è facile buttarlo via automaticamente; e comunque è ben difficile riuscire a fare qualcosa contro di esso. Per gli spammatori nostrani, fino all’anno scorso c’era un sistema relativamente valido. Costava un po’ di fatica, perché occorreva fare una raccomandata al Garante per la Privacy (da quando in qua lo spammer ha il nostro consenso per spedirci materiale non richiesto?) però poteva portare a un rimborso di 250 euro, e alla sensazione di avere dato il nostro contributo.
Sembra però che il Garante cominciasse a ricevere troppi ricorsi, e non avesse personale a disposizione per lavorarci su. Come ovviare al problema? Assumendo più gente? No. Se andate a guardare alla pagina Come rivolgersi al Garante, ultimo paragrafo, potete notare come

Al ricorso va allegata la prova del versamento dei diritti di segreteria (euro 150,00).

Sono così buoni da suggerirci anche di usare il loro conto corrente. Visto che non ha un grande senso pagare 150 euro per riceverne forse 250, i ricorsi si fermeranno, e tutti (ufficio del Garante e spammatori) vivranno felici e contenti.

Ultimo aggiornamento: 2005-01-31 21:31

Loghi & Suonerie

Repubblica, come sempre sulla notizia (© Delio), ci rende edotti che il mercato di quelli che pomposamente sono definiti “servizi a valore aggiunto per la telefonia”, e in pratica sono quasi tutti loghi e suonerie, dovrebbero raggiungere quest’anno il miliardo di euro di valore. Va bene, non devo sputare nel piatto dove mangio, anche se devo dire che la suoneria del mio telefonino l’ho presa da un midi in giro e quella di Anna gliel’ho composta direttamente io. E poi io non faccio quei servizi… va bene, smetto.
La parte più divertente è scoprire da che pulpito viene quella predica. Se non ci siete arrivati, ve lo dico io: la SIAE. Sì, proprio quei benefattori di una piccola parte dell’umanità. Naturalmente il loro è un interesse disinteressato: si lamentano – non direttamente ma per interposta persona. Avete presente il ministro Gasparri? Ecco, lo dice lui – perché quei cattivoni dei gestori hanno un margine del 50%, sottintendendo che gli utili dovrebbero essere divisi con le major musicali.
La parte più triste è scoprire – ma sarà vero? – che il giro di affari delle suonerie è di 140 milioni di euro, cioè la metà di quello della vendita di CD musicali. Se questo fosse vero, e il trend continuasse, è chiaro che il CD non è più il mezzo principe di fruizione della musica. Ergo, che li mettano a 10 euro :-)

Ultimo aggiornamento: 2005-01-31 15:27