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Ignazio La Russa, lavoratore indefesso

Stamattina presto il presidente del Senato sarà all’Altare della Patria, perché s’ha da fare (e comunque si depone una corona d’alloro al Milite Ignoto, che è un soldato della prima guerra mondiale). Ma poi sfrutterà il fatto che non deve andare a Palazzo Madama e correrà a commemorare il famoso antifascista ceco Jan Palach.

Già che c’era ha spiegato di essere stato frainteso, e che aveva detto che nella nostra Costituzione non c’è la parola “antifascismo”. Oggettivamente non c’è nemmeno la parola “fascismo”, ho appena controllato; né ci sono le parole “duce” e “paraculo”, mentre c’è “regime”. Ma sono ragionevolmente certo che La Russa sappia tutto questo, e le sue esternazioni servano solo a fare casino mentre lui ride sotto i baffetti.

Sgrammaticatura istituzionale

Prendo atto che per Giorgia Meloni le parole pronunciate da Ignazio La Russa a proposito dei morti in via Rasella («una banda musicale di semi pensionati altoatesini») sono corrette ma non si possono dire se sei la seconda carica dello Stato. Non che mi aspettassi qualcosa di molto diverso.

Ultimo aggiornamento: 2023-04-03 16:59

Quando la banda passò

Se Ignazio la Russa afferma che “L’attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini”, non è che ci siano molte possibilità. Stiamo parlando di ignoranza totale – come vedete, l’articolo della Stampa repubblichina qui riportato parla di “soldati”: avrebbe tranquillamente potuto dire “soldati che stavano gestendo l’ordine pubblico” se proprio voleva rimarcare che per lui quei partigiani erano stati dei vigliacchi. Oppure stiamo parlando di una scelta voluta, non so se semplicemente per fare caciara oppure per distogliere l’attenzione da altro.

(no, non contemplo l’ipotesi “è un imbecille”. Inventarsi la storia di una banda non è una cosa che fa un imbecille.)

PS: occhei, c’è sempre la terza possibilità “il virgolettato di Repubblica non ha alcuna relazione con la realtà”. Però anche l’Ansa riporta “quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS”.

Ultimo aggiornamento: 2023-03-31 12:43

A sua insaputa

Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida (probabilmente per mezzo del suo social media manager) ci tiene a farci sapere che “Grazie ai decreti del Governo Meloni nessuno mangerà insetti a sua insaputa”. (Vabbè, lo stesso giorno ha ricordato le Fosse Ardeatine twittando “Piango gli italiani che morirono per mano straniera vittime dell’odio e della guerra. Il loro sacrificio sia da esempio eterno per chi combatte ogni tirannia. 24 Marzo 1944 – 24 Marzo 2023” e dimenticandosi curiosamente di coloro che hanno consegnato alla mano straniera quegli italiani, ma non si può pretendere molto).

Il mio tweet di commento è stato “Non ho capito a chi dovrò dire che mangerò insetti. Al governo Meloni tutto o solo a lui? E come lo farò? Ci sarà un sito apposta?”. Ma a mente più fredda mi è venuta in mente un’altra cosa. Per legge, da decenni nessuno che non sia analfabeta mangia qualunque cosa a sua insaputa: tutti i cibi venduti devono necessariamente indicare sulla confezione quali sono i loro ingredienti. Presumo che il ministro questo lo sappia, e dunque intenda qualcos’altro. A questo punto posso immaginare che il modo migliore per assicurarsi che nessuno mangi insetti a sua insaputa sia obbligare ad apporre sull’etichetta una bella stella gialla a sei punte, in modo da renderli necessariamente visibili.

(prima del covid ho mangiato una cavalletta fritta, e a fine 2021 dei biscotti fatti con farina di insetti. Non mi hanno detto assolutamente nulla, non avevano un sapore particolare. Forse è questo che preoccupa il ministro della sovranità alimentare?)

E che vi aspettavate?

Benvenuti in Val-di-Tara, terra della nostalgia

Immagine di Isola Virtuale

Il dirigente del liceo Carducci di Milano ha fatto bene a respingere le “logiche da curva violenta” a proposito dei manifesti con Meloni e Valditara a testa in giù e dello striscione “Ma quale merito, la vostra è solo violenza”.
Valditara avrebbe fatto bene ad apprezzare il dirigente, se solo non avesse fatto l’opposto con la dirigente del liceo Michelangiolo di Firenze.
Ma vi sareste aspettati qualcosa di diverso?

Ultimo aggiornamento: 2023-03-06 06:31

Il paradosso dei gelatai 2.0

Un paio di giorni fa, parlando della vittoria di Elly Schlein, avevo accennato al paradosso dei gelatai 2.0, suscitando un certo qual interesse nei mio socialcoso di nicchia. Ecco qua cosa intendo!

Il paradosso dei gelatai è piuttosto noto, e lo si trova anche su Wikipedia. Immaginate di essere a Pocacabana, su una spiaggia lunga un chilometro, dove è stata data una concessione a due gelatai. Inizialmente essi si mettono nella posizione in alto in figura, a 500 metri tra di loro e a 250 metri dagli estremi della spiaggia. Ma A pensa che se si sposta un po’ verso B farà sì di trovarsi un po’ di bagnanti più vicini a lui che a B, e quindi guadagnerà di più. B però non si lascia fregare e si avvicina anch’egli verso il centro, recuperando i bagnanti persi e prendendone ancora altri. Alla fine i due si troveranno fianco a fianco: avranno lo stesso pubblico di prima, ma in compenso mentre prima i bagnanti avevano un gelataio al massimo a 250 metri di distanza ora ce ne sarà qualcuno che dovrà percorrere 500 metri, e magari gli passa la voglia.

In teoria dei giochi il posizionamento di entrambi i giocatori, pardon i gelatai, al centro è un equilibrio di Nash: con il vincolo di doversi per forza trovare nella propria metà della spiaggia quella posizione è stabile perché a nessuno conviene muoversi. Ecco perché i partiti tendono a posizionarsi al centro, dicono i teorici dei giochi. Fin qui la teoria. Passiamo ora alla pratica…

La soluzione suindicata è corretta nell’ipotesi che tutti i bagnanti vadano a prendere il gelato. Ma se quelli più lontani si astengono, la soluzione rimane ottima ma con i due gelatai che guadagnano molto meno. Cosa succede allora se un gelataio decide di essere più radicale e spostarsi di nuovo verso un estremo? Ringalluzzisce i bagnanti che tornano in massa al chiosco e fanno aumentare gli incassi al furbo gelataio. Fuori di metafora, posizionarsi verso gli estremi in una situazione stagnante può dunque essere un vantaggio: l’abbiamo visto con Meloni a queste elezioni, lo vedemmo con Vendola in Puglia, e potremmo vederlo con Schlein. Funzionerà davvero? Chi lo sa. Quello che però sappiamo è che bisogna sempre stare attenti con i modelli :-)