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Figli di

Sul Guardian Simon Price racconta dei “nepo-babies”: i figli di pop star che fanno pop. L’ultimo caso è quello del brano composto e inciso da Sean Ono Lennon e James McCartney. (“Tre minuti della nostra vita che nessuno ci ridarà”, commenta sarcastico Price, e non posso dargli tutti i torti, anche se lo sto ascoltando mentre scrivo questo post e quindi non sto perdendo tempo…) Price nota come i figli di popstar sono ovviamente esposti alla musica molto più di altri, e hanno quindi una vantaggio iniziale; e aggiunge perfidamente che sono spesso ospiti di talk show e simili per il loro nome, ma poi nell’intervista si parla solo dei genitori e non di loro. Ma quello che succede è la regressione alla media (anche se non usa questa espressione): sono pochi i figli d’arte che hanno la stessa notorietà dei genitori.

Il mio pacato commento è “mavalà?”. Mica succede solo nella musica. È vero che io non ci faccio molto caso, ma qui in Italia se dovessi pensare ai calciatori mi viene in mente solo Sandro Mazzola (già Ferruccio non era certo il massimo); nel cinema Ricky Tognazzi o Massimo Dapporto; e vediamo cosa succederà con Angelina Mango. Ma questo è normale: in fin dei conti arrivare a un livello sufficiente è abbastanza facile, ma l’eccellenza è un’altra cosa. Lasciamo che i figli si godano i soldi dei genitori (se non li hanno sperperati tutti…) e non chiediamogli altro.

(immagine generata da fooocus)

Fantasy Internet Simulator

Da Priscilla De Pace (via Anna) scopro l’esistenza di Fantasy Internet Simulator, un progetto di un browser che fornisce pagine web come se fossimo ancora nel 1998. La cosa divertente è che le pagine mostrate in realtà non esistono, e sono generate da ChatGPT… (e la cosa triste è che somigliano molto alle pagine del mio sito. Dovrei farmi qualche domanda?)

Ultimo aggiornamento: 2024-03-21 11:34

Il Giappone cambia la latinizzazione ufficiale

esempio di nuovo Romaji Visto che il giapponese si scrive con gli ideogrammi, è necessario avere una loro conversione in caratteri latini (“romaji”, come dicono loro scritto appunto in caratteri latini). A quanto pare, il governo ha deciso di cambiare tipo di latinizzazione ufficiale, passando dalle attuali regole Kunrei-shiki rese ufficiali nel 1954 alle Hepburn. Il vantaggio? Se uno sa l’inglese riesce a pronunciare meno scorrettamente la parola. (Pronunciare “correttamente” il giapponese per un occidentale che non ha studiato mi pare impossibile).
Un grande miglioramento, insomma? Più o meno. Se uno viaggia in Giappone probabilmente vedrà per esempio i nomi delle stazioni ferroviarie con la nuova latinizzazione; ma in generale i nomi che leggiamo tutti i giorni sono già trascritti in Hepburn. Per esempio, Fukushima in Kunrei-shiki si scrive Hukusima … Insomma più che altro direi che si tratta di prendere atto del fatto compiuto.

(immagine da Japan News)

Lidl si ricorda del suo target

cassa automatica LidlQualche anno fa avevo scritto dell’introduzione delle casse automatiche alla Lidl, notando come il fatto che fossero solo usabili con carta di credito poteva dare qualche problema con parecchi clienti. In effetti per un bel po’ di tempo capitava spesso che le casse non fossero nemmeno accessibili, probabilmente per mancanza di una persona che controllasse la gestione.
Da un paio di mesi però due delle casse sono state aggiornate, e accettano anche i contanti. In effetti mi pare che comincino a essere piuttosto usate…

Aggiungo anche la possibilità di digitare a mano un codice a barre che non si riesce a leggere automaticamente. Poi è vero che quando l’ho fatto (su una confezione di 12 bottigliette d’acqua) l’assistente è subito corsa a vedere se io avessi cercato di fregare il sistema e passato la bottiglietta singola, ma tant’è…

(Immagine da https://www.lsa-conso.fr/lidl-teste-shop-and-go-pour-accelerer-le-passage-en-caisse,310176″>LSA)

Ultimo aggiornamento: 2024-02-28 18:05

La più grande invenzione dopo la ruota

Credo che come buona parte di voi io abbia il superpotere di aprire una confezione di medicinali dalla parte del bugiardino. A volte mi sono chiesto se sia un modo per vedere se i pazienti sono davvero pazienti. Bene: per qualche mese ho dovuto prendere il Frequil, un antiaritmico (no, non mi è servito a nulla e adesso provo un’altra molecola): come potete vedere dalla foto la scatola ha una freccetta in basso a destra che indica il lato dove aprire la confezione per non avere tra i piedi il bugiardino. Un piccolo passo per Big Pharma, un balzo enorme per l’umanità!

Il IX gennaio

Il 9 gennaio di centocinquantun anni fa morì Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, più noto come Napoleone III. Per commemorare l’evento, lo scrittore e poeta bolognese Olindo Guerrini scrisse (con il suo usuale pseudonimo di Lorenzo Stecchetti) un’ode, che forse farà riecheggiare qualcosa nella vostra mente…

Ei fu. Siccome immobile
Un padre capuccino
Guarda la goccia a pendere
Dal naso al suo vicino,
Così tranquilla e placida
La terra al nunzio stà,

Indifferente all’ultima
Ora dell’uom caduto,
E sol le vecchie pensano
Al caso impreveduto
Per combinare i numeri
D’un terno che verrà.

Lui folgorante in solio,
Dorato fino ai tacchi
Bardato come un asino
Di croci e di pennacchi,
Vide la Musa, e il cantico
Sciolto per lui non ha.

Ed oggi che il Demonio
Alfin l’ha presa in cura,
Questa del Corso Cesare
Volgar caricatura,
Parodia il vecchio cantico
Che tutto il mondo sa.

Dal due dicembre al Messico,
Dal Messico a Pechino,
Spinse alla preda l’aquila
L’imperator Pasquino
Oggi a giurar levandosi
Domani a spergiurar,

Fu vera infamia? — Capperi,
Se non è infamia questa
Anche il Neron di Tacito
Può sollevar la testa,
E i Mani di Caligola
Si posson consolar!

La tabaccosa e lurida
Genia dei Paolotti,
La turbolenta e lacera
Plebe dei Sanculotti,
La nobiltà del sangue
La boria del denar,

Tutti ingannò. L’Autocrate,
Il papa e le regine,
I regni, le repubbliche,
I preti e le sgualdrine:
Bugiardo nella polvere,
Bugiardo sugli altar.

Ei si nomò. Sorrisero
All’orgie della Senna
Le corna, le cantaridi
E il pepe di Caienna,
Blandizie ai reni esaustii
Dell’ebbro imperator.

E sparve. I dì nell’ozio
Trascorse in terra amica,
Triste, curando i calcoli
Dell’imperial vescica.
Dove peccò, l’Altissimo
Punisce il peccator.

Come sul dorso agli asini
Picchia la stanga e pesa,
E come i calci piovono
Addosso ai cani in chiesa,
Se per disgrazia pisciano
Sui piedi al sacrestan,

Tal su quell’alma il cumulo
Delle memorie scese,
Allor che fra le nebbie
Del cupo esilio Inglese
In mente gli tornarono
Le busse di Sedan.

Oh quante volte, pallido
Sul tormentato letto,
Chinato il volto livido
Sul vindice schizzetto,
Stette e dei dì che furono
L’assale il sovvenir:

E ripensò le splendida
Scene de’ suoi piaceri,
E il salto dei turaccioli,
E il cozzo dei bicchieri
Lo sparecchiar sollecito,
Il celere imbandir!

Ah, forse in tanto strazio
Un avvenir più caro
Gli sorridea; ma improvvido
Un medico somaro,
Gli diede il cloroformio
Tanto che l’ammazzòl

E l’avviò pei vindici
Sentier del bieco inferno
Ad espiar le infamie
In un arrosto eterno,
Ad espiar le vittime
Degli imperial’ Chassepots.

Lercia, servil, malefica
Stampa alle mancie avvezza,
Che palpi eroi da trivio
E geni da cavezza,
Che beli il panegirico
Del birbo che pagò,

Alle sue calde ceneri
Bandisci il monumento,
Invidiando l’obolo,
Margotti, il tre per cento,
E Cora Pearl, la Taide
Che in braccio a lui posò.

(Era quasi un anno che cercavo inutilmente questo testo. La Rete ha tante cose, ma l’indicizzazione lascia a che desiderare. Stavolta mi è capitato per caso, e non me lo sono lasciato sfuggire)

Uomo batte Tetris

i pezzi del tetris Chi ha la mia età (ma forse anche una decina d’anni in meno) ha sicuramente giocato a Tetris in una delle infinite versioni. A quanto pare la più antica per console è quella Nintendo: leggo dalla BBC che un adolescente statunitense è riuscito a “rompere il gioco”, arrivando a un livello – il 137 – dove la console si blocca. Il tutto è stato reso possibile da una tecnica di gioco ideata nel 2010, l’ipertocco (“hypertapping”), in cui il movimento apparentemente inconsulto delle dita sul joystick è molto più veloce di quello standard e della velocità di caduta dei pezzi. Evidentemente i programmatori non avevano pensato che si potesse arrivare così in là, altrimenti avrebbero usato qualche kilobyte per una schermata “mi arrendo…”

L’unico mio dubbio è quello della frase “but as of last month, only AI had been able to reach the game’s true kill screen.” Come fa un’AI a muovere i pezzi del Tetris? E se si parla di movimento virtuale (un programma vede la posizione, sceglie una mossa, e questa mossa viene eseguita) a che serve un’AI quando basta un normale programma con un’euristica adatta? Ma si sa, oggidì bisogna sempre parlare di intelligenze artificiali…

Aggiornamento: (14:30) su Mastodon lowlevel mi segnala questo post di Tom’s Hardware (americano), dove la mia ipotesi che il sistema automatico per giocare a Tetris non fosse un’AI è confermata – ma non ci voleva molto – e specifica una cosa interessante. Il crash è dovuto a un bit overflow, quindi a un baco di programmazione che può arrivare in momenti diversi del gioco a seconda di come si è sviluppato. In realtà se non ci fosse il baco la versione Nintendo farebbe semplicemente rollover: dopo il livello 255 tornerebbe al livello 0.

Ultimo aggiornamento: 2024-01-04 14:27