Ieri nelle pagine milanesi di Repubblica Amedeo Clavarino è partito con una filippica contro questi inquinatori di automobilisti, citando “statistiche” (ad esempio, che un motorino a due tempi butta fuori quaranta volte più benzene che una moto catalitica a quattro tempi) e terminando con un’ideona: dare quattro anni di tempo “in modo che tutti abbiano il tempo di prepararsi”, e poi togliere tutte le auto non Euro4, salvando al limite le Euro3.
Come sapete, non sono un grande amico delle automobili, e quanto alle moto penso di avere toccato l’ultima volta un motorino vent’anni fa. Ma qualcosa non mi torna. Anche prendendo per buone le statistiche, resta infatti un simpatico punto che il Clavarino sottace. Nessuno dei dati citati è relativo alle polveri sottili, il PM10 che ha scalzato gli altri fattori inquinanti nella hit parade dei blocchi. D’altra parte, ho appena controllato i dati di ieri a Milano: in effetti gli altri inquinanti sono tutti nei valori normali.
Insomma, i casi sono due. O qualcuno mi spiega con dovizia di particolari che anche le emissioni di PM10 sono tagliate con le nuove autovetture e che comunque è sempre maggiormente colpa delle auto per queste micropolveri, o resto con il sospetto che il Clavarino sia in realtà ingaggiato da qualche casa automobilistica che vuole farsi un po’ di fatturato nei prossimi anni.
lo shuttle
a parte le polemiche sull’immagine dell’ala rabberciata, che non poteva essere l’ala, le voci che si leggono tendono ad affermare che la NASA sapesse che quella navetta era irrimediabilmente danneggiata e che gli astronauti erano pertanto destinati a morte certa. Da Houston però hanno deciso di non comunicarglielo, per lasciarli tranquilli.
Io penso che qualcosa di vero in tutto questo ci sia, anche se non fino a quel punto, e questo per due ragioni. Innanzitutto, è difficile tenere nascosta una notizia del genere durante le comunicazioni con l’equipaggio, come sa bene chi ha avuto un parente con una malattia terminale. Qualcosa sfugge sempre.
La seconda ragione è che mi pare molto strano che a nessuno sia venuto in mente di controllare il pilota automatico. Se è plausibile che lo scoppio della navetta sia dovuto a un ingresso nell’atmosfera con un angolo sbagliato, e quest’angolo è stato deciso dalla strumentazione, doveva essere chiaro che in queste condizioni i dati potevano non essere coerenti. Un pilota umano poteva tentare di fare una caduta/atterraggio a mano, e magari ce la potevano fare. Chissà.
Targhe alterne
Questa settimana a Milano si viaggia a targhe alterne catalitiche. Questo significa che la mia vecchia Tipo è ferma. Oggi avrei potuto prendere in prestito la Tipo appena meno vecchia di Anna, ma non ne avevo voglia: così posso dare il resoconto di una giornata ciclistica (ieri) e una coi mezzi (oggi).
In effetti c’è molto meno traffico per le strade, il che per un ziclista è una iattura: chi c’è va più veloce e se ne frega allegramente di chi sta pedivellando. Il vantaggio da questo punto di vista ce l’hanno i tram: mentre generalmente supero della grossa il 3 o il 15 in Montegani-Meda-San Gottardo, questa volta sono stato surclassato.
In compenso, usare metropolitana e bus intercomunali è da suicidio. La gialla, che è già di suo la più sfigata, si è riempita già a Zara; la verde era relativamente vuota, ma solo perché doveva essere passato un altro treno un minuto e mezzo prima; il bus dell’AMP, oltre che essere arrivato come al solito all’ultimo momento, era così pieno che mi sono fatto il percorso in piedi, e non ho così potuto andare avanti con la mia guida alla formazione degli accordi scritta sul palmare.
Resto ad ogni modo dell’idea che le targhe alterne siano una tavanata galattica. Molto meglio, se si vuole togliere traffico, obbligare ad avere un car pool anche solo di due persone per auto. E meglio ancora potrebbe essere tirare fuori dal dimenticatoio quella legge che ha istituito i “buoni mobilità” sulla falsariga dei buoni pasto, quindi detassati. Anche questo aiuterebbe il traffico, ma né aziende né sindacati sembrano intenzionate a portare avanti questa strada. Boh?
Se pensi di non sapere bene l'inglese…
non puoi esimerti di andare a fare un salto a engrish.com, il sito dedicato all'”inglese” usato in Giappone come elemento decorativo, senza accorgersi del vero significato di quanto scritto.
Tra l’altro, mentle i cinesi pallano con la elle, i giapponesi parrano con la erre. Ecco la ragione del nome del sito.
Avis (nel senso di sangue, non auto)
Sabato mi sono fatto salassare, e ho scoperto di avere terminato il secondo tesserino: il primo era più capiente, arrivando a ben 27 righe per le donazioni, ma il secondo ne aveva solamente 16.
Insomma, il totale è di 43 volte in poco più di quattordici anni. Sono ancora vivo, vegeto e direi più in forma di quando iniziai, che si vuole di più?
blackout
Sciopero degli SMS
Stasera sono arrivato a Torino, sono andato a farmi tagliare i capelli, uscito tarduccio – verso le 20 da via Don Bosco – e mi sono avviato verso casa,
Una volta la cosa era facile: arrivavo in corso Regina (Margherita, per i non torinesi), aspettavo il 16 che mi avrebbe portato in piazza Sabotino, e da lì il 15 mi avrebbe lasciato sotto casa. Oggi, causa lavori passante ferroviario, il 16 è lontanuccio: ad ogni modo mi sono incamminato lestamente, ne ho trovato uno, e la prima parte dello show si è svolta tranquillamente.
A questo punto, il dubbio che effettivamente almeno qualcuno stesse scioperando mi è venuto, così ho provato a inviare un SMS con il numero della fermata dov’ero per capire quant’era il tempo di attesa previsto. La risposta è stata come sempre immediata: peccato che il testo fosse “Venerd£ 31 gennaio 2003 sciopero RdB dalle 18 al termine del servizio” e nessun dato utile. Sì, la i accentata mi è diventata un simbolo di sterlina… La codifica EMI non è mai il massimo.
A questo punto, ho due possibilità per questo messaggio. La prima è che, come da titolo, anche gli SMS siano stati bloccati. Ringrazio il GTT per avermi ricordato dello sciopero, ma non credo ci sarebbe stato problema ad aggiungere i passaggi dei tram che circolavano: il sistema dovrebbe essere automatico, e se il tram gira i dati arrivano!
Oppure, il sistema si è accorto che ci sarebbe voluto troppo tempo per il primo passaggio, e quindi ha evitato di scriverlo. La cosa può avere un senso, ma anche qui mi chiedo se non sarebbe stato meglio aggiungere qualcosa tipo “nessuna vettura prevista nei prossimi trenta minuti”.
Mah. Io per non sapere né leggere né scrivere mi sono incamminato di buon passo, tanto erano solo due km e mezzo verso casa. Per i curiosi: non ho visto tram nella mia direzione, ma ne è arrivato qualcuno dopo.
la saga dello stipendio
Oltre ad avere scoperto di avere meno ferie del mio vicino di banco (tre giorni l’anno, mica bruscolini!) e non essere ancora riuscito a capire come viene calcolato il mio nuovo stipendio, non si vedono ancora i miei soldi finiti in un’altra banca.
Ma non mi devo preoccupare.
Human Resources di IT Telecom mi ha appena scritto assicurandoMi che
“tale inconveniente non comporterà alcun effetto sulla data di valuta della Sua retribuzione” e che prima o poi vedrò anche l’accredito.
Ma la cosa più bella è che in un impeto di confidenzialità l’email è stata spedita a “Maurizio”. Sì, niente cognome. Anche il mio vicino di banco è solo “Massimo”. Un’azienda vicina al dipendente, no?