La scorsa settimana, Repubblica, sia nella versione cartacea che in quella elettronica, ha sbattuto in prima pagina la notizia di una retata della Guardia di Finanza, che per la prima volta aveva applicato la nuova legge sul diritto d’autore e aveva emesso avvisi di garanzia contro centinaia di persone che utilizzavano i sistemi peer-to-peer per scambiarsi file protetti da copyright.
Non sto a parlare della ragioni a favore o contro il P2P, cosa che mi richiederebbe molto più tempo e spazio, e non porterebbe da nessuna parte. Molto più interessante fare notare come alcuni (Paolo Attivissimo e Punto Informatico, giusto per fare i nomi) hanno provato a intervistare il capitano della GdF che avrebbe condotto questa indagine, il quale è cascato dalle nuvole e ha detto “noi stiamo semplicentemente facendo un’operazione contro una banda che stava vendendo materiale musicale pirata”. Qualche timida smentita la si è potuta leggere anche su Repubblica… cartacea, o la versione a pagamento. Il cibernauta qualunque è ancora fermo alla retata conto gli “scambisti”. Ah, visto come basta scegliere un termine specifico per convogliare subito una certa idea? Pensavate che a Repubblica fossero tutti ingenuoni?
La cosa più interessante è come sempre chiedersi cui prodest?. Se qualcuno ha un’idea, me lo faccia sapere!
zanzare
il BugBear di ieri
(che è un worm, non un virus: la differenza è che il worm ha come scopo principale il propagarsi)
Deve avere fatto MOLTI danni. Ho visto server di mail – a parte quello di IT Telecom che ha già problemi di suo – che non riuscivano a spedire né a ricevere posta: Anna doveva spedire il testo del nuovo capitolo, e alla fine sono stato costretto a fare ftp su una macchina non troppo carica e inviare il tutto di là.
Ah. l’informatica!
Aggiornamento: la copia di controllo del messaggio di 600K accettato da tin.it (ho visto il log…) ieri sera alle 20:30 mi è arrivato in casella alle 13 di oggi. Insomma, i server interni di tin.it erano leggermente incasinati.
addio brontolo
giochi matematici
Alla fine mi sono classificato venticinquesimo.
Se non avessi fatto quell’errore idiota di pensare al 5 invece che al 6, sarei stato diciannovesimo.
Se avessi risolto anche il problema della piramide, cosa che era nelle mie capacità, sarei stato dodicesimo.
Ma anche se avessi risolto tutto correttamente, sarei comunque stato settimo, visto che ci ho messo 111 minuti e i primi due hanno consegnato le risposte trentacinque minuti prima di me.
Sono lentuccio, direi…
outage
cioè fregatura. Dopo una serie di operazioni avventate, ho resettato il mio Zaurus. All’inizio non pensavo fosse una cosa così tragica, visto che avevo il backup delle mie applicazioni PIM e avevo da parte tutti i pacchetti aggiunti.
Peccato ci fossero anche gli altri miei dati personali, di cui il backup sembra essere vecchio di un mese :-(
Ghisa: una garanzia
Stamattina sono uscito di casa qualche minuto prima, e ho deciso di provare il percorso “con passeggiata”: con la metro fino a Famagosta, poi camminare un chilometro per raggiungere via Montegani e prendere il 15 per Rozzano. Forse mi va anche bene per questa volta, anche se sembra proprio un caso fortunato :-)
Sembra però che piazzale Abbiategrasso sia chiuso, e quindi ci sono i vigili che stazionano all’incrocio con via Neera, impedendo alle macchine di andare dritto, e al semaforo pedonale sul naviglio, a fare… non l’ho capito esattamente. Posso solo confermare che entrambi, ma soprattutto quest’ultimo, riuscivano a combinare un casino non indifferente, confondendo tutti.
Ma se ci sono queste necessità particolari, non sarebbe meglio spegnere temporaneamente i semafori?