Stavo rientrando a Torino dopo avere passato la serata con Ugo e Manuela (e Niki e Lele, per la precisione) e ho acceso la radio per sentire il giornale radio delle 23. Mi sono invece cuccato la notizia della morte di Pantani, trovato privo di vita in un residence a Rimini.
I primi commenti voglio farli sulle interviste che ho sentito su RadioUno. La tipa che conduce Sabato Sport è da mandare a zappare. Tutto, pur di non sentirla cambiare ipocritamente parere a seconda di chi parlava. Bruno Pizzul la potrebbe accompagnare, con i suoi paroloni “purtroppo è il nostro dovere dare queste notizie”. Le dai e basta. Per gli altri, Loretto Petrucci non ha fatto mezze misure, e ha detto chiaro e tondo di temere che la causa della morte sia tutta la robaccia che si è preso. Claudio Chiappucci ha tuonato contro quelli che “non gli sono stati vicino” e si è lamentato “contro chi parla sempre di doping” (per chi ha la memoria corta, uno dei primi ad essere fermato per ematocrito alto è stato lui) Mi è piaciuto Davide Cassani, che ha preferito parlare delle cose positive dei suoi ricordi, e soprattutto ha parlato di Pantani uomo, non ciclista.
Che cosa dico io? A parte rimandare a quanto scrissi a suo tempo qui e qui, ripeto che sono certo che il Pirata si fosse dopato, ma questo non sarebbe stato il peggio visto che lì lo sono sempre stati tutti. Altrimenti la fatica non la reggerebbero. E visto che non si poteva bombare più di tanto, le sue imprese per me restano da ricordare. Quello che però mi ha a suo tempo infastidito è stato il suo ergersi a paladino dell’antidoping. Non è stata una buona mossa.
Ma se come cercano di dire i media Pantani si è suicidato, forse si spiegano molte cose sul suo modo di fare.
despammed, ma non devirused
A quanto pare quelli di despammed.com si sono scocciati di fare il loro controllo. Passi ricevere ogni tanto un messaggio di spam che arriva dal mio indirizzo @despammed, ma oggi sono già arrivati due virus – non chiedetemi quali, io cancello e basta.
Per il momento ho disabilitato il forward. Spero di ricordarmi di guardare ogni tanto la casella.
tanto rumore per nulla
Radio Popolare nei suoi notiziari ha dato risalto a mio parere francamente esagerato alla lite interna alla Rai.
Riassunto della storia: l’altro giorno il nostro Presidente del Consiglio, Cav. On. Silvio Berlusconi, si è fatto intervistare dal cardinal Bruno Vespa a Porta a Porta. Come sempre negli ultimi nove anni, l’intervista è stata effettuata senza contraddittorio: Silvio parla, e nessuno può controbattere. I maligni dicono che fa così perché non è capace a rispondere a tono, e si impara i discorsi a memoria: io non sono d’accordo, poiché mi sembra impossibile che un venditore non abbia di queste capacità. Più banalmente, non vuole che gli tolgano la scena.
Ad ogni modo, ieri Primo Piano su Raitre aveva in programma un’intervista a Rutelli. Anche lui senza contraddittorio: vogliamo o no la par condicio? Ma il conduttore ha un’ideona: prendiamo l’intervista a Berlusconi, e facciamo commentare al piacione le varie risposte.
Tutto a posto? No. Qualcuno in alto a Raiuno ha bloccato la trasmissione, dicendo che quelle immagini erano di Raiuno e che al più potevano essere dati due minuti per diritto di cronaca, e che non si rompessero le palle. Solo una telefonata del Presidente di Garanzia al Direttore Generale della RAI sembra avere smosso le acque, arrivando alla soluzione dirompente del conduttore della trasmissione che leggeva le frasi di Berlusconi che poi venivano chiosate da Rutelli. O almeno ho capito così, non mi sono certo messo a guardare la televisione.
Due domandine sommesse. Uno: ma era una cosa così importante da fare tutto questo cancan? Neppure Repubblica.it ne ha parlato, ed è tutto dire. Due: ma la Rai quante aziende sono?
Memorie di un cuoco di un bordello spaziale (libro)
Il libro (Massimo Mongai; 299 pagine; Robin 2003; ISBN 8873710212; 15 €) è il secondo nella serie delle avventure del cuoco Rudy “Basilico” Turturro a spasso per la galassia. Non ho letto il primo, che pure è stato Premio Urania 1997: le mie letture fantascientifiche sono un po’ erratiche.
Dico subito che questo libro non mi è affatto piaciuto. Buona l’idea di vedere tutto dal punto di vista di uno che ami la cucina, e interessanti i flashback con estratti di altri libri del Turturro. Ma avere i nomi di pianeti e razze da dover leggere in stile “eenglehseh” per ritrovarsi con termini romaneschi come “L’Antica Piccola Magione Al Di Là Del Fiume” vale a dire “Kuhsaettuhdaetruhstaevaerae” può essere divertente all’inizio, ma alla lunga scoccia: e gli intermezzi di sesso mi sembrano nello stile dei libri porno-sf degli anni ’70, della serie cioè “fàmolo strano, che tanto basta aggiungere qualche particolare non terrestre e la gente sbava”.
Insomma, non penso leggerò altro del nostro.
le marlboro cambiano
Io non fumo. Questo è noto. Però ho una moglie fumatrice, e quindi mi sono accorto che in questi giorni i pacchetti di Marlboro (almeno quelle light) sono cambiati. Il ben noto logo del pacchetto (i due triangoli rettangoli dorati che si toccano in un vertice a formare una specie di M) si è ridotto alle dimensioni di 1cm², mentre il pacchetto è tutto con scene western virate sul blu scuro, oltre alle scritte che secondo le intenzioni di Sirchia o chi per lui dovrebbero spaventarti e farti smettere di fumare. (Ah, la sapete la battuta del tipo che va a comprare un pacchetto di sigarette? Il tabaccaio glielo dà, lui vede scritto “IL FUMO PROVOCA IMPOTENZA”, e allora chiede al tabaccaio “Scusi, non è che ne ha uno di quelli che il fumo uccide?”)
Mi chiedo se l’abbandonare il logo ben riconoscibile dei pacchetti sia proprio una mossa per cercare di evitare l’accostamento con queste scritte che fanno paura. O magari hanno pensato che il blu si accosta meglio.
Nuovi treni sulla metro
Anna dice sempre che quando si tratta di mezzi su rotaie, ho un colpo d’occhio eccezionale. Stamattina stavo dormendo come al solito, ma ho notato che il treno della linea 3 che stava arrivando aveva un frontale leggermente diverso. E in effetti era quello di nuova concezione, con un unico spazio interno e non in vagoni separati.
Finora sapevo solo dell’esistenza di un convoglio della metro rossa, il cui status era più o meno paragonabile a quello dello yeti o del mostro di Loch Ness: compariva in stagioni specifiche, e bisognava essere fortunati per trovarlo. Meritava, visto che aveva l’aria condizionata, ma era solingo. Adesso ha invece un fratello, con i pulsantoni per aprire la porta, e soprattutto molto più silenzioso, il che sulla metro gialla è un vero bonus. Forse anche troppo silenzioso: non si sentono chiudere le porte…
Caro signor Ferrero…
Beatles go Baroque
Continuo la recensione della mia trilogia di tributi beatlesiani recentemente acquistati con questo disco (Naxos 8.555010) che traduce una ventina di canzoni dei Beatles in una serie di quattro Concerti Grossi: uno nello stile di Haendel, uno vivaldiano, il terzo bachiano e il quarto senza precisa indicazione. Il tutto diretto da Peter Breiner: la registrazione è del 1992.
Devo dire che sono restato deluso. I brani sono tradotti correttamente in uno stile barocco: ovviamente la stragrande maggioranza è di Paul, che è sempre stato più per così dire orchestrale, ma questo non sarebbe la fine del mondo. Il guaio è che non sento per nulla calore dietro queste trascrizioni: mi sembrano più che altro un simpatico esercizio di stile per fare vedere la bravura. Bravura di Breiner, naturalmente. Se almeno avesse tentato di allontanarsi un po’ dagli originali, avrebbe potuto ottenere qualcosa di diverso da questo effetto Muzak, o se preferite “musica da ascensore”.
Almeno non costava molto :-)