L’altro giorno il ferro da stiro ha iniziato a far scattare il salvavita a ripetizione. Risultato: buttato via il ferro e comprato uno nuovo, visto che Anna mi ha fatto notare “uno nuovo costa trenta euro: quanto ci costerebbe far riparare questo?”
Il ragionamento di per sé è corretto, ma continua a non piacermi. È possibile che non esista – o non sia pubblicizzato, il che poi è praticamente la stessa cosa – una “officina del pezzo rotto” dove si possa regalare questa roba e ci sia qualcuno che per diletto la ripara e poi la regala a sua volta? Per i PC ci sono gli hacker che fanno di queste cose, in fin dei conti.
D’altra parte è anche vero quello che mi dice Ugo: i componenti elettronici oramai hanno un prezzo tale che un kit fai-da-te inizia ad avere un costo comparabile a quello del prodotto acquistato made in China, il che non invoglia certo a mettersi a lavorare su… e poi ci si riempie la bocca con lo sviluppo sostenibile.
Dilbertismo galoppante
Ieri sera eravamo a Monza a cena dai miei suoceri, e siamo passati in gelateria a comprare del gelato (lo so che in questi tempi postpostmoderni sembra il luogo meno adatto, ma tant’è).
Dovevamo pagare 6.58 euro. In un impulso in puro stile Dilbert, ho dato 52 euro e 10 centesimi. Allo sguardo perso della fanciulla, ho avuto un momento di rimorso e le ho detto “così mi deve dare 45 euro e mezzo di resto”, tanto i due centesimi non mi cambiano la vita. Nessuna reazione. Ripeto con più calma: niente. Arriva un’altra commessa, le dice “dai, faccio io”, vede i 52 euro e 10 e sbianca un attimo: poi si riprende e mi dà quarantacinque euri e cinquantadue centesimi, lasciandomi le mie monete.
Usciti, Anna mi dice “ma hanno fatto i conti giusti?” e io “No. Mi hanno dato due euro in più”. La prossima volta magari si fideranno di più di me :-)
la mia “vedelta”
Continuano i tentativi di phishing in italiano approssimativo. Stamattina la mia cartella spam aveva un messaggio dal titolo favoloso: “100 Euro per la vostra vedelta“. Per gli interessati, il link su cui cliccare per essere fregati è http://free.hostdepartment.com/j/jpxcnq2, mentre il testo del messaggio è
“Caro cliente,
Banca Intesa vi rimborsa per la vostra fedelta con 100 Euro. Prima di usare questo importo, dovete seguire il collegamento e usare il vostro Codice cliente e Codice segreto. Un operatore si mettera in contacto (sic!) con voi per confermare l’importo.”
Il tutto inviato a una decina di persone tutte nel campo To:.
Io come sempre mi diverto con poco: la mancanza dell’accento in “fedeltà” è abbastanza normale, ma la v al posto della f fa pensare a qualcuno di lingua tedesca, anche se l’indirizzo IP da cui proviene il messaggio (82.77.204.76) dovrebbe essere rumeno.
Chicca finale: il messaggio è scritto in html (per forza, altrimenti non si sarebbe potuto mettere il link al sito del phisher). Il titolo della pagina è … Banca di Credito Cooperativo. Si vede che hanno iniziato con poco e in un secondo tempo hanno pensato di lavorare più in grande.
_Il violino, il soldato e il diavolo_ (teatro)
Ieri sera invece sono andato al teatro Verdi (in via Pastrengo, ha il grosso vantaggio di essere per noi raggiungibile a piedi) insieme ad Anna e a Roberta, per questa produzione del Teatro del Buratto “liberamente ispirata a L’Histoire du soldat di Igor Stravinskji”. Credo che Igor si sia rivoltato nella tomba.
Iniziamo dalle cose buone: gli attori (tutti mimi, anche il protagonista non parla mai) sono molto bravi, e il tecnico delle luci è fantastico. Ci sono anche delle idee carine, tipo i due giocatori all’inizio che partono dai dadi, proseguono con le stecche da biliardo, le mazze da golf e quelle da baseball fino a che non si ammazzano a vicenda, o la gioia del protagonista nel potere suonare il violino, o ancora la rappresentazione del diavolo. Ma nel complesso ci sono troppi punti oscuri o inutili, e la musica ha tolto tutto il bello di Stravinski, nascondendolo in mezzo a suoni più o meno cacofonici. Bah.
Quo vadis, Baby
È molto raro che io vada al cinema. Devo proprio essere trascinato da Anna. (D’altra parte non guardo nemmeno molti film in dvd o in tv, non faccio preferenze). E quando ci vado non mi viene nemmeno in mente di recensire il film: l’ultima opera di Salvatores l’abbiamo infatti vista domenica scorsa.
Devo dire che non mi è dispiaciuta questa incursione nel noir, con una Bologna dove piove sempre quando non nevica, a differenza di una Roma solare. Certi “colpi di scena” sono di una prevedibilità assoluta, ma in fin dei conti io mi accontento di poco. La registrazione in alta definizione rende anche piacevole vedere il film al cinema, e la colonna sonora – a parte le incursioni del mio datore di lavoro con le risponderie… – è un bell’equilibrio tra impegnato e trash. Pollice su, insomma.
Propaganda referendaria
Mentre andavamo a votare, siamo passati dai giardini di Piazzale Massari, dove c’erano i tabelloni per i manifesti elettorali. Tra i soliti manifesti per il sì, ne spuntavano due del Comitato Scienza e Vita, che invitavano all’astensione.
Ora, è ovvio che una singola persona può decidere di astenersi. Per quanto a me la cosa non piaccia in generale, c’è libertà di propagandare quello che vuoi, e se ti paghi gli spazi commerciali puoi anche mettere manifesti al riguardo. Ma non mi pare che la normativa di legge (articolo 4 comma b della legge sulla par condicio: le successive modifiche della legge 303/2003 non hanno toccato quell’articolo) permetta di usare gli spazi assegnati ai referendari per l’astensione. Dove si va a denunciare?
Hanno liberato Florence e Hussein
Mi sembra come minimo doveroso gioire anche per loro, anche se non sono “paisà”. Ne mi importa sapere se Chirac ha pagato un riscatto, e se è stato più o meno alto di quelli nostrani.
E già che ci sono, se è vera la notizia che sono stati recuperati i resti di Enzo Baldoni, stavolta devo plaudere a Maurizio Scelli, che dopo la trombatura elettorale ha smesso di fare il protagonista e si è messo a lavorare in silenzio.
mi correggo
Non è vero, come avevo scritto qui, che ATM non si fosse accorta che l’11 passa da piazzale Lagosta. Semplicemente si erano portati avanti col lavoro, dato che da domani lo devieranno. Beh, quando ho guardato il sito l’altro giorno, a dire il vero, gli facevano ancora fare il capolinea solito in Testi invece che in Largo Mattei, e oggi continuano a essere convinti che le fermate in zona Bicocca saranno insieme a quelle del 7, ma non stiamo a sottilizzare…