<em>Regime</em>

[copertina]Mi ha fatto un po’ specie trovarlo nello scaffalino dei libri in Blockbuster (sì, lo so che Berlusconi ha da tempo venduto la sua quota nell’azienda, ma è comunque l’ultimo posto dove ti immagini di trovare quest’opera). In questo libro (Peter Gomez e Marco Travaglio, Regime, Rizzoli BUR – futuropassato 2004, pag. 409, €9.50, ISBN 88-17-00246-1) Travaglio e Gomez spiegano perché stiamo in realtà vivendo in un regime televisivo. Regimicchio, avrebbe probabilmente scritto Montanelli: nulla di davvero eclatante, ma tante persone pronte a esaudire i desideri del Capo senza nemmeno che lui debba dare degli ordini specifici, e tante altre persone che a parole tuonano contro la situazione, epperò all’atto pratico non fanno assolutamente nulla per modificarla. La struttura del libro – un capitolo per ciascuno degli “epurati” dalla televisione statale, seguito da una cronistoria – porta inevitabilmente a una quota di ripetività; inoltre il libro è chiaramente di parte, e quando ci sono diverse possibilità per spiegare un fatto gli autori scelgono inevitabilmente quella contro Berlusconi. Però la documentazione inclusa è davvero completa, e quindi permette a nemici ed amici, purché non prevenuti, di farsi una propria idea; possibilità davvero rara al giorno d’oggi, almeno in Italia.

le fregature

Stanotte mi sono svegliato alle 4:30 e non sono più riuscito a dormire. Mi sono così alzato malmostoso, e non ho avuto voglia di rifare il letto e lavare le tazze… tanto, mi sono detto, stasera faccio tutto. Peccato che Anna probabilmente torni a casa oggi causa pioggia a Chiavari :-)

addio Toro

Non avrei dovuto scriverlo. Dopo una serie incredibile di gradi di giudizio – fatti a una velocità che per i processi normali ce lo sogniamo – il Consiglio di Stato ha confermato che il Toro non può iscriversi al campionato di serie A, per l’ottima ragione che non ha trovato nessuno che garantisse i soldi per lui (la famigerata fideiussione, insomma). Il complottismo, anche se ben nascosto, mi sembra un po’ esagerato: più corretto affermare che a Torino si sta più tranquilli e quindi è difficile riuscire a convincere Chi Comanda a far finta che le leggi non esistano.
C’è una cosa che mi intristisce, però. Se – come ormai probabile – il Torino Calcio fallirà, e nascerà una nuova squadra come da Lodo Petrucci, questa per definizione non avrà nessun giocatore: tutti gli attuali tesserati saranno svicolati. Ma nessuno vieterebbe loro di accordarsi con il Nuovo Torino: eppure non sembra che questo sia il caso. Questo significa parecchio, secondo me: il Toro non esiste davvero più.

Sherlock Holmes, anarchici e siluri (libro)

Ogni tanto mi piace leggere qualche apocrifo holmesiano, per vedere come gli autori riescono a muoversi con i vincoli posti da altri. In questo caso (Joyce Lussu, Sherlock Holmes, anarchici e siluri, Robin edizioni – finzioni 2000 (1. ediz. 1986), pag. 154 , € 7.74, ISBN 88-86312-56-3) sono restato però abbastanza deluso. Non perché, come hanno rimarcato i puristi, non è possibile ambientare un’avventura dell’investigatore nel 1908, quando Holmes era a fare tutt’altro, e nemmeno perché non c’è Watson, o per l’ambientazione nelle Marche. Il guaio è che la Lussu, ancorché scrittrice e traduttrice ben nota, ha scelto di mettere troppa carne al fuoco in un libretto breve – va bene parlare della Triplice Alleanza, ma che diavolo c’entra Mata Hari? – e soprattutto nella prima parte è stata troppo didascalica. Non so se questo sia dovuto all’età avanzata in cui scrisse il libro – aveva più di 70 anni – o perché voleva in realtà fare un omaggio alla sua regione natia e alle lotte anarchiche; resta però un risultato un po’ discutibile.

Agosto cittadino

Stamattina effettivamente le strade milanesi erano vuote. Si sarebbe persino potuto fare il ponte autostradale che porta a Milanofiori senza scomodare assessori, santi e parenti vari degli automobilisti in coda vicino a noi. Al mattino non c’erano neppure lavavetri e simili ai semafori – al pomeriggio sì, però, il che prova che la gente non è partita e quindi c’è un mercato.
Però il Fiordaliso è sempre pieno, non si scampa. Sono sempre piu convinto che la gente sia in ferie, non possa o non voglia andare in vacanza, e si diverta all’interno dei centri commerciali.

Sudoku

Passano le settimane, e inizio a vedere gente che ci gioca, non so se per disperazione, per assuefazione oppure perché effettivamente piace loro. In edicola si vede ormai di tutto. I settimanali evidenziano la presenza di schemi al loro interno, e fin qua nulla di strano. È apparso il primo numero di La settimana Sudoku, con la parola “settimana” scritta con un font che si avvicina il più possibile a quello della Settimana Enigmistica senza correre il rischio di essere citati per uso improprio di marchio. Ma è proprio la decana dell’enigmistica che stupisce maggiormente. Naturalmente non nella pubblicazione principe, ma nella “sottomarca” del Blocco Enigmistico, cui è allegato un fascicoletto “Mondo Sudoku”, che nella testata recita “originali dal Giappone – creati senza computer”. Magari avere uno schema direttamente dal Sol Levante può dare un certo qual piacere all’idea che possiamo confrontarci con i Creatori Primigeni. Ma non riesco a capire il gloriarsi al pensiero che gli schemi siano stati creati a mano, manco fossero un mobile da mettere in bella vista e di cui lodare le minuscole imperfezioni. O forse è la stessa ragione per cui non si riesce ad accettare la cultura in formato digitale.

The New Discworld Companion

[copertina]La saga del Discworld ormai ha superato i trenta volumi, senza contare gli spinoff. Non è spesso semplice orizzontarsi in mezzo a tutti i personaggi che sono apparsi, e sono ragionevolmente certo che Pratchett stesso abbia ogni tanto qualche problema. Ecco forse una delle ragioni per cui ha accettato la proposta di Stephen Briggs per pubblicare questo libro (Terry Pratchett e Stephen Briggs, The New Discworld Companion, Gollancz 2004, pag. 472, Lst 6.99, ISBN 057075554) che raccoglie informazioni sui vari personaggi e luoghi del Discworld. Generalmente le informazioni sono tratte dai vari libri della serie, ma ci sono alcune aggiunte, come la descrizione delle sedi delle varie gilde. Non è certo un libro da comprare se non si è appassionati della serie: d’altra parte, se si è già riempito uno scaffale della libreria con la saga non sarebbe bello lasciarlo da parte.

Il metabiglietto

In questi giorni ci sono state notevoli polemiche sulle code impossibili che si hanno per visitare gli Uffizi, dopo l’introduzione di un numero massimo di visitatori per giorno. Ieri, in un’intervista alla Stampa, il nostro ministro dei Beni Culturali, il giurisprudente Rocco Buttiglione, risponde così alla domanda su un possibile aumento del biglietto d’ingresso al museo:
«E’ probabile. Lo stiamo valutando: mi sembra una via utile. L’aumento del prezzo rallenta la domanda. E a chi mi obietta che così la cultura diventa per pochi rispondo che è un modo intelligente e pragmatico per evitare il degrado della struttura e aiutare la gente a fruire meglio del nostro patrimonio. L’uomo vive di pane ma anche di cultura e di arte. In Italia, invece, li si considera beni voluttuari, mentre dobbiamo spendere per valorizzare i nostri tesori».
Vorrei suggerire al ministro un sistema più semplice per ovviare al problema, senza dover costringere i poveri visitatori a fare un leasing per riuscire a varcare la porta del museo: organizzare una lotteria che assegni i biglietti. Lo slogan è già printo: “Un biglietto per il biglietto”. In pratica, lasciando fisso o magari addirittura abbassando il prezzo attuale, non si comprerebbe più il biglietto per l’ingresso, ma un biglietto che parteciperebbe all’estrazione dell’agognato diritto di visita. Si potrà così scegliere se tentare semplicemente la fortuna, o cercare di portarla dalla tua parte acquistando un buon numero di tagliandi. Pagando qualcosa in più si potrebbe anche considerare la possibilità del biglietto multiplo: visto che non si può pretendere che una famiglia di quattro persone si divida perché ha vinto soltanto un tagliando, una quota dei biglietti del giorno sarebbero messi in palio a pacchetti multipli. Infine, non potrebbe mancare il Mattarellum: il 25% dei biglietti sarebbero sempre venduti alla solita maniera, con bigliettaio e code, ma senza liste civetta.