Stasera per la prima volta in vita mia ho cambiato un filo del freno della mia bicicletta. Dopo avere frenato per evitare un cretino che ondeggiava procedendo sulla pista ciclabile, avevo sentito il freno davanti smollarsi di colpo: guardo, e noto che erano rimasti appena due o tre fili attaccati. Così sono arrivato a casa e mi sono detto “ce la posso fare in un tempo finito”.
Beh, tempo finito sì ma non certo limitato: invece dei cinque minuti necessari per l’operazione, ci ho messo quasi mezz’ora. Però almeno in questo momento il freno funziona: lascio ai miei lettori le scommesse su quanti chilometri riuscirò a percorrere prima che si spacchi del tutto. Tanto per fortuna è quello davanti.
(non più toto)Presidente
Bene. Mi sono sbagliato, e Napolitano è stato eletto presidente. Beh, in un certo senso sono felice, perché l’Unione non ha cambiato idea. Checché ne possa dire certa destra, non si può negare che Napolitano sia una figura istituzionale; per quanto riguarda il metodo, mi pare un po’ difficile affermare che sia la minoranza a proporre una rosa di nomi tra cui la maggioranza scelga quello che preferisce. Diciamo che sarebbe stato meglio che a sinistra avessero proposto più nomi, ma non si può avere tutto dalla vita.
Ad ogni modo, adesso inizia il difficile: speriamo che i suoi atti mostrino che vuole essere sopra le parti. In Italia il presidente della Repubblica fa ufficialmente poco, ma conta molto: qui si parrà la sua nobilitade.
Ci hanno preso gusto
L’ineffabile Calderoli: «se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare».
Ri-con-teg-gio! Ri-con-teg-gio! Oramai non si chiama più la Casa delle Libertà, ma la Casa del Riconteggio…
Sciopero fiscale
totopresidente 3
A dire il vero il nuovo presidente ci sarebbe anche: Bianca Scheda, che nelle due votazioni di oggi ha sempre raccolto almeno i due terzi dei voti. Eh sì, perché sembra che oggidì votare i “candidati di bandiera” non sia più chic, e quindi sia a destra che a sinistra preferiscono non sporcare la scheda. La Lega ci aveva anche tentato in mattinata, con 38 voti a Bossi; ma poi hanno lasciato perdere anche loro. In compenso, si vota “di tutti di più”. Al secondo scrutinio hanno anche preso un voto Vasco Rossi e Moggi (presumibilmente Luciano, visto che il figlio non ha ancora 50 anni); Linda Giuva, che per chi non lo sapesse è la moglie di D’Alema, sta crescendo nei consensi e intorno al quattrocentesimo scrutinio potrebbe anche farcela.
Ma adesso l’attesa spasmodica è per domani, con il quorum che si abbassa a valori più facilmente raggiungibili. Repubblica spergiura che l’Unione domani voterà compatta per Napolitano, e si sa che l’UDC vorrebbe partecipare, non foss’altro che per dire “ci siamo anche noi”. Certo però che se i franceschi tiratori fossero troppi, il Giorgio sarebbe bruciato di brutto. Chissà…
Che poste!
Il 30 marzo, mentre eravamo a Capo Verde, abbiamo spedito una cartolina alla mia mamma.
Oggi la mamma mi telefona avvisandomi che la cartolina è arrivata.
Beh, mi ha detto, forse è arrivata ieri perché non aveva guardato la buca delle lettere.
Quaranta giorni e quaranta notti: chissà se alla fine la cartolina è stata oggetto delle tentazioni di Satana.
Festa dell’Europa
Stamattina, mentre arrivavo in ufficio, ho visto che un tram aveva le bandierine milanese ed europea. Penso un attimo al motivo, poi mi ricordo che è il 9 maggio, la festa dell’Europa (da non confondersi con l’8 maggio, che è il giorno della capitolazione tedesca nella seconda guerra mondiale: immagino che Schuman abbia appositamente ritardato di un giorno la sua proposta). Bene, penso, ATM si è ricordata della cosa.
Poi vado a dare un’occhiata alle prime pagine dei quattro maggiori quotidiani online (Corsera, Rep., Il Sole-24 ore e La Stampa). Niente di niente. Viva l’Europa!
The Best of Roald Dahl
Roald Dahl è quello di Charlie e la fabbrica di cioccolato, o se preferite “Willy Wonka”; ma non solo. In questo libro (Roald Dahl, The Best of Roald Dahl, Penguin 2006, pag. 368, Lst. 8.99, ISBN 0140066942) sono raccolti una serie di racconti non certo per bambini. Le storie hanno quasi sempre una vena di tristezza che almeno a me le fa sentire pesanti; peggio, soprattutto le prime sembrano evitare accuratamente un qualsiasi climax. Però sono belle, inutile negarlo. Dahl scrive benissimo, ti lascia assaporare tutta la scena costringendoti a non avere fretta, con un linguaggio non certo semplice ma ricco di echi; è un po’ come dire che non è importante tanto il punto dove si arriva, quanto la strada che si fa per arrivarci. Forse il racconto più bello, anche se leggermente fuori dallo stile degli altri, è Pig, ma anche il minigiallo Lamb to the Slaughter che in un certo senso ricorda il delitto di Cogne, e The Way Up to Heaven meritano.