priorità postale

Dopo sei mesi in cui non siamo mai riusciti a trovarci nello stesso momento nello stesso posto, una certa burocratA di Wikipedia ha pensato bene di spedirmi le due magliette che avevo preso mentre mi associavo per il 2006. Così martedì 4 è andata alla posta del Paesello (in provincia di Milano, non in Botswana) e ha spedito le due magliette via Posta Prioritaria. D’accordo, sappiamo che oggidì la parola “priorità” è utilizzata in senso strettamente matematico (“l’elemento maggiore di un insieme con un solo elemento”). Sabato mi chiede se le magliette sono arrivate, e rispondo di no. Ieri me lo richiede, e rispondo “non ancora”. Poi torno a casa e scopro la presenza del famigerato foglietto paglierino che mi comunica che un “plico voluminoso” proveniente dal Paesello mi sta aspettando all’ufficio postale. Considerando che il foglietto viene spedito il giorno dopo, posso affermare con sicurezza che il “plico voluminoso” ci ha messo sette giorni a fare il percorso dal Paesello a Milano. Ad averlo saputo, sarei andato a prendere le magliette in bicicletta.

Produzione auto e statistica

Oggi sono apparsi sui giornali i dati della produzione Istat relativi al maggio 2006. Come si può vedere dal Corsera, vengono intonati dei peana per un aumento del 94.1%, e subito a destra si coglie l’occasione per una filippica antigovernativa.
Io invece la filippica la faccio sì, ma contro chi non è capace – o non vuole – leggere i numeri. Prendiamo infatti il lancio Ansa, che è fatto davvero bene. Si vede come tra maggio 2005 e maggio 2006 la produzione è cresciuta sì del 94.1%, ma si ricorda anche come l’anno precedente a maggio ci fu un calo del 44.3% – a causa dello sciopero delle bisarche, rammento a chi avesse la memoria corta. Facciamo un po’ di conti: supponendo che a maggio 2004 fossero state vendute 100.000 auto, a maggio 2005 le vendite erano scese a 55.700 (meno 44.3%, appunto); nel maggio 2006 si aumenta del 94.1% e si arriva a 108.100 autovetture. Un aumento dell’8% in due anni che è simpatico ma non così eclatante… e non ho nemmeno considerato il fatto che un singolo mese comunque è un periodo troppo breve per fare statistiche affidabili, in genere.
Purtroppo come al solito l’incapacità di fare un controllo di realtà è un male bipartisan.
Aggiornamento: (14 luglio) I dati di giugno danno un -12% in Italia, e subito il giornalista di Repubblica piange. Naturalmente non gli è venuto in mente che – visto che a maggio 2005 non venivano consegnate le auto – a giugno 2005 c’era stato un incremento anomalo delle vendite, e quindi non è per nulla strano che a giugno 2006 ci sia un calo relativo…

bigino religioso

Da Storie di me recupero questa tabellona – in inglese, si sa che a questo mondo se non sai il cinese mandarino o l’inglese sei out – dove in poche righe si sommarizzano le credenze delle principali religioni attualmente esistenti. È sempre comodo avere tutto salvato in un solo posto, no?

zzz (again)

Stamattina verso le 6 Anna mi chiede di tirare giù le tapparelle, perché le dà fastidio dormire con la luce. Eseguo, e trenta secondi dopo sono di nuovo addormentato.
Subito dopo Anna mi dice “ehm… sono le otto e un quarto”. A quanto pare la sveglia è suonata, ma visto che l’aveva lasciata nella borsa non l’abbiamo sentita.
Ho come il sospetto di avere bisogno di un po’ di sonno.

Non troppo ciclabile

Ho già parlato (qua e qua) del tratto di pista ciclopedonale sul Naviglio Pavese. Il problema con i lavori che hanno fatto è che hanno tolto le sbarre che chiudevano la strada. Sì, ci sarebbero dei cartelli di divieto di accesso, ma si sa come funzionano quelle cose. È normale trovarsi così motorini e moto di grossa cilindrata che percorrono quel tratto come niente fosse; ma ormai non è nemmeno così raro trovarsi gente in automobile, che trova assolutamente naturale passare per una strada larga due metri e mezzo sì e no.
Se non avessi già visto che gli assessori provinciali competenti non si sognano certo di dare risposta, andrei a chiedere di far rimettere una sbarra. In mezzo, così hanno anche da farsi un bel po’ di retromarcia per tornare.

mi porto avanti col lavoro

Mi è capitato per caso di guardare l’Ansa di oggi e trovare questa notizia. Vorrei fare notare la costruzione perfetta del testo, che in poche righe riesce a creare un climax: si parte dalla annotazione che la signora in questione è madre di venti figli, si continua con l’ingresso nella felice famiglia di un computer, e si termina con la chat galeotta con il soldato dai capelli rossi. Se ci fate caso, è l’identica struttura della parte iniziale di una favola; tutti gli elementi più piccanti, che il mio curioso lettore può trovare nell’articolo originale, sono stati eliminati. Tra l’altro, l’unico riferimento ai capelli rossi dell’amante nel pezzo del Sun è il soprannome “Ginger”; in compenso veniamo a sapere che l’uomo “has a piercing on his manhood” :-)
Ma quello che trovo davvero favoloso è come l’anonimo compilatore del lancio d’agenzia sia riuscito a compattare tutto in un testo così breve; sicuramente tutta un’altra cosa rispetto a quest’altro lancio, che riesce a spostare la patria della delegazione dalla cinese Pechino alla sicula Pachino…
Ah, il mio titolo si riferisce all’altissima probabilità che domattina vi troviate spiattellata la notizia sul vostro quotidiano gratuito preferito (io scommetterei su Leggo).
Aggiornamento: (11 luglio) Leggo ha la notizia a pagina 10, Metro a pagina 7; in entrambi i casi appare la notizia “purgata”. Su City non so.

siamo sempre di più

A quanto pare, siamo sempre di più. L’Istat ci comunica che a fine 2005 la popolazione italiana è passata a 58.751.711 abitanti. Ci sono quasi 42000 persone tornate all’esistenza dopo le rettifiche post-censimento e 260000 immigrati in più rispetto agli emigrati. Ma quello che vorrei fare notare è il terzo numero, quello che considera il movimento naturale (nati meno morti). Il valore è infatti negativo, seppur di poco: 13.282 persone. Ma tanto i leghisti non sanno fare i conti e al limite tuoneranno contro “tutti quei negher”, invece che accorgersi che senza di loro noi scompariremo.

nonsolomondiali

Nonostante la vittoria ai mondiali – ah, interessante notare come solo Metro abbia una sopracopertina legata alla vittoria, mentre Leggoce l’ha per un’autovettura e City ne fa a meno – qualcosa di interessante dai quotidiani gratuiti si riesce comunque a tirare fuori.
Su Leggo per la serie “piccoli fan” scopriamo che un trentaseienne friulano percorre da 16 anni l’Europa con uno striscione “After Elvis Only Keith”, nel senso del chitarrista degli Stones. Nel caso non lo si fosse capito, i nonni del rock stanno facendo la tappa milanese della loro ennesima ultima tournée, graziati anche da donna Letizia che ha emesso un’ordinanza antisordina per il concerto. Però trovo più interessante l’articolo sul ritocco last-minute anticiccia. Secondo quanto scritto, il Vela Smooth “utilizza la radiofrequenza e manipola meccanicamente i legami fibrosi, la pelle e lo strato di grasso, e con una luce a infrarossi aumenta l’elasticità della pelle e ne stimola il metabolismo”. Che scaldando la pelle si suda, ci arrivavo da solo, così come posso intuire che massaggiare possa essere utile. Ma la radiofrequenza?
Con Metro abbiamo come sempre la rubrica “Mi consenta…” che dev’essere stata ideata da un sadico e che non è ingiustamente considerata un cult. Oggi abbiamo l’assessore al bilancio del comune di Catania interrogato sulla notifica di sfratto per morosità inviata al comune stesso. Prima giustificazione: “è colpa delle precedenti amministrazioni che hanno gestito il budget in maniera sconsiderata”. Quando l’intervistator gli fa notare che il sindaco è lo stesso da sei anni, spiega che “c’era bisogno di più personale; oggi siamo passati da 265 a tre consulenti esterni”. Uno si chiede cosa se ne facevano degli altri 262. Ma la perla è in fondo, con il consiglio “Conviene di più affitare alla pubblica amministrazione, perché è in grado di saldare i debiti”. Ineffabile. Ma d’altra parte a Metro sono anche riusciti a riempire la pagina di economia con una serie di interviste a tassista notaio panificatore farmacista e bancario sul decreto Bersani spiattellandole tutte insieme nella pagina e mostrando come naturalmente ognuno apprezzi tutto quello che non lo tocca…