Italia-Australia

A differenza dell’altra volta, oggi sono andato in ufficio con i mezzi. Così, quando oggi pomeriggio ho sentito un urlo strozzato e mi hanno comunicato che avevano espulso Materazzi (il che mi sembra molto più normale rispetto al gol da lui segnato giovedì) sono uscito per prendere il 15 e poi la metro, scoprendo intanto che nella sala videoconferenza c’era un gruppo di ascolto che sfruttava il televisorone al plasma, invece che sfruttare il multicast.
Mentre me ne stavo tranquillo con le mie cuffiette e il libro, ho notato un po’ meno gente sulla metropolitana ma nemmeno così poca: solo dopo un po’ ho capito il trucco. In pratica i due terzi buoni delle persone nel mio vagone erano donne, e tra gli uomini la maggior parte non era italiano; solo un paio di persone sulla sessantina oltre a me rappresentava l’italico maschio.
Per il resto, non so se come ho letto nei commenti in giro il rigore dato al 95° fosse falso o no, né se il fatto che abbia segnato Totti abbia contribuito a smorzare gli entusiasmi, ma comunque continuano a non esserci caroselli per le strade. Roba da non credere.

dopo il referendum

Non credevo a una vittoria così ampia del NO al referendum. Non tanto perché c’è stata un’affluenza tutto sommato alta, vista la stagione, quanto perché come dicevo stamattina la politicizzazione estrema dello scontro mi faceva temere il peggio. Invece con ogni probabilità molti elettori di UDC e AN se ne sono stati a casa.
Lombardia e Veneto sono rimaste le uniche roccaforti del SÌ, ma addirittura a Milano città i contrari alla modifica della Costituzione sono in maggioranza: in genere i favorevoli stanno nella provincia del nord, mentre le città hanno snobbato il profluvio di manifesti e gli spot di Mediaset.
Restano adesso le frasi storiche: l’ineffabile Calderoli che ridefinisce il nord Italia («una parte del Paese vuole cambiare e un’altra no. Il Nord, che per me è sopra l’Emilia, ha un Sì vincente e non perdente») ma anche Prodi che ancora a fine settimana invitava a votare per il no oggi afferma «Non ho mai pensato che questo referendum fosse un test sul nostro governo, come invece hanno tentato di far credere i leader dell’opposizione».
Vedremo adesso che cosa succederà, sia politicamente (la scommessa questa volta Silvio l’ha persa di brutto) che praticamente (non è che adesso debba necessariamente restare tutto immutato… compreso quello modificato nel 2001 che non ha dato buoni risultati)

feed per categoria

Non so se serviranno a qualcuno, ma ho implementato i feed per categoria. Quindi se uno vuole semplicemente leggere i miei pipponi basta che aggiunga nel suo lettore feed preferito la stringa http://xmau.com/notiziole/archives/pipponi.xml e come d’incanto avrà una visione ancora più parziale del sottoscritto. Lo stesso naturalmente per le altre categorie…
Prima o poi mi deciderò anche a spostare gli indici degli archivi in un’altra pagina, evitando l’allungamento eccessivo della colonna di destra del blog – ma tanto se leggete i feed non ve ne accorgete :-)

affluenza al voto

ieri sera era già andato a votare il 35% degli italiani. Più che al referendum confermativo di cinque anni fa. La cosa sarebbe di per sé bella, se non fosse per il fatto che è il risultato di una politicizzazione estrema del voto, partita dalla destra e fatta propria dalla sinistra; e Ciò È Male.
Il referendum non è infatti su un blocco o no, ma su una singola legge: soprattutto in questo caso in cui la legge è quella fondamentale, non c’è nulla di strano nel vedere che gli schieramenti a favore e contro sono trasversali. Peccato che in questo modo si cancellino tutte le differenze interne… ma magari quest’idea di scontro perpetuo è proprio quella voluta da alcuni.
Divertente tra l’altro vedere come i quotidiani gratuiti hanno commentato l’affluenza. Per Leggo era bassa, per City alta, mentre Metro non ha ritenuto la cosa sufficientemente importante da essere messa in prima pagina, relegandola a pagina 2 e non commentando il valore.

_Another Fine Math You’ve Got Me Into…_

[copertina]
Ian Stewart è uno dei pochi fortunati che hanno tenuto la rubrica dei giochi matematici sullo Scientific American. La genesi di questo libro (Ian Stewart, Another Fine Math You’ve Got Me Into…, Dover 2003 (1992), pag xi+269, $12.95, ISBN 0-486-43181-9), qui ripropostoci dai benemeriti della Dover, è strana: raccoglie infatti le rubriche “degli altri mesi”. Nell’edizione inglese dello Scientific American, infatti, la rubrica si alternava con “Scienza in casa”, ma “Pour la science”, la versione francese, preferiva pubblicarla tutti i mesi; così lui scriveva esplicitamente per loro nei mesi “dispari”. Per amor di precisione, questa è la seconda raccolta, dopo Game, Set and Math che però ho trovato meno coinvolgente. Stewart ama scrivere racconti con improbabili personaggi, tipo la famiglia di Henry Worm con la moglie Anne-Lida, la bimba Wermentrude, e l’amico Albert Wormstein; oppure il neandertaliano Pa Thuggerass che ovviamente scoprì il teorema di Pitagora con svariate decine di migliaia d’anni di anticipo. La difficoltà per noi non anglofoni è doppia, perché alla complessità dei temi si aggiunge quella di comprendere i giochi di parole; però il risultato finale, se si riesce a sopravvivere, è indubbiamente piacevole… naturalmente per chi ama la matematica :-)

porta rotta

Oggi, quando siamo scesi, abbiamo scoperto che il vetro della porta che porta dalle scale al cortile si è spaccato – anche male, tra l’altro: per fortuna che è rimasto attaccato, e quindi non ci sono vetri per terra.
Siamo così riusciti a capire il significato della frase che stamattina Anna aveva sentito: mentre le nostre dirimpettaie della villetta uscivano di buon’ora, acidamente commentavano “tanto, con i vandali che ci sono in questa casa…”. A dire il vero il tipo di rottura che c’è stato – un ampio arco di cerchio su tutta l’altezza della porta, dal lato della maniglia – mi fa pensare che una folata di vento abbia spalancato la porta stessa e l’abbia fatta battere con forza contro il muretto. Però non vado certo a spiegarglielo :-)

tempismo

Quando poteva arrivare un temporale a Milano, dopo settimane di secco? durante la Notte Bianca. Nemmeno il buon Dio ama donna Letizia.

Sarà una richiesta bipartisan?

Non ci posso credere. Il Comitato per il Sì al referendum ha chiesto di ritardare lo scrutinio dei voti. Motivo? lunedì alle 17 si gioca Italia-Australia. Cito testualmente tal Benedetto Della Vedova, tesoriere del comitato: “Riteniamo che sia assai più semplice garantire la custodia delle sezioni che assicurare, in contemporanea con la partita della nazionale italiana di calcio, la regolarità delle operazioni di spoglio”.
Scusate, non ho la forza di commentare. Modifichiamo l’articolo 1: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sulla nazionale di calcio”.