<em>Parole, oggetti, eventi</em> (libro)

[copertina]“Supponiamo di voler redigere un catalogo universale: […] un catalogo di tutto ciò che esiste ed è esistito, e anche di ciò che forse potrà esistere nel futuro. Come classicheremo le varie voci? Che categorie utilizzeremmo?” Questa domanda a prima vista innocua è l’incipit di questo libro (Achille Varzi, Parole, oggetti, eventi, Carocci – Quality Paperbacks 2001, pag. 240, € 14, ISBN 978-884301989-2) il cui titolo continua con “e altri argomenti di metafisica”. Achille Varzi è un filosofo – anche una persona molto simpatica, ma qui esulo dalla recensione… – che tende a studiare il linguaggio e i suoi significanti. In quest’opera Varzi fa una carrellata delle varie correnti filosofiche contemporanee a riguardo (moltiplicatori e unificatori; realisti, nominalisti, tropisti…) mostrando tutti i problemi che ciascuna delle visioni corrispondenti del mondo porta all’atto pratico: banalizzando, o si ottiene una moltiplicazione senza fine degli enti ed eventi, o si perde la capacità di unificare il tutto. Il libro è scritto in maniera molto scorrevole: però devo confessare che i concetti sono troppo eterei per le mie scarse capacità filosofiche. In pratica è uno dei classici casi in cui uno legge legge e poi non ricorda nulla… ma probabilmente è un mio limite.

Vodafone 2

Come avevo accennato, ieri alle 13:30 mi telefona (sul fisso) una gentile signorina Vodafone dicendomi che avevano riattivato il numero con il credito preesistente, spiegandomi che c’era stato un problema con le procedure automatiche che non erano state automaticamente bloccate con la ricarica. Già che c’ero, chiedo come mai non mi è stato possibile trovare un indirizzo email (funzionante o no…) all’interno del sito, per contattarli; la risposta è stata “stiamo riorganizzando il sito, tra qualche giorno l’email tornerà”.
Sono grandicello, certe spiegazioni le conosco fin troppo bene, ma faccio fintra di crederci. Peccato che ieri pomeriggio, arrivato a casa verso le 18 e riacceso il telefonino Vodafone, quello continui a dire “Registrazione carta SIM non riuscita”. Faccio il 190, dribblo il menu vocale, becco un’altra operatrice che dice “mah, per me il numero è attivo”. Rispiego tutta la cosa, la tipa mi chiede se ho spento e acceso il telefonino – è rimasto spento per una settimana, ma non sottilizziamo – mi chiede di aspettare un attimo, resto in attesa cinque minuti o giù di lì, e alla fine mi fa “potrebbe essere necessario aspettare ventiquattr’ore dalla riattivazione: comunque le confermo che il suo credito di 15 euro e tre centesimi è presente”. Io: “ehm, però il 25 ho fatto una ricarica… saranno stati solo tre euro ma ci dovrebbero essere anche quelli”. Attimo di pausa: “Ah, sì, le aggiungo i due euro”. Per il momento faccio finta che la fanciulla si sia dimenticata che i costi di ricarica, su quelli sono stracerto, non ci sono più.
Stamattina il mio telefonino continua ad essere bloccato: è però vero che se mi chiamo, invece che il messaggio della scorsa settimana “il numero da lei selezionato non è attivo”, si può ascoltare un leggermente più rassicurante “Vodafone, messaggio gratuito: il numero da lei chiamato è inaccessibile”.
Restate in linea per la prossima puntata di “avventure telefoniniche”!

Referendum elettorali

Grazie ad Apis, ho recuperato il link al sito dei proponenti i referendum elettorali. Per chi si stesse chiedendo quali sarebbero – che io sappia, non è ancora partita la raccolta di firme – sono due quesiti: il primo abolisce l’attuale premio di maggioranza per coalizioni, lasciandolo solo alla lista con il maggior numero di voti; il secondo vieta di candidarsi in più di una circoscrizione, eliminando i “candidati civetta”. Tutte belle cose, intendiamoci, e che di per sé condivido. Però rimane fuori un punto per me fondamentale: l’attuale Calderolium impedisce all’elettore di esprimere la preferenza per una persona, visto che le liste sono bloccate e gli eletti vengono presi nell’ordine di apparizione, manco fossero i personaggi e interpreti di uno sceneggiato. E naturalmente né la “Bozza Chiti” né il Calderolium 2 – la veLetta si sognano di rimettere le cose come stavano in passato: un po’ quello che successe dopo la cosiddetta “Restaurazione” del Congresso di Vienna, che restaurò tutto eccetto le repubbliche.
A questo punto mi sono chiesto se sarebbe stato possibile fare un referendum (abrogativo, chiaramente) per ritornare alle preferenze, e mi sono imbattuto in un problema. La legge 270/2005, il Calderolium appunto, non è una legge organica ma una serie di toppe al Testo Unico del 1957: uno dei sistemi italiani usuali per complicare le cose. Sono andato a cercare le versioni ufficiose del testi presenti nei siti della Camera e del Senato, e ho scoperto cose molto strane. Al Senato non c’è nulla da fare, ma l’articolo 58 del testo unico della Camera continua a parlare di doppia scheda, di lista e di preferenza; la legge 270/2005 ha abolito il sesto comma ma gli altri rimangono. Questo significherebbe che un referendum che trasformasse l’articolo 4 così:
4. Ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista ai fini dell’attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, da esprimere su un’unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista.
cancellando cioè le parole “per la scelta della lista”, e togliesse dall’articolo 58 le parti sul voto di coalizione sarebbe sintatticamente lecito e produrrebbe i risultati voluti.
Che ne dite? mi formate un comitato referendario ad hoc? :-)

Tempi lunghi

Leggo su Rep. che in Giappone hanno trovato una famiglia mummificata, così ad occhio da una ventina d’anni. “Mummificati” mi pare una parola grossa, visto che non si riusciva nemmeno a riconoscere il sesso dei morti: ma il meglio è stato leggere che “Il macabro ritrovamento è avvenuto all’alba da parte della polizia, allertata dai vicini di casa che da anni non avevano più notizie della famiglia.”
Bisogna dire che le cose da quelle parti si fanno davvero coi piedi di piombo!

Giallo, Verde, Rosso

Visto che stamattina sembrava piovigginare ed essendo io un vile – in effetti il tempo avrebbe retto – sono andato in ufficio coi mezzi. Memore di quanto successo la scorsa settimana, ho provato l’opzione “semaforo”: due fermate di gialla, due di verde e una di rossa. Tempo totale casa-ufficio, compresi i pezzi a piedi e un lieto incontro mentre scoprivo come si passa dalla gialla alla verde in direzione opposta a quella cui ero abituato, ventidue minuti. Almeno è più veloce che a piedi :-)
Resto dell’idea che una linea metro circolare avrebbe il suo bel senso.

Vodafone

Ricordate la mia SIM Vodafone disattivata perché erano passati 366 giorni dall’ultima ricarica? Ho controllato sull’estratto conto online della mia carta di credito, e i soldi della ricarica se li sono regolarmente intascati, il che dal loro punto di vista non è così bello, visto che sembra che si possa parlare di “condotta tacitamente concludente” (detto in parole povere, se hanno accettato il pagamento significa che per loro il contratto era in essere). Ho provato a mandare un fax a Ivrea, ma mi sa tanto che non avrò nemmeno risposta.
Il perché ho spedito un fax è banale: dal sito vodafone è impossibile inviare un’email. In mezzo a tutto il flash possibile e immaginabile, la funzione “contattaci” è un motore di ricerca interno, e nonostante i miei sforzi non sono riuscito ad arrivare a un form vero e proprio. Credo che abbiano inventato l’antispam perfetto.
Aggiornamento: (4 marzo, 13:30) Mi ha chiamato una gentile signorina Vodafone dicendo che la SIM è stata riattivata. Maggiori informazioni domani, dopo che avrò riacceso il telefonino :-)

spartiti online

Gelìa mi ha spedito un link a questo articolo di TechDirt che afferma che si starebbe raggiungendo un accordo che permetterebbe a MxTabs.net di lasciare a disposizione degli utenti le intavolature di chitarra – i “guitar tabs”, per gli anglofoni irriducibili. Al momento potete anche leggere l’articolo del New York Times, prima che l’accesso venga bloccato ai non iscritti.
Chi mi conosce da molto tempo sa che una decina d’anni fa compilai una raccolta di circa duecento canzoni italiane con testo e accordi, il Canzoniere di .mau., che oggi è virtualmente introvabile proprio per ragioni legate al copyright (no, non ve ne spedisco una copia). Insomma, dovrei essere contento della notizia: peccato che mi restino parecchi dubbi.
Innanzitutto, mentre è ovvio che la melodia di una canzone è sotto copyright, la successione di accordi non lo è assolutamente, per l’ottima ragione che altrimenti ci sarebbero decine di migliaia di dispute legali: pensate a tutte le canzoni scritte sul giro di do. Questo purtroppo non porta a un gran risultato pratico, visto che in genere le tab vengono inserite con testo e accordi, e il testo sotto copyright lo è.
In secondo luogo, gli spartiti spesso non vengono affatto pubblicati. Non sono io a dirlo: l’articolo del NYT cita Irwin Z. Robinson, CEO della divisione musicale di Viacom, che afferma candidamente che solo il 2% del proprio catalogo è disponibile anche come spartito. Quello che aggiungo io è che molto spesso le edizioni ufficiali che si trovano sono piene di errori: ho iniziato a tirare giù gli accordi delle canzoni che mi piacciono proprio perché mi ero scocciato di comprare spartiti approssimativi.
Potrei anche soprassedere a tutto questo: quello che mi preoccupa è l’affermazione che MxTabs.net dividerà parte dei suoi proventi pubblicitari con le major discografiche. Il principio è giustissimo, non vedo perché uno debba guadagnare col lavoro altrui – chi tira giù le melodie. Però in questo modo si corre il rischio di avere un oligopolio di fatto: solo chi è abbastanza grande potrà permettersi il lusso di tirare su un repositorio di tab, sapendo che comunque i costi saranno coperti. I veri appassionati resteranno ancora una volta fregati. Sono troppo pessimista? Spero proprio di sì.