È già almeno un anno, forse anche due, che Trenitalia ha introdotto la modalità “ticketless”; in pratica uno si fa dare il codice di prenotazione – pagando ovviamente il giusto – glielo mostra al controllore in treno e quello gli stampa il biglietto. Il servizio è molto utile, anche se a volte ha qualche problemuccio: però si direbbe esserci un problema lessicale. Con la mania di volere scrivere tutto in inglese, sembrerebbe che gli amici di Trenitalia siano incorsi in un erroraccio: non è che tu sia “senza biglietto” (la traduzione letterale di “ticketless”) ma semplicemente “senza biglietto cartaceo”, qualcosa che potremmo dire “paperless” se proprio siamo convinti che l’inglese sia l’unica lingua in cui esprimersi. L’idea è corroborata dall’esistenza di negozi “Free shop” all’interno delle stazioni, che non ti regalano certo la roba né sono stati aperti in spregio alle licenze comunali.
E invece no. Ieri mi è arrivata l’illuminazione. La parola ticket in “Ticketless” non ha l’accezione di “biglietto” ma quella statunitense di “multa”. E in effetti, se ci pensate su, torna tutto: non hai il biglietto cartaceo, ma non ti fanno la multa. Visto come sono acculturati?
marketing personalizzato (si fa per dire)
Sabato sera a una cena tra amici c’era anche la mia inquilina torinese Maria, che mi ha portato un paio di pubblicità “personalizzate” che erano appena arrivate al mio vecchio indirizzo. Una era la cartolina di Interlinea che mi ricordava che sarebbero stati alla Fiera del Libro – peccato che quest’anno non ci sia stato io, ma questo ovviamente loro non lo potevano sapere.
L’altra era un volantino in busta chiusa di posta prioritaria speditomi da… Hummer Europe. Avete presente quei fuoristrada veri, che – cito dal volantino – scalano una pendenza del 60%, percorrono pendenze laterali di 35 gradi, salgono su un gradino di 40 centimetri? Avete presente il mio interesse per una roba del genere? Ecco. Eppure ce l’ho qua il volantino, persino personalizzato con l’incipit “Egregio signor Codogno”, che mi invita all’HUMMER Happening di Torino, che tra l’altro non si sa nemmeno quando sia. Nel testo viene indicato un sito, nel quale puoi compilare un modulo di iscrizione (che però “non comporta automaticamente la partecipazione”: molti sono chiamati, ma pochi eletti); ma anche lì non è indicata nessuna data. Immagino che rimarrò con questo dubbio, non eccessivamente lancinante; mi incuriosisce però sapere chi mai abbia dato loro il mio recapito.
Ah: qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai la sede europea di Hummer sta in Olanda. Vista l’orografia locale, probabilmente li useranno per andare su e giù dalle dighe.
la fama
Remember the milk
Data la mia cronica incapacità di fare le cose nei tempi prefissati, ogni tanto mi viene in mente che potrei sprecare ancora un po’ di tempo in più per scrivere da qualche parte le cose che dovrei fare.
Quello che mi è capitato per la tastiera in questi giorni è Remember the Milk, il cui logo è in effetti una simpatica mucca. Il sistema – mi spiace dirlo, ma è solo in inglese – funziona come ci si può aspettare: uno inserisce il task nella lista che vuole (ce ne sono alcune create di default, ma se ne possono aggiungere a piacere), dice quanto dovrebbe durare e quando dovrebbe essere terminato… ma c’è un pulsantino “postpone” per i ritardatari cronici. I task possono anche essere condivisi con altri utenti, e i reminder possono essere addirittura spediti per SMS (solo per i clienti Vodafone, però); inoltre il sistema si può interfacciare con Google Calendar, per gli aficionado.
Commento finale? boh. Per il momento ci provo, diciamo così.
The Science of Discworld III: Darwin’s Watch (libro)
Terzo volume della versione “scientifica” del Mondo Disco, il terzetto di autori questa volta (Terry Pratchett, Ian Stewart, Jack Cohen, The Science of Discworld III: Darwin’s Watch, Ebury Press 2005, pag. 344, Lst 6.99, ISBN 978-0-09189824-3) si occupa dell’evoluzione: i maghi del Discworld devono riuscire a fare in modo che Charles Darwin scriva The Origin of the Species e non Theology of the Species, un saggio ante litteram sull’Intelligent Design. Il libro si snoda come i due precedenti, con capitoletti che vedono le avventure dei maghi del Discworld (e di Rincewind, che sicuramente manca a molti dei lettori più anziani…) intervallati da capitoli più corposi che da un lato mostrano le analogie con il nostro mondo reale, e dall’altro entrano nei dettagli sia storici che biologici (ma anche matematici, fidatevi…) della teoria. Cohen tra l’altro spiega come quello che noi crediamo usualmente sull’evoluzione non corrisponde affatto agli ultimi studi: mai fidarsi del sentir comune! Insomma, un libro da comprare al volo – se si sa l’inglese, ovvio: casualmente nessuno dei libri di questa serie è stato tradotto in italiano, che io sappia.
OKNOtizie
Quelli di lloogg hanno anche fatto un’altra applicazione sempre in stile web 2.0: OKNOtizie.
Questa applicazione, ospitata da Alice (che bello, per una volta posso fare una pubblicità sinergica…) vorrebbe diventare l’equivalente italiano di digg: un posto dove gli utenti iscritti possono segnalare le notizie web che ritengono interessanti, e tutti possono votare OK se la notizia è loro piaciuta, oppure NO se ritengono sia spam.
Come in tutti questi sistemi di editoria sociale, in un certo senso si perde il controllo completo del proprio post, visto che a partire dalla pagina vista sotto OKNOtizie si possono scrivere dei commenti (che possono essere anch’essi votati con lo stesso meccanismo): a ognuno la scelta di cosa fare, tenendo comunque conto che come scritto sopra chiunque può segnalare una notizia altrui.
Inutile dire che viene fornita una bookmarklet che permette con un semplice clic di segnalare una notizia; forse meno inutile fare presente che io non sia riuscito a trovare un sistema per avere automaticamente indicato sui miei post il numero di OK che hanno ricevuto. Per il momento sto cercando almeno di mettere su la possibilità di segnalarmi e votarmi, ma abbiate pietà di un povero matematico!
Rifatti la faccia!
Sono capitato in un sito della University of St. Andrews che permette di fare il morphing di una faccia: trasformarla cioè secondo una serie di specifiche predefinite. Dopo avere inviato la propria foto e indicato dove stanno occhi e bocca – si sa, il riconoscimento facciale non è ancora così avanzato… – parte un’applet java che vi dà varie possibilità, con risultati più o meno convincenti.
Quella che vedete (ci potete anche cliccare sopra, se non volete la versione francobollo…) è la mia versione “in stile Modigliani” che secondo me non è venuta affatto male, e quasi quasi utilizzerò come mio avatar. Ma credo che la versione Neanderthal sarà apprezzata da molti!
lloogg
Dopo >Luciano e Iaia ho provato anch’io a usare lloogg (che, anche se non sembra, è un servizio italianissimo). A parte tutta l’interfaccia web 2.0 che è tanto di moda, il punto fondamentale del sistema è che ti mostra in tempo reale gli ultimi accessi al sito: quello che uno unixaro fa con il comando tail -f. Non so se e quanto serve, anche perché avendolo solo provato con la home page del mio blog non è che i dati siano così variabili: però potrebbe essere interessante.
Il sistema non è libero ma funziona a inviti: se vi interessa, ne ho uno.