L’ho già scritto che Poste Italiane al momento sono il maggior bersaglio italiano dei phisher. Devo però dire che il GranPremio Mondo BancoPosta per mau@tin.it non me lo sarei mai aspettato. (Il GranPremio esiste davvero, ho scoperto…)
Il testo è scritto in un italiano perfetto, anche se però, quando ci trascini il mouse su, scopri che gli “spazi” tra le parole sono in realtà cifre scritte in bianco su sfondo bianco (immagino per fare in modo che tutti i messaggi siano diversi e gli antispam bayesiani non vengano attivati). In fondo si trova anche una strana stringa esadecimale 6e2f065a2f24dafafc67485f6db54883 ripetuta più volte, sempre in bianco su bianco.
Anche se è abbastanza chiaro che la truffa è fatta da italiani, è buffo notare come il sito dove finisci quando clicchi è 210.70.176.222:82/icons/small/pos/.in/ , che corrisponde a un IP della Chang Jung Christian University, anche se così ad occhio il sito è stato craccato. Non so nemmeno se fare opera di carità cristiana e avvisarli :-)
Annodarsi le scarpe
Giuseppina si è lamentata perché non mi sono messo a commentare questo articolo apparso sul Corsera di oggi a proposito del numero di modi in cui ci si può allacciare le scarpe.
È il momento di fare una confessione. Io ho imparato ad allacciarmi le scarpe solo all’età di nove anni. Per tre anni sono andato a scuola con i mocassini, per l’incapacità di compiere quella semplice operazione manuale. Potete pertanto capire che l’argomento mi suscita brutti ricordi, e quindi tendo a cancellarlo dalla mente. Ma visto che siamo qua, tanto vale far notare ai miei affezionati lettori un paio di cosette.
Nell’articolo del Corsera si parla dei lavori di John Halton e di Burkard Polster. Bene, si poteva trovare tutto questo (e di più) in un articolo dell’ottimo Federico Peiretti, nella cui bibliografia il paper di Halton è datato 1995. D’altra parte, Ivars Peterson ne parlava nella sua rubrica MathTrek nel 1999: se ci limitiamo a Polster, ho trovato rapidamente questo articolo del 2002. Per una volta, persino rep.it è stata davvero sulla notizia, visto che ne aveva parlato al tempo.
Insomma, detto in altre parole: non sono riuscito a trovare nulla che non fosse già stato scritto cinque anni fa. Sarebbe simpatico scoprire da dove arrivino i grafici che ornano l’articolo del Corsera, ma le mie ricerche sono state infruttuose, anche se non mi stupirei arrivasse da questo libro.
L’unico dubbio che mi resta è capire chi abbia approvato la velin… ehm, l’articolo, che oggettivamente sarebbe stato ottimo se fosse stato all’interno di una rubrica scientifica del giornale e non come una “novità”…
Vodafone 3
Dopo le due puntate precedenti, oggi a pranzo riprovo a fare il 190. Mi risponde l’ennesima signorina, che subito mi chiede il numero di serie della SIM. La estraggo, glielo leggo, già che sono in questa fase hardwaristica provo a metterla nell’altro telefonino, sempre senza risultati. La fanciulla, se devo essere sincero con voce un po’ seccata, mi dice che da rete è tutto perfetto, e quindi sarà stata la SIM a disattivarsi, e quindi da cambiare, “a volte capita, quando la si mette e toglie”. Ho provato a fare sommessamente notare che quella sim era ferma da un anno nel telefono, ma nulla da fare.
Bene, ora proviamo a vedere le cose da un altro punto di vista. Se io avessi scritto a Vodafone per farmi ridare il credito residuo, avrei avuto una trattenuta di 8 euro per “spese varie”. In questo modo, invece, devo pagare 8 euro per farmi sostituire la SIM con una “sicuramente funzionante”. Visto? basta ordinare i fatti nel modo giusto, e il risultato finale è lì, sotto gli occhi di tutti. O sono io che sto pensando male? Per il momento, aspetto ancora un po’ a cambiare la SIM: chissà che cosa succederà…
tumblr
Eìo ha ragione, diciamolo subito e togliamoci il pensiero. Perché è difficile capire perché uno con un blog dovrebbe passare a Tumblr, però se ti limiti a usarlo per salvarti le frasi che ti piacciono di più è assolutamente fantastico. Selezioni col mouse la frase, clicchi sul bookmarklet “Share on Tumblr”, clicchi su OK e hai fatto tutto, compreso di link alla pagina corrispondente.
Per la cronaca, il mio tumblelog è questo.
<em>Parole, oggetti, eventi</em> (libro)
“Supponiamo di voler redigere un catalogo universale: […] un catalogo di tutto ciò che esiste ed è esistito, e anche di ciò che forse potrà esistere nel futuro. Come classicheremo le varie voci? Che categorie utilizzeremmo?” Questa domanda a prima vista innocua è l’incipit di questo libro (Achille Varzi, Parole, oggetti, eventi, Carocci – Quality Paperbacks 2001, pag. 240, € 14, ISBN 978-884301989-2) il cui titolo continua con “e altri argomenti di metafisica”. Achille Varzi è un filosofo – anche una persona molto simpatica, ma qui esulo dalla recensione… – che tende a studiare il linguaggio e i suoi significanti. In quest’opera Varzi fa una carrellata delle varie correnti filosofiche contemporanee a riguardo (moltiplicatori e unificatori; realisti, nominalisti, tropisti…) mostrando tutti i problemi che ciascuna delle visioni corrispondenti del mondo porta all’atto pratico: banalizzando, o si ottiene una moltiplicazione senza fine degli enti ed eventi, o si perde la capacità di unificare il tutto. Il libro è scritto in maniera molto scorrevole: però devo confessare che i concetti sono troppo eterei per le mie scarse capacità filosofiche. In pratica è uno dei classici casi in cui uno legge legge e poi non ricorda nulla… ma probabilmente è un mio limite.
Vodafone 2
Come avevo accennato, ieri alle 13:30 mi telefona (sul fisso) una gentile signorina Vodafone dicendomi che avevano riattivato il numero con il credito preesistente, spiegandomi che c’era stato un problema con le procedure automatiche che non erano state automaticamente bloccate con la ricarica. Già che c’ero, chiedo come mai non mi è stato possibile trovare un indirizzo email (funzionante o no…) all’interno del sito, per contattarli; la risposta è stata “stiamo riorganizzando il sito, tra qualche giorno l’email tornerà”.
Sono grandicello, certe spiegazioni le conosco fin troppo bene, ma faccio fintra di crederci. Peccato che ieri pomeriggio, arrivato a casa verso le 18 e riacceso il telefonino Vodafone, quello continui a dire “Registrazione carta SIM non riuscita”. Faccio il 190, dribblo il menu vocale, becco un’altra operatrice che dice “mah, per me il numero è attivo”. Rispiego tutta la cosa, la tipa mi chiede se ho spento e acceso il telefonino – è rimasto spento per una settimana, ma non sottilizziamo – mi chiede di aspettare un attimo, resto in attesa cinque minuti o giù di lì, e alla fine mi fa “potrebbe essere necessario aspettare ventiquattr’ore dalla riattivazione: comunque le confermo che il suo credito di 15 euro e tre centesimi è presente”. Io: “ehm, però il 25 ho fatto una ricarica… saranno stati solo tre euro ma ci dovrebbero essere anche quelli”. Attimo di pausa: “Ah, sì, le aggiungo i due euro”. Per il momento faccio finta che la fanciulla si sia dimenticata che i costi di ricarica, su quelli sono stracerto, non ci sono più.
Stamattina il mio telefonino continua ad essere bloccato: è però vero che se mi chiamo, invece che il messaggio della scorsa settimana “il numero da lei selezionato non è attivo”, si può ascoltare un leggermente più rassicurante “Vodafone, messaggio gratuito: il numero da lei chiamato è inaccessibile”.
Restate in linea per la prossima puntata di “avventure telefoniniche”!
Referendum elettorali
Grazie ad Apis, ho recuperato il link al sito dei proponenti i referendum elettorali. Per chi si stesse chiedendo quali sarebbero – che io sappia, non è ancora partita la raccolta di firme – sono due quesiti: il primo abolisce l’attuale premio di maggioranza per coalizioni, lasciandolo solo alla lista con il maggior numero di voti; il secondo vieta di candidarsi in più di una circoscrizione, eliminando i “candidati civetta”. Tutte belle cose, intendiamoci, e che di per sé condivido. Però rimane fuori un punto per me fondamentale: l’attuale Calderolium impedisce all’elettore di esprimere la preferenza per una persona, visto che le liste sono bloccate e gli eletti vengono presi nell’ordine di apparizione, manco fossero i personaggi e interpreti di uno sceneggiato. E naturalmente né la “Bozza Chiti” né il Calderolium 2 – la veLetta si sognano di rimettere le cose come stavano in passato: un po’ quello che successe dopo la cosiddetta “Restaurazione” del Congresso di Vienna, che restaurò tutto eccetto le repubbliche.
A questo punto mi sono chiesto se sarebbe stato possibile fare un referendum (abrogativo, chiaramente) per ritornare alle preferenze, e mi sono imbattuto in un problema. La legge 270/2005, il Calderolium appunto, non è una legge organica ma una serie di toppe al Testo Unico del 1957: uno dei sistemi italiani usuali per complicare le cose. Sono andato a cercare le versioni ufficiose del testi presenti nei siti della Camera e del Senato, e ho scoperto cose molto strane. Al Senato non c’è nulla da fare, ma l’articolo 58 del testo unico della Camera continua a parlare di doppia scheda, di lista e di preferenza; la legge 270/2005 ha abolito il sesto comma ma gli altri rimangono. Questo significherebbe che un referendum che trasformasse l’articolo 4 così:
4. Ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista ai fini dell’attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, da esprimere su un’unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista.
cancellando cioè le parole “per la scelta della lista”, e togliesse dall’articolo 58 le parti sul voto di coalizione sarebbe sintatticamente lecito e produrrebbe i risultati voluti.
Che ne dite? mi formate un comitato referendario ad hoc? :-)
Tempi lunghi
Leggo su Rep. che in Giappone hanno trovato una famiglia mummificata, così ad occhio da una ventina d’anni. “Mummificati” mi pare una parola grossa, visto che non si riusciva nemmeno a riconoscere il sesso dei morti: ma il meglio è stato leggere che “Il macabro ritrovamento è avvenuto all’alba da parte della polizia, allertata dai vicini di casa che da anni non avevano più notizie della famiglia.”
Bisogna dire che le cose da quelle parti si fanno davvero coi piedi di piombo!