questione di definizioni

MarkCC racconta di un esempio di povera matematica trovato nientemeno che nel New York Times, il che è una (misera) consolazione per quello che leggiamo sull’italica stampa praticamente tutti i giorni. L’articolo del NYT parla dell’economia tedesca, e afferma che in Germania preferiscono starsene disoccupati col sussidio statale. A riprova di ciò, mostra come il tasso di disoccupazione è al 5% in USA mentre è al 9% in Germania.
Peccato che la definizione statunitense di “disoccupato” è “uno che non lavora per nulla”, mentre quella tedesca è “uno che non ha un lavoro a tempo pieno”. Inoltre, se non lavori ma non stai cercando lavoro, per gli USA tu non sei disoccupato, per la Germania sì. Prendendo dati omogeneri, il tasso di disoccupazione tedesco scende al 6% (e sarebbe interessante scoprire se in questi ultimi anni hanno cambiato le definizioni italiane di disoccupazione…)
Insomma, si sono confrontate mele con pere: un errore molto insidioso da scovare, perché i numeri sembrano tutti corretti…

bibliofili di tutta Milano, unitevi!

Venerdì 14, alle 20:30, al Frida ci sarà il primo incontro milanese degli utenti di Anobii, un sito di “social booking” per i lettori compulsivi che vogliono tenersi da parte avere un posticino in rete dove scrivere tutto sui propri libri (e chiacchierare con gli altri malat… ehm, lettori).
Io non ci sarò, lo dico subito. Verso le 21:10 sarò infatti a Linate a recuperare Anna che torna da una settimana di trasferta; ora che torniamo e mangiamo un boccone, saranno le 22 passate e anche se in dieci minuti a piedi io ci arrivo al Frida, credo se ne saranno già andati tutti… al limite sentirò la mia donna all’Isola per informazioni dell’ultimo minuto.
Aggiornamento: Sembra che ci sia qualcuno che vuole arrivare prima, per farsi l’happy hour. A questo punto magari ce la faccio anch’io!

Luttazzi (Daniele)

(Sì, sono abbastanza vecchio perché il primo nome che assocerei a Luttazzi è quello di Lelio. Ma so che l’ottimo Daniele Fabbri non si lamenterà per questo)
Farfi mi segnala il punto di vista di Luttazzi sulla vicenda. Sul comico avevo già discettato un paio d’anni fa; è vero che “il blog” l’ha riaperto, ma visto quanto ci scrive è come se non ce l’avesse.. Nella fattispecie, ribadisco il mio giudizio: la sua comicità non mi piace, però è una persona davvero intelligente e capace anche a dire le cose in maniera chiara e comprensibile, cosa che in Italia non è che capiti così spesso. L’unica caduta di stile populistica è stata quando ha scritto «Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto d’ingresso. Oooops!» (Di per sé è vero, ma ovviamente messo così è demagogico :-) )
(adesso però basta, parlare di beppegrillo™. Ci sono tante altre cose nella vita)

Scalfari: la vecchiaia è dura

Il fondatore di Repubblica ha ottantatré anni. Scrivere pipponi non è però un lavoro pesante – basta vedere come io ci riesco bene – ed avere un po’ di azioni di un quotidiano aiuta sempre. Succede così che tutte le domeniche e generalmente un’altra volta a metà settimana ci si trova le sue “omelie” sul giornale, oltre che sul sito per noi avaracci che non cacciamo l’euro per comprare il quotidiano.
Nell’articolo odierno anche lui decide di parlare di beppegrillo™, il che è cosa buona e giusta, visto che il v-day è sicuramente stato una notizia importante. Nel testo, inizia a mischiare banalità («Il più vivo desiderio delle masse, cioè dell’individuo ridotto a folla e a massa, è di essere de-responsabilizzato») e punti che non condivido («Chi inneggia al “Vaffanculo” partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità.»), ma anche qui non è che ci sia molto da dire: ognuno ha le sue idee.
Ma poi leggo questo suo discettare sui tre punti della proposta di legge popolare: «Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari» e mi fermo. Torno a rileggere il testo completo, per sicurezza, e vedo solo scritto all’articolo 3 “Introduzione del voto di preferenza per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica” e all’articolo 4 “Disciplina ecc. ecc.”. Di primarie non se ne parla, e vorrei ben vedere che una legge dello Stato disciplini una cosa che è assolutamente privata e interna. Questo significa, almeno secondo me, che non solo sta parlando di qualcosa che non ha letto nemmeno nel riassuntino del sito di Grillo, ma anche che ormai i suoi neuroni si sono bloccati in una serie di configurazioni fisse, restando completamente avulsi dalla realtà. Davvero, non è bello.

Albume d’uomo

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Il Corsera annuncia l’uscita di un libretto che sta per uscire in Gran Bretagna contenente un centinaio di consigli per risparmiare ed essere finanche ecologici. Non entro nel merito di consigli, se non per il refuso del punto 14, dove si parla dell’albume dell’uomo. Questo è un blog letto anche dalle famiglie, quindi non posso aggiungere i miei commenti al riguardo…

cover beatlesiane

Mi è tornato uno dei miei ùzzoli di qualche anno fa, vale a dire recuperare cover italiane di pezzi anni ’60 dei Beatles. Per chi non lo sapesse, ci sono cose assolutamente fantastiche, tipo gli Shampoo che hanno fatto tutto un album di canzoni in napoletano – per saperne di più, seguite i link dalla pagina di Wikipedia. Ci sono cose per Ci sono cose assolutamente demenziali, tipo i Powerillusi che fanno una versione a cappella di Let It Be. Ma si può fare di meglio.
Una menzione onorevole va a Chi è, versione di Get Back degli Juniors, che contiene il verso immortale
ma sarei contento se nel subcosciente tu volessi ancora me.
Ma il record credo che vada nientemeno che a Fausto Leali che – prima di arrivare al successo come solista con A chi, leggasi Hurt di Timi Yuro – era la voce solista dei Novelty. La loro versione di Please Please me sarebbe tutta da citare, ma poi la SIAE viene a minare il mio sito; quindi dovete accontentarvi della prima strofa, che fa
Tu vuoi che parli un po' l'inglese
e che ti dica qualche cosa
Come on (come on) [4 volte]
Please please me, oh yeah,
tu piaci a me!

e soprattutto dell’inizio del middle eight, in puro stile bitt annisessanta:
Vieni più vicino, in inglese o in italiano ma che importa?
Dovrei decidermi a scrivere una monografia al riguardo, secondo me un suo pubblico ce l’avrebbe anche. P.S.: Non è che qualcuno abbia i brani dei Six Foolish, che hanno inciso Misery e Please Please Me?

Rudi simmetrie (libro)

[copertina] Chi mi conosce sa che sono un affezionato lettore e solutore della e-zine Rudi Mathematici, che “dall’altro millennio” diffonde il verbo matematico nella nostra lingua e ha raggiunto la bellezza di 1400 copie distribuite ogni mese. Sì, è gratuita, ma farsi spedire un malloppo di un megabyte ogni 30 giorni non lo fai comunque a cuor leggero. È pertanto con gioia che, sfidando le ire del Gran Capo della rivista, recensisco la spero prima raccolta in forma cartacea di alcuni degli articoli pubblicati su RM (Rodolfo Clerico e Piero Fabbri, Rudi simmetrie, CS_Libri, pag. 127, € 17, ISBN 978-88-95526-02-7), uscita a tiratura molto limitata per la CS_Libri – per procacciarvi il libro forse vi conviene andare direttamente là. Il libro è formato da due parti ben distinte, ancorché interallacciate; Rudy fa una trattazione prettamente matematica dei teoremi legati ai gruppi di simmetria in due e più dimensioni, mentre Piero presenta una serie di “compleanni”: pezzi di letteratura che con la scusa di festeggiare un matematico nato nel mese di pubblicazione della rivista partono generalmente per la tangente e raccontano di tutto e di più. Se devo fare un appunto, avrei forse limato un po’ la parte più strettamente matematica, pensando a chi si spaventerà almeno per la sua metà del testo. Però, se riuscite a superare le vostre paure, sarete certamente premiati!

Paura, eh?

A quanto pare, sembra che nel futuro Partito Democratico si sia finalmente trovato l’accordo su qualcosa: che cinque euro per andare a votare alle primarie sono troppi, e bisogna abbassare la quota a un solo euro, esattamente come quando si è incoronato Prodi. Come sapete, io penso sempre male, e sono convinto che qualcuno si sia accorto che si rischia un macello, nel senso che l’affluenza sarà risibile rispetto ai quattro milioni di due anni fa.
Per quanto mi riguarda, tanto non andrò comunque a votare. Su Vuoto Weltroni, anche se nel 1994 la pensavo diversamente, non punterei nulla. Paradossamente dicono cose più di sinistra Rosy Bindi ed Enrico Letta, che tra l’altro è stato l’unico almeno qui a Milano a fare delle pre-primarie. Perché poi c’è il secondo punto: le liste sono bloccate, come è ormai la moda in questa nazione. Tu non puoi scegliere una persona: c’è qualcuno che ti dice ne sa più di te e ti “aiuta”, togliendoti la fatica di dovere fare una decisione. Maramotti lo spiega meglio di me :-)
La berlusconizzazione dell’Italia è ormai un fatto compiuto.