Sparare sulla Croce Rossa

Leggo da la Stampa che beppegrillo™ “si scopre passatista”, e tra le varie sue esternazioni leggo “Vi immaginate Moro, Berlinguer, De Gasperi eletti in Parlamento condannati per estorsione, banda armata o tangenti?”
Quello forse no, ma l’Alcide, dice wikipedia, durante l’Università fu “protagonista delle lotte degli studenti italiani, che miravano ad ottenere una facoltà di diritto in lingua italiana. Dovette scontare per queste sue attività anche un breve periodo in prigione ad Innsbruck.” Quindi non avrebbe dovuto far parte del parlamento Italiano, ipse dixit.
(il motivo del titolo di questa notiziola dovrebbe essere chiaro: usare questi mezzucci contro il vaffanculista non è bello. Il fatto è che io non sopporto gli slogan urlati senza pensarci su, anche perché poi ti si ritorcono contro)

Universo (libro)

[copertina] A quarant’anni dall’uscita dell’ormai introvabile edizione Urania e a sessantacinque dalla pubblicazione originale – credo a puntate – Mondadori ha ripubblicato questo libro (Robert A. Heinlein, Universo [Orphans Of the Sky], Oscar Mondadori maggio 2006 [1941], pag. 175, € 8.40, ISBN 978-88-04-55549-0, trad. Antonangelo Pinna), che è il primo Heinlein allo stato puro. Pura avventura spaziale – anche se all’interno di una nave generazionale. Fascismo, o per meglio dire “teoria del superuomo” – uno dei protagonisti “buoni” è un mutante con due teste, giusto per spiegare che cosa intendo. Personaggi tagliati con l’accetta e assolutamente bidimensionali. Rispetto all’ultimo Heinlein, niente sesso né donne :-). Detto tutto questo, non riesci a lasciarlo da parte anche se sai esattamente cosa succederà… come del resto sai cosa succede nei film made in USA, che continui a guardare lo stesso.

Ma Miss Italia sta andando così male?

A quanto pare non bastava la lite Goggi-Bongiorno: a Miss Italia (ma quanto dura?) hanno dovuto tirare fuori anche la polemica “chiappe sì, chiappe no”, a proposito delle inquadrature del fondoschiena delle partecipanti alla gara. Dapprima sembrava che andasse bene così: immagino che qualcuno avesse fatto i conti e si fosse accorto che in questo modo si aveva il doppio di inquadrature e quindi si poteva tranquillamente aumentare la durata della trasmissione con la scusa di “non fare perdere nulla”. Ma mi dicono rep.it e Corsera che Patrizia Mirigliani, la figlia di Im-Ho-Tep, ha messo il suo veto. La nobile ragione? «Il nostro grosso impegno è quello di conciliare il rispetto per l’essere umano e la necessità di mostrarne le caratteristiche fisiche». Un po’ come il lupo di Cappuccetto Rosso che affermasse di voler conciliare il rispetto per gli abitanti del bosco e la necessità di pasteggiare a carne umana. Adesso capisco che bisogna fare in modo che a qualche telespettatore in più venga voglia di sintonizzarsi su Raiuno che altrimenti bisogna ridare i soldi indietro a chi ha acquistato a caro prezzo gli spazi per gli spot, però almeno non si faccia troppo i finti moralisti. O no?

Cheese (manifestazione)

Ieri un gruppetto (Anna, Simona, Marina e Franco, oltre al sottoscritto) si è lanciato verso Bra, per andare a vedere Cheese. Naturalmente “vedere” non è la parola giusta, e avrei dovuto dire “gustare”: ma a me i formaggi non dicono molto, per tacere degli erborinati che io aborro ma erano le star della manifestazione. Insomma me ne sono stato semplicemente lì come pacco postale, e mi sono limitato a fare delle osservazioni antropologiche.
C’era davvero tanta gente, e non ci sono parcheggi sufficienti… o almeno noi non li abbiamo visti. Fortunatamente il centro storico era chiuso al traffico, e noi ci siamo lanciati verso la periferia e abbiamo trovato un posticino. Al pomeriggio gli stand sembravano più vuoti, però quando ce ne siamo tornati verso Milano c’erano i vigili che facevano deviare le auto in arrivo… chissà dove si nascondevano tutti. Ho scoperto dov’è via della Mendicità Istruita, proprio in centro. Mi sono infine vieppiù accorto che ormai Slow Food è davvero un business. Però il tutto è stato abbastanza interessante.
Aggiornamento: A parte i bicchieri “un par sort” che Anna si è recuperata tra i vari assaggi, volevo fare notare un presidio particolare: un fomaggio di capra fatto “a crudo” a Capo Verde. Il formaggio in questione (il caprino di Bolona) è sempre stato un formaggio fresco, per la banale ragione che i pastori capoverdiani non avevano la possibilità di pastorizzarlo e tutte le cose del genere. Adesso però c’è un progetto con l’università di Torino per creare una versione stagionata, “di caratteristiche davvero interessanti” secondo la brochure che veniva offerta. Peccato che questo sia esattamente l’opposto della sbandierata filosofia dei presidii… o mi volete dire che non c’è alcuna differenza pratica, perché se i capoverdiani avessero avuto i mezzi tecnici il formaggio l’avrebbero fatto così?
In compenso, non vorrei dare l’impressione che mi lamenti di tutto. Devo dire che vedere tutti i bidoncini per i vari tipi di rifiuto, e la gente che non solo non buttava per terra la roba ma stava a verificare quale fosse il bidone giusto, è stato confortante. Possiamo ancora farcela.

Attijariwafa

Non chiedetemi esattamente cosa significhi. Posso solo dire che è arabo traslitterato, ed è il nome della banca marocchina che sta aprendo uno sportello in piazza Appio Claudio, dietro casa mia. Il posto non è così strano, visto che a due anni e mezzo fa (febbraio 2005) ci fu la cosiddetta operazione “hawala” che aveva chiuso lo sportello della Wafabank che stava per aprire in quel palazzo, perché la banca operava senza le autorizzazioni necessarie. Chissà come sono cambiate le cose.
Ah, già che ci siamo un paio di spiegazioni. La Attijariwafa è la banca nata dalla fusione della Wafabank e della Banque Commerciale du Maroc; la hawala è un sistema di scambio di denaro via intermediari basato sull’onore, nel senso che non vengono fisicamente spostati soldi tra la filiale ricevente e quella destinataria ma viene dato semplicemente un credito al destinatario.

Carriera

Oggi pomeriggio alle 16 in Duomo il prete che ha sposato Anna e me, don Franco Giulio Brambilla, viene ordinato vescovo ausiliare di Milano.
Aggiungo giusto un aneddoto. I vescovi hanno sempre una sede associata, che può essere reale oppure per così dire “onoraria”, come nel caso di un vescovo ausiliare. In questi casi viene indicata una città generalmente del Nord Africa o del vicino Oriente dove ai tempi c’era una comunità cristiana. Don Brambilla diventa vescovo titolare di Tullia: quando gli ho chiesto dove fosse, mi ha risposto “È in Numidia, nei pressi di Cartagine e Ippona; bisognerà fare un campo di lavoro per dissotterrarla…”…

san Maurizio

È il santo di oggi, come mi ha fatto notare Sonny (no, le notiziole sono aggiornate solo quando ne ho voglia, che può essere sei volte in un giorno o nulla per tre giorni di fila). Ma il primo a farmelo sapere è stato il mio ex-collega (nome in codice, “il bagnino”) che mi ha mandato un SMS mentre ero a Bra a (non) vedere Cheese. Nemmeno io me ne ero ricordato.

Intelligenza artificiale (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Il sottotitolo di questo libro (Barbara Giolito, Intelligenza artificiale, Carocci – Quality Paperbacks maggio 2007, pag. 137, € 13, ISBN 978-88-430-4194-7) è “Una guida filosofica”, e l’autrice si dilunga a spiegare come il libro sia stato scritto principalmente per chi avesse una formazione filosofica e volesse sapere qualcosa sull’Intelligenza Artificiale (mi raccomando le maiuscole!) dal suo punto di vista. È vero che io di formazione filosofica non ne ho per nulla, ma così ad occhio non mi pare che il risultato sia stato raggiunto. Quello che si trova nel libro è una panoramica dei risultati “storici” dei progetti di IA, espressi in maniera schematica, e con l’aggiunta di alcune sezioni su quanto fatto ultimamente, soprattutto da parte di autori italiani. Il taglio delle descrizioni è qualitativo, senza entrare nei dettagli; scelta peraltro corretta, visto lo scopo del libro. Però mi sembra che molti temi di ricerca vengano saltati: è vero che qua gioco in casa, ma ad esempio la creatività nell’IA è appena accennata, e non si fa nemmeno il nome di Hofstadter e del suo gruppo di lavoro FARG, né per la parte di robotica si parla degli autoveicoli che fanno le gare nel deserto americano, o se vogliamo rimanere da noi ai progetti studiati in IRST. Anche le considerazioni filosofiche mi paiono molto terra-terra: bene descrivere gli esperimenti mentali di Searle, ma senza una seria discussione sui significati la cosa rimane lettera morta per la maggior parte dei lettori. In definitiva, un’occasione sprecata: si sarebbe potuto fare di più.