Nuovo anno, nuovo test di personalità

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Stavolta il test arriva da Odiamore, ed è un combinato del tipo di personalità Jung/Myers-Briggs con un altro profilo “a intelligenza multipla”. Sul secondo, non ho molto altro da dire se non che un 40% di mia “intelligenza corporale/cinestetica” mi sembra troppo, e infatti l’iconcina non la mostra nemmeno.
Sul primo test, ho fatto una verifica con il passato. Ad aprile 2004 risultavo INTJ, e pensavo di essere INTP. A ottobre 2005 ero diventato INFP. Nel 2007 ero INFJ. Insomma, finalmente mi sono riconciliato con la mia visione di me, anche se purtroppo la parola chiave associata è “ingegnere” ;-(
Per curiosità, nei tre test che davano anche punteggi relativi – i due del 2004 e questo – ecco le percentuali ottenute:
88,63,31,36
78,55,55,67
68,63,34,58
L’unica cosa costante è che sto diventando estroverso :-)

organizzazione tassazioni

Ho compilato il 730. Telecom, in collaborazione con Accenture, mette a disposizione un sito online, quest’anno anche accedibile al di fuori della intranet aziendale, e questa è Una Cosa Buona (in teoria, almeno). Che poi nelle istruzioni si siano dimenticati un piccolo particolare quale spiegare con che username si accede al servizio per la prima volta è un dettaglio secondario, o forse un modo come un altro per fare vedere quanto è fatto bene il risponditore telefonico automatico: si sa, le sinergie!
Ma a parte questo intoppo iniziale e una iconistica con una sua innegabile logica, che però è purtroppo comprensibile solo dopo avere fatto qualche errore, bisogna dire che l’applicativo è fatto bene: ad esempio si ricorda i miei dati di fabbricati e rimborsi ristrutturazione casa rateizzati, e quindi ho solo dovuto aggiungere le spese mediche. Peccato per un piccolo problema, che però non è colpa di Accenture. Io avrei voluto pagare l’ICI con il saldo a credito. Mi sarei persino lanciato a compilare il primo F24 a mio nome – sì, la legge ti obbliga a fare un F24 in questo caso, anche se di 0 euro. Peccato però che il comune di Torino non abbia ancora indicato quali saranno le aliquote ICI per il 2008. Dovrò così farmi la solita gita turistica alle poste (ricordo a vb che anche quest’anno le scadenze sono il 16 giugno e il 16 dicembre, non quindi a fine mese), quando sarebbe bastata una minima organizzazione. Fa bene Sìlviolo a togliere ICI e bollo auto: i comuni non sono capaci a gestirsi!

Giornata mondiale del libro

Visto che la cosa è anche arrivata sulla free press, immagino vi sia abbastanza nota. Oggi l’Unesco celebra la Giornata Mondiale del Libro. Una nota a piè di pagina nel portale dell’Unesco spiega che la data è stata scelta perché il 23 aprile 1616 sono morti Cervantes, Shakespeare e il letterato peruviano Inca Garcilaso de la Vega. Prima che iniziate a dire che quello è stato un giorno davvero sfigato, mi affretto a ricordarvi che Guglielmo Scuotilancia non è morto nello stesso giorno degli altri :-)
Di per sé è ovvio che un forte lettore come il sottoscritto apprezza l’idea di una giornata del libro, perdipiù con il bonus che questo sarebbe anche l’Anno Internazionale delle Lingue (lo è anche della patata, ma noi non ci facciamo mancare nulla). Non credo però che andrò ad Amsterdam, Capitale del libro 2008. C’è però una cosa che mi preoccupa un po’: il nome ufficiale della giornata è World Book and Copyright Day (neretto mio). Siamo proprio sicuri che sia una buona idea mettere assieme i due temi?

Enciclopedia Britannica aggratis

Credo che oramai lo sappiate tutti (ieri non avevo voglia di scriverlo, così ho perso lo scoop). L’Enciclopedia Britannica offre un accesso gratuito per un anno (scritto proprio in chiaro: totale GBP 0.00) a chiunque sia un “Online publisher”. La definizione di publisher comprende esplicitamente anche chi ha un blog, e non richiede che si scriva in inglese – se non ovviamente quando si compila il modulo di richiesta.
A che serve la Britannica quando c’è Wikipedia, uno si può chiedere? Beh, immagino che anche quelli della Britannica se lo siano chiesti. E immagino anche che la risposta sia “facciamo vedere a chi la rete la usa il nostro vantaggio in qualità”.
I bloggher possono provare da loro: io ho compilato il modulo lunedì pomeriggio, e martedì mattina era arrivata la mail di risposta con le istruzioni ulteriori, quindi i tempi sono rapidi.

V2 Day e referendum

Confesso che non avevo intenzione di parlarne. Cosa mi ha fatto cambiare idea, allora? Due cose. La prima è che ieri ho scoperto che, a differenza dell’altra volta, quest’anno i banchetti proporranno di firmare per tre referendum. La seconda, ben più importante, è capitata oggi a pranzo con i colleghi: mentre si chiacchierava, in due hanno detto “com’è che Grillo non sta facendo nulla?” e nessun altro ha risposto loro. Questo significa che i media non stanno parlando dalla manifestazione che si terrà contro di loro; a questo punto mi pare doveroso che la mia flebile voce dia un resoconto. Parziale, non c’è dubbio, ma credo meglio che il silenzio.
Il testo dei referendum lo trovate qui. (Però, insomma, mettere anche una pagina accessibile faceva così schifo? L’accessibilità è un tema davvero serio, anche se non ti dà visibilità tra il grande pubblico). Sul terzo, sull’abolizione della legge Gasparri, non ho molto da dire: lo condivido pienamente, e ha il vantaggio di essere molto semplice, visto che il testo dice “volete che si abroghi il Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 177?”. Sugli altri due personalmente ho dei dubbi. Iniziamo dal finanziamento ai quotidiani. Già il fatto che il quesito, a differenza degli altri due, sia più complicato significa che la materia non è banale. La prima parte, quella che toglie le prebende alla stampa di partito, è di nuovo sacrosanta: al limite, preferirei che le prebende siano date per volantini e manifesti senza pubblicità, non come aiutino per le vendite dei giornali.
La seconda parte, l’abolizione degli articoli dal 22 al 41 della legge sull’editoria, è curiosamente negletta nella spiegazione di beppegrillo™ e del suo staff. Bisogna dire che deve proprio avercela con i giornalisti, visto che non solo li vuole mandare via ma anche senza pensione e cassa integrazione (tutte cose presenti in quegli articoli…) Del resto, lo stesso Beppe Lopez così portato sugli scudi da beppegrillo™ scrive che la legge sui contributi è sì da riformare, ma non da abolire bensì da tarare su chi avrebbe davvero bisogno di una spinta per iniziare.
Per quanto riguarda l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, che l’Ordine sia da riformare pesantemente è indubbio, e che molti giornalisti siano più che altro dei pennivendoli, pure. Ma ho l’impressione che la sua abolizione manderebbe via tali pennivendoli semplicemente per sostituirli con altri pennivendoli ancora più pronti a obbedire agli ordini degli editori, che sono certo sarebbero felicissimi della cosa. Il punto è banale: distruggere (pardon, abrogare) è facile, ricostruire dalle macerie no.
Termino il pippone con una nota molto personale. In una discussione chez Mantellini veniva fatto notare che se questi referendum raggiungessero il numero sufficiente di firme verrebbero tenuti insieme a quelli elettorali rimasti a bagnomaria causa elezioni, e quindi «il quorum è praticamente garantito». Ho fatto notare che non ne ero così certo, visto che «l’ultimo referendum tenutosi sulla legge elettorale non raggiunse il quorum» e mi è stato risposto «ne sei proprio sicuro? io fossi in te controllerei..» Per la cronaca, ho fornito le prove. Non ce l’ho contro chi mi ha risposto così, che poi si è anche scusato: faccio però notare ai miei ventun lettori una cosa. Non è un peccato mortale non ricordarsi cosa sia successo nove anni fa: magari uno all’epoca aveva dieci anni e non era certo interessato a queste palle politiche. Poteva assolutamente darsi che io mi sbagliassi, in buona o cattiva fede, e non c’è nulla di male a non credere a quello che scrivo: lo sapete bene che ogni tanto prendo delle cantonate. Però quella era un’informazione facilmente ricavabile, e mi sarei aspettato che in un consesso di persone che si suppone sia esperta a ricavare informazioni la gente andasse a verificarla di persona, invece che darmi del bugiardo senza se e senza ma. Tradotto nella vita reale, siete così sicuri che sia tutta colpa dei giornalisti, se la gente non sa cosa succeda davvero?

Alitalia oggi

A parte la battutina di stamattina, credo sempre più nell’imminente fallimento di Alitalia, e devo dire che la cosa non è che mi impedisca di dormire la notte. Mi sono anche oziosamente chiesto di chi è la colpa, e le risposte che mi sono dato credo non siano completamente in linea con gli altri commentatori più o meno augusti.
Ad esempio, secondo me Berlusconi non ha colpa. Occhei, messa così è un po’ brutale, visto che le sue dichiarazioni dell’ultimo mese sono state la base per tutto quello che è successo. Ma una qualunque persona raziocinante sapeva perfettamente che stava raccontando delle balle giusto per recuperare un po’ di voti, e se si è basato su queste balle pensando di ottenere chissà che cosa il problema è suo, non di Sìlviolo. Chissà se adesso costoro si sono accorti che avere l’Expo a Milano non cambia assolutamente nulla; a dire il vero, magari ad Air France questa cosa rompeva anche più le scatole. Tanto non importa, se uno non ha ancora capito come opera Berlusconi non potrà certo cambiare idea.
Tutto questo porta subito al sindacato, anzi ai sindacati. Non so quante sigle sindacali siano presenti in Alitalia, tra confederati, autonomi e altro. So solo che sono troppe, e che mi sembrano più occupate a lottare tra loro che a farlo per i lavoratori. Nessuna sigla che abbia avuto il coraggio di dire “Non va bene, ma capiamo di dovere accettare: negoziamo solo un’uscita [ribadisco, uscita] soft per chi non si può tenere”. Al limite, però, avrei anche apprezzato qualcuno che rifiutasse chiaramente di trattare, per la serie “si muore tutti insieme”. Invece no: tutti a dire “la proposta è irricevibile” sperando in chissà quale folgorazione di Spinetta sulla via di Malpensa. Il risultato lo si è visto.
Restano infine i tempi infiniti di Prodi e Padoa Schioppa per far partire la cerca delle offerte. È vero che alla fine ce l’hanno fatta, il che non si è certo potuto dire di Berlusconi: ma quando una compagnia è così malmessa non sarebbe meglio cercare una cura il prima possibile? No? Aggià, siamo in Italia.

Milano e la concorrenza.

Fortuna che Bernardo Caprotti nel suo libro ci fa notare come la mancanza di concorrenza faccia crescere i prezzi dei beni, il tutto contro il povero consumatore. Dato che i prezzi degli alimentari a Milano sono dell’11.2% superiori alla media italiana, mentre per gli articoli per la casa e di arredamento la differenza è del 25.8%, dobbiamo ringraziare Esselunga per un calo di quasi il 15% del prezzo degli alimentari!
D’accordo, la conclusione è farlocca. Ma il commento resta lo stesso: non credete bovinamente ai miracoli del mercato. Ognuno fa come gli riesce meglio.

Reti professionali nigeriane

Ho già parlato più volte della “truffa nigeriana” (detta anche 419, dal numero dell’articolo del codice penale nigeriano al riguardo, che tanto non serve a nulla visto che non credo che abbiano mai condannato nessuno). Sono quei messaggi che ti arrivano da moglie/figlio/segretario di qualche pezzo grosso africano appena morto, che ti dicono che hanno qualche milione di dollari USA su un conto bloccato e ti chiedono di fare una triangolazione sul tuo conto, promettendoti una generosa ricompensa.
Essendo questi spam spediti a mano uno per uno, e non inviati da uno spambot, sono molto difficili da bloccare automaticamente; ma mi sa che i migliori filtri antispam ora ce la facciano. Che hanno pensato allora questi tipi? Un’idea semplicissima: usare un intermediario. Su due delle mie caselle email che non uso mi sono arrivate delle segnalazioni da LinkedIn che stavano per scadere degli “inviti per diventare parte del network professionale di [nome dello spammatore]”. Ma se accetto il loro invito, posso diventare punibile per ricettazione?