No, non è come pensate voi. Ho un ombrello di quelli tascabili, quindi la punta non è appuntita e non posso usarla come fioretto; né l’ho modificato per lanciare proiettili avvelenati come in un qualche romanzo di Ian Fleming (e se non è un romanzo, è un film di 007; e se non è nemmeno un film, sarà qualcos’altro, non sono cose che uno si inventa così).
Molto più banalmente, quando chiudo l’ombrello non riesco a farlo facilmente, e devo tirarlo dove ci sono le stecche. Ma le stecche di questo ombrello non sono a forma di spaghetto, bensì di sezione a C con bordi parecchio taglienti.
Risultato: stamattina ho i due pollici tagliuzzati, e ho dovuto metterci sopra due cerotti. La piccola fregatura è che gli unici cerotti che ho trovato sono quelli di Nemo.
Avete fatto trenta…
È molto bello scoprire che i Rudi Matematici (senza la h) finalmente hanno il blog. Magari Piotr avrà un po’ di tempo in più per le risposte ai lettori, immaginando che ci sia anche qualcun altro che risponda.
Però prima sarebbe opportuno aprire il blog ai commenti VEL dare la possibilità di iscriversi per commentare…
individua la fermata!
Ho scoperto come sono riusciti a evitare l’imbottigliamento del bus MonzaCelere, che dovendo passare per il controviale di Zara/Fulvio Testi era praticamente un MonzaFermo: adesso fa capolinea in Bicocca, esattamente come il MonzaOrdinario che non si chiama più così perché continua dopo Monza. Ma questa, ammetto, come notizia vale pochino.
Molto più interessante scoprire come Brianza Trasporti scriva i comunicati per spiegare le novità.
Il primo comunicato [PDF} recita:
Si avvisa la Gentile Clientela che,
a partire dal 12 MAGGIO 2008 nel Comune di Milano il capolinea delle autolinee in oggetto è individuato in via dellInnovazione angolo Padre Beccaro.
Viene soppresso il capolinea/fermata posto in via dellinnovazione ang. via Polvani.
La fermata più vicina è individuata in via Polvani ang. via Pirelli.
Io sono bastardo dentro, ed espongo al pubblico ludibrio anche la virgola dopo il “che”. Ma quello che realmente mi chiedo è “chi o cosa diavolo è che individua le fermate?” C’è un novello Sherlock Holmes in mantella pipa e lente d’ingrandimento che scruta le vie e infine sentenzia “Elementare, mio caro utente”? Se apro Google Maps saltano fuori le bandierine per individuare le fermate?
Ma anche il secondo comunicato [PDF], sempre dotato di virgola dopo il “che”, non è affatto male.
Si avvisa la gentile Clientela che,
- da mercoledì 23 aprile 2008 verrà posizionato un palo provvisorio Brianza Trasporti presso la fermata di CHIESE/SARCA posizionata in prossimità della fermata della linea 51
ATM.
Pertanto la fermata sarà effettuata regolarmente.
- La fermata di CHIESE/PIRELLI non verrà effettuata in quanto non autorizzata.
Anche qua potrei lamentarmi del posizionare un palo provvisorio presso una permata, pardon, fermata, posizionata in prossimità di un’altra permata, pardon fermata. Lasciamo perdere. Ma il pensiero di una fermata non autorizzata (e non soppressa) mi lascia davvero basito. Arriveranno forse i bravi a sentenziare “questa fermata non s’ha da fare”? Mancherà un modulo compilato con la firma di un aiutosottovicedirigente per autorizzare questa povera fermata? E poi, autorizzata a far che cosa? A esistere? È ammessa l’eutanasia delle fermate?
Ma tanto per andare da Milano a Monza il mezzo più veloce è il treno :-)
Risparmio energetico
Lo scorso anno, come Grande Novità, i nostri PC di lavoro sono passati a una gestione remota degli aggiornamenti, con obbligo di lasciare acceso il desktop la sera in modo che gli aggiornamenti potessero appunto essere inviati al PC.
Adesso finalmente qualcuno si è accorto dell’illogicità, e ieri pomeriggio mi è arrivata un’email con titolo “Risparmio energetico”, che sulle prime avevo preso come spam.
Invece no: era la Grande Novità di quest’anno. Dalla prossima settimana, le postazioni desktop verranno spente da remoto la sera e nei weekend, a meno che uno non compili una serie di moduli (elettronici) spiegando perché mai il proprio PC dovrebbe restare acceso (in effetti ci sono dei casi dove il PC fa anche da server per roba di lavoro, non è che la gente lo usi per scaricare dal Mulo… anche perché il firewall lo impedirebbe). Nell’email si sono persino ricordati di avvisare di spegnere il monitor!
Vabbè, prendiamola bene: meglio tardi che mai.
Fumare come un ???
Ieri in Turchia è entrata in vigore una legge antifumo. Le certezze di una vita crollano.
Ragione di (un altro) Stato
Ricordate che a dicembre Romano Prodi spiegò che non avrebbe incontrato il Dalai Lama perché c’è la ragione di stato? Ne avevo parlato anch’io, lamentandomi della cosa. Bene, oggi leggo che il ministro dell’economia tedesco ha avuto un incontro ufficiale con il Dalai Lama. In Germania si sono lamentati che né la cancelliera Merkel né il ministro degli Esteri abbiano accettato di fare un incontro; io però mi sarei già accontentato di vedere TPS come rappresentante del vecchio governo.
Ora però si aprono interessanti prospettive. Non è che Giulio Tremonti, storicamente contro il “predominio cinese” e propugnatore di dazi, vorrà seguire le orme della signora Heidemarie Wieczorek-Zeul? Oppure le sue sono state solo chiacchiere ad uso elettorale?
Storia linguistica dell’Italia unita (libro)
Premetto che io ho letto la quarta edizione del libro (Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita, Laterza “Manuali – 16” 19914, pag. 573, €32, ISBN 978-88-420-3742-2), datata 1991, e non la quinta del 2005 che potrebbe essere diversa, anche se il fatto che sia stato usato lo stesso ISBN mi fa pensare al più all’aggiunta di un’appendice. Nonostante il tema mi interessasse, ho fatto molta fatica a terminare il libro. La prima edizione del libro è del 1963, immagino un ampliamento della tesi di laurea del De Mauro, e lo si sente. La prosa è infatti pesante, e troppo accademica, dando per scontate una serie di nozioni linguistiche che non sono proprio da tutti, a parte i vezzi come usare l’abbreviazione “scil.” che non è nemmeno presente nel Dizionario De Mauro (per i curiosoni, sta per scilicet, “vale a dire”, “cioè”). È un peccato, perché le idee presentate sono interessanti e spesso opposte a quello che si pensa: ad esempio, già nei primi anni ’60 ci si lamentava per la barbarizzazione dell’italiano (a opera del francese soprattutto, che al tempo era conosciuto quasi dal triplo di persone rispetto all’inglese), e le interazioni tra italiano e dialetti sono molto maggiori di quelle tra italiano e fiorentino dell’Ottocento, nonostante gli sforzi del Manzoni in proposito. Un’ultima nota storica. Nel 1963 la linguistica computazionale era in fasce; per avere un’idea delle modifiche nello stile e nell’uso, non si poteva dare in pasto a un elaboratore tutto il testo di un libro; allora si pigliavano le prime frasi a pagina 1, 11, 21, 31… sperando fossero sufficientemente rappresentative. Non so voi, ma io ho avuto un moto di simpatia al pensiero della fatica necessaria!
Crescita professionale
Finalmente Monica Bellucci fa qualcosa di diverso.