Stamattina, visto che non ero in bicletta (ma non preoccupatevi, la ripiglio stasera), ho preso ePolis. Nulla di eclatante da segnalare, se non l’articolo di pagina 16 sulla possibile abolizione delle province dove sono state definite le città metropolitane. Provvedimento un po’ demagogico a mio parere: se si eccettua Milano, dove con lo scorporo di Monza e Brianza la provincia comprende praticamente il solo hinterland e quindi è un doppione della futura (chissà quando) città metropolitana, mi chiedo se Usseglio farà parte della “città metropolitana di Torino” oppure dove la metteranno. [*]
In un guizzo che non mi sarei aspettato dal giornale diretto da Enzo Cirillo, viene fatto notare che tutte e nove le città metropolitane sono “governate da centrosinistra” (sic), ma soprattutto vengono intervistati il fiorentino Renzi e il torinese Saitta, che vedono la cosa in maniera opposta. Ma ePolis accomuna i due presidenti provinciali in una cosa: sono definiti il primo “sindaco di Firenze” e il secondo “primo cittadino di Torino”. Qualcuno potrebbe spiegare all’anonimo articolista che forse la proposta berlusconiana non è già entrata in vigore?
[*] Questa volta non si parla dell’abolizione di tutte le province, cosa che ha una sua logica interna, ma solo di una piccola parte.
eh sì, il copyright
Mi è capitato di arrivare a questa intervista a Stefano Bartezzaghi su wuz (cioè su Internet Bookshop) e notare che la foto di Stefano è quella che io avevo postato su wikipedia. Di per sé non c’è nulla di male: la licenza della foto è una Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.5 Italy, e il suo riutilizzo è pertanto lecito ovunque, anche in ambito commerciale. E poi, diciamocela tutta, la foto non è che sia venuta così bene :-)
Quello però che non mi piace è che non ci sia scritto in piccolo “presa da Wikipedia”, con link alla pagina originale: oltre che essere un obbligo di legge vista la licenza, è un piccolo gesto di attenzione per la fonte. Ma me ne faccio una ragione, e d’ora in poi non mi preoccuperò più del fatto che io usi le miniature di ibs.it per le recensioni dei miei libri (che comunque puntano a ibs.it, quindi faccio loro un favore in ogni caso!)
_Il matematico in giallo_ (libro)
(se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Se siete amanti dei gialli, avrete sicuramente trovato qualche libro in cui si magnificano le doti scientifiche dell’investigatore di turno, oppure si commentano malevolmente quelle del cattivo di turno. In questo libro (Carlo Toffalori, Il matematico in giallo, Guanda – Piccola Biblioteca 2008, pag. 268, € 13, ISBN 978-88-8246-949-8) Carlo Toffalori, da buon matematico, si mette a verificare se e come questi giudizi sono meritati oppure no, principalmente dal punto di vista della matematica ma a volte da quello della scienza in senso generale. Oggettivamente non è che i famosi detective della narrativa ci facciano una gran bella figura, e allo stesso tempo la descrizione della matematica presente nei libri gialli è così stereotipata da essere ben lontana dalla realtà. Aggiungiamo poi il fatto che soprattutto nelle traduzioni degli anni ’60 e ’70 le poche descrizioni tecniche venivano (casualmente?) cassate nell’edizione italiana, e capirete come il panorama sia desolante.
Purtroppo, nonostante alcuni spunti interessanti come il riscrivere la storia della dimostrazione dell’Ultimo Teorema di Fermat come se fosse un giallo, il libro dopo un po’ soffre di una certa ripetitività, e alcuni degli incisi di Toffalori sono piuttosto gratuiti. Insomma, procuratevelo solo se siete amanti dei gialli (o della matematica!)
“L’inverno più freddo? Un’estate a San Francisco”
Anni fa avevo sentito questa battuta, e avevo pensato “ah, che stupidaggine”.
Stamattina (16 giugno, ricordo) mi sono svegliato alle 6 del mattino un po’ infreddolito, e ho scoperto che Anna non solo si era tenuta il plaid ma aveva anche esercitato un’attrazione gravitazionale sul copriletto, lasciandomi solo il lenzuolo. Oggi a pranzo sono uscito per andare in posta e ho indossato la felpa, e garantisco che non avevo caldo.
Capisco che – almeno a vedere le previsioni del tempo – dopodomani avremo 30 gradi e un’umidità relativa piuttosto vicina al 100%, e rimpiangeremo questi giorni di fresco; però posso dire che per essere novembre mi sembra che le giornate siano un po’ troppo lunghe?
PS: piove.
Attenzione alle traduzioni!
Ho già scritto come lo spam che arriva nella mia casella di posta elettronica aziendale è diverso dal resto. Gli ultimi amicici che mi hanno scritto, poveretti, avranno delle pastigline favolose ma non sono stati capaci a scegliere un traduttore automatico decente. Già il mittente “Pillole senza” non mette perfettamente a proprio agio il lettore. Ma controllate le frasi in neretto:
Migliori migliore medicina e Pillole solo per voi. Visita della nostra Farmacia su Internet e sara amore e giusto. Tanta scelta e cosi a buon mercato ... che ci sono solo qui.
Avremo anche la garanzia che essi non sono soddisfatti. Ordine, senza rischio, veloce, semplice, semplice. I nostri prezzi sono garantiti a buon mercato, confrontare con gli altri.
Del nostro meglio tornare indietro e trovare.
In pratica ci dicono subito (a) di non andare al loro sito e (b) che non saremo soddisfatti. Chissà, magari è una astuta tecnica per evitare qualsiasi lamentela!
(o molto più probabilmente, visto che il sito è stato registrato dalla Xin Net Technology Corporation, i traduttori dal cinese all’italiano latitano)
Andrea si è persa
Non parlo della lettura GLBT dell’omonima canzone di De André, ma di questo articolo di rep.it, sulla dura lotta legale (siamo arrivati alla Corte d’Appello, con una rapidità inusuale visto che sono passati solo sette mesi) di una coppia di genitori che vuole chiamare la propria figlia Andrea mentre la legge italiana prevede che quello sia solo un nome maschile.
Premesso che dal mio punto di vista quei genitori sono imbecilli, non tanto per la legge quanto perché voglio vedere che cosa farà la piccola quando andrà a scuola e la prenderanno in giro – e ancora le andrà bene che non viene più spedita la cartolina rosa… – mi chiedo perché bisogna occupare le risorse dello Stato in questo modo. Se e quando la ragazza si sentirà dileggiata potrà (e avrà tutto il diritto di) chiedere di cambiare il proprio nome, ma adesso lasciatela in pace!
Ambi.mau.
Ieri ho tentato di fare un po’ d’ordine tra le cartacce di casa. Non ci sono riuscito, o meglio ho preparato una pila di quindici centimetri di roba ormai inutile ma ad esempio devo ancora riordinare gli estratti conto.
Ad ogni modo, tra i vari fogli foglini foglietti nel caos dei miei raccoglitori, ho trovato l’ambigramma mostrato qui in figura. Se non sapete cosa sia un ambigramma e non avete cliccato compulsivamente sul link qui sopra, ve lo spiego subito: è un calligramma[*] che ha due letture diverse, oppure una doppia lettura dopo che si applica una rotazione e/o una riflessione del testo. In pratica, se ruotate di 180 gradi l’immagine, trovate di nuovo scritto “maurizio codogno”. A dirla tutta, l’immagine postata è stata ruotata :-).
Assolutamente inutile, lo so: ma questo è un ambigramma d’autore, e l’originale è anche apparso nel lontano 2002 in una mostra qui a Milano, quindi ci sono affezionato!
[*] sì, sono bastardo dentro. Un calligramma è un testo scritto come se fosse un disegno.
Irlanda sì, Irlanda no (buona la seconda)
A quanto pare, quei cattivoni degli irlandesi hanno affossato le residue speranze di avere una Costituzione Europea. O almeno è quello che viene detto più o meno ovunque, tranne che per i leghisti che immagino temano che se il Trattato di Lisbona venisse approvato non ci sarebbe più la possibilità di una Padania Libera Indipendente e soprattutto Fatta Di Soli Padani. Ah sì, poi c’è Marcello Pera che sulla Stampa di oggi spiega che questa è la vendetta dei cristiani (immagino perché nel preambolo del trattato non si fa menzione delle radici giudaico-cristiane), ma questa è solo la controprova che in Italia chiunque può diventare presidente del Senato. All’estero, dimostrando un enorme tatto, i commenti sembrano andare da “sì, ma gli irlandesi sono solo quattro milioni, che volete che contino” a “brutti ingrati, con tutti i fondi che vi abbiamo dato in questi anni”.
Che penso io della cosa? In una parola, boh. Sono andato a dare un’occhiata al sito sul Trattato di Lisbona. Poi sono andato a cercare il testo del trattato: è qua. Anzi no: quello è l’indice che porta ai vari capitoli. Il totale è di 230 pagine, più 41 delle note fatte da ogni singola nazione (per la cronaca, l’Italia ha messo a protocollo che lei deve sviluppare il Mezzogiorno; che assieme ad altre quindici nazioni le va bene l’inno e la bandiera attuali, più qualcosa sulla rappresentanza al parlamento europeo che è garantita in modo “degressivamente proporzionale”, qualunque cosa significhi questa espressione). Questa non è una Costituzione, è un’arma contundente da lanciare contro chi non è d’accordo, vista la mole di carta necessaria per scriverla in tutte le lingue dell’Unione.
A questo punto trovo demagogica anche la proposta dell’eurodeputata Pasqualina Napoletano, quella di fare sì un referendum ma con tutti i cittadini europei, non divisi per nazione. L’idea in effetti sarebbe fortemente suggestiva, ma comunque insensata, visto che nessuno saprebbe esattamente per cosa vota. Una Costituzione deve essere snella, un po’ come la nostra fino a dieci anni fa (e no, non è colpa di Sìlviolo, anche se lui ci ha tentato non ce l’ha fatta a peggiorarla ancora). Tutto il resto si può fare poi a parte: ma se il mio voto serve a rendere ufficiale una euroburocrazia di questo tipo, lascio volentieri perdere.