Me ne ero completamente dimenticato – me l’ha dovuto ricordare un’altra wikipediana, tanto per dire quanto sono attento a queste cose. In effetti ho conosciuto personalmente il neoministro dei beni culturali Massimo Bray.
A ottobre 2009 partecipai al convegno Da Diderot a Wikipedia, organizzato dall’università di Padova, con un intervento il cui titolo è chiaramente riconoscibile come opera mia: “Wikipedia, i Pokémon e la teoria della complessità nei sistemi emergenti”. Tra gli altri relatori c’era anche Bray, ai tempi direttore editoriale della Treccani, con “La Treccani e Wikipedia: una coesistenza fruttuosa”. Non lasciatevi fuorviare dal titolo: l’intervento, di cui purtroppo non v’è traccia in rete – tra Treccani e Wikipedia una qualche differenza c’è anche a monte, mica solo sui prodotti editoriali veri e propri! – era piuttosto supponente nei confronti di Wikipedia.
In pratica, il concetto che espresse era “sì, noi mettiamo i link a Wikipedia sui nostri prodotti online, ma tanto sappiamo che quello che facciamo noi è molto, molto, molto meglio”; concetto nemmeno infiocchettato troppo bene, se devo dirla tutta. Avrei capito se avesse detto “noi non abbiamo né i mezzi né la volontà di parlare di tutto: è dunque nostro imperativo morale fare una cernita e dedicarci seriamente a poche migliaia di voci di qualità, lasciando a Wikipedia la cosiddetta raccolta popolare”. L’impressione non solo mia è che invece fosse invidioso del successo di un prodotto dichiaratamente inferiore (ma lo dichiariamo anche noi wikipediani!) mentre l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana si dibatteva e aveva sempre meno fondi a disposizione. Ah, sì: nelle chiacchiere del dopo-convegno si era anche chiesto da dove arrivassero tutti i soldi per Wikipedia.
Sono passati tre anni e mezzo. Molte cose sono mutate, alcune in meglio altre come i fondi a disposizione in peggio. Il mondo Wikimedia continua ad avere tutto a che guadagnare da una collaborazione col MiBAC, ma anche il ministero avrebbe a che guadagnarci dalla collaborazione, e lo si è visto anche l’anno scorso. Chissà che ci riserverà il futuro.
Ultimo aggiornamento: 2013-05-03 07:00