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_Storia naturale dei giganti_ (libro)

[copertina] Di Ermanno Cavazzoni sapevo poche cose: che esisteva, e che scriveva libri. Ho provato a prendere questo suo libro di alcuni anni fa (Ermanno Cavazzoni, Storia naturale dei giganti, Guanda 2007, pag. 251, € 14.50, ISBN 978-88-6088-048-2) e a posteriori devo dire che ho fatto davvero bene. Lo stile di Cavazzoni, visto molto da lontano, mi potrebbe far pensare a Paolo Nori: ma mentre quest’ultimo non è proprio nelle mie corde, il primo mi ha fatto sorridere con le sue descrizioni stralunate
(ATTENZIONE: SPOILER!).
La storia naturale dei giganti (nella letteratura cavalleresca) c’è eccome, con una dovizia di particolari che mi fa pensare a una via di mezzo tra una persona affetta dalla sindrome di Asperger e la storia confidenziale della letteratura italiana del buonanima di Giampaolo Dossena; ma con lo scorrere delle pagine si capisce che l’io narrante è completamente pazzo, tratto del resto comune a tutta la sua famiglia a quanto pare, e la sua mente vaga verso le idee più assurde… abbastanza simili a quelle che associa ai “suoi” giganti, anche se avrei dei dubbi sulla verginità di Monica Guastavillani, la sua Beatrice che non si capisce bene cosa (non) faccia con lui. L’arrivo di sedicenti extraterrestri fa terminare piuttosto brutalmente la vicenda, anche se quella che pareva una crisi definitiva si stempera in un ritorno al punto iniziale del romanzo.
In definitiva, il libro va bene se volete sapere tutto sui giganti, ma anche se vi divertono le storie strampalate ma ben scritte!

Ultimo aggiornamento: 2013-09-21 07:00

_Pearls of Discrete Mathematics_ (libro)

[copertina] Quando si è piccoli si pensa che la matematica sia fatta solo di numeri (interi positivi, aggiungiamo poi quando cresciamo; al più ammettiamo lo zero). Poi crescendo si scoprono geometria, algebra, analisi… In tanti decidono che la matematica sia qualcosa di totalmente alieno: ma soprattutto ritengono che i numeri siano cose da bambini, e che con le scuole elementari si sia imparato tutto.
Nulla di più falso, naturalmente, come Martin Erickson mostra in questo bel libro (Martin Erickson, Pearls of Discrete Mathematics, pag. 270, $55.21, ISBN 978-1-4398-1616-5). A parte la combinatorica (il modo per esempio di calcolare quante combinazioni diverse ci sono nel Superenalotto) i vari capitoli del libro mostrano svariate parti della matematica che fondamentalmente usano numeri interi, dalla teoria dei grafi a quella delle partizioni, dalle funzioni generatrici ai ricoprimenti esatti. Ciascun capitolo inizia con un teaser, cioè una (spesso buffa) affermazione che verrà dimostrata nel corso del capitolo stesso: si scoprono così teoremi “probabilisti” di esistenza (se c’è una probabilità maggiore di zero di avere una configurazione valida all’interno di un insieme di configurazioni, allora ce ne deve essere almeno una), e algoritmi che permettono di risolvere un sudoku… usando una matrice 729×324 con tutti 0 e 1.
Ogni capitolo termina con una serie di esercizi, sia puramente teorici che pratici (nel senso che per risolverli ci vuole un computer): fortunatamente al termine del libro ci sono gli aiuti (e qualche soluzione) :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-09-14 07:00

_Monsters University_ (film)

[locandina] Mi ero appena abituato all’idea che i lungometraggi a cartoni animati potessero avere dei sequel, quando ho scoperto che possono anche avere dei prequel, come nel caso di questo Monsters University, la cui trama precede appunto quella di Monsters Inc. La cosa peggiore è che di quest’ultimo (o dovrei dire del primo?) ho solo visto la parte finale a spizzichi e bocconi, il che è la situazione peggiore per perdersi. Non guardavo film Pixar da una vita, ben prima che venisse (ri)comprata dalla Disney, e sono rimasto stupito dal fatto che le scritte del film siano tradotte e non sottotitolate, anche se a ben pensarci fare così costa relativamente poco nell’economia del cartone. Per quanto riguarda la storia, a parte la curiosità di capire perché la maggior parte delle lettere greche nelle fraternities sono rimaste greche e non rifatte, la cosa che ho trovato più impressionante è il vedere detto a chiare lettere che puoi studiare quanto vuoi, ma non è detto che potrai ottenere il tuo scopo (in questo caso spaventare), e che però puoi raggiungere il tuo sogno anche senza avere fatto l’università, con un duro lavoro di squadra. Non so, mi paiono messaggi contrastanti. La frase migliore è la risposta di Mike al capitano dell’altra squadra che, alla vigilia della finale, gli dice sprezzante “Tanto domani voi perderete e nessuno si ricorderà di voi” al che l’altro replica senza batter ciglio “Sì, ma se domani noi vinciamo tutti si ricorderanno di voi”.
Molto tenero il corto iniziale con i due ombrelli, tutto giocato sul vedere espressioni facciali nelle varie cose che si trovano per strada.
(ah, ma volevate una vera recensione? Chiedete allora a Leonardo

Ultimo aggiornamento: 2013-09-10 07:00

Una gita a… l’Acquario di Genova

Per festeggiare il compleanno degli ormai quattrenni, martedì 20 Anna e io li abbiamo portati a Genova, per vedere l’acquario. Diciamo che ci sono ampi, amplissimi margini di miglioramento. Il problema non sono stati i giovini, che hanno avuto un’autonomia di un’ottantina di minuti prima di iniziare a lamentarsi di avere fame. Il problema è stato tutto il resto.
Abbiamo già avuto qualche problema uscendo da Brignole a trovare la fermata del bus (e ancora grazie che stiano ancora circolando, mi sa). Anzi abbiamo avuto problemi a trovarli, i biglietti del bus: il giornalaio della stazione ci ha guardato male dicendo che non li vendeva, e alla mia domanda “e perché allora lí fuori avete l’adesivo dell’APT?” la sua risposta, comunicataci con la tipica affabilità ligure, è stata “dobbiamo toglierlo”. Arrivati al Porto Antico la coda in biglietteria era incredibile, ma questo non era un nostro problema, avendo noi preso i biglietti coi punti Fìdaty dell’Esselunga. In compenso, una volta entrati, ci siamo trovati un’altra coda. Troppa gente che doveva entrare? Macché. C’erano le forche caudine di una strettoia apposita per far fare le foto ai bambini su un enorme peluche. Alla nostra frase “niente foto, grazie” la tipa ha anche osato cammentare “ma poi non dovete mica ritirare la foto!”
Ma tutto l’acquario è una macchina per estorcere soldi ai genitori. Come è altrimenti possibile avere a metà del percorso, in perfetto stile autogrill, un altro passaggio obbligato con un negozio di chincaglierie varie? Il tutto in un posto il cui biglietto costa comunque 25 euro, e con un bel cartello che mette in chiaro che solo perché sono in ritardo con il nuovo padiglione allora hanno deciso di rimandare l’aumento previsto (poi non ho ben capito se questa nuova vasca per i delfini c’era o no). Ora, io non entro nel merito del costo del biglietto, non avendo idea di quali siano i costi di gestione: ma quelle piccinerie mi sembrano davvero fuori luogo. Aggiungiamo poi che il pubblico – indipendentemente dalla nazionalità – si comporta come una massa informe e soprattutto che non intende affatto rendersi conto dell’esistenza di altre persone. Davanti alle vasche c’era sempre un muro di adulti che ritenevano loro diritto acquisito con il biglietto quello di appiccicarsi al vetro per fotografare e filmare i pesci; il che significa che i bimbi non potevano farsi spazio sotto di loro. Io che sono molto pragmatico metterei delle belle mensole sporgenti ad altezza 120-130 centimetri, in modo che rimanga fisicamente impossibile attaccarsi troppo al vetro e resti spazio per i bimbi, ma ho il dubbio che suggerimenti simili possano venire accolti…
Un suggerimento più fattibile è quello di non rimanere senza guide cartacee. Per noi, che volevamo semplicemente qualcosa da far poi vedere ai bimbi come debriefing, prenderla in inglese invece che in italiano è cambiato poco; ma se c’è così bisogno di fondi meglio essere pronti, no?
(Vabbè, inutile dire che più che l’acquario io sono stato a guardare i due quattrenni, ma quello lo sapevo in anticipo :) )

Ultimo aggiornamento: 2013-09-05 15:40

_Cronaca di un suicidio_ (libro)

[copertina] Ritorna l’ispettore Ferraro. Sempre milanese, anche se il giallo (Gianni Biondillo, Cronaca di un suicidio, Guanda 2013, pag. 193, € 14,50, ISBN 978-88-235-0411-0) inizia a Roma, dove era andato in vacanza con la figlia per qualche giorno. Ferraro sente la mezza età che ormai incombe, sente che la figlia Giulia ormai sta per crescere davvero, ma soprattutto si sente uno sbirro dentro, anche sfortunato tra l’altro; a chi capita di trovare in mare una barca con effetti personali di una persona e una lettera in cui costui afferma di stare per suicidarsi?
Il libro alterna il punto di vista di Ferraro con quello delle ultime settimane di Giovanni Tolusso, sceneggiatore che come tante, troppe persone si è rimprovvisamente ritrovato fagocitato dalla crisi di questi anni. E biisogna dire che Biondillo ci va giù sul pesante, non sono pagine da leggere così a cuor leggero. Si vede Tolusso perdere rapidamente tutto, anche la propria dignità, fino ad arrivare a un suo gesto estremo. Come dicevo, sono pagine scritte molto bene, direi meglio di quelle con protagonista l’ispettore. Però una cosa da dire c’è: questo libro mi ha ricordato i tempi in cui scrivevo le mie tesi, o se preferite i romanzi di Andrea Vitali. Più che un romanzo è un racconto lungo: e per allungare il numero di pagine si è ricorsi ai vecchi trucchetti di fare tanti capitoletti brevi che finiscono all’inizio di una nuova pagina, per non parlare delle sezioni che lasciano anche una pagina bianca. Su, siamo ormai tutti grandi…

Ultimo aggiornamento: 2013-08-31 23:03

_Da zero a infinito_ (libro)

[copertina] Carramba che sorpresa! Io mica lo sapevo che Constance Reid fosse la sorella di Julia Robinson… (ovviamente nessuno dei due era il loro vero cognome. Erano entrambe nate Bowman, ma negli USA ancora adesso la moglie diventa proprietà cognominale nel marito)
L’edizione che ho letto (Constance Reid, Da zero a infinito : Fascino e storia dei numeri, Dedalo 2010 [1956, 2006], pag. 187, € 14, ISBN 978-88-220-6812-5, trad. Domenico Minunni) è quella “del cinquantenario”, nel senso che il libro è stato scritto da una Reid trentottenne e rivisto poi da una Reid ottantottenne.

Constance Reid non era una matematica, anche se naturalmente in caso di dubbi poteva sempre chiedere a sua sorella; era una scrittrice che si è specializzata in libri di divulgazione sulla matematica e sui matematici. Questo libro nacque per caso, dopo che scrisse un articolo sullo Scientific American a proposito della scoperta di due nuovi numeri perfetti (da parte di suo cognato… e la storia è molto divertente). Il libro ha dodici capitoli, sui numeri naturali da 0 a 9 oltre che al numero di Nepero e che come tutti sanno è alla base dei numeri naturali e all’infinito che è la fine di tutti i numeri naturali. Già da qui dovrebbe essere chiaro che i numeri sono solo un pretesto per raccontare varie storie matematiche, spesso già note per altre vie ma sicuramente raccontate molto bene grazie anche alla traduzione fresca di Domenico Minunni. Credo insomma che il testo sia molto adatto per avvicinare non tanto alla matematica come materia quanto come modo di pensare i lettori: caldamente consigliato.

Ultimo aggiornamento: 2013-08-17 07:00

_Le ferrovie_ (libro)

[copertina] Una decina di anni fa avevo letto la prima edizione di questo libro, e il mio unico cruccio era che il testo era tirato via piuttosto in fretta per quanto riguardava la storia a partire dal secondo dopoguerra. Beh, in questa terza edizione (Stefano Maggi, Le ferrovie, Il Mulino 20133, pag. 226, € 14, ISBN 9788815241771) sono stato accontentato :-), probabilmente perché non ero il solo a essere rimasto un po’ deluso.
Ora che quanche cartina in più c’è – ma è anche vero che per le linee ferroviarie Wikipedia è la vostra amica – è più chiaro notare come la scelta di sussidiare il trasporto su gomma in sostituzione, e non in completamento, di quello su ferro sia stata deleteria; e che la “liberalizzazione” ferroviaria dell’ultimo decennio è stata sostanzialmente un fallimento perché il costo del materiale rotabile è troppo elevato per fare entrare nuovi partner in un mercato in perdita strutturale (altra cosa sono le linee ad alta velocità). Tornando al passato, la parte relativa alle ferrovie preunitarie è pure importante, perché fa capire come certi percorsi fossero nati per caso (e male, vedi la Porrettana: d’accordo che passare gli Appennini non era banale, ma una ferrovia a quote troppo elevate era preoccupante.
Maggi continua ad amare il treno: forse fin troppo, perché ha un po’ glissato sui costi dell’Alta velocità. Però ha la capacità di mostrare le cose in modo non standard, permettendo di vedere le ferrovie nel più ampio quadro della storia italiana; la lettura è caldamente consigliata, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-20 07:00

_Dai giochi agli algoritmi_ (libro)

[copertina] L’informatica è sempre difficile da raccontare, probabilmente perché è comunque una scienza giovane e presuppone di avere un calcolatore vicino a te… non tanto per fare i conti quanto per imparare a farglieli fare. E in effetti la pecca maggiore di questo libro (Lorenzo Repetto, Dai giochi agli algoritmi, Kangourou Italia 2012, pag. 316, € 20, ISBN 9788889249291) è che comunque non lo si può leggere senza fare le prove pratiche: da questo punto di vista sarebbe stato carino avere il codice direttamente scaricabile.
Dal punto di vista di uno che come me si è laureato in informatica più di vent’anni fa si è trattato di un simpatico ripasso delle nozioni teoriche che avevo studiato ai tempi, e che ovviamente non avevo più rivisto da allora: per chi non fosse addentro, l’informatica e la programmazione non sono affatto la stessa cosa. Non è certo un libro di testo, anche se il sottotitolo recita “Un’introduzione non convenzionale all’informatica”; la mia sensazione è stata almeno che più che di un’introduzione si parla di una panoramica. Però Repetto scrive in modo piacevole, il che male non fa; inoltre il libro raccoglie più argomenti, dalla decidibilità alla complessità computazionale, dall’analisi dei giochi agli automi cellulari, che spesso è difficile trovare in giro. Direi insomma che è un buon testo di riferimento per raccogliere informazioni e considerazioni sul tema dell’informatica.
p.s.: a http://www.kangourou.it/catweb/addendum.pdf si può scaricare l’indice dei nomi e l’errata.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-06 07:00