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_Storia dei trasporti in Italia_ (libro)

[copertina] Sempre a causa del mio amore (teorico) per i trasporti, ho preso anche quest’altro libro di Stefano Maggi (Stefano Maggi, Storia dei trasporti in Italia, Il Mulino 20092, pag. 337, € 28, ISBN 978-88-15-13261-1), che non si limita ai treni ma parla più in generale dei trasporti in Italia.
Chi ha letto Le Ferrovie può tranquillamente saltare il primo capitolo, che è fondamentalmente un riassunto dell’altro libro, il che di per sé ha senso. In compenso, la parte sulle strade e quella sulle vie d’acqua e d’aria sono molto interessanti, pur nella relativa stringatezza del testo: sia il rapporto con le altre nazioni europee che le differenze interne alla stessa Italia post-unitaria danno utili informazioni, e non credo di aver mai visto altrove informazioni su cosa avevamo fatto nelle colonie. Alcune di queste cose magari le sappiamo più o meno intuitivamente, ma le statistiche riportate aiutano molto. Quella che invece non mi è piaciuta affatto è l’analisi sociologica dell’ultimo capitolo, che oggettivamente non mi ha detto proprio nulla: anzi mi ha un po’ scocciato, perché più che dare spunti di riflessione mi è sembrata essere la proposta di un piano di sviluppo, anche un po’ velleitario.
In definitiva un libro forse un po’ costoso, ma che gli appassionati dovrebbero apprezzare.

Ultimo aggiornamento: 2013-11-09 23:08

_Recreations in mathematics_ (libro)

[copertina] Non è facilissimo scoprire chi sia stato questo signore H. E. Licks che è indicato come autore di questo libro (H.E.Licks, Recreations in mathematics, Van Nostrand 1917, pag. 155), pubblicato quasi un secolo fa, e recuperabile online perché ormai fuori copyright. Per fortuna ci viene in soccorso Wikipedia, che spiega che è uno pseudonimo di tale Mansfield Merriman, ingegnere civile statunitense. Vi dirò: avevo intuito che non fosse un matematico, perché già nel 1916 un Vero Matematico non avrebbe parlato dell’esempio di Weierstrass di una funzione continua ma non differenziabile in nessun punto come “unica funzione patologica”.
Che dire di questo libro, in generale? Beh, chiaramente non ci si può aspettare chissà che. Io l’ho letto soprattutto per capire cosa passasse cent’anni fa per “matematica ricreativa”. A parte le risate nel vedere i capitoli che riprendono altri giornali, con un effetto “De bello Gallico” (sulle prime pensavo che Licks parlasse di sé in terza persona…) devo dire che la parte di “amusements” non è che fosse poi così divertente (a parte gli sproloqui sui quadrati magici che all’epoca dovevano davvero essere apprezzati), mentre per esempio ho trovato molte chicche storiche – spero vere! – che non conoscevo affatto. Gli accenni sulla trigonometria iperbolica sono interessanti, anche perché è raro trovarli in testi non tecnici; altre cose sono più banali e si possono tranquillamente saltare.
In definitiva, un testo solo per appassionati, ma che potrà dare loro qualche soddisfazione.

Ultimo aggiornamento: 2013-11-02 07:00

_L'(n+1)esimo libro della fantascienza_ (ebook)

[copertina] Del libro (Marco Manicardi (ed.), L'(n+1)esimo libro della fantascienza, Barabba edizioni 2013, pag. 622, gratis) ne avevo già parlato sul mio blog. Però non l’avevo ancora recensito, per l’ottima ragione che dovevo ancora leggerlo… Ora che sono arrivato al fondo delle 622 pagine, posso dire qualcosa in più.
Partiamo innanzitutto con le dolenti note. Il libro è una raccolta senza alcun filo conduttore (tranne il NO FANTASY) e quindi di una varietà estrema, sia di tema (e fin qui va bene) che di lunghezza (dalle dieci righe alle 45 cartelle, e va un po’ meno bene). Inoltre non ha visto nessun editor, il che significa che molte delle idee sarebbero da ripulire per diventare più allettanti per i lettori, e altre sarebbero probabilmente da cassare del tutto. Ciò detto, a mio parere il libro si può leggere tranquillamente, esercitando al più il diritto del lettore a non terminare una storia che non gli piace. Su Google Drive ho lasciato una microrecensione di tutti i racconti: è molto personale, ma qualche idea ve la può dare.
Infine, come scrissi a suo tempo, la raccolta contiene ben quattro miei racconti. I due col nome di Turing nel titolo li potete tranquillamente saltare, sono divertissement molto brevi (nemmeno una pagina); Questione di margini è indubbiamente per matematici, e forse potreste non capire l’idea dietro il racconto, mentre Telecomando quantistico è quello più mainstream. Sapevàtelo.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-26 07:00

_Comics & Science_ (libro)

[copertina] Non c’è più religione. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche si mette a produrre un albo a fumetti (Roberto Natalini e Andrea Plazzi (ed.), Comics & Science : Scienza e intrattenimento, CNR Edizioni 2013, pag. 36, € 4, ISBN 978-88-88485-00-3).
Gli è che “Comics & Science” è un progetto che è nato già da un anno, e che prova appunto a parlare di scienza – nella fattispecie soprattutto di matematica – in maniera diversa dal solito. È stata così contattata una società esterna, Symmaceo Communications, e si è cooptato – non so quanto a forza – Leo Ortolani di fama ratmanesca, che ha preparato una storia a fumetti rappresentante una puntata tipica di Misterius, “Il programma che va dove abita la verità, suona il campanello e poi scappa”. Potrete così leggere la biografia di Jean-Pierre Bagolot, un matematico francese piuttosto peculiare che tra le sue molte scoperte ha creato un nuovo numero intero, il “frazzo”.
Nell’albo potrete anche leggere un’intervista a Leo Ortolani, oltre ad alcune considerazioni (“Sulla Matemediatica”) della “Lady Gaga della matematica”, il matematico francese Cédric Villani. Consiglio vivamente di leggerla: è molto più seria di quanto ci si possa immaginare guardando come si veste :-) e soprattutto non parla direttamente di matematica, quindi non ci sono troppi problemi a comprenderla.
E ricordatevi: “La scienza è anche un universo affascinante! – se vi piacciono gli uomini magrolini e con gli occhiali”.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-19 07:00

_I Shall Wear Midnight_ (libro)

[copertina] Una volta c’era una distinzione tra i libri del Mondo Disco standard e i juveniles (pardon, “Discworld for younger readers”). Ora Pratchett ha deciso che la distinzione non c’è più: in questo trentottesimo libro della saga (Terry Pratchett, I Shall Wear Midnight, Corgi 2011 [2010], pag. 423, Lst. 6,99, ISBN 978-0-552-55559-3) i personaggi della serie principale qui non fanno solo da comparse, o per meglio dire ci sono personaggi di Ankh-Morpork che diventano coprotagonisti, oltre al ritorno in grande stile della protagonista di Sourcery. Quello che rimane della categoria juveniles è che la protagonista Tiffay Aching è un’adolescente (sedici anni) e l’idea che il libro debba spiegare – nella maniera del Discworld, ma quello uno se lo aspetta – le cose della vita. Il pensiero di Pratchett sulla stregoneria è sempre stato di due tipi diversi: da un lato c’è quella che lui chiama “headology”, cioè lavorare dal punto di vista psicologico, dall’altro quella che potremo chiamare magia per mancanza di una spiegazione scientifica. Questo vale anche per Tiffany, con la fregatura che una strega deve anche fare da medico e infermiere – ed è quello che porta via più tempo – e si trova comunque a essere odiata dalla gente che lei aiuta… per una ragione ben precisa. La storia si fa leggere bene, come al solito, anche se il finale è piuttosto ovvio.

Ultimo aggiornamento: 2013-10-12 07:00

_536 Curious Problems & Puzzles_ (libro)

[copertina] Henry Dudeney è stato il maggior creatore britannico di problemi dell’inizio del secolo scorso. A differenza del suo collega e rivale Sam Loyd – e si nota subito la differenza tra un inglese e un americano! – è sempre stato attento a dare il giusto credito agli altri; ma soprattutto era anche un matematico dilettante, e quindi molti dei suoi giochi hanno un certo qual gusto matematico. Questo libro, (Henry Dudeney, 536 Curious Problems & Puzzles, Barnes & Noble 1995, pag. 428, ISBN 9781566198967) edito dall’onnipresente Martin Gardner, raccoglie due sue opere: Modern Puzzles e Puzzles and Curious Problems. Si nota chiaramente che con gli anni Dudeney ha migliorato le sue conoscenze matematiche, e osa molto di più di quanto facesse nei suoi primi libri. Per dire, c’è anche una “dimostrazione” del teorema dei quattro colori… Certamente lo stile dei problemi è molto diverso da quelli che prediligiamo oggi, ma ci sono delle gemme nascoste che vale la pena di leggere. Le note di Martin Gardner sono poche ma preziose, raccontando degli ulteriori miglioramenti di alcuni risultati o dei (pochi) errori del libro. Io me lo sono comprato di seconda mano – ovviamente è fuori commercio da anni – e ne sono felice :)

Ultimo aggiornamento: 2013-10-05 07:00

_Memorie di un nano gnostico_ (libro)

[copertina]Secondo le note della quarta di copertina, “David Madsen” è lo pseudonimo di un rispettabile professore universitario inglese. Sapevatelo. In questo libro (David Madsen, Memorie di un nano gnostico [Memoirs of a Gnostic Dwarf], Meridiano zero 2005 [1995], pag. 382, € 9, ISBN 978-88-8237-131-9, trad. Lorenzo Borgotallo e Filippo Patarino) direi che i temi sullo sfondo del libro, che definirei quasi un romanzo storico-filosofico, sono quelli dei suoi studi: in effetti il libro è a mio parere riuscito molto meglio di Amnesie di un viaggiatore involontario.
Il libro afferma di essere un’autobiografia di Giuseppe Amadonelli, un nano che dopo una serie di vicissitudini entra nelle grazie di Giovanni de’ Medici, cardinale prima e papa poi col nome di Leone X. Ma prima di allora era stato tratto dai bassifondi trasteverini dove sopravviveva e iniziato ai misteri dello gnosticismo, di cui per un breve periodo divenne anche Maestro: il tutto nella Roma dell’inizio del XVI secolo, con le beghe interne, le varie guerre condotte già dal predecessore Giulio II, e il montare dello scisma protestante. Curioso che questo sia il secondo libro che io abbia letto dove si parli di gnosticismo nella Roma rinascimentale, dopo La cupola del mondo: ci dev’essere qualcosa che piace molto agli autori stranieri in questa commistione.
Quello che non mi è chiaro è perché Madsen abbia deciso di inserire tutta quella roba splatter all’interno del testo, che personalmente mi ha dato un po’ fastidio (magari a voi piacerà proprio per questo, intendiamoci): pensate che ha persino pubblicamente ringraziato “Herr Heinrich Arvé” per avergli fornito “preziosi ragguagli sull’incidenza delle perversioni sessuali nell’Italia del Rinascimento”. Misteri. Per quanto riguarda la traduzione di Lorenzo Borgotallo e Filippo Patarino, è indubbiamente scorrevole pur mantenendo da un lato il livello “basso” della narrazione e dall’altro la correttezza delle parti storiche e (presumo) filosofiche, che almeno per me sono risultate chiare. Mi chiedo solo con qualche reminescenza manzoniana se i cardinali fossero già chiamati eminenze…

Ultimo aggiornamento: 2013-09-28 07:00

_Storia naturale dei giganti_ (libro)

[copertina] Di Ermanno Cavazzoni sapevo poche cose: che esisteva, e che scriveva libri. Ho provato a prendere questo suo libro di alcuni anni fa (Ermanno Cavazzoni, Storia naturale dei giganti, Guanda 2007, pag. 251, € 14.50, ISBN 978-88-6088-048-2) e a posteriori devo dire che ho fatto davvero bene. Lo stile di Cavazzoni, visto molto da lontano, mi potrebbe far pensare a Paolo Nori: ma mentre quest’ultimo non è proprio nelle mie corde, il primo mi ha fatto sorridere con le sue descrizioni stralunate
(ATTENZIONE: SPOILER!).
La storia naturale dei giganti (nella letteratura cavalleresca) c’è eccome, con una dovizia di particolari che mi fa pensare a una via di mezzo tra una persona affetta dalla sindrome di Asperger e la storia confidenziale della letteratura italiana del buonanima di Giampaolo Dossena; ma con lo scorrere delle pagine si capisce che l’io narrante è completamente pazzo, tratto del resto comune a tutta la sua famiglia a quanto pare, e la sua mente vaga verso le idee più assurde… abbastanza simili a quelle che associa ai “suoi” giganti, anche se avrei dei dubbi sulla verginità di Monica Guastavillani, la sua Beatrice che non si capisce bene cosa (non) faccia con lui. L’arrivo di sedicenti extraterrestri fa terminare piuttosto brutalmente la vicenda, anche se quella che pareva una crisi definitiva si stempera in un ritorno al punto iniziale del romanzo.
In definitiva, il libro va bene se volete sapere tutto sui giganti, ma anche se vi divertono le storie strampalate ma ben scritte!

Ultimo aggiornamento: 2013-09-21 07:00