Archivi categoria: trasporti

Anarchie

Ieri qui a Milano c’è stato un incidente che ha ottenuto l’onore delle cronache: un’auto ha travolto un monopattino. Nell’articolo che ho citato c’è un virgolettato facebookaro di tale Piermario Sarina, ex candidato del centrodestra per il municipio 6 e attuale consigliere.

“Viale Tunisia, oggi. Scene così non ne vorrei mai vedere. Spero nulla di grave per nessuno dei coinvolti. Ma temo che se Sala non metterà mano in fretta all’anarchia che regna oggi, non sarà la prima né l’ultima”.

Conosco purtroppo molto bene quell’incrocio, visto che mi capita spesso di farlo in bicicletta. Lì c’è una pista ciclabile: dalla foto direi che l’ipotesi più probabile è che il monopattino andasse a 20-25 all’ora (lo so, in teoria dovrebbero andare al massimo a 6 all’ora e quindi stare sul marciapiede) sulla pista ciclabile in direzione corretta. Uno può lamentarsi che il monopattino andasse troppo veloce, ma chi arriva dalla traversa e deve dare la precedenza (in generale, non solo alla pista ciclabile) dovrebbe aspettarsi che qualcuno arrivi a 20 all’ora. Io ci tengo alla mia vita e quindi controllo che non ci siano imbecilli che se ne strafreghino, come l’automobilista in questione: il monopattinista evidentemente no.

Bene, Piermario Sarina, chi è esattamente l’anarchico?

Ultimo aggiornamento: 2020-07-07 10:39

I nuovi limiti di velocità sui controviali milanesi

Tra le misure adottate dal comune di Milano per favorire la circolazione delle biciclette c’è quella di mettere un limite di velocità a 30 all’ora sui (pochi) controviali meneghini. In effetti la scorsa settimana ho visto i limiti (dipinti per terra e con i cartelli sui pali) in viale Zara.

La cosa di per sé ha senso, considerando che esiste la carreggiata centrale dove si può viaggiare tranquillamente a 50 all’ora; il controviale dovrebbe servire per il traffico prettamente locale e per cercare parcheggio. Ma siamo così sicuri che tutti rispetteranno quei limiti? (Ah, anche in corso Buenos Aires mi pare ci sia il limite 30. Sala e Granelli vogliono proprio fare arrabbiare automobilisti e negozianti!)

Le “nuove ciclabili” milanesi

Il post Facebook di Pierfrancesco Maran, che mostrava le nuove piste ciclabili disegnate in corso Venezia, ha suscitato le rabbiose e prevedibili reazioni di chi non può fare a meno di andare in automobile e le rabbiose e prevedibili controreazioni dei ciclisti duri e puri. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, se non che con tutto il tempo che si ha a disposizione restando chiusi in casa la gente riesce a fare flame molto più ampi di prima.

Personalmente il piano milanese, anche leggendo gli articoli di giornale, mi pare fatto un po’ troppo a caso, e scegliendo i punti in cui lavorare più in fretta, nonostante i vari proclami. Per quanto riguarda corso Venezia, però, diciamocelo: checché ne dicano, quello non è un asse di scorrimento. Dovrebbe servire solo per arrivare in centro per chi lavora e ha un parcheggio interno e per il carico e scarico: se rimane a una corsia per senso di marcia con sosta solo per carico e scarico non dovrebbe cambiare nulla. Anche corso Buenos Aires, dove tanto sono sempre tutti in doppia fila, potrebbe tranquillamente vedere ridotta la portata automobilistica, con la sosta regolamentata in modo diverso. Il problema che vedo è sempre il solito: quelle piste ciclabili diventeranno illico et immediate piste scooterabili. Se gli scooter in questione andassero a 20 all’ora come le biciclette non ci sarebbero grandi problemi, ma non sarà certo così. E io gli scooter li conosco bene. Quando lavoravo a Turro, spesso trovavo via Popoli Uniti bloccata dalle auto, e quindi scendevo dalla bici e mi facevo a piedi i centocinquanta metri fino al semaforo. Mi è capitato spesso di trovarmi moto che si stavano facendo il marciapiede (e che quindi dovevano tornarsene indietro..). Figuriamoci su un pezzo di carreggiata.

L’idea di fare dei rarissimi controviali milanesi delle zone 30 (meglio ancora 20…) per renderli principalmente usati dalle biciclette, con le auto che passano solo per parcheggiare, mi pare invece buona: non toglie parcheggi, non riduce la viabilità e rende più tranquilla la vita dei ciclisti. Quello che non vedo molto bene – e non sono il solo – è l’asse di viale Monza. Io l’ho fatto più volte in bici, quando mi capitava di andare dal dentista a Monza e non avevo voglia di caricare la bici sul treno. Volenti o nolento, quello è un asse di scorrimento; e mettere i paletti in mezzo alla carreggiata per delimitare la pista ciclabile renderà la vita impossibile a ciclisti e automobilisti (agli scooter no, tanto per cambiare). Anche in questo caso, il vero problema è il parcheggio selvaggio: le due corsie teoriche ora funzionano più o meno a slalom, e in futuro in pratica non ci saranno. Lo stesso problema si avrebbe se si pensasse di fare piste ciclabili sulle circonvallazioni: si vede bene cosa succede su viale Marche, tra auto parcheggiate e onnipresenti motorini, e comuqnue quelli devono essere assi di scorrimento serio. Insomma, va bene l’emergenza, ma bisogna pensare bene a cosa fare.

certe cose non cambiano mai

Oggi sono finalmente scappato dal telelavoro a casa (impossibile con due dieciemezzenni tra i piedi) e sono andato in ufficio. Il traffico non è che poi sia così ridotto, tranne ovviamente che davanti alle scuole: ho come il sospetto che ci sia più gente che vada in ufficio in auto per non infettarsi in metropolitana. Quello che sicuramente non cambia è trovarsi gli scooter che percorrono la finta ciclabile di viale Marche. Continuo a pensare che una telecamera per fare multe si ripaga in due giorni.

Ultimo aggiornamento: 2020-02-27 09:37

Il tunnel del Frejus (quello vecchio)

Stavo cercando informazioni sulla linea storica del Frejus, scoprendo tra l’altro che a differenza di quanto pensavo non sono stati gli abitanti di Susa a chiedere che la linea non passasse dalla loro città ma corresse più in basso a Bussoleno; e ho scoperto questo articolo di tre anni e mezzo fa che afferma che per una legge italiana del 2005 il tunnel del Frejus diventerà fuorilegge a fine ottobre. Non parliamo delle leggi europee che sono ancora più restrittive. E insomma che facciamo? Chiudiamo tutto, indipendentemente da Tav o No Tav?

bici bloccate dal freddo?

Stamattina ho preso la solita BikeMi, con il totem che ci ha messo un po’ più di tempo del solito a svegliarsi: ho tolto la brina dal sellino, ho cercato inutilmente di alzare la suddetta sella, ho pedalato fino alla stazione vicino all’ufficio, l’ho lasciata, ho ripassato la tessera per verificare che la restituzione fosse registrata… e ho scoperto che secondo il sistema non l’avevo presa. Questa è la seconda volta che mi capita in una settimana, a parte la giornata in cui proprio non mi faceva prendere le bici. Ho come il sospetto che i “disservizi temporanei” indicati nella pagina del servizio – ma che risalgono al giorno in cui appunto sono dovuto andare a piedi – siano legati al freddo di questi giorni, anche se non riesco a capire la differenza con l’anno scorso… se non che adesso uso la tessera ATM e non quella BikeMi.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-13 09:47

Coppie di autobus

In questi giorni prenatalizi, il servizio urbano ATM è ridotto: viene osservato l’orario del sabato. Fin qui nulla di particolarmente grave. Ieri mattina però mi è capitato di uscire con i gemelli verso le 11, e vedermi passare due 42 una dopo l’altra; e anche quello può capitare. Sono poi passato di nuovo da quel punto dopo mezzogiorno, e di nuovo c’erano due 42 in fila; per amor di precisione la prima si era travestita da N42 (sarebbe la linea notturna corrispondente, che gira nei weekend). Dopo le 13, mentre tornavo a casa facendo un altro percorso, mi sono trovato due 51 attaccate.

Non ho idea di quali inenarrabili casini di traffico ci potessero essere a Milano nord; però ho il sospetto che ci siano grossi problemi sulla gestione del parco vetture…

Ultimo aggiornamento: 2019-12-24 10:29

Nuove BikeMi gialle

Giovedì scorso ero in giro per Milano, prendendo alternativamente BikeMi o mezzi pubblici a seconda di quanto pioveva. Mi è capitata per caso una “nuova” bici gialla, e ci ho percorso un chilometro circa sotto un’uggiosa pioggerella. La struttura è simile a quella delle nuove bici elettriche, con il sellino che si solleva ma non gira; la pedalata con il rapporto più pesante era un pochino strana, con un rumore strano più o meno simile a quello della pedalata con la dinamo (ma non è direttamente nel mozzo?) ma comunque permetteva di andare a una buona velocità. Direi però che dovrò fare altre prove per capire se le bici sono sufficientemente valide: certo però che hanno una vita media breve, se consideriamo che siamo alla terza generazione…