Carosello è nel cuore di quelli della mia generazione. In questo libro (Marco Melegaro, Carosello : genio e pubblicità all’italiana, Novecento Editore 2017, pag. 256, € 5,99 (cartaceo: € 16), ISBN 9788899316624, link Amazon) Marco Melegaro fa una retrospettiva anno per anno degli spot principali, o almeno di quelli che a suo parere sono stati i più interessanti. La parte migliore del testo è senza dubbio quella delle interviste ai protagonisti dell’epoca: un amarcord che ci dà un’idea di come era diverso allora il mondo. Meno riuscita invece la visione d’assieme del libro, con molte ripetizioni (è forse nato come serie di articoli anno per anno, senza verificare come funzionasse una volta assemblato?) e la resa in epub che è davvero dozzinale.
Archivi categoria: rec-2019
_14 scoperte scientifiche che non sono servite a niente_ (ebook)
Conosco da una vita i premi Ig Nobel. Ho comprato un libro – in inglese – che raccoglie molti articoli dagli Annals of Improbable Research, e sono persino coautore di un articolo ivi apparso. Potete quindi capire come mi sia arrabbiato a leggere questo libro (Aleksandra Krohe e Madeleine Veyssié, 14 scoperte scientifiche che non sono servite a niente [Le top 14 des découvertes scientifiques qui n’ont servi à rien], Bompiani 2017 [2016], pag. 384, € 6,99 (cartaceo: € 13), ISBN 9788845283888, trad. Mara Dompè, link Amazon). Le due autrici hanno infatti deliberatamente scelto di presentare quasi solo “ricerche scientifiche” fasulle, nonostante lo scopo dichiarato di Marc Abrahams sia quello di “far ridere prima, e pensare poi”. Persino quando hanno presentato risultati buffi ma con un certo qual senso, si sono premurate di mettere il lettore in guardia dall’inutilità della ricerca stessa: si legga l’ultimo capitolo sulla misura quantitativa del dolore percepito mentre si guardano bei quadri per farsene un’idea. Io sono totalmente d’accordo sull’evitare di pensare alla scienza solo come roba seriosissima, ma un libro come questo dà l’impressione opposta. Nulla da eccepire sulla traduzione di Mara Dompè.
_The Annotated Innocence of Father Brown_ (libro)
Premessa: ho letto l’edizione originale 1987 della Oxford University Press che ho preso in prestito alla Open Library, non quella Dover attualmente in commercio (G.K. Chesterton, Martin Gardner (ed.), The Annotated Innocence of Father Brown, 1987, pag. 352, $17.95, ISBN 9780486298597, link Amazon), quindi non sono sicuro che tutto sia uguale. Noi italiani di una certa età, quando sentiamo parlare di padre Brown, pensiamo immediatamente a Renato Rascel che indubbiamente aveva il physique du rôle. Ma leggere i racconti in lingua originale permette di capire la grandezza di Chesterton come scrittore. Le sue descrizioni sono incredibili, e uniscono una dovizia di particolari a un lirismo poetico. Martin Gardner, nella sua introduzione, traccia un parallelo tra Sherlock Holmes e padre Brown, scherzando spesso ma soprattutto mostrando come i racconti di Chesterton, per quanto improbabili, non lo sono poi tanto più dei gialli televisivi attuali: bisogna insomma leggerli per quello che sono, e godersi i ragionamenti oltre che il modo poco ortodosso in cui il piccolo sacerdote riesce a trovare la soluzione. Le quasi 200 note di Gardner aggiungono altre informazioni spesso utili per chi legge questi racconti un secolo dopo… Una lettura divertentissima.
_The Beatles in Comics_ (libro)
Questo libro (Michael Mabel, The Beatles in Comics, NBM 2018, pag. 232, Lst 25,99, ISBN 9781681121871, link Amazon) è una storia dei Beatles a fumetti, come del resto recita il titolo. Più precisamente, è una serie di piccoli flash, ciascuno disegnato da un artista diverso e con qualche pagina di testo per dare il contesto.
Il problema è che il testo è costellato di errori: per esempio, a pagina 33 si dice che Stu morì tre giorni dopo (e non prima) che gli altri Beatles ritornassero ad Amburgo, a pagina 60 gli studios di Abbey Road sono stati spostati a Birmingham, a pagina 201 si dice che Billy Preston era una “nuova” conoscenza di George (avevano diviso il palco nel 1962…) Diciamo che il libro è per curiosi o completisti.
Ultimo aggiornamento: 2019-08-08 12:02
_The Prime Number Conspiracy_ (libro)
Questo libro (Thomas Lin (ed.), The Prime Number Conspiracy : The Biggest Ideas in Math from Quanta, MIT Press 2018, pag. 309, $19.95, ISBN 9780262536356, link Amazon), raccolta di articoli sulla matematica pubblicati su Quanta Magazine, non è certo di semplice lettura. Gli estensori degli articoli non ne possono nulla, e anzi a parere mio hanno fatto dei miracoli nella semplificazione dei temi trattati: ma stiamo parlando di matematica di frontiera, e soprattutto di temi che non sono così sexy da arrivare nelle prime pagine dei grandi media e così rimangono sconosciute anche a chi come me in fin dei conti dovrebbe saperne un po’ di più. Non aspettatevi di trovare matematica vera e propria, naturalmente: in compenso leggendo il libro scoprirete come la matematica appaia in punti a prima vista totalmente scorrelati – un filo conduttore degli articoli è l’applicazione di tecniche da altri campi della matematica. Altro punto interessante è il trovare le biografie di molti giovani matematici contemporanei: non è facile conoscerli in altro modo. Ah: la cospirazione del titolo si collega al fatto che pare che i numeri primi siano un po’ meno casuali di quanto crediamo, o almeno che le coppie di primi successivi non lo siano.
Ultimo aggiornamento: 2019-04-08 17:37
_Achille e la tartaruga_ (libro)
C’è un concetto molto bello che apre questo libro (Joseph Mazur, Achille e la tartaruga : il paradosso del moto da Zenone a Einstein [Zeno’s Paradox], Il Saggiatore 2009 [2007], pag. 266, € 12, ISBN 9788856503272, trad. Claudio Piga, link Amazon). Generalmente si afferma che i paradossi di Zenone siano banalmente stati risolti quando i matematici hanno formalizzato i concetti del calcolo infinitesimale. Peccato che questo non sia affatto vero: quello che abbiamo è un formalismo matematico che è in accordo con la nostra esperienza macroscopica, ma che non può dirci nulla su cosa succede a livello ultramicroscopico. Insomma, saper sommare una serie infinita non ci dice nulla se spazio e tempo siano continui o discreti, né cosa succede effettivamente. Mazur, ben tradotto da Claudio Piga, racconta come i paradossi di Zenone siano stati trattati nei secoli, con una serie di divagazioni che solo a posteriori mostrano la relazione con il tema del libro. Insomma, un lato diverso dal solito per la trattazione dei paradossi, che ci ricorda come la matematica, pur essendo indispensabile, non è totalizzante.
Ultimo aggiornamento: 2019-08-08 11:27
_Bisordine_ (mostra)
Il motivo per cui siamo stati a Vercelli non era ovviamente la caccia ai reperti del Ventennio ma il vernissage della mostra del mio amico Aldo Spinelli (quello che venerdì sera ha fatto il co-chiacchieratore nella presentazione di Numeralia a BookPride), mostra che si tiene al MAC (Museo di Antichità Civico) come si vede dalla locandina.
Aldo Spinelli, oltre che giocologo di fama internazionale, è anche un artista concettuale. Detto in altri termini, le sue opere sono dei giochi, come la lampadina con dieci interruttori in serie che si accende solo se li si riesce a mettere tutti nell’ordine corretto. Non ci sono molte sue opere, mi pare meno di una decina, ma l’accostamento con i reperti museali fa in un certo senso parte della mostra, proprio per lo spaesamento del visitatore. Io mi sono comunque divertito :-)
Ultimo aggiornamento: 2019-03-20 07:04
_La musica dai numeri_ (libro)
Si dice sempre che la musica è matematica. Ma è proprio vero? In questo libro (Eli Maor, La musica dai numeri : Musica e matematica da Pitagora a Schoenberg [Music by the Numbers], Codice Edizioni 2018 [2018], pag. 207, € 21, ISBN 9788875787707, trad. Daniele Gewurz, link Amazon) Eli Maor prova a dare una risposta vedendo quello che è successo con i matematici che si occuparono di musica, a partire da Pitagora per arrivare a Schönberg (o Schoenberg, come preferì farsi chiamare dopo che ottenne la cittadinanza statunitense). Spero di non fare uno spoiler se vi dico che la risposta è negativa: i matematici hanno trovato tante regole matematiche che i musicisti hanno bellamente ignorato. Non è poi così strano: non tutte le strutture matematiche si applicano allo stesso modo, e soprattutto l’orecchio vuole anche una metastruttura, il che può spiegare perché la musica dodecafonica – che Maor ritiene “locale”, con connessioni temporali limitate – non ha mai preso davvero piede nemmeno tra i musicisti. Ma anche Bach ha avuto un periodo di un secolo di oblio proprio perché “troppo matematico”… insomma bisogna trovare un equilibrio che dipende anche dal tempo. Purtroppo la parte più strettamente musicale è molto meno approfondita: mi sono per esempio stupito della mancanza di un capitolo sui vari temperamenti che sono solo stati accennati (e con l’usuale errore di pensare che il Clavicembalo ben temperato fosse pensato per il temperamento equabile e non per uno dei Werckmeister). Un’ultima nota per chi musicista non è: i si diesis delle pagine 152-154 sono in realtà bemolli.