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_Prima lezione sul linguaggio_ (libro)

Che cos’è il linguaggio? Domanda intelligente: detto in altri termini, non si ha idea di quale sia la risposta. Tullio De Mauro ci tentò nel 2002 con questo libretto (Tullio De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Laterza 2002 , pag. 130, € 12, ISBN 9788842066712, link Amazon), che io ho letto nella versione edita dal Corriere della Sera. Inutile dire che nessuno può (poteva) tacciare De Mauro di scarsa conoscenza del tema: ho però trovato la prima parte troppo generalista e quindi poco interessante. Molto meglio la seconda parte, sempre di tipo generale ma con un maggiore uso di esempi pratici, e soprattutto con un utile confronto con quello che succede in altri sistemi informativi, come i versi degli animali, i linguaggi non verbali come la lingua (“le lingue”) dei segni e la matematica, dove tra l’altro si fa notare la differenza tra quest’ultima, che è un linguaggio non-creativo mentre il linguaggio è “non non-creativo”; uno scioglilingua che ha un suo bel senso. (ah: a pagina 90 c’è un esempio matematico con un errore…) In pratica, dunque, un testo per i curiosi.

_Superintelligenza_ (ebook)

Nick Bostrom è un filosofo. I filosofi contemporanei – o almeno quelli con cui ho indirettamente avuto a che fare – sono per l’appunto contemporanei, e quindi si occupano dei problemi classici in modo completamente diverso da quanto si facesse in passato. Il tema di questo libro (Nick Bostrom, Superintelligenza : Tendenze, pericoli, strategie [Superintelligence], Bollati Boringhieri 2018 [2014, 2015], pag. 522, € 9,99 (cartaceo: 28), ISBN 9788833930176, trad. Simonetta Frediani, link Amazon) è la superintelligenza, cioè la creazione di un sistema che sia molto più intelligente di noi esseri umani. Bostrom lavora in maniera sistematica: prima mostra tutti i modi in cui si potrebbe creare una superintelligenza (non solo con l’intelligenza artificiale, potrebbe anche essere un sistema integrato uomini-macchine) e descrive le varie possibilità di “decollo”, cioè il tempo che servirebbe al raggiungimento della singolarità; poi si preoccupa di tutto quello che potrebbe andare male (tante, tantissime cose). Diciamo che la lettura ogni tanto fa venire i brividi… Buona la traduzione di Simonetta Frediani.

_Uomini e macchine intelligenti_ (libro)

Non possiamo certo affermare che questo libro (Jeremy Bernstein, Uomini e macchine intelligenti, Adelphi 1990 [1978,1982], pag. 239, € 14, ISBN 9788845907890, trad. Giuseppe Longo, link Amazon) sia all’ultimo grido della moda: il copyright originale italiano è del 1990 – e si sente che la traduzione di Giuseppe Longo è datata, non solo per l’italianizzazione di alcuni termini che ormai si tende a lasciare in inglese ma anche per forme linguistiche peculiari come il teorema del punto fisso che per lui è del “punto unito” (pag. 46) – ma il testo riprende parti di due saggi del 1978 (!), Experiencing Science e 1982, Science Observed. Né possiamo affermare che sia un saggio unitario: Bernstein più che altro tende a raccontare aneddoti ricavati dai suoi incontri e interviste con i grandi nomi dell’intelligenza artificiale nei suoi primi decenni di vita, con una preminenza assoluta per Marvin Minsky. Devo dire che quando a pagina 21 racconta (nel 1978, ricordo!) di Minsky che ogni tanto si fermava per leggere la “posta” che gli arrivava via computer dagli altri ricercatori di IA sparsi per gli USA ho pensato che io quell’anno avevo appena cominciato a usare una calcolatrice programmabile, altro che Internet (pardon, Arpanet)!
Detto questo, però, e fatta la tara sulla mancanza di temi tipo il deep learning e tutto quello che è arrivato nel XXI secolo, il libro merita ancora la lettura, anche perché mette molto bene in chiaro i problemi filosofici prima che logici e tecnici nel definire l’intelligenza artificiale, oltre a fare una (prei)storia dei linguaggi di compilazione e dei sistemi operativi. La parte più debole è paradossalmente quella che in teoria dovrebbe essere ancora di moda: l’ultimo capitolo sul teorema di Gödel è scritto cercando di replicare il concetto di livelli diversi di pensiero che è alla base del teorema, ma secondo me è riuscito male. Si può comunque sopravvivere :-)

_Mysteries in Time_ (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
La trama raccontata nella quarta di copertina non era male. Esiste una macchina del tempo, si trova negli USA, ed è gestita… dall’agenzia che è preposta alla gestione dell’ora ufficiale statunitense. Il guaio è che il libro (Rick Rogers, Mysteries in Time, Black Rose Writing 2019, pag. 209, € 6.20 (cartaceo: $19.99), ISBN 9781684332427, link Amazon) è fondamentalmente un romanzo rosa stereotipale al massimo – o magari lo stile è quello tipico della chick-lit, non ne ho certo idea. Per darvi un assaggio di come la parte fantascientifica sia solo una cornice appiccicata lì: in una missione viene alterato il continuum spazio-temporale, e così viene rapita e uccisa la sorella della vittima iniziale. Che cosa dicono gli alti ufficiali, una volta scoperto cosa è successo? Che tanto il risultato finale è lo stesso, il serial killer è sempre lui e c’è sempre una bambina morta, quindi è meglio fare finta di nulla… Insomma non lo consiglio.

_Banalità_ (ebook)

Mi pare solo il minimo che Stefano Bartezzaghi, dopo avere scritto libri sulla creatività, guardi l’altra faccia della medaglia: la banalità. In realtà questo libro (Stefano Bartezzaghi, Banalità, Bompiani 2019, pag. 272, € 9.99 (cartaceo: € 17), ISBN 9788845299636, link Amazon) non parla solo di banalità, ma più in generale cerca di dare un’idea di come la banalità sia spesso nelle orecchie di chi la ascolta. Per i miei gusti c’è un po’ troppa semiotica – il Bartezzaghi Vero Saggista può anche essere un po’ troppo pesante – ma il primo capitolo “Su bucce di banale”, il quinto “Banal Network” che guarda alla banalità nei social network e il sesto “Per un’Enciclopedia di luoghi comuni III” meritano sicuramente l’acquisto.

_Problemi, algoritmi e coding_ (libro)

La collana “Chiavi di lettura” di Zanichelli presenta libri smilzi che però danno un’idea di base del tema che trattano. In questo caso (Pierluigi Crescenzi e Linda Pagli, Problemi, algoritmi e coding, Zanichelli 2017, pag. 192, € 12,30, ISBN 9788808320889, link Amazon) il tema sono gli algoritmi, non tanto dal punto di vista delle loro implicazioni nella nostra vita quanto in quella più semplice di capire come funziona il pensiero algoritmico (classico, anche se l’ultimo capitolo è dedicato al deep learning). Devo però dire che il risultato mi pare meno riuscito che in altri volumi della collana. In effetti il primo capitolo, “Gli ingredienti di base”, assomiglia a quello che io mi sarei aspettato; gli altri capitoli però prendono esempi reali, definiscono un problema semplificato che però dia comunque l’idea di cosa serva in prima battuta per risolverli, e poi partono con pseudocodice a livello anche piuttosto basso. Se uno ha già delle conoscenze informatiche non fa molta fatica a seguire il flusso delle spiegazioni – e dei programmi; ma probabilmente queste persone non hanno nemmeno bisogno di un libro come questo. Anche le considerazioni sulla complessità degli algoritmi, pur spiegate correttamente, mi paiono difficili da capire per chi è digiuno di tali temi. Insomma, non garantisco che sia utile come testo introduttivo.

_La filosofia dei Beatles_ (libro)

Il titolo di questo libro (Massimo Donà, La filosofia dei Beatles, Mimesis 2018, pag. 169, € 10, ISBN 9788857549088 link Amazon) è indubbiamente accattivante, pur senza che uno si aspetti chissaché: un qualcosa di pop, per così dire. Purtroppo però non mi sono trovato affatto bene. Troppa filosofumena, avrebbe detto il mio professore del liceo. A parte ripetizioni pleonastiche, io comincio a preoccuparmi quando ci sono troppe parole scritte col trattino per ri-marcare la loro origine etimologica… Sembra paradossale, ma i capitoli riusciti meglio sono gli ultimi, “Essere e nulla” sul film Yellow Submarine (e naturalmente Jeremy Boob :-) ) e “Di una perfetta indifferenza” su Abbey Road.

_Che cosa sognano gli algoritmi_ (libro)

Ci sono alcune semplificazioni di questo libro (Dominique Cardon, Che cosa sognano gli algoritmi : Le nostre vite al tempo dei big data [À quoi rêvent les algorithmes], Mondadori 2018 [2015, 2016], pag. 114, € 15, ISBN 9788804703266, trad. Chetro De Carolis, link Amazon) che non mi trovano totalmente d’accordo, come la divisione quadripartita delle tecniche degli algoritmi di misura del web (al di sopra, al di sotto, dentro e accanto). Ma al di là dei giudizi personali, ho trovato questo libretto – ben tradotto da Chetro De Carolis – ottimo per comprendere come l’esistenza degli algoritmi cambi il comportamento degli internauti, e quindi abbiano un impatto notevole… anche se non quello che viene troppo spesso citato da chi non sa affatto di cosa stia parlando. Ogni tanto una boccata d’aria pura fa bene! Mi chiedo però se 15 euro per poco più di cento pagine (in effetti più spesse del normale, forse per non far vedere quanto il testo sia smilzo) sia un prezzo equo…