
gli attori (da https://www.piccoloteatro.org/it/2022-2023/la-seconda-sorpresa-dell-amore )
Un’ultima annotazione: la scena in cui Lubino e Lisetta arrrivano durante una baruffa e si portano i popcorn mi ha fatto divertire tantissimo!
gli attori (da https://www.piccoloteatro.org/it/2022-2023/la-seconda-sorpresa-dell-amore )
Un’ultima annotazione: la scena in cui Lubino e Lisetta arrrivano durante una baruffa e si portano i popcorn mi ha fatto divertire tantissimo!
Un punto positivo di questo libretto è la ricerca di esempi della vita reale, e non semplicemente dalla necessità di completare le operazioni, per spiegare come mai il sistema numerico è stato ampliato dai numeri naturali agli interi ai razionali. (Il passaggio agli interi con il dare e avere è tra l’altro tipicamente indiano: i numeri negativi sono nati proprio in questo modo). A parte questo, però, ho trovato il libro piuttosto confusionario, mischiando livelli diversi; non lo consiglierei per capire come si è arrivati ai complessi.
(Nita H. Shah e Vishnuprasad D. Thakkar, Journey from Natural Numbers to Complex Numbers , CRC Press 2020, pag. 80, € 11.84, ISBN 9781003105244 )
Voto: 2/5
Seconda raccolta dei fumetti scientifici di Comics & Science, pensati dal CNR per mostrare un modo diverso di presentare temi diversi. Bisogna dire che Natalini e Plazzi sono riusciti a convincere i grani nomi del fumetto italiano – e poi si dice che i matematici non sono in grado di interagire con il resto del mondo! I nomi di Leo Ortolani, Francesco Artibani, Silver, Alfredo Castelli, Licia Troisi sono ben noti a tutti. Tra le storie, ho apprezzato i “misteri” di Ortolani, il racconto di Lupo Alberto e della bufala (nel doppio senso della bovina arrivata a trovare suo cugino Krug alla fattoria McKenzie e delle fake news), il segreto di Babbage di Castelli e Gabriele Peddes, le ragazze matematiche di Claudia Flandoli, Alessio Schreiner e Donald Soffritti con i loro satelliti, il giallo leonardesco di Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo (che però avevo già letto nel fascicolo originale) e soprattutto la spiegazione “magica” di come funziona il metodo scientifico di Eccher e Ponchione. Meno riuscite per me la storia di Sofja Kovalevskaja di Alice Milani e quella di Paola Barbato e Riccardo Burchielli sulle epidemie (troppo cerebrale, ci ho dovuto pensare su a lungo per capire cosa intendesse). E lo so che mi attirerò le ire di caterve di fan, ma il fumetto scritto da Licia Troisi e disegnato da Alessandro Micelli l’ho chiuso alla terza tavola: era proprio lontanissimo da me.
(Roberto Natalini e Andrea Plazzi (ed.), Comics & Science Vol. 2, Feltrinelli Comics 2022, pag. 256, € 23, ISBN 9788807551062)
Voto: 5/5
Nelle prime righe di questo libro Hayes scrive “la matematica è troppo divertente per essere lasciata solo ai matematici”. Aggiunge inoltre che lui non è un cittadino di Matelandia, ma una persona che si è trasferita lì e ha cercato di comprendere usi e costumi dei suoi cittadini. In effetti la sua formazione è più da informatico, tanto che negli anni ’80 teneva la rubrica di Computer Recreations sullo Scientific American, mentre ora scrive su American Scientist. Lo troviamo così a dissezionare il famosissimo aneddoto di Gauss bimbetto e la somma della serie di numeri trovata al volo, tracciando le innumerevoli versioni per capire come il folklore matematico abbia man mano abbellito la storia; nel frattempo spiega come la differenza tra l’approccio del giovane Carl Frederick e quello di un programma al computer abbia ripercussioni importanti. Ma molte di queste meditazioni matematiche, pur non entrando a fondo nella teoria sottostante, sono davvero interessanti: segnalo quella sui numeri quasicasuali, sullo spettro del Riemannio (una correlazione a prima vista inimmaginabile tra gli zeri della zeta di Riemann e gli spettri degli elementi chimici), su un modo alternativo alla virgola mobile di memorizzare i numeri su un computer, che permette di aumentare l’ampiezza dei numeri rappresentabili conservando una estrema precisione nei valori prossimi allo zero, e soprattutto il gioco di Zenone. Una gioia per appassionati e semplici turisti!
(Brian Hayes, Foolproof : and Other Mathematical Meditations , MIT Press 2017, pag. 248, $24,95, ISBN 9780262036863)
Voto: 5/5
Giovedì scorso sono andato all’Hangar Bicocca a vedere la mostra di Bruce Nauman in visita guidata (da Stefano Bartezzaghi, direi un’ottima scelta visto il tipo di opere di Nauman). Purtroppo avevo un altro impegno e non ho potuto rimanere fino in fondo, saltando tra l’altro l’opera Raw Materials all’esterno della struttura – o meglio, ci sono passato così di fretta che non ho potuto apprezzarla.
Cosa ha capito un ignorante come me? Che Nauman non è un autore per claustrofobi, come si può vedere nei corridoi da lui creati dove si può passare solo stando girati oppure che finiscono in una stanzetta triangolare; ma anche nella doppia gabbia dove si può entrare per sentirsi davvero circondati. Ho però notato che usa anche altre tecniche, come i neon (tipo la buonanima di Dan Flavin), spesso insieme ai giochi di parole; la giovanile Get Out of My Mind, Get Out of This Room è poi una rappresentazione plastica del “non pensare all’elefante”, come ha detto Bartezzaghi. Sicuramente gli ampi spazi dell’Hangar Bicocca sono un ottimo contrasto a opere di questo tipo, che vengono evidenziate ancora di più. È chiaro che se l’arte concettuale non vi dice nulla potete lasciar perdere la mostra, e probabilmente tutto l’Hangar Bicocca; in caso contrario potete però divertirvi.
Ultimo aggiornamento: 2022-11-17 10:48
È il 1920. Luigi Pirandello torna in Sicilia per il compleanno di Giovanni Verga; passando dalla natia Girgenti scopre che la sua vecchia balia è appena morta e organizza il suo funerale con due improbabili becchini, Nofrio e Bastiano, che stanno allestendo un’opera teatrale con un cast piuttosto approssimato. Pirandello, che è in crisi creativa, vede le interazioni tra attori e pubblico e riesce finalmente a tirare fuori l’idea per il suo nuovo lavoro, che sarà rappresentato a Roma l’anno successivo sconcertando parte del pubblico che non riusciva a capire la commistione tra attori, pubblico e metateatro.
Roberto Andò dà una sua lettura della genesi dei Sei personaggi in cerca d’autore con un film che all’inizio sembra perdersi – il problema non è tanto la lentezza che qui è funzionale, ma proprio il non capire dove voglia andare a parare – ma poi prende il suo ritmo. Servillo-Pirandello come al suo solito servilleggia, con la sua recitazione molto fisica, che fa credere di avere davvero Pirandello davanti a noi. Chi mi ha invece favorevolmente stupito sono stati Picone e Ficarra. Io non è che li apprezzi come comici: ma qui non sono mai stati sopra le righe, e hanno contribuito alla riuscita dei film insieme ai vari caratteristi. Il film continua a mischiare realtà e fantasia, principalmente viste dagli occhi di Pirandello – tra l’altro, inizia con la famosissima citazione tratta da La tragedia d’un personaggio – ma anche altrove: per esempio nella scena in cui Mimmo si alza durante la rappresentazione della filodrammatica, dicendo che un personaggio dell’opera è una sua raffigurazione, e il protagonista chiede al pubblico “Ma secondo voi, il Pietro che raffiguro è Mimmo?” ottenendone un “noooo!” corale. Credo che questo mescolamento, parallelo a quello dell’innovazione teatrale pirandelliana, sia ciò che ha portato al successo il film.
I farmaci hanno completamente cambiato la nostra vita. Fin qui nessuno può avere da ridire. Non ha però senso parlare di farmaci in modo generico, mettendoli tutti in uno stesso calderone: in questi ultimi due secoli siamo passati dai farmaci ricavati dalle piante a quelli creati chimicamente per arrivare a quelli prodotti biologicamente. Mica sapevo per esempio che gli anticorpi monoclonali sono fabbricati a partire da cellule cancerogene di topo che sono state gentilmente convinte a produrre proprio quell’anticorpo specifico. In questo libro Hager prende dieci farmaci, o più precisamente gruppi di farmaci, e fa una specie di storia della medicina a partire da essi. Comincia con l’oppio, noto già nell’antichità, per terminare appunto con i monoclonali. Non parla di aspirina perché nell’introduzione dice che ci sono già tanti racconti su di essa; si occupa di molte droghe, anche perché sono quelle che in fin dei conti sono più famosi; ma forse il capitolo più interessante e sicuramente personale è quello sulle statine. Hager racconta che si è molto arrabbiato quando gli arrivò un’email di un qualche dipartimento che lo invitava ad assumere le statine, e cominciò così una ricerca di vari mesi dove scoprì che non si è mica certi che esse servano davvero a prevenire gli infarti… Ma consiglio vivamente di leggere la storia raccontata direttamente da lui. La traduzione di Cristina Spinoglio è scorrevole.
(Thomas Hager, Homo Pharmacus : Dieci farmaci che hanno scritto la storia della medicina [Ten Drugs], Codice 2021 [2019], pag. 329, € 26, ISBN 9788875789336, trad. Cristina Spinoglio)
Voto: 5/5
La grafica di questo libro è piuttosto peculiare. Anche il formato, a dire il vero, visto che ha gli angoli delle pagine smussati come un quaderno. E in effetti alla fine di ogni capitolo ci sono un paio di pagine per prendere appunti, quindi parlare di quaderno non è così lontano dal vero. Ma a parte queste considerazioni per così dire estetiche direi che il testo è davvero adatto per chi è sempre stato intimidito da grafici e statistiche che si trovano sui media; Columbro, con uno sguardo ad alto livello ma comunque utile e corretto, spiega “il dato” e tutte le sue incarnazioni, dalle tabelle ai grafici alla nostra impronta digitale. Forse ancora un po’ complicato per le scuole medie, già al biennio delle superiori è un ottimo punto di partenza: ma anche gli adulti non ferrati in questo campo lo apprezzeranno, proprio perché non tecnico ma esplicativo.
(Donata Columbro, Ti spiego il dato, Quinto quarto 2021, pag. 142, € 16, ISBN 9788885546264)
Voto: 5/5