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Ottant’anni fa

votazione OdG Grandi

da https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Votazione_odg_Grandi.jpg

Ottant’anni esatti fa (la riunione cominciò alle 17 del 24 luglio, ma la votazione fu intorno alle 2 del mattino del 25) il Gran consiglio del fascismo votò l’OdG Grandi che pur senza dirlo esplicitamente sfiduciava Benito Mussolini, chiedendo al re di assumere il comando dell’Italia. Poche ore dopo, il re tentenna per una volta non tentennò e fece arrestare Mussolini, dando nel contempo al maresciallo Badoglio l’incarico di capo del governo.

Non sono convinto che il fascismo sia finito quel giorno: anche senza considerare la RSI, fino a Cassibile formalmente il PNF continuava a essere il partito unico. Però come data simbolica è direi la migliore. Chissà se oggi in Parlamento se ne parlerà.

Patrik Zaki libero

foto di Zaki

(da https://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Patrick_Zaki.jpg )

Beh, è ovvio che la grazia concessa a Zaki deriva da un do ut des politico, e che probabilmente è il risultato di un tira-e-molla che durava da mesi: se non ho capito male, il presidente egiziano tradizionalmente le concede per il capodanno islamico, in stile “Gesù o Barabba?”, e possiamo immaginare che gli ultimi rinvii del processo a suo carico dipendessero proprio dal voler fare emettere la sentenza in concomitanza con la festività. È anche ovvio che il governo si è preso il merito della grazia, ma questo l’avrebbe fatto un qualunque governo. La domanda è “che gli abbiamo dato in cambio?”
Non sono certo l’unico a pensare che Zaki era stato arrestato come merce di scambio nel caso Regeni, perché gli italiani non rompessero le palle con la richiesta di estradizione dei componenti dei servizi segreti egiziani implicati nel rapimento e uccisione: e di questo ce ne accorgeremo presto, o meglio ce ne accorgeremo se non si sentirà più parlare della richiesta di estradizione. È uno scambio equo? Non lo so. Sicuramente giustizia non è fatta nel; caso Regeni, e soprattutto non sapremo mai la verità storica – e cosa c’entrano gli inglesi nel caso; ma purtroppo la politica è spesso il cercare di ottenere quel poco che si può.

Ultimo aggiornamento: 2023-07-20 07:25

Concorso esterno in associazione mafiosa

Probabilmente stavolta il mio pensiero si discosterà da quello dei miei ventun lettori, ma sono d’accordo almeno in linea di principio con le affermazioni di Carlo Nordio secondo cui bisogna “rimodulare” (qualunque cosa ciò significhi, e il problema è al più quello) il concorso esterno in associazione mafiosa.

Tipicamente c’è la partecipazione attiva a una associazione a delinquere, la partecipazione passiva (si fa parte dell’associazione ma non si fanno azioni specifiche) e il favoreggiamento (non si fa parte dell’associazione, ma si aiutano i suoi membri pur sapendo che così si favorisce l’associazione). Cosa sarebbe il concorso esterno in associazione mafiosa? Non è dato di saperlo, e quel che è peggio non c’è nemmeno uniformità tra i giudici. Ecco: diciamo che se Nordio avesse detto “normiamo in maniera chiara e certa le condizioni di appartenenza a un’associazione mafiosa” forse sarebbe stato meglio per tutti, tranne ovviamente che per il Fatto Quotidiano…

Ultimo aggiornamento: 2023-07-13 10:57

Natangelo non ha offeso la moglie del Cognato

Ricordate che Mario Natangelo era stato citato al Consigio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti per una vignetta contro il ministro Lollobrigida e signora. Bene: la posizione è stata archiviata all’umanimità.

Potrete dire che i giornalisti se la sono cantata e suonata da soli, e magari è anche vero (ma non mi pare che il ministro abbia querelato il disegnatore. Però voglio segnalare la frase finale: «Ciò costituiva offesa per la moglie del ministro? La maggior parte dei lettori del Fatto Quotidiano con molta probabilità non la conosce direttamente e poiché non ne viene fatto il nome il suo coinvolgimento, pur innegabile, non ha un esplicito significato di insulto alla persona.» Come avevo scritto, prima della vignetta e della chiassata mediatica piccata della Cognata del ministro Lollobrigida non sapevo assolutamente chi fosse la moglie del suddetto ministro. Vabbè, almeno da questa storia ho imparato qualcosa.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-22 18:06

Beatificazione parlamentare di Silvio

sulla scomparsa di Silvio Berlusconi Vabbè, ricordo che l’altro ramo del Parlamento aveva spergiurato che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Ma anche il Senato non ha scherzato, a partire da La Russa che ricorda che il cordoglio per la prematura dipartita di Berlusconi è trasmesso in diretta televisiva.

L’unica voce contraria nei panegirici (a parte Pierferdinando Casini che è arrivato a dire «Gli faremmo un torto, però, se in questo momento, sull’onda delle emozioni, non lo ricordassimo per come è stato davvero: un uomo che voleva piacere anche ai più distanti da lui, ma che in molti passaggi della vita repubblicana è stato assai divisivo.») è stata quella della senatrice altoatesina Unterberger, che ricorda che «Oggi siamo qui per commemorarlo, ma non siamo in un luogo di culto: siamo in Parlamento, il che impone di deviare dal de mortuis nihil nisi bonum per esprimere sincere considerazioni politiche.», «Diceva di essere un liberale, ma temo che questo per lui significasse soprattutto non attenersi alle regole, perché c’era ben poco di liberale nella sua impostazione sui diritti civili e su una politica economica che invece era caratterizzata dal protezionismo di certe categorie. La riprova sta nel fatto che nessuno ricorda una grande riforma nata nei suoi dieci anni di Governo.», «Ha in qualche modo umanizzato la politica, ma l’ha spinta anche verso un populismo dall’alto che poi ha fatto da modello a figure come Trump.».

Ultimo aggiornamento: 2023-06-21 14:52

UNESCO: a volte ritornano

Una delle prime cose che Donald Trump fece da presidente degli USA fu abbandonare l’Unesco perché “antisraeliana”. Non era nemmeno stata la prima volta: nel 1984 l’aveva fatto anche Reagan, citando “corruzione e un atteggiamento filosovietico”. (Rientrarono nel 2003 con George Bush jr)

Lunedì l’amministrazione Biden ha annunciato che da luglio gli USA rientreranno nell’Unesco (e quindi pagheranno le loro quote, che sono anche alte: fino al 2011 contribuiva per il 22% al suo bilancio). Come mai? Beh, il motivo principale non è che probabilmente che si sono accorti che i cinesi sono stati molto felici di poter prendere la guida informale dell’istituzione, ma che l’Unesco non si limita a instituire i patrimoni mondiali dell’umanità ma sta lavorando sull’etica per le AI: lo scorso novembre hanno proposto il primo standard etico. Insomma qualcuno nell’amministrazione statunitense si è accorto che forse è meglio controllare anche con i soldi (chiaramente erano restati come osservatori) cosa si fa.

Come sempre, i principi (accettabili o no) sono importanti, ma la realpolitik funziona meglio…

Erdogan è proprio il peggio?

A quanto pare Erdogan ha vinto anche stavolta le elezioni in Turchia. Per quel poco che posso capire, la parte rurale dalla nazione lo appoggia ancora molto, soprattutto da quando si è trasformato in un convinto sostenitore della religione da leader politico qual era. (Mi sa che Marx avesse ragione quando scrisse che la religione è l’oppio dei popoli).

La stampa non di destra in Italia sembrava essere compatta a favore dello sfidante Kilicdaroglu (quella di destra mi è parsa abbastanza nautrale sulla questione), rimarcando che Erdogan è sempre più autoritario. Vero, non c’è dubbio. Ma se per questo, mi pare che se uno sfidante pur di cercare disperatamente di ribaltare le sorti della votazione promette che in caso di elezione avrebbe rimandato in patria dieci milioni di profughi mi fa pensare che la situazione pratica non sarebbe poi mutata troppo. Certo, al momento l’UE ha una buona scusa per non proseguire con il trattato di adesione della Turchia, mentre se Erdogan avesse perso l’ostracismo sarebbe stato più complicato. Ma continuo a pensare che per i turchi un presidente vale l’altro.

Il caso Rovelli

Di quello che dice Carlo Rovelli al di fuori del suo campo mi importa poco. Quindi che l’altra settimana al Concertone abbia parlato contro l’invio di armi all’Ucraina e si sia scagliato contro Crosetto che «è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo» mi è irrilevante. (Non mi importa troppo nemmeno quello che dice nel suo campo: ho scoperto che scrive molto bene, ti dà l’aria che hai capito non dico i particolari ma almeno il grande disegno della fisica, poi però non riesci a ricordarti nulla. O almeno a me capita così).

Di Ricardo Franco Levi ho già sparlato a lungo, parlando di Wikipedia, della legge sulla cultura con il taglio dello sconto massimo (no, non la sua del 2011, quella del 2020) seguita dai contorsionismi dell’anno successivo, dell’oscuramento del progetto Gutenberg (di cui tanto non parla più nessuno).

La vicenda di questi giorni però è stata assurda, con Levi che in qualità di commissario italiano (nominato da Draghi) per la Buchmesse 2024 dove l’Italia sarà il paese ospite scrive a Rovelli dicendogli che non lo voleva più come scrittore rappresentante l’Italia all’inaugurazione della Fiera di Francoforte, perché

«Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi.»

(Sì, immagino che tra un anno e mezzo tutti andranno a ripetere che Rovelli è amico di Putin,) Passano ventiquattr’ore e Levi si rimangia tutto, con un comunicato in cui spergiura di

«aver espresso le mie scelte nella qualità di commissario straordinario, senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione e per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica»

. Capisco il fare il bravo soldatino e dire che ha pensato tutto da solo – il che potrebbe anche essere, ci sono sempre i più realisti del re. Ma Levi è un politicone, e doveva sapere il polverone che avrebbe suscitato…

Ah, non sono riuscito a trovare in rete la decisione iniziale di avere Rovelli all’inaugurazione. Questo non significa molto, per quanto ne so potrebbe essere nascosto in uno dei documenti che Levi ha preparato come commissario. Però far partire tutto questo baillamme su una cosa di cui non si sapeva nulla non è stato così furbo…