Archivi categoria: politica

Rimborsopoli

A me dei “tagli allo stipendio” dei cinquestelle non mi è mai importato molto. Considerando tutti i rimborsi spese che restano loro, non avrebbero comunque fatto chissà quale sacrificio; il fatto che manchi un cinque-sei percento dei soldi promessi è un loro problema, proprio come quello dei soldi che i parlamentari PD non avrebbero dato al partito.

Quando però leggo le giustificazioni allora sì che mi arrabbio, perché fare un bonifico, postare lo screenshot sul sito e poi annullare il bonifico, oppure lamentarsi perché l’impiegato allo sportello bancario ha messo la data sbagliata sul timbro della ricevuta (come se non si vedesse la data reale dall’estratto conto…), significa che quelle persone l’honestà non sanno nemmeno dove stia di casa. Il che significa che M5S stravincerà le prossime elezioni, nonostante gli sforzi di Berlusconi (sì, sono complottista. Che le Iene abbiano tirato fuori la storia adesso per me non è troppo casuale)

“Fortunato chi parla arabo”

Leggo sulla Stampa: «Torino, al Museo Egizio fortunato chi parla arabo. Una campagna rivolta agli immigrati dal Medio Oriente. Il direttore Greco: occasione di dialogo nella loro lingua». O che ci sei arrivato solo ora, mi direte? In effetti, sono un po’ in ritardo. Quell’articolo è del 18 dicembre duemilasedici, cioè di più di un anno fa. Eh sì: questa promozione – comprensiva di fotografia – è alla sua seconda edizione, come del resto si poteva immaginare facendo quel minimo di ricerca alla Mycroft Holmes e leggendo le prime due righe del comunicato nel sito del Museo. Immagino che i mesi invernali siano quelli in cui il numero di visitatori è minore, quindi abbia senso fare campagne promozionali di questo tipo.

Perché allora l’anno scorso questa campagna non se l’è filata nessuno, e adesso sono tutti lì a gridare allo scandalo? Semplice: l’anno scorso non si votava.

P.S.: Giorgia Meloni non è nemmeno riuscita a inventarsi lei la polemica, visto che la storia è cominciata con il Giovane Padano (e assistente a Bruxelles di Salvini) Andrea Crippa e il suo fake video.

Emanuele Dessì

Ho dato un’occhiata ai risultati delle parlamentarie M5S e ho scoperto come Emanuele Dessì sia stato il quinto più votato nel suo collegio. Certo, 144 voti sono ben pochi rispetto ai 2136 di Paola Taverna o ai 1173 di Elena Fattori; ma le due signore avevano una visibilità mediatica molto maggiore. Evidentemente tra i pentastellati laziali abilitati alla piattaforma Rousseau ci sono molti che ritengono che Dessì sia un buon candidato.

(Poi qualcuno mi spiega che significa “ritirare la candidatura”, visto che le liste sono già depositate)

Ultimo aggiornamento: 2018-02-05 10:22

Sarà una lunghissima campagna elettorale

Oggi sulla bacheca Facebook di un mio amico, mentre si discuteva su un articolo di giornale che parlava di “capolista dell’uninominale” (perché la sciatteria ormai è globale) una persona ha iniziato uno sproloquio con la frase «Abbiamo governi incostituzionali». Al dubbio di un’altra persona sulla frase, la prima persona ha replicato «Si e non ne parliamo di discutere perché ci sono le sentenze della corte costituzionale.»

Avevo qualche minuto di tempo e – pur sapendo che la cosa era tristemente inutile – ho recuperato la sentenza della Consulta sul Porcellum; ho indicato quali punti sono stati dichiarati incostituzionali; ho aggiunto la sezione in cui viene esplicitato che la sentenza non tocca in alcun modo gli esiti delle elezioni e quindi il Parlamento (non il governo, naturalmente: ma essendo io buono l’ho considerato un lapsus tastierae) non era incostituzionale; ho isolato e scritto in maiuscolo quella frase per chi non avesse voglia di leggere tutto il resto. Risultato? «No voi siete contenti e ve le difendete pure ste porcate rese legali da magistrature conniventi.»

Nel merito, io avrei personalmente preferito che venissero rifatte le elezioni, tenuto conto che – come spiegava la sentenza – una legge elettorale ci sarebbe comunque stata: il Consultellum. Non essendo un esperto in diritto costituzionale, non so se la cosa sarebbe stata legalmente possibile: capisco comunque il desiderio della Corte Suprema di lasciare al Parlamento la definizione della legge elettorale, pur premunendosi di avere un salvagente in caso di ignavia o impasse. Ma il vero problema è che è impossibile fare un discorso che abbia sì opinioni ma parta dai fatti. Non che una volta fosse meglio, mi sa: ma almeno la gente non rompeva le palle e se ne stava irreggimentata dietro le varie bandierine, pensando che i suoi capi avessero in mano la Verità e non credendo di possederla. Starò invecchiando, ma non ce la faccio proprio più a reggere certe persone: non stupitevi se taglierò di brutto le interazioni.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-30 19:03

Io nun ce l’ho cò te

Il titolo di questo post riprende la celebre battuta di Ettore Petrolini, che quando un giorno venne fischiato dal loggione si avvicinò allo spettatore e gli disse «Io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto.»
Non ha molto senso prendersela con una sindaca al secondo mandato, a meno che non si dimostri che ha cominciato a fare queste esternazioni solo dopo la rielezione. Cominciamo a pensare a tutti i suoi concittadini che l’hanno votata e con ogni probabilità ritengono certe frasi naturali.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-29 11:39

Gli assenti hanno sempre torto

Ricordate quando ho scritto dell’accordo ponte per il contratto delle telecomunicazioni? Beh, il sindacato che si chiama come un’interfaccia per computer si è lamentato. Non per la miseria dell’aumento, ma perché

«Si è espresso solo il 28% dei lavoratori, come era facile prevedere dato che le assemblee si sono svolte in pieno periodo natalizio e di ferie coatte, senza un manifesto pubblico in bacheca che ne informasse i lavoratori, con votazione condotta spesso per alzata di mano e soprattutto senza una certificazione del voto.»

Peccato che (a) molte assemblee – tra cui quella a cui ho partecipato – siano state rimandate a dopo la Befana proprio per evitare il problema della chiusura natalizia; (b) le convocazioni c’erano eccome, tanto che tutti i miei colleghi, anche quelli non sindacalizzati, sapevano della data – e noi siamo anche dovuti andare in un’altra sede; (c) non vedo quale sia il problema di una votazione per alzata di mano, e comunque tanto per dire io ho firmato per certificare i risultati nella mia sede (o forse ci voleva un notaio e delle schede timbrate da un ufficio elettorale?)

Ma soprattutto resta il punto fondamentale. Gli assenti hanno sempre torto. USB ritiene che piuttosto che un’elemosina sia meglio non avere nulla? Perfetto. Inviti i suoi simpatizzanti ad andare alle assemblee e votare un NO secco e sonoro. Troppo facile stare a lamentarsi in quel modo.

Razza

Io dico solo una cosa. Se Attilio Fontana riprende la storia delle razze dicendo che sono persino specificate nella Costituzione, è inutile mettersi a strillare che la Costituzione lo scrive perché si arrivava da vent’anni di difesa della razza, oppure prodursi in fini esercizi di logica osservando che se non ci devono essere differenze di razza non si può fare nulla per impedire l’annacquamento della nostra “pura razza”.

Se Fontana fa queste dichiarazioni a freddo, significa che i think tank della destra hanno fatto i loro conti e hanno visto che portano più voti di quanti ne tolgano. (come reverse benchmark, basta vedere che Gasparri aveva preso le distanze). Il problema per me è questo, non Fontana; prendersela con lui non porta a nulla.

Ultimo aggiornamento: 2018-01-17 10:37

Silvio e le risposte lette alla radio

Ieri il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo che spiega come Berlusconi, intervistato dalla “sua” Radio 105, in realtà leggesse le risposte alle domande preparate in anticipo senza pensare che – come capita da un po’ di anni a questa parte – l’intervista era anche videotrasmessa sul canale DTT della radio.

Però non ho mica capito quale sarebbe stato il “massacro” indicato nell’articolo. Abbiamo al più scoperto che Silvio non ha idea di cosa succeda oggi nelle radio (ma magari non lo sapeva nemmeno al tempo); chi lo vota non trova nulla di strano nel fatto che legga le risposte, e chi non lo vota non avrebbe cambiato idea nemmeno se avesse fatto una performance strabiliante. Infine al FQ sapranno bene che tutte le interviste hanno come minimo un canovaccio, per evitare pericolosi silenzi. Forse insomma è meglio che tornino a prendersela con Renzi…

Ultimo aggiornamento: 2017-12-22 18:46