La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, votata praticamente all’unanimità, è una sconcezza. Tralasciamo per il momento la voglia matta di fare una modifica costituzionale prima di avere pronto il resto – cambiare legge elettorale senza rimodulare i collegi e ripensare tutte le norme come quelle sull’elezione del presidente della Repubblica, insomma. Il punto è che i famigerati risparmi derivati dalla riduzione di deputati e senatori, sempre che ci saranno davvero, varranno davvero poco: in compenso, anche ammettendo che si farà una nuova legge elettorale proporzionale, la rappresentatività si ridurrà eccome, visto che ci saranno meno eletti. Già la riforma renziana bocciata poi al referendum era una schifezza, ma almeno era pensata in maniera coerente. Qui non c’è nemmeno quello: un panem et circenses per mostrare di essere tanto bravi senza nemmeno sapere cosa si sta facendo.
Naturalmente per il Silvio Berlusconi dei bei tempi (“faso tutto mi”) o per i pentastellati (“uno vale uno, e quell’uno è Casaleggio”) non c’è nulla di male in questo, anzi. Ma non mi sarei aspettato che il PD, con o senza Renzi, si infilasse in questo buco di democrazia. Aspettatevi un parlamento ancora peggiore di questi ultimi.